Lo Scudiero e la Tempesta
Salve a tutti i lettori, questa è la prima fan
fiction che pubblico, quindi sono un po’ emozionato e spero che possa piacere
almeno a qualcuno, è ambientata dopo la conclusione della trilogia della Guerra
delle Anime, quindi dubito che molte persone capiranno appieno il contesto, per
qualsiasi domanda, soprattutto riguardo la terminologia, l’ambientazione e
l’Era dei Mortali (soprattutto nel caso abbiate letto i sacri sei, cioè la
guerra delle lance e la trilogia dei gemelli), sono quindi a totale disposizione!
Buona lettura!
Dumat,
questo era il nome che il mezz’elfo aveva scelto di usare nella sua nuova vita,
varcò la soglia della Taverna del Calice Levato, questa era il suo primo giorno
a Palanthas e si sentiva estremamente spaesato in
quell’enorme città dove non conosceva nessuno, sperava di riuscire a trovare in
quel luogo un po’ di pace, magari in un bel bicchiere di vino rosso che gli
ricordasse la casa che aveva perduto per sempre.
Indossava l’armatura nera dei Cavalieri del Giglio, per cui tutti i cittadini,
umani, nani o elfi che fossero, gli stavano lontani, cosa di cui era grato,
eccetto i Kender, no, quelli non si facevano
intimidire dalla divisa e si avvicinavano per
osservare il contenuto della sua borsa, più di una volta si riprese
dalle mani di Kender meravigliati le sue pietre
magiche.
Tirò a se uno sgabello e si appoggiò al bancone, richiamando l’attenzione di
una cameriera ‘Vorrei un bicchiere di vino Qualinesti,
mi hanno detto che qua ne avete una riserva!’ la ragazza rimase meravigliata
‘Certo, è vero, ma è molto costoso, saprà che qualche settimana fa Qualinost è stata distrutta . . .’ Una fitta al cuore fece
chiudere gli occhi al giovane cavaliere oscuro, ‘Sì, lo so . . . ero lì quando
. . .’ sì interruppe, le immagini dell’immenso drago verde che si schiantava
sulla città e delle acque che impetuose sommergevano tutto, troppo vivide nella
sua mente, che se le avesse descritte credeva si sarebbero materializzate
davanti a lui. ‘Va bene chiederò al locandiere, comunque sono 10 monete di acciaio’.
Dumat controllò il suo portaspiccioli
che conteneva appena qualche decina di monete, forse era meglio se avesse
venduto quelle pietre, una veste grigia, un cavaliere della spina, qualche
giorno prima gli aveva offerto diverse migliaia di monete per ciascuna, ma non
aveva la forza di separarsi dall’ultimo ricordo di sua madre. ‘Ah, così tanto,
forse allora tornerò più avanti . . .’.
‘Non si preoccupi, offro io!’ disse una voce femminile alle sue spalle, e dieci
monete di acciaio, con sopra inciso il simbolo del defunto Lord Ariakan, furono gettate sul bancone, la cameriera le prese
e si avviò verso la cantina.
‘Lei chi è?’ chiese il mezz’elfo voltandosi verso la benefattrice, ‘Una che
passava!’ rispose una donna giovane, poco più che ventenne, ma con i capelli
bianchi che le ricadevano sulle spalle, indossava una sgualcita divisa
militare, di una qualche milizia cittadina, e si muoveva con fare mascolino, ma
allo stesso tempo aggraziato. Si sedette sullo sgabello accanto a Dumat e lo fissò con i profondi occhi azzurri.
Il cavaliere era un bell’uomo, i lunghi
capelli neri, gli occhi dorati, le spalle larghe e il torace muscoloso
attiravano lo sguardo di molte donne, ma nessuna lo aveva mai guardato così,
come a volergli sondare l’anima.
‘Mi chiamo Squall,
lei invece?’
‘Dumat, Dumat Spellstriker, della casa della magia! Mi tolga una
curiosità, milady Squall, ma per quale motivo ha
offerto un vino costosissimo ad uno sconosciuto?’
‘Pura curiosità, non si vede spesso in giro un mezz’elfo cavaliere del giglio
sopravvissuto alla distruzione di Qualinost.’
‘Io . . .non sono un cavaliere del Giglio, sono uno scudiero del Giglio,
quest’armatura apparteneva a mio padre, io voglio diventare un cavaliere della
Spina.’
‘Bleah,’ Squall fece una
smorfia di disgusto, ‘che c’è di interessante nel diventare una veste grigia,
passare la propria vita a cercare artefatti magici da cui attingere potere
rincorrendo le vestigia di una passata gloria.’
‘Io non ho bisogno di oggetti magici o pergamene per lanciare incantesimi’
sbottò offeso il giovane ‘sono uno stregone, so usare la magia naturale!’
‘Ah,’ la ragazza rimase per un istante a bocca aperta ‘non mi aspettavo di
trovare un’aspirante veste grigia con il dono della stregoneria naturale, anche
se sembra che al giorno d’oggi voi stregoni stiate diventando sempre più
numerosi. A proposito, per quale motivo non vi siete recato a Sanction assieme agli altri cavalieri che sono partiti
ieri, sembra che la signora oscura Takhisis sia
tornata, e una sua chierica di nome Mina stia organizzando un potente esercito
per conquistare la città, dopo la morte di Lord Targonne
si è autoproclamata Signora della Notte, e sembra che comandi inoltre un vasto
contingente di anime non-morte’
‘Sono rimasto poiché la mia signora, di cui sono lo scudiero, Lady Nightshield, ha deciso di rimanere qua a Palanthas, sembra che diffidi molto di questa Mina, ha
tratto in inganno gli elfi di Silvanesti, facendosi
passare per salvatrice, dopodiché li ha pugnalati alle spalle, non è il
comportamento degno di un cavaliere!’
‘Lady Nightshield. . . ora capisco, è stata lei a
salvarvi dalla distruzione di Qualinost, è l’unico
Cavaliere della Spina sano di mente che abbia mai conosciuto, un po’ troppo
spietata forse, ma è un suo pregio, e ne ho conosciuti tanti, sai, sono
capitano delle milizia della cittadella di Windkeep,
la base operativa delle vesti grigie per la conquista della torre di Wyreth, ahahahahah, una
grandissima perdita di tempo!’ Squall scoppiò in una
risata forzata, che si spense subito, lasciandole sul viso un sorriso amaro.
‘Cavolo, vive davvero a sud, cosa ci fa allora così lontana da casa?’
‘Sono venuta a trovare mio fratello . . . e per andare con lui al funerale di
un amico di infanzia . . .’
‘Oh, mi spiace, condoglianze . . .’
‘Non si preoccupi cavaliere, in questo periodo di guerre continue la morte è
sempre dietro l’angolo, e quasi sempre siamo noi guerrieri a portarla, quindi
non nascondiamoci dietro falsi moralismi, lei ha appena perso tutti i parenti e
gli amici, non è così? La morte non è una brutta cosa, sono convinta che i
morti stiano molto meglio dei vivi, anche per questo non mi sono mai fatta
molti problemi a uccidere, anzi, direi proprio nessuno!’
‘Io non la penso come lei, sono cresciuto in mezzo agli elfi, e per me la vita
è una cosa estremamente sacra, e non passa secondo per cui dentro di me non mi
disperi per tutti coloro che hanno perso la vita in quella terribile battaglia,
ma so che tutti loro sono morti per una causa più grande, e questo mi
conforta!’
Nel frattempo un bicchiere di vino Qualinesti era
stato appoggiato sul bancone accanto a Dumat, il
cavaliere lo osservò, aveva il colore rosso brillante del sangue arterioso, segno
che non era stato diluito.
‘Lei è proprio uno strano cavaliere di Neraka, sa?
Perché non facciamo una partita a Khas, capisco più
di una persona così che con un’intera giornata di conversazione.’
‘Accetto volentieri milady.’
Si sedettero attorno al tavolo da Khas della taverna,
le pedine, dipinte di bianco e nero,erano di legno intagliato rozzamente, alcune
di ciliegio, altre di mogano, altre ancora di elvewien,
segno che alcune pedine dovevano essere state rubate, probabilmente da qualche kender manolesta che le aveva prese a prestito, ed erano
state sostituite dal proprietario.
Dumat tenne i bianchi e fece la prima mossa spostando
il cavaliere destro davanti ad un pedone, Squall
sorrise e mosse di due caselle un fante, liberando l’uscita dalle retrovie
della regina e di un chierico.
Il giovane si portò il bicchiere alle labbra mentre pensava alla mossa successiva,
assaporando il dolce vino, un ricordo fugace gli giunse alla mente: il padre
umano che assaporava il vino da un bicchiere raffinatamente lavorato, seduto
davanti alla tavola da khas assieme al figlio, la madre elfa,
entrare portandogli una spremuta di arance, mentre sorrideva dolcemente al
padre, una pace che non sarebbe più ritornata. Una lacrima gli corse veloce
lungo la guancia.