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Autore: Giuly_93    19/01/2012    12 recensioni
Sei tanto terrorizzata che fai di tutto pur di non dormire.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Non mi prendere mai sul serio quando ti dico di lasciarmi. Tienimi, ti prego. Tienimi.

- Margaret Mazzantini -

 

Non dormi da tantissimi, troppi giorni. O meglio, dormi male. Molto male.

Ogni notte fai sempre lo stesso incubo. Sembra stia sotto il tuo letto, tutto il giorno, in attesa. 

Ti aspetta impaziente perché la notte si diverte a torturarti. A distruggerti.

E devi ammettere che ci riesce bene. Sei tanto terrorizzata che fai di tutto pur di non dormire. 

Bevi litri e litri di caffè. Torni a casa per pochissimo tempo. 

Ma la stanchezza vince sempre e la notte non puoi far altro che buttarti nel letto. E addormentarti a malincuore.

 

Ogni notte incontri un demone. Così lo definisci perché non sapresti come farlo in altro modo.

Indossa un mantello grigio, lungo fino ai piedi scalzi. Un cappuccio gli copre la testa.

Magro, il viso è scavato, gli occhi vitrei e le labbra inesistenti.

Si avvicina a te che, ogni volta, sei seduta per terra. Una terra umida e priva di vegetazione.

Non ti guarda mai. Semplicemente avvicina la mano sinistra, chiusa a pugno e la apre, per mostrartene il contenuto.

Nel suo palmo ci sono delle pedine. Ognuna rappresenta una persona a te cara: tuo padre, Lanie, Ryan, Esposito, Castle. Anche Martha e Alexis.

Lentamente, con l'altra mano, il demone ne prende una e la persona che vi è rappresentata appare davanti a te.

La prima è sempre tuo padre. 

Il demone, a quel punto, ritira le pedine e, con un pugnale che tira fuori non sai da dove, lo colpisce dritto al cuore.

Vorresti alzarti, urlare, fare qualsiasi cosa. Ma sei bloccata al terreno come da delle catene e non hai voce. 

Così non puoi far altro che guardare, inerme, tuo padre morire davanti a te. E il demone che lo osserva senza espressione. 

Succede così anche per tutte le altre persone designate.

L'ultima è sempre Castle.

Ma lui non muore come gli altri. No. Il demone gli riserva un trattamento speciale perché, dice lui stesso, con voce roca e innaturale:

«A questo scrittore piace guardare la morte in faccia. E, allora, permettimi di fargli un piccolo dono. Fargliene fare conoscenza, prima di ritrovarsi a braccetto con lei.»

Mentre parla, ti gira intorno, ti accarezza il viso con un dito ossuto e inizi a tremare.

Castle è li, in piedi davanti a te. Senza speranza. Semplicemente pronto a sopportare di tutto.

Il demone gli si avvicina e accarezza anche lui come ha appena fatto con te. C'è una differenza però. Subito dopo passa, lentamente, il pugnale sulla sua guancia destra. Preme quanto basta per tagliarli la pelle. Castle inizia a urlare e il sangue esce dalla ferita, gli riga il collo e arriva alla camicia.

Dalla tua bocca non esce alcun suono. Ma nella tua testa stai urlando assieme a lui. 

L'essere incappucciato continua. Gli prende la mano destra e inizia a percorrere ogni dito con la punta del pugnale. Castle continua a urlare ma non si ribella. Semplicemente, si guarda la mano e poi la serra con forza.

Il demone non si ferma. Gli strappa la camicia e sul petto, alla sinistra, esattamente sopra al cuore, incide una x. Ormai c'è sangue da tutte le parti. 

Continua, il demone. Alza il pugnale e prima che possa fare qualsiasi altra mossa, ti svegli.

 

Questo è ciò che vivi ogni notte. 

Questo è ciò che hai raccontato a Castle alcuni giorni fa.

Sperando che parlandone con lui l'incubo non si sarebbe più ripresentato. Che non ti avrebbe più attesa.

Invece eccoti qua, al distretto, con ore e ore di sonno arretrate, tanto che non riesci più a scrivere nemmeno un dannatissimo rapporto.

E con la paura di addormentarti. Adesso anche di addormentarti sulla scrivania.

«Forse ne dovresti parlare con qualcun altro.»

Una voce ti riporta alla realtà. 

«Non è necessario Castle. Davvero, sto bene.» prendi il caffè che ti sta porgendo e ti alzi.

«Non è vero. Lo sai che non è vero.»

«Ci sono stati periodi in cui ho dormito molto meno. Eppure eccomi qua.» dici, cercando di fare un sorriso. Purtroppo, il movimento ti causa solo uno sbadiglio.

«Ecco. Capisci cosa intendo?» ti chiede, indicandoti mentre sbadigli. «Sei stanca, Kate»

«Non è assolutamente vero!» dici. 

Sei stufa di quella conversazione. Davvero, non ne vuoi parlare. Ti giri e incominci a percorrere il corridoio verso l'ascensore. Dopo pochi passi però vieni bloccata per un polso e sei costretta a voltarti.

«Devi dormire. E per dormire intendo che devi sdraiarti…»

«Castle! Lasciami. In. Pace.»

Urli. Involontariamente ma urli. 

Tutti alzano lo sguardo dalle loro scrivanie e ti guardano.

Lui ti guarda. Leggi stupore nei suoi occhi.

Senti che allenta la presa sul tuo polso. Con un leggero movimento ti liberi, ti giri e inizi a correre.

Corri scendendo le scale, corri uscendo dal distretto, corri. Continui a correre fino a casa tua, senza mai fermarti. Nonostante ti facciano male le gambe e ti manchi il fiato. E inizi a tremare. Tremi mentre cerchi di aprire il portone, tremi mentre ti butti sul divano, tremi mentre piangi e pensi che non vuoi dormire. Anzi, non puoi.

E Castle ha ragione. Ne hai assoluto bisogno.

 

Proprio mentre il sonno sta per vincere sulla tua forza di volontà, senti bussare. Ti alzi, ringraziando mentalmente chiunque ci sia dall'altra parte della porta. 

Apri e, vedendo la persona davanti a te, ti appoggi allo stipite. Dalla faccia, deve sicuramente dirti qualcosa.

«E per dormire intendo che devi sdraiarti, con un bel cuscino sotto la testa. Magari come questo!» e con enfasi, mette tra voi, un enorme cuscino bianco, con i contorni di pizzo rosa e le tue iniziali ricamate sopra con lo stesso colore. 

Lo prendi e lo lanci per terra. Ti aggrappi a Castle, buttandogli le braccia al collo. Senti le sue mani che ti accarezzano la schiena. E rincominci a piangere.

«E se non funzionasse?» ti ritrovi a chiedergli.

«Sai» ti risponde, mentre continua a tenerti stretta «Credo che assieme riusciremo a sconfiggere questo demone che prova così tanto piacere a torturarmi.»

Ti allontani un attimo da lui. Si, ne sei convinta anche tu. Raccogli il cuscino da terra e, indicando con la testa il divano, gli chiedi:

«Ti va di provarci?»

«Certo!» ti risponde, come se non stesse aspettando altro.

Si siede sul divano e indica le sue gambe: «Direi che qua il cuscino starà benissimo»

Una volta che ti sei sdraiata, ti avvolge con la coperta e inizia ad accarezzarti i capelli.

«Per fortuna non mi dai mai retta quando ti dico di lasciarmi.» Sbadigli. 

«Ti tengo stretta, non preoccuparti.»

E mentre ti addormenti sei sicura che l'incubo questa volta, non si divertirà.


Note di Giù.
Non chiedetemi cos'è perché, sinceramente, non lo so nemmeno io.
Sono partita scrivendo la fine, collegandomi alla citazione. Poi è venuto il resto.
Non riuscivo nemmeno a trovare un titolo e tutt'ora non ne sono convinta!
In ogni caso, spero vi piaccia. 
E ringrazio chiunque leggerà e recensirà :)
Baci,
Giù.

 

  
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