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Autore: ElloinIlBardo    17/01/2012    2 recensioni
La Guerra delle Anime sta per concludersi, lasciando il mondo nel caos più totale, gli elfi sono ormai esuli dalle loro patrie, e i cavalieri di Solamnia non sono mai stati così deboli. Il popolo di Ansalon, prostrato dalla terza guerra in meno di un secolo, necessità di ordine e giustizia. Un cavaliere delle Tenebre dal cuore nobile sa che al momento solo l'oscurità può riportare la pace nel mondo e metterà tutto se stesso nelle mani del male più profondo per realizzare questo suo desiderio. La storia ruota attorno a quattro personaggi originali, sullo sfondo della guerra delle anime e il periodo subito successivo, mescolando ambizione, battaglie, introspezione e amore!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo Scudiero e la Tempesta

Salve a tutti i lettori, questa è la prima fan fiction che pubblico, quindi sono un po’ emozionato e spero che possa piacere almeno a qualcuno, è ambientata dopo la conclusione della trilogia della Guerra delle Anime, quindi dubito che molte persone capiranno appieno il contesto, per qualsiasi domanda, soprattutto riguardo la terminologia, l’ambientazione e l’Era dei Mortali (soprattutto nel caso abbiate letto i sacri sei, cioè la guerra delle lance e la trilogia dei gemelli), sono quindi a totale disposizione! Buona lettura!

Dumat, questo era il nome che il mezz’elfo aveva scelto di usare nella sua nuova vita, varcò la soglia della Taverna del Calice Levato, questa era il suo primo giorno a Palanthas e si sentiva estremamente spaesato in quell’enorme città dove non conosceva nessuno, sperava di riuscire a trovare in quel luogo un po’ di pace, magari in un bel bicchiere di vino rosso che gli ricordasse la casa che aveva perduto per sempre.
Indossava l’armatura nera dei Cavalieri del Giglio, per cui tutti i cittadini, umani, nani o elfi che fossero, gli stavano lontani, cosa di cui era grato, eccetto i Kender, no, quelli non si facevano intimidire dalla divisa e si avvicinavano per  osservare il contenuto della sua borsa, più di una volta si riprese dalle mani di Kender meravigliati le sue pietre magiche.
Tirò a se uno sgabello e si appoggiò al bancone, richiamando l’attenzione di una cameriera ‘Vorrei un bicchiere di vino Qualinesti, mi hanno detto che qua ne avete una riserva!’ la ragazza rimase meravigliata ‘Certo, è vero, ma è molto costoso, saprà che qualche settimana fa Qualinost è stata distrutta . . .’ Una fitta al cuore fece chiudere gli occhi al giovane cavaliere oscuro, ‘Sì, lo so . . . ero lì quando . . .’ sì interruppe, le immagini dell’immenso drago verde che si schiantava sulla città e delle acque che impetuose sommergevano tutto, troppo vivide nella sua mente, che se le avesse descritte credeva si sarebbero materializzate davanti a lui. ‘Va bene chiederò al locandiere, comunque sono 10 monete di acciaio’.
Dumat controllò il suo portaspiccioli che conteneva appena qualche decina di monete, forse era meglio se avesse venduto quelle pietre, una veste grigia, un cavaliere della spina, qualche giorno prima gli aveva offerto diverse migliaia di monete per ciascuna, ma non aveva la forza di separarsi dall’ultimo ricordo di sua madre. ‘Ah, così tanto, forse allora tornerò più avanti . . .’.
‘Non si preoccupi, offro io!’ disse una voce femminile alle sue spalle, e dieci monete di acciaio, con sopra inciso il simbolo del defunto Lord Ariakan, furono gettate sul bancone, la cameriera le prese e si avviò verso la cantina.
‘Lei chi è?’ chiese il mezz’elfo voltandosi verso la benefattrice, ‘Una che passava!’ rispose una donna giovane, poco più che ventenne, ma con i capelli bianchi che le ricadevano sulle spalle, indossava una sgualcita divisa militare, di una qualche milizia cittadina, e si muoveva con fare mascolino, ma allo stesso tempo aggraziato. Si sedette sullo sgabello accanto a Dumat e lo fissò con i profondi occhi azzurri.
Il cavaliere era un bell’uomo, i  lunghi capelli neri, gli occhi dorati, le spalle larghe e il torace muscoloso attiravano lo sguardo di molte donne, ma nessuna lo aveva mai guardato così, come a volergli sondare l’anima.
 ‘Mi chiamo Squall, lei invece?’
Dumat, Dumat Spellstriker, della casa della magia! Mi tolga una curiosità, milady Squall, ma per quale motivo ha offerto un vino costosissimo ad uno sconosciuto?’
‘Pura curiosità, non si vede spesso in giro un mezz’elfo cavaliere del giglio sopravvissuto alla distruzione di Qualinost.’
‘Io . . .non sono un cavaliere del Giglio, sono uno scudiero del Giglio, quest’armatura apparteneva a mio padre, io voglio diventare un cavaliere della Spina.’
Bleah,’ Squall fece una smorfia di disgusto, ‘che c’è di interessante nel diventare una veste grigia, passare la propria vita a cercare artefatti magici da cui attingere potere rincorrendo le vestigia di una passata gloria.’
‘Io non ho bisogno di oggetti magici o pergamene per lanciare incantesimi’ sbottò offeso il giovane ‘sono uno stregone, so usare la magia naturale!’
‘Ah,’ la ragazza rimase per un istante a bocca aperta ‘non mi aspettavo di trovare un’aspirante veste grigia con il dono della stregoneria naturale, anche se sembra che al giorno d’oggi voi stregoni stiate diventando sempre più numerosi. A proposito, per quale motivo non vi siete recato a Sanction assieme agli altri cavalieri che sono partiti ieri, sembra che la signora oscura Takhisis sia tornata, e una sua chierica di nome Mina stia organizzando un potente esercito per conquistare la città, dopo la morte di Lord Targonne si è autoproclamata Signora della Notte, e sembra che comandi inoltre un vasto contingente di anime non-morte
‘Sono rimasto poiché la mia signora, di cui sono lo scudiero, Lady Nightshield, ha deciso di rimanere qua a Palanthas, sembra che diffidi molto di questa Mina, ha tratto in inganno gli elfi di Silvanesti, facendosi passare per salvatrice, dopodiché li ha pugnalati alle spalle, non è il comportamento degno di un cavaliere!’
‘Lady Nightshield. . . ora capisco, è stata lei a salvarvi dalla distruzione di Qualinost, è l’unico Cavaliere della Spina sano di mente che abbia mai conosciuto, un po’ troppo spietata forse, ma è un suo pregio, e ne ho conosciuti tanti, sai, sono capitano delle milizia della cittadella di Windkeep, la base operativa delle vesti grigie per la conquista della torre di Wyreth, ahahahahah, una grandissima perdita di tempo!’ Squall scoppiò in una risata forzata, che si spense subito, lasciandole sul viso un sorriso amaro.
‘Cavolo, vive davvero a sud, cosa ci fa allora così lontana da casa?’
‘Sono venuta a trovare mio fratello . . . e per andare con lui al funerale di un amico di infanzia . . .’
‘Oh, mi spiace, condoglianze . . .’
‘Non si preoccupi cavaliere, in questo periodo di guerre continue la morte è sempre dietro l’angolo, e quasi sempre siamo noi guerrieri a portarla, quindi non nascondiamoci dietro falsi moralismi, lei ha appena perso tutti i parenti e gli amici, non è così? La morte non è una brutta cosa, sono convinta che i morti stiano molto meglio dei vivi, anche per questo non mi sono mai fatta molti problemi a uccidere, anzi, direi proprio nessuno!’
‘Io non la penso come lei, sono cresciuto in mezzo agli elfi, e per me la vita è una cosa estremamente sacra, e non passa secondo per cui dentro di me non mi disperi per tutti coloro che hanno perso la vita in quella terribile battaglia, ma so che tutti loro sono morti per una causa più grande, e questo mi conforta!’
Nel frattempo un bicchiere di vino Qualinesti era stato appoggiato sul bancone accanto a Dumat, il cavaliere lo osservò, aveva il colore rosso brillante del sangue arterioso, segno che non era stato diluito.
‘Lei è proprio uno strano cavaliere di Neraka, sa? Perché non facciamo una partita a Khas, capisco più di una persona così che con un’intera giornata di conversazione.’
‘Accetto volentieri milady.’
Si sedettero attorno al tavolo da Khas della taverna, le pedine, dipinte di bianco e nero,erano di legno intagliato rozzamente, alcune di ciliegio, altre di mogano, altre ancora di elvewien, segno che alcune pedine dovevano essere state rubate, probabilmente da qualche kender manolesta che le aveva prese a prestito, ed erano state sostituite dal proprietario.
Dumat tenne i bianchi e fece la prima mossa spostando il cavaliere destro davanti ad un pedone, Squall sorrise e mosse di due caselle un fante, liberando l’uscita dalle retrovie della regina e di un chierico.
Il giovane si portò il bicchiere alle labbra mentre pensava alla mossa successiva, assaporando il dolce vino, un ricordo fugace gli giunse alla mente: il padre umano che assaporava il vino da un bicchiere raffinatamente lavorato, seduto davanti  alla tavola da khas assieme al figlio, la madre elfa, entrare portandogli una spremuta di arance, mentre sorrideva dolcemente al padre, una pace che non sarebbe più ritornata. Una lacrima gli corse veloce lungo la guancia.

  
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