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Autore: Due Di Picche    16/01/2012    2 recensioni
*Storia al momento sospesa*
Luka Fontana è sinonimo di perfezione.
La sua invidiabile bellezza è compensata dall'intelligenza.
Tutti vorrebbero essere come Luka.
Tutte vorrebbero andare a letto con Luka.
Peccato che l'ego superbo che ha sviluppato grazie a questo suo "pregio", lo renda un egocentrico narcisista, manipolatore e calcolatore. Si crede superiore decidendo di sfruttare le sue "doti" per arrivare al successo e mai si sarebbe aspettato che "la più bella del Purgatorio" gli venisse ad annunciare che ha ancora un mese di vita.
Con l'arrivo dell'enigmatica Lily incomincia il conto alla rovescia dell'esistenza del popolare Fontana.
Riuscirà a sedurre l'Annunciatrice così da convincerla a risparmiargli la vita o proverà a diventare una persona migliore cercando di guadagnarsi il Paradiso?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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5. [-25] Quinto giorno dell’ultimo mese
La mattina del mio quinto giorno dalla comparsa di Lily, mi svegliai in compagnia dei raggi del sole. In casa mancava l’elettricità, quindi al calar della notte, ero andato a dormire subito. L’ultimo ricordo che riaffiorava nella mia mente era di Lily che mi raccontava tutta eccitata di una certa Elisabeth che aveva rifiutato l’amore del signor Darcy poiché lui aveva compromesso il matrimonio dell’amata sorella di lei.
La voce della mia Annunciatrice si era rivelata particolarmente eccitata e gioiosa, come se provasse veramente emozioni verso una rivista. Lily non mangiava, non dormiva e non aveva bisogno dei servizi igienici. La sua ombra non si proiettava ai suoi piedi e non aveva battito cardiaco. Come poteva una persona così “morta” esser capace di sorridere? Ridere? Provare emozioni? Mistero!
Mi raggomitolai tra le lenzuola bianche. Faceva freddo e la coperta doveva essermi scivolata per terra (avevo un sonno movimentato). Chiusi nuovamente gli occhi sprofondando con una parte del viso tra le coperte. Dovevo svegliarmi accidenti! Avevo studiato solo metà programma, le parti più difficili della matematica mi attendevano.
Mi arresi, aprii gli occhi e gli spalancai ancora di più quando il mio sguardo inquadrò una figura femminile spuntare dal bordo del letto. Occhi petrolio mi fissavano curiosi, mentre labbra marmoree erano dipinte di un’espressione attiva.
Lily era inquietantemente bella, tanto da farmi venire i brividi. Perché non era sul mio letto? Perché se ne stava per terra a una certa distanza da me? Ok che se anche avesse dormito con me, nonostante lei non dormisse mai (era quello che mi aveva detto), mi avrebbe congelato con la sua “aura” glaciale, ma sarebbe stato un ottimo risveglio.
«Sai, alla fine Elisabeth si innamora del signor Darcy … » oddio no! Ancora Orgoglio e Pregiudizio. La lasciai continuare incapace di darle contro «... ciò, nonostante i due si amano e lui le chiede di sposarla però subentrano le classi sociali e la zia del signor Darcy si oppone.»
«Buongiorno anche a te!» mugugnai con rabbia ignorando ogni singola parola.
«Pensa che non si baciano neanche.»
«Sai quanto mi dispiace.»
«Già, peccato!» perché non riusciva a capire la mia ironia e continuava a darmi corda?
La sentii sospirare. Successivamente sbatte la schiena contro il letto e una risata, un pochino sadica, si disperse nella stanza. «Penso che lo rileggerò.»
Per quanto “ragazza” fosse, non capivo il perché Lily preferisse immergersi in un libro invece di affondare con me tra le coperte. Avrei pagato oro per avere il suo corpo tra le mani dannazione! Chissà se era possibile avere un “certo tipo di rapporto” con un Annunciatore. A questo pensiero, mi sentii un necrofilo: infondo era morta!
Mi arresi e mi decisi ad alzarmi. Dovevo affrontare la giornata.
 
 

“Luka incominciò a scrivere sulle pareti della camera.
Azzurre come il cielo, non tutte erano riempite di calcoli.
Mi chiedevo come mai facesse tutto ciò. Insolito. Strano. Curioso.
Avrei continuato a guardarlo se non fossi stata così immersa nella lettura di Orgoglio e Pregiudizio.
Mentre mi rotolavo tra le coperte sognando, come se fosse un film, le scene del romanzo, di tanto in tanto alzavo lo sguardo e lo rivolgevo al ragazzo più egocentrico del mondo che, con un pennarello nero se ne stava in piedi a tracciare un triangolo sul muro.
Era inspiegabilmente solo, solo e abbandonato in un altro mondo a me sconosciuto.
Quell’aspetto di Luka Fontana mi colpì!”

 
 
Avevo riportato i calcoli del giorno prima sul muro. Avevo passato l’intera mattinata a riportare più o meno un libro intero sulla parete. Ora avevo le idee chiare.
Aprii la finestra. Avevo bisogno di aria nuova.
Lily era stata tutto il giorno sul letto a leggere. Non l’avevo calcolata minimamente e lei non aveva calcolato me. Il suo rotolarsi sul materasso non era riuscito neanche a distrarmi. Mi ero imposto dei pensieri fissi su di lei: sarà la causa della mia morte, la devo odiare, è morta.
Mi sedetti sul letto e aprii il libro sulla Relatività. La mia Annunciatrice di Morte se ne stava rannicchiata in un angolo del letto.
Incominciai a leggere. Mi immersi nelle teorie di Einstein finché uno strano peso sulla schiena mi disturbò.
Riemersi dalle formule matematiche e rabbrividii.
Lei era fredda.
Accennai un sorriso infastidito «Comoda?»
La sentii schioccare la lingua e voltare pagina «Non c’è male.»
«Perché ti sei appoggiata?»
«Comodità.»                                    
Alzai un sopraciglio. Mi stava prendo in giro? «Tu non provi dolore ne fastidio. Neanche qualsiasi sensazione umana sul tuo corpo, che differenza c’è tra me e il materasso?»
«Tu emani calore. L’unica sensazione che sono in grado di percepire è la differenza ti temperatura tra i nostri due corpi.»
Si sistemò più volte, facendo aderire al meglio la sua schiena contro la mia.
La sentivo. Fredda e marmorea, con un peso e con un falso respiro. Il cuore mi rimbombava nel petto ogni volta che le nostre pelli entravano in contatto. Era successo anche a casa di Jessica. Un veloce sfioramento di mani mi aveva fatto imbarazzare.
Insieme componevamo una Natura Morta tra ragazzo e ragazza: io completamente immerso nelle teorie matematica e Einstein e lei presa dal più romantico e famoso romanzo di Jane Austen. Schiena contro schiena, morte e vita, uniti nel più assurdo dei silenzi.
 
«Pausa!» urlai lanciando libro, fogli e penna sul pavimento.
Mi alzai di scatto facendo perdere l’equilibri a Lily che si ritrovò distesa sul letto con il suo amato libro in faccia.
Scossi la testa e mi misi le mani nei capelli. Avevo bisogno di immagazzinare le informazioni perché un tremendo caos aveva preso possesso della mia testa.
Aprii gli occhi azzurri e li puntai su Lily che mi guardava urlare divertita.
«Cos’hai da ridere? Io non ci trovo niente di divertente. Perché cazzo ho deciso di partecipare a queste Olimpiadi di Matematica impegnandomi tanto? Merda!»
Appoggiò il libro accanto a se continuando a guardarmi con la testa che le penzolava dal bordo del letto. I lunghi capelli platino si disperdevano sul pavimento come fili dorati.
Continuava a sorridere.
«Che cazzo hai da ridere?» urlai dando un calcio a libro e cercando di calmarmi.
Schioccò la lingua (un’abitudine ormai) e disse «Certo che sei proprio masochista. Per la tua popolarità stai facendo i salti mortali. Sei ridicolo ecco tutto!»
«Grazie dell’incoraggiamento.» in quel momento la odiai.
«Di niente. Non è colpa mia se sei uno sciocco egocentrico.»
«E’ colpa tua! Se non avessi ancora venticinque giorni davanti sicuramente non avrei accettato tutto ciò. Quella maledetta psicologa è riuscita a convincermi.»
«Se tu non fossi il peggior narcisista sulla faccia della terra forse ti avremmo risparmiato la vita. Ma l’Inferno ha bisogno di gente come te per bruciare bene. Ogni tanto le fiamme si affievoliscono sai?»
Riusciva a stroncarmi con delle semplici parole: tutto ciò era segno di inumanità. Nessuna ragazza si sarebbe mai permessa di farmi un discorso simile al di fuori di una “ragazza” Annunciatrice di Morte.
Riuscivo a capire quasi tutte le teorie matematiche ma ero incapace di scovare una soluzione al mio problema: come fare per salvarmi la vita?
 

“Non sentivo il vento accarezzarmi la pelle ma i miei capelli si scompigliavano comunque.
Non provai dolore quando la caviglia, scendendo le scale di pietra che conducevano al mare mi si piegò in maniera innaturale.
 Tutto ciò che riuscii a percepire fu la salda presa di Luka afferrarmi l’avambraccio per sorreggermi dalla caduta.
Non avrei provato dolore cadendo.
Sarei riuscita a reggermi in piedi lo stesso grazie al mio potere di trasporto.
Eppure provai un fitta, chissà dove, quando incrociai lo sguardo ironico di Luka: i suoi occhi erano dello stesso colore del mare.”

 
 
«Non sono le scarpe adatte ad una passeggiata tra le scogliere.» le feci notare quando la sorressi da una quasi caduta dalle strette scale che conducevano al mare.
Avevo deciso di uscire, di prendermi una pausa. Non ne potevo più dello studio. Non ero fatto per lo studio. Io ascoltavo e apprendevo sul momento riuscendo ad immagazzinare con successo tutto ciò che mi interessava. Raramente mi mettevo sui libri, se era per hobby ancora ancora, ma per scuola proprio no.
Mi piaceva il mare.
Quella casa aveva segnato la mia infanzia e su quei gradini, ricavati da degli scogli, mi ero procurato le prime “ferite di guerra”. Era strano come posto perché era completamente isolato, ma mi piaceva.
Amavo stare in mezzo alla gente ma la solitudine di quel luogo era imbattibile.
Non avevo mai portato nessuna ragazza là per soddisfare i miei desideri. Nessuna doveva scoprire il mio luogo “segreto”.
«Così va meglio?» Lily era scesa di qualche centimetro. Le guardai i piedi: nudi.
«Guarda che fa male camminare tra le rocce, e poi ogni tanto ci sono conchiglie scheggiate.»
Schioccò la lingua e agitò una mano gesticolando «Io non provo dolore e non perdo sangue: è tutto sotto controllo.»
Niente era sotto controllo: come potevo parlare con un “morto”?
Sospirai e accelerai il passo. Lily senza i suoi vertiginosi stivali si rivelò notevolmente agile.
L’acqua. Alla fine di quella scalinata c’era l’acqua del mare.
L’alta marea ricopriva la piattaforma in marmo bianco alla fine del tragitto dove di solito facevo i tuffi o ormeggiavo le canoe. Cristallina e pulita come non mai, l’acqua del mare in tutta la sua limpidità mi lasciva intravedere il fondo sabbioso e ricco di vegetazione marina.
Mi fermai prima di bagnarmi le scarpe Munich (costavano parecchio), Lily invece non esitò ad entrare con i piedi. Rabbrividii per lei, ma sicuramente non doveva sentire freddo.
«E’ … e’…. non so descriverla.» la sua voce, inizialmente eccitata, si affievolì di colpo. Avrei voluto vedere la sua espressione. Mi incuriosiva la sua capacità emotiva. Non provava sensazioni eppure sorrideva, sbuffava e si arrabbiava, rimaneva affascinata dai libri, dal tramonto e dal mare.
Feci spallucce e diedi un calcio ad un sassolino accanto a me «Bagnata. Fredda. Salata.»
«Limpida. Cristallina. Azzurra.» continuò lei descrivendola esteticamente.  «Azzurra.» ripeté.
Sentii Lily mo versi e lo scrosciare di mille particelle che si scontravano l’una contro l’altra provocandone un moto, mi fece pensare alla fisica.
«Azzurra, Luka.» urlò Lily incominciando a volteggiare tutta allegra.
Non la capivo.
I suoi gesti involontariamente mi schizzarono un po’ ma rimasi in silenzio.
Non riuscivo a parlare.
Un sorriso.
Come poteva una persona morta sorridere in quel modo? Come poteva essere felice?
«Come i tuoi occhi, Luka. Anche i tuoi occhi sono azzurri, Luka.»
Le labbra rosse erano diventate una graziosa curva verso l’alto.
Come poteva mancarmi il fiato?
Come potevo provare piacere nel vedere la mia personale Annunciatrice di Morte sorridere?
Mi sentii confuso.
Per quanto l’acqua potesse assomigliare ai miei occhi io non ero ne puro ne limpido. Non avevo il diritto di essere paragonato al mare e nemmeno al cielo.
«E così ti piacciono i miei occhi?»
«Beh, è la parte più accettabile. Almeno da lì la tua anima non sembra tanto sporca.»
Inclinai il capo e osservai curioso Lily che saltellava nell’acqua. Le arrivava a metà dei polpacci.
«Gli occhi sono il riflesso dell’anima. Io non c’è l’ho.»
Deglutii. Ecco un altro dei suoi curiosi discorsi «Tu hai gli occhi neri!»
«Senz’anima, è questo il loro significato. Morte.» si fermò e mi fisso. Non sorrideva più. Ogni volta che parlava di se diventava seria tutto d’un tratto «Se potessi ti ruberei gli occhi dopo averti preso l’anima.»
Macabra. Lily era tornata macabra. Il suo ghigno sadico, con i denti bianchi ben in vista, si sostituì al femminile sorriso precedente.
Lunatica proprio come una ragazza!
«Ti piacciono così tanto?» le chiesi. Il mio cervello stava elaborando un piano.
Annuì con un cenno del capo «Si, molto e ho paura di tutto ciò.»
«In che senso?»
«Noi non proviamo sensazioni umane. Non diamo valore alla vita. E non dovrei nemmeno provare il desiderio di possesso verso qualcosa di umano.»
Contorta. Cinica. Lily. Avrebbe risparmiato i miei occhi. Le piacevo! C’è, a dire il vero, le piacevano solo i miei bulbi oculari con l’iride azzurra. Ma se in così poco tempo era riuscita ad apprezzare questa minima qualità, magari, più in là, se avesse scoperto qualcos’altro di positivo in me sarei riuscito a salvarmi dall’amaro destino.
E io mi sarei dovuto sforzare al massimo per farle apprezzare tutto ciò che avevo da offrirle.
Altro che prenotarmi un biglietto per il paradiso, sarebbe stato molto più facile sedurre la bella Annunciatrice!

 

 

“Occhi e calore. Erano queste le uniche due cose che associavo a Luka.
Amavo il suo sguardo su di me: avrei potuto vedere l’oceano in qualunque momento. E il mare Terrestre era qualcosa di spettacolare riflesso nei suoi occhi.
Non potevo fare a meno del tepore della sua pelle. Io fredda come il ghiaccio ero desiderosa del suo tocco.
Ma tutto ciò era secondario. Ciò che era peggio, era che dopo ore di riflessione me n’ero finalmente accorta, era il sorrido. Avevo sorriso come solo un essere umano sapeva sorridere.”


***

Due Di Picche...

Aggiornato esattamente lunedì, proprio come l'altra settimana! Bene bene. Mi sento soddisfatta quando effettuo un aggiornamento entro i limiti di tempo che mi prestabilisco.
Beh... questo capitolo è più corto rispetto agli altri. Molte volte ci saranno variazioni in base alla lunghezza, rischierete anche di trovarvi un Giorno diviso in due capitoli... managgia!
Ringrazio Celest93 per il commento lasciato nel capitolo prima (ogni tanto tralascio piccoli errori uff >.<) e chi ha aggiunto la storia tra le seguite (si, qualcuno di nuovo c'è **) e tra le preferite! Spero che il racconto vi piaccia e che vi affezionate ai personaggi (anche a Luka nonostante il suo essere "stronzo").
Questo capitolo che avete appena letto affronta un pò i cambiamenti di Lily. E' molto lunatica in quanto carattere inizialmente a causa del suo normale modo di fare (da Annunciatrice) e le influenze umane che sta subendo. Qui vediamo un Luka concentrato ed emotivo. Dentro di lui riemergono i ricordi di quella casa ma non stacca ilcervello dal problema Lily.
Al prossimo aggionamento!
Baci <3

 

   
 
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