Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Vancold    19/01/2012    0 recensioni
Gli occhi di Severus osservano addirittura la sua stessa adolescenza. Nessuno è libero dai suoi giudizi, nemmeno ciò che lui credeva di essere.
Un racconto per coloro che desiderano guardare qualcosa di più dell'aspetto esteriore e vogliono iniziare un viaggio attraverso l'eroica quotidianità di uno studente quasi ordinario.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il Colore del Ghiaccio


1. Un brusco risveglio

Le palpebre si stavano facendo sempre più pesanti. Il ragazzo cadde vittima di un sonno profondo ed i capelli corvini si sparsero su quell’inchiostro che tanto punisce l’accidia, quanto premia l’ingegno.
Severus si era addormentato; aveva ceduto alla sensuale danza del fuoco e l’unica candela andava estinguendosi lasciando l’angolo e l’intera biblioteca nel buio. Egli non era riuscito a completare la sua poesia, poichè era stato vinto dall’inerzia, nemica mortale della sua creatività.
 
Una seconda luce entrò nella stanza e tosta si avvicinò a Severus, procedendo a passi leggeri sul pavimento di pietra. Nel silenzio e nella penombra si riusciva a sentire il respiro del ragazzo e presto si scorse anche il suo viso, così rilassato e innocente come un virgulto non ancora in preda al desiderio.
La ragazza riuscì a leggere i versi incompiuti che si potevano intravedere nel diario, sul quale ricadevano ciocche di capelli del colore della notte.
 
L’amicizia
 
Sono un novizio del mondo
Cosa posso imparare?
Cammino
Vesti e insegne diverse all’apparenza
ma simili nelle fibre.
Rocce troppo lucidate
gettate sulla spiaggia della forma
Corro
Luci confuse, dall’unico scopo
in cerca di tollerante affinità
Dov’è il mio Santuario?
Non certo della sua esistenza mi sporgo
Per riuscire a disilludere i frutti della mia fantasia
 
La ragazza rilesse più volte quei versi, interrotta solamente dai cambiamenti nelle espressioni di Severus, che aggrottando la fronte annunziava lo svolgersi di un sogno irrequieto.
Un sorriso illuminò il volto della visitatrice; un sorriso su cui si leggeva comprensione, ammirazione ed una piccola nota di invidia.
 
In quel momento Severus si svegliò e colto di sorpresa si ritrasse, rovesciando gli scritti e spegnendo definitivamente l’ormai debole fonte di luce.
«Sev, non spaventarti, sono Io» disse la ragazza.
«Jill? Diamine, che cavolo vuoi? Accendi una luce» ribattè Severus adirato.
Con un tocco della bacchetta, Jill accese una candela che portava nella logora borsa a tracolla e la posò sulla grande scrivania, così che, finalmente, l’angolo di quella stanza potè essere di nuovo illuminato.
 
Gli occhi ritornarono a vedere; dall’ombra apparve l’esile figura di Jill, i grandi e dolci occhi azzurro cielo, lo sguardo da bambina ed i corti capelli color grano, che a detta di Severus “ti fanno sembrare un cerbiatto con poca paglia sulla testa”.
 
«S-scusami, non volevo spaventarti, ero solo venuta ad avvisarti che Mulciber ti stava cerc..»
«Mark?» la interruppe. «Chissà che cosa vuole. Temo di saperlo, invero; ha la mente così annebbiata da idee malsane che difficilmente può compiere qualcosa di non previsto» continuò annoiato.
«Credevo fosse un tuo amico.. » disse Jill mentre lo aiutava a raccogliere parte degli oggetti dislocati dalla reazione di Severus.
«Non toccarlo!» urlò il ragazzo mentre spingeva da un lato Jill per afferrare in fretta e furia il proprio diario.
 
Severus era gelosissimo dei propri testi, tanto che solo a pochissime persone aveva rivelato la sua grande passione per la penna; la cerchia ristretta che ne era venuta a conoscenza, aveva ricambiato la fiducia con risa e sbeffeggiamenti, considerando questo diletto come inutile ed inappropriato per un servo fedele di Lord Voldemort.
Inutile dire che queste critiche avevano rinchiuso la personalità di Severus in una cella ancora più profonda della sua anima, conducendolo sempre più vicino al baratro della misantropia.
 
«Scusa, è un libro molto antico ed è facile che si rovini» sussurrò Severus a mo’ di scusa, per deviare l’attenzione dal contenuto del suo quadernetto.
«Sev.. Ho letto la poesia. Sei molto bravo» disse Jill con voce lieve ed arrossendo.
 
Il volto di Severus diventò paonazzo. «Vattene! VATTENE immediatamente! Porta il tuo sangue sporco FUORI DI QUI!» Severus perse il controllo.
Il risveglio imbarazzante, il contatto umano che di rado lo coinvolgeva e la minaccia di un’ulteriore imbarazzo nella rivelazione di ciò che lo aveva un tempo allontanato dagli altri, erano i fattori che avevano scatenato l’insolita reazione poco consona alla calma abituale del ragazzo.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso fu la confessione di aver spiato negli angoli più privati della sua mente. D’altro canto Jill non era neanche un’amica. Esisteva in quello che lui stesso definiva "l’asilo delle persone inanimate": ella suscitava in lui poco più che indifferenza ed i giudizi forse affrettati l’avevano portata ad essere considerata fin da subito niente meno che una ragazza semplice, impressionabile e dotata di un’intelligenza mediocre. Come tutti del resto.
 
Dopo che la ragazza era corsa via e che l’ultimo rintocco dei suoi singhiozzi aveva abbandonato la biblioteca, Severus ripensò all’accaduto; alla sua reazione stupida ed esagerata, al suo temperamento aggressivo ed all’aver ceduto ad emozioni così ridicole, tutto a causa della paura di un’insulsa vergogna che avrebbe provato.
Egli avrebbe preferito mantenere la sua solita aura di calma, ma il turbine di sentimenti, che per tanto tempo aveva celato nel suo cuore, aveva trovato un breve spiraglio per manifestarsi.
Pensò quindi alle scuse che avrebbe forse dovuto fare, a commenti sarcastici che potevano peggiorare la situazione, ma offrivano anche la possibilità di uscire indenne e senza macchia sul suo insignificante orgoglio, se solo Jill avesse dimenticato la definizione di ‘dignità’.
Ma tutto ciò era privo di significato. Queste piccole battaglie interiori, questi commenti contaminati dal senno di poi, queste sciocche allusioni a orgoglio, dignità ed apparenza disgustavano il giovane Severus.
Nell’arco dei suoi sedici anni di vita non era mai stato così vuoto ed insoddisfatto: sentiva vicino il cambiamento, ma non riusciva ancora a comprendere quale direzione avrebbe preso la sua esistenza, una volta uscito dall’attuale monotonia. Era spaventato, certo, ma vi era anche una sottile e pericolosa consapevolezza che ogni istante si trasformasse in una domanda esistenziale; il tipo di domanda dalla quale era sempre fuggito, riparandosi dietro l’uscio di quegli impegni che costellavano le sue giornate. Riteneva assurdo andare a impicciarsi di questioni filosofiche che avrebbero compromesso il cuore stesso delle sue scelte di vita, così ritornò al cospetto dell’abitudine e cercò di zittire la sua mente fin troppo rumorosa.
 
Dopo aver rimuginato su argomenti più grandi di lui, Severus riprese contatto con la giornata.
A breve doveva cominciare la lezione di Erbologia con i Grifondoro: l’ennesimo momento fastidioso. Se non fosse stato ansioso di mettere alla prova la sua vasta conoscenza, non avrebbe frequentato nessuna lezione che coinvolgesse le persone che più detestava: Potter, Black ed i loro amici.
Finita la lezione, doveva evidentemente fare visita a Mark Mulciber, l’unico studente che Severus riusciva a rispettare ed evitare di trattare con disprezzo e sarcasmo. Se Jill aveva detto la verità, la chiamata di Mark prima di una lezione doveva significare una certa urgenza, ma in fondo, cosa importava?
 
Spenta la luce, Severus si incamminò per la lezione di Erbologia nonostante mancasse ancora mezzora. Mentre percorreva uno dei numerosi corridoi che lo separavano dalla meta, vide il suo professore di Rune Antiche e decise di salutare il suo mentore; ancora non sapeva quali notizie portava da Durmstrang, luogo in cui era recentemente stato per ricambiare un favore a Severus.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Vancold