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Autore: Lizzyluna    18/01/2012    1 recensioni
Una carta da parati, per quanto brutta, non può incrinare la loro felicità domestica.
Oppure sì?
Scritta per il contest AU senza bacchetta
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Scritta per il concorso AU senza bacchetta: 383) O se ne va quella carta da parati, o me ne vado io. (Oscar Wilde))


Carta da parati

«O se ne va quella carta da parati, o me ne vado io».
Xenophilius Lovegood alzò il naso completo di occhiali dal tavolo da lavoro e scrutò sorpreso la moglie, che gli stava di fronte con le mani sui fianchi divenuti molto abbondanti. «E perché?» chiese candidamente.
«Mi hai sentito» ripeté la donna arricciando il naso. «O fuori lei, o fuori io».
«Perché dovrei liberarmene, Lucretia? Ricorda che il color senape facilita i processi creativi» replicò Xenophilius. «E poi gli gnomi portano fortuna, lo sai anche...»
«Non questi» lo interruppe la moglie. «Hanno un’aria... malvagia, sì. Non mi piacciono quei sorrisi falsi, come se sapessero qualcosa che noi non sappiamo. Qualcosa di brutto». Mentre parlava, la sua mano scivolò verso la pancia, quasi a proteggere l’esserino che l’avrebbe abitata per qualche giorno ancora.
«D’accordo, non è bellissima» ammise lui. «Ma è solo carta, che male può fare?»
«Sarà solo carta» insistette Lucretia, «ma non mi piace».
«Beh, vorrà dire che la toglierò» garantì Xenophilius conciliante, aggiustandosi gli occhiali e tornando a concentrarsi sul marchingegno che stava creando, una sorta di elicotterino tascabile per raccogliere la frutta dagli alberi. Ascoltò i passi della moglie allontanarsi su per le scale del piccolo seminterrato e attraverso il corridoio, sicuro che lei si fosse voltata a guardarlo con esasperazione mista ad affetto prima di lasciare la stanza – lo faceva ogni volta – ma soprattutto convinto che non avrebbe messo in pratica la sua minaccia: aveva sopportato le viti tra le lenzuola, gli esperimenti in cucina e le pile di rottami in giardino, oltre ad innumerevoli piccoli incidenti, e nonostante tutto non s’era mai pentita di aver scelto lui, di sceglierlo ancora ogni giorno.
Si voltò per prendere un cacciavite dalla cassetta degli attrezzi e il suo sguardo incrociò quello di uno degli gnomi, che sorrideva sornione dalla carta giallognola. «Domani te ne vai» dichiarò deciso, e si sentì di colpo più leggero e di buon umore, come se avesse preso una risoluzione d’importanza vitale; riprese a lavorare fischiettando e continuò fino a quando Lucretia lo chiamò per la cena.

Pochi giorni dopo, la loro casa diede il benvenuto alla piccola Luna e Xenophilius si trovò ben presto a passare più tempo accanto al suo lettino che nel proprio laboratorio. Bisognava insegnarle a parlare, a camminare, a mangiare da sola, a vestirsi, ad allacciarsi le scarpe, a tracciare le prime lettere incerte con un pastello a cera… e così Luna compì un anno, poi due, poi cinque, poi otto, e la carta da parati rimase saldamente al proprio posto.

Era lì anche un cupo pomeriggio di novembre, quando un’inutile ambulanza portò via il corpo quasi irriconoscibile di Lucretia. I visi degli gnomi erano anneriti dall’esplosione che aveva consumato il suo ultimo esperimento di chimica, infrangendo le boccette colorate che piacevano tanto a Luna e che quella volta avevano tradito la padrona abituata a maneggiarle con disinvolta sicurezza.
Seduto sui gradini di un seminterrato divenuto all’improvviso troppo vuoto, Xenophilius guardò il sorriso artificiale della carta da parati deformarsi in un ghigno di trionfo davanti ai suoi occhi stanchi.
Alla fine aveva vinto lei.


Non ho mai scritto della famiglia Lovegood e quella citazione me ne ha fornito l'occasione: in un'AU priva di magia, Xeno è uno scombinato inventore, la moglie un'abile chimica e Luna una normale bambina... quanto può essere normale la figlia di Xeno, naturalmente.
Della signora Lovegood non sappiamo nemmeno il nome; secondo Luna era una strega molto dotata, che amava sperimentare nuove pozioni, ed è stata proprio la sua passione a ucciderla.
La carta da parati è normale carta da parati, a meno che non vogliate leggerci uno spunto horror. Nel caso vi venisse in mente una dannata vecchia casaccia in Neibolt Street o una villa dal pessimo carattere ubicata a Dutch Hill, datevi una pacca sulla spalla perché l'ispirazione mi è venuta da lì.

Il concorso è stato annullato perché eravamo in due (l'altra era Only_me), ma Roe è stata così gentile da giudicarci ugualmente:

Seconda classificata: Carta da parati di Lizzyluna
Grammatica: 10/10
Stile e lessico: 10/10
Originalità: 10/10
Giudizio Personale: 4/5
Utilizzo citazione: 7/7
IC dei personaggi: 2/2
Tempi di narrazione: 3/3
Totale: 46/47
Innanzitutto grazie. Grazie davvero di aver partecipato e soprattutto per i personaggi che hai scelto. Non sono soliti, è una coppia canon ma non è la solita Drarry o Dramione (oramai queste due sono ai limiti del canon per quanto spopolano) o Harry/Ginny o Draco/Astoria di cui il fandom è pieno. Grazie per la scelta della coppia che alla fine ti ha premiata in originalità, facendoti prendere il massimo in questo campo. Alla tua bravura invece devi dire grazie per il punteggio pieno nei primi due campi: non avendo trovato errori di alcun genere, non ho punto toglierti punti, complimenti! :) Per l’IC dei personaggi, l’utilizzo della citazione e i tempi di narrazione si fa lo stesso discorso: complimenti, sei stata davvero brava! Per quanto concerne il giudizio personale, che poi sarebbe più corretto definire “gradimento personale” sono rimasta palesemente perplessa sul comportamento degli gnomi. Semplicemente non l’ho capito. Ma sarà che sono tarda io, la fic nel complesso è davvero carina. Complimenti davvero e alla prossima, se le nostre strade si intrecceranno ancora.

Indovinate in quale punto della lettura mi è sfuggito uno sghignazzo diabolico alla Pennywise il Pagliaccio Ballerino?



   
 
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