“Ciao, Angelina”
Quel nome, sussurrato come un soffio di vento, vibrò appena tra quelle labbra scarlatte.
“Mia cara, cara Angelina”
Si avvicinò alla lapide portandosi una mano al cuore, con una gestualità teatrale, come se stesse recitando un’opera.
Il rumore secco dei tacchi spezzò arrogantemente il silenzio, invadendo la scena.
“Questa pietra grigia non ti rende giustizia, mon amour”
Si chinò lentamente, per poi percorrere con il dito l’incisione, lettera per lettera.
Dalla gola uscì un versetto acuto, come una risata strozzata.
“Povera, povera Angelina, spentasi nel fiore degli anni…”
Increspò le labbra, assumendo un’espressione dispiaciuta.
Ma non uno di quei movimenti era reale.
Era solo un copione, nulla più.
Una derisoria operetta al seguito di una rappresentazione maestosa, ma finita tragicamente.
Gli occhi brillarono.
Il ricordo del sangue schizzato ovunque, come una pittura malcurata, ma allo stesso tempo così perfetta, lo fece fremere.
La rimembranza di quella relazione omicida, anche se fallimentare, riaccese in lui un bramoso istinto.
Si allacciò alla fredda pietra in modo da far aderire il suo bassoventre al nome della sua Angelina..
Uno spasmo libidinoso fuggì dalle sue labbra.
Sapeva di essere amante delle più terribili e voluttuose perversioni, ma invece del senso di colpa, sul suo volto appariva solo una immensa soddisfazione.
Sfiorò la lapide come se fosse veramente la sua donna, in un unico amplesso dopo quel lungo amore platonico.
Ansimò appena, eccitato.
Si rialzò, sistemandosi gli abiti ed i capelli, come una fanciulla imbarazzata, cambiando nuovamente registro di recitazione.
“È stato molto bello Angelina” abbassò lo sguardo, portandosi una mano alla bocca.
“Anche in questa condizione, hai acceso in me sensazioni indescrivibili ma…” sospirò “ma non posso dimenticare la delusione che mi hai dato”.
Fece finta di asciugarsi le lacrime, per poi mandare un lieve bacio alla sua interlocutrice.
“Addio, mia cara Angelina. Anzi, Madame Red”
Si appropinquò verso l’uscita del cimitero, ghignando.
Ed il rumore dei tacchi sparì gradualmente, lasciando di nuovo posto al silenzio.
 

 
E Angelina rimase sola, di nuovo.
E per sempre.

NOTE DELL’AUTRICE:
Salve a tutti, questa è la prima fic che pubblico qui, spero sia piaciuta >__<
Lo so, questa one-shot può sembrare molto strana.
Grell sembra contraddirsi in continuazione, forse, ma è proprio questo che volevo far emergere.
Insomma, Grell ha una forma particolare di pazzia e credo che il suo rapporto con Madame Red lo dimostri più di qualsiasi altra cosa (sì, sta solo cercando una scusa per aver descritto Grell come uno psicopatico pervertito allo stato puro)
Scherzi a parte, spero vi sia piaciuta.
Baci, Madame_Blue