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Autore: _eco    17/01/2012    8 recensioni
[Tyler Lockwood/Stefan Salvatore] [Forwood/Stelena] ♥
[Missing Moment 3x11] [Futureverse 3x14]
Evita lo sguardo di Stefan: teme di incontrare disprezzo. Lo stesso disprezzo – misto ad incredulità e tristezza – incagliato sul viso di Caroline. Ma se solo sollevasse il capo, chino per la mortificazione, incontrerebbe comprensione e rassegnazione negli occhi di Stefan.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Stefan Salvatore, Tyler Lockwood | Coppie: Caroline/Tyler, Elena/Stefan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Blondie and the Beast'
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A Simple e al suo avatar ♥
God, I hope that it's not too late

Summer turned to winter
And the snow it turned to rain
And the rain turned into tears upon your face
I hardly recognized the girl you are today
And god I hope it's not too late
Lost, Michael Bublè
[Ascoltatela durante la lettura. Sembra essere scritta proprio per loro ♥ ]



 

« Ti ubriachi? ».
Stefan entra barcollando nel salotto, segno che neppure lui è sobrio, battendo le nocche contro lo stipite della porta di legno scuro.
L’ambiente è cupo, rischiarato da un unico lumetto posto sul tavolo al centro della stanza, che si limita a proiettare un flebile bagliore sul pavimento marmoreo, lasciando tutto il resto nella penombra.
« Mi controlli? ».
Tyler poggia un gomito sul bracciolo della poltrona, voltandosi verso un punto ben preciso – una sorta di ombra dai contorni indefiniti – per individuare Stefan.
« Tua madre non ti ha mai insegnato che è maleducazione rispondere ad una domanda con un’altra domanda? », intima il primo, puntandogli un dito contro, e avanzando, in modo che la luce gli si proietti addosso.
« E la tua non ti ha mai detto che è maleducazione fare il ficcanaso? », borbotta l’altro, tracannando ciò che rimane di un liquido ambrato e denso.
« Non ne ha avuto il tempo, Tyler », risponde atono Stefan, portandosi una mano sotto al mento.
Sorride sornione, inclinando le labbra in maniera quasi inquietante. Sua madre – la donna raffinata dall’invidiato accento francese e gli occhi di ghiaccio – non aveva mai perso occasione per educare i proprio figli ad essere bravi ometti. Con quella falsa affermazione, è come se le stesse facendo un torto. Ma non importa. E’ morta. E’ morta da anni.
« Ti ubriachi, Tyler? Bevi per dimenticare? », cantilena Stefan, incapace di mantenere una tonalità di voce equilibrata.
Barcolla ancora un po’, molleggia sulle caviglie e si poggia al bracciolo di un’altra poltrona, rimanendo con i piedi ben saldi per terra.
« Da quando in qua ti importa cosa faccio o non faccio? », lo fredda l’ibrido, versandosi un altro po’ di liquore. « Oh, ho trovato – farfuglia con un mezzo sorriso, mandando giù il liquido che gli brucia la gola – hai pensato: “ibrido più vampiro illuso di poter uccidere Klaus uguale accoppiata vincente”. Spiacente, amico, ma non è così », conclude, fissandolo come per sfidarlo.
« Qualcosa del genere, sì », ammette Stefan, senza troppi complimenti, sfilandogli la bottiglia di mano e versando il liquido in un bicchiere di vetro. « Io bevo per divertirmi, Tyler. Ma c’è anche chi beve per dimenticare. Damon, sì, lui beve per dimenticare. E tu perché bevi? », ad ogni parola sembra sempre più fuori di sé.
Tyler ha l’impressione che si stia solo prendendo gioco di lui.
« Per distrarmi, almeno credo », improvvisa l’ibrido, sbattendo troppo forte il bicchiere sul tavolinetto di vetro.
« Perché dovresti distrarti? », borbotta Stefan, ondeggiando il polso e osservando i quasi invisibili cerchi concentrici dipinti lungo il liquore.
« Ho fatto un errore. Un grosso errore », confessa Tyler.
Riesce quasi a sentire l’odore della terra smossa e umida mescolarsi al profumo di Caroline. Vaniglia, forse. Tyler non è più sicuro. Saggia sulla lingua un sapore amaro e ferroso, denso e bruciante. Incredibilmente saziante.
« Che genere di errore? », il vampiro si protende in avanti, fissandogli lo sguardo addosso.
« Non capiresti », lo liquida subito l’altro.
« Dio, Tyler, certo che capirei!», dice, come se si trattasse di qualcosa di cui andar fiero. « Negli ultimi quattro mesi ho fatto cose talmente sbagliate e inconcepibili da non riconoscermi più. Mi ci sono abituato: è il prezzo da pagare se si scende a compromessi con Klaus. Quindi, di qualunque cosa si tratti, ne so già abbastanza per poterti capire », si placa lentamente, ritornando comodo sullo schienale della poltrona nera.
« L’ho morsa – Stefan, all’inizio, appare confuso e disorientato –. Sono stato stupido. Credevo di poterlo controllare se si trattava di Caroline. Ero sicuro, sicuro che non l’avrei fatto. Non con lei », farfuglia Tyler, alzando di tanto in tanto il tono, per poi ridurre la voce ad un flebile sussurro.
Evita lo sguardo di Stefan: teme di incontrare disprezzo. Lo stesso disprezzo – misto ad incredulità e tristezza – incagliato sul viso di Caroline. Ma se solo sollevasse il capo, chino per la mortificazione, incontrerebbe comprensione e rassegnazione negli occhi di Stefan.
« E’ quello che sei costretto a fare se tratti con Klaus », si ricompone il vampiro, tradendo immediatamente il desiderio di confortare Tyler, che sembra tanto simile a lui.
« Ma io non volevo tutto questo. Non volevo scendere a compromessi con lui né essere suo alleato. Volevo solo essere…», ribatte Tyler, iracondo.
«…normale? », ghigna Stefan, beffandosi di lui. « In ogni caso non lo saresti stato », puntualizza.
Tyler sgrana gli occhi, boccheggiando, incapace di dire qualcosa di sensato. Stefan non ha tutti i torti. Eppure, lui, è riuscito a convivere con quell’anomalia, rendendola quotidianità. E’ quello il suo concetto di normalità.
« Ci ha rovinato la vita », ammette rassegnato.
« Le ha solo prese in prestito », precisa Stefan, sollevando un sopracciglio. « E ce le riprenderemo, amico. Pezzo dopo pezzo », conclude, buttando giù gli ultimi sorsi di liquore.
Pensa ad Elena. Al suo viso umido di lacrime, gli occhi nocciola che sembrano non riconoscerlo più.
« Tu avevi me! », gli ha detto fra i singhiozzi, ripudiandolo con lo sguardo.
Si riprenderà anche lei, al passaggio. Di questo, Stefan ne è certo.
 
 

***

 
 
Caroline è avvolta in un abito meraviglioso. Il corpetto le aderisce al petto, le spalline di seta blu e azzurra sono leggermente scivolate, e la vita è circondata da veli sovrapposti di molteplici sfumature. I capelli, raccolti in una morbida crocchia, scendono lungo il collo, e alcune ciocche, lasciate volutamente sciolte, incorniciano il viso di cera. Indossa un paio di guanti color perla, che sembrano rendere le dita ancora più sottili e affusolate.
Sfila con eleganza mai vista lungo il tappeto bordeaux posto sul pavimento per l’occasione. Accanto a lei, Klaus esibisce un sorriso fiero e sornione, colmo di dispetto, per Tyler, che riesce a coglierlo.
Caroline saluta con un sorriso ogni volto, anche quello meno conosciuto.
« Tyler », sussurra cordiale, chinando il capo come ha già fatto un paio di volte, prima, e passando avanti.
Caroline è bellissima, nel suo abito delicato, ma ha le movenze di un robot; affascinante il modo in cui si rivolge gentilmente ad ognuno, ma incredibilmente programmato e finto.
Tyler se ne meraviglia: Caroline è sempre stata tanto spontanea, tanto impulsiva e, alle volte, inopportuna. Caroline – la Caroline che lui conosce – parlava senza riflettere, e, più evitava di fare brutte figure, più ne faceva. E’ certo che anche lei, nel profondo, soffra di questa ridicola montatura. Lo intuisce dai suoi occhi ridotti a cocci di vetro opaco. Gli occhi di una bambola. E Tyler, come quando era soltanto un ragazzino, teme le bambole di porcellana, teme il loro sguardo vacuo, i loro capelli immobili e dorati; teme persino la pelle bianca come la neve.
Dall’altro lato della sala, le spalle contro una colonna di marmo, Stefan si stira la giacca scura, osservando con la coda dell’occhio i movimenti di una ragazza dai morbidi boccoli castani. Anche lei, come Caroline, risulta davvero molto bella, adornata da un abito dipinto da diverse sfumature di grigio. Un fermaglio di brillanti le blocca una ciocca, mentre una semplice ma graziosa catenina d’oro bianco le scivola lungo il collo, per poi incastrarsi comodamente nell’incavo della gola.
Danza aggraziatamente, la schiena ben dritta, le mani congiunte a quelle più grosse e possenti di Damon, che la guida con sorprendente maestria, borbottando sommessamente qualcosa che la porta istintivamente a sorridere.
Stefan la osserva ancora per un po’, finché Elena non finisce col girarsi verso di lui, irrigidendosi all’istante. Da quel che può vedere, Stefan crede che abbia rafforzato la stretta sulle mani di Damon, mantenendo però lo sguardo su di lui, come per sfidarlo.
« Elena », la saluta cordiale Stefan, facendo un cenno con la mano.
Sorride, mascherando il dolore per quell’espressione colma di disprezzo che Elena gli ha rimandato.
L’abito di Caroline striscia per terra, seguendo i movimenti della vampira, che, fiduciosa, si abbandona al suo cavaliere.
Anche lei, come Elena, tiene la schiena dritta, mostrando le esili spalle e il fisico longilineo, le dita intrecciate a quelle di Klaus.
Intorno al suo polso risplende un bracciale di diamanti, che si divertono a riflettere ingannevoli giochi di luce.
Tyler sussulta, osservandolo. C’è qualcosa di incredibilmente falso, qualcosa che porta il suo animo ad essere inquieto, in quel gioiello dall’aspetto tanto raffinato e perfetto.
Dov’è finita la sua Caroline?
Disperato, cerca lo sguardo di Stefan. Lo trova, poco più in là, ancora in piedi, immobile dinanzi la colonna di marmo. Per un attimo Tyler invidia la sua capacità di mimetizzarsi così bene fra la folla.
Caroline continua a volteggiare nel suo abito elegante.
Tyler non può far altro che sperare di trovare, in quello sguardo di vetro, un brandello della sua Caroline.
Dio, fa’ che non sia troppo tardi.



Angolo autrice: Eccomi qui. Per adesso aggiorno come una pazza: dunque scusatemi se sto intasando questo povero fandom e le vostre altrettanto povere tesoline. Innanzitutto vorrei dire una cosa positiva sulla shot - il che è davvero più unico che raro, visto che tendo a criticare come un'ossessa ogni mio scritto -. Ho finalmente realizzato due tre dei miei più grandi desideri per quanto riguarda le fanfiction: scrivere una shot ascoltando Michael Bublè - davvero, ragazzi, il testo della canzone è perfetto per il Tyroline! E anche per lo Stelena, ma la mia mente ragiona solo per Caroline e Tyler -, scrivere un dialogo fra Tyler e Stefan - oh yeah! - e scrivere un briciolo di Stelena, cosa che non mi riesce mai, nemmeno se ci metto l'anima. Questa shot si è praticamente scritta da sola, e ne sono segretamente soddisfatta. E' un'idea strampalata, ma Simple me l'aveva chiesta da tempo, così ho deciso di accontentarla. Non so dirvi quanto i personaggi siano IC, ma ormai, in ogni caso, il danno è fatto. Niente, ho realizzato il desiderio di scrivere una Forwood/Stelena. Una Sterwood. Basta, sono da ricovero. Ancora scioccata per il "Cartoline" di Simple. XD Ovvio, no? Cartoline Forbes. Tornando seria, so benissimo che lo Stelena è praticamente amato allo 0,99 %, ma io avevo proprio bisogno di riscattarmi. Quell'anguria della Plec sta distruggendo tutto.
Ah, ultima cosa, vorrei precisare che per caratterizzare Caroline come una bambola ho preso ispirazione da una drabble - meravigliosa, davvero! E degna di milioni di recensioni - di Shaina. Eccovi il link della drabble: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=925574&i=1 
Meglio tacere, adesso.
Au revoir.
S.

  
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