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Autore: Nipotina    20/01/2012    6 recensioni
Blaise Zabini è un ragazzo di colore, con capelli e occhi scuri.
Blaise Zabini è troppo spesso creduto una copia di Draco Malfoy: bianco, biondo, occhi azzurri.
Riuscirà il nostro eroe a sfuggire all'esercito che lo vuole decolorare e trasformare nel figlio che Narcissa e Lucius non hanno mai saputo di avere??
Per saperlo, basta leggere =)
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N.B. Questa storia è stata scritta per strappare un sorriso a chiunque sia dotato di un po’ di senso dell’umorismo. Non è stata assolutamente scritta per denigrare o attaccare singole persone o idee. Il mondo è bello perché è vario!
Se avete paura di offendervi, non leggete. Se siete capaci di un minimo di (auto)ironia siete i benvenuti! =)
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Allo sbaraglio nel mondo delle fan fiction!'
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N.B.Questa storia è stata scritta per strappare un sorriso a chiunque sia dotato di un po’ di senso dell’umorismo. Non è stata assolutamente scritta per denigrare o attaccare singole persone o idee. Il mondo è bello perché è vario!
Se avete paura di offendervi, non leggete. Se siete capaci di un minimo di (auto)ironia siete i benvenuti! =)




Dedicata a mia sorella Maria e alla sua degna compare Michela, perché è grazie ai loro sproloqui deliranti che tutto questo è nato.
Voi non avete idea di che cosa quelle due siano riuscite a creare con le loro menti diaboliche: questa è solo una delle tante cose.





Un ragazzo di colore, con i capelli e gli occhi scuri, fece capolino dalla Sala Comune di Serpeverde. Si guardò intorno guardingo e, dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno, si arrischiò ad uscire.
Attese qualche secondo, ma non sentendo alcuna voce che tradisse la loro presenza cominciò a dirigersi velocemente verso le scale. Salì i gradini a due a due e si acquattò dietro un angolo, osservando circospetto i dintorni.
Tirò un sospiro di sollievo: fin lì era andato tutto liscio, ma non era ancora al sicuro. Doveva essere più astuto che mai: loro potevano ancora trovarlo.

Era da venerdì pomeriggio che se ne stava rinchiuso nella sua Sala Comune, l’unico posto dove non potevano raggiungerlo. Loro avevano ormai conquistato ogni corridoio, aula, scala…solo le Sale Comuni per lui erano sicure.
Aveva obbligato Malfoy a portargli da mangiare, giusto per non morire di fame, ed era stato relativamente facile non uscire mai finchè passava il weekend ma oggi…oggi era lunedì. Non poteva non andare a lezione di Trasfigurazione, la McGranitt non avrebbe creduto a una sua malattia nemmeno se si fosse presentato ricoperto di pustole.
Doveva affrontarle.

Aveva deciso di saltare la colazione, così da poter uscire indisturbato mentre tutti gli altri sarebbero stati impegnati in Sala Grande: in questo modo avrebbe potuto percorrere i corridoi vuoti, fiondarsi nell’aula di Trasfigurazione e nascondersi lì, sperando che nessuna di loro lo trovasse.
In caso di estrema necessità, avrebbe sempre potuto supplicare la McGranitt di trasformarlo in, non so, un tavolino per esempio.

Bene, gli rimanevano solo due piani per arrivare all’aula. Nervoso, continuò a guardarsi intorno mentre correva su per le scale, pregando con tutto se stesso che non decidessero di cambiare all’improvviso.
Continuò a correre per il corridoio, si preparò a fiondarsi nell’aula, svoltò l’angolo sfrecciando e…le vide.
Stavano salendo le scale ma gli davano le spalle: se solo fosse stato abbastanza veloce sarebbe riuscito a entrare in classe prima di farsi scoprire.
Con la forza della disperazione a sostenerlo e a impedirgli di morire fece un ultimo scatto e si chiuse la porta dell’aula alle spalle.
-Signor Zabini, cosa…- cominciò a chiedergli la McGranitt, scioccata da quell’entrata a dir poco brutale, ma lui non le diede tempo di continuare.
-Professoressa mi aiuti, mi trasformi in un tavolino!-
-Signor Zabini, è impazzito per caso? Perché dovrei fare una cosa tanto…-
-Non capisce, lei deve trasformarmi in un tavolino! Loro stanno per arrivare!- urlò Blaise fuori di sé. Un lampo di comprensione e di terrore passò negli occhi della McGranitt.
Un inquietante scalpiccio cominciò a farsi sentire dal corridoio e lo sguardo terrorizzato di Blaise si accentuò, così come quello della McGranitt.
-Metamorphus Tabulinus*!- esclamò poi.

Al posto di Blaise Zabini comparve un bel tavolino di mogano, elegante e raffinato, che la professoressa si affrettò a spostare in un angolo dell’aula perché non desse nell’occhio.
Appena in tempo.
Loro entrarono come delle furie, si guardarono intorno eccitate e le chiesero se, per caso, avesse visto Blaise.
-No, sarà andato in Infermeria, altrimenti sarebbe già qui- rispose la professoressa con perfetta calma. Le osservò uscire correndo e trasse un sospiro di sollievo, e subito dopo riportò a fattezze umane il Serpeverde.
-Grazie mille professoressa, mi ha salvato- la ringraziò lui, ancora visibilmente scosso. Non si sarebbe mai, mai abituato a tutto quello. Mannaggia a loro!
-Non c’è di che signor Zabini, non potevo lasciarla nelle loro grinfie. Ritengo che potrà seguire la mia lezione senza ulteriori problemi, ma le consiglio di fare molta attenzione quando uscirà da qui-

La lezione effettivamente passò senza altri rischi: Blaise riuscì quasi a calmarsi, ma l’idea di quello che lo aspettava là fuori era una costante preoccupazione. Ma perché, perché a lui?
In fondo, che cosa aveva fatto di male? Voleva solo essere se stesso, era chiedere troppo? Perché lui non poteva avere una vita tranquilla come tutti gli altri?

Anche la lezione successiva, Difesa Contro le Arti Oscure, passò senza alcun problema: forse loro avevano paura di Piton** (improbabile) o forse, mentre setacciavano la scuola, non era ancora arrivate a quell’aula (più probabile), fatto sta che non si fecero né vedere né sentire.
Durante il pranzo si rifugiò in Biblioteca, l’unico posto dove era quasi certo che non l’avrebbero trovato. Magari avrebbe anche potuto trovare una bella maledizione da lanciare loro contro, chi lo sa…
Il suo stomaco cominciò a brontolare, e Blaise decise di tentare la ridiscesa nei sotterranei, dove lo aspettava un vassoio di cibo e, soprattutto, la salvezza. Almeno per quel giorno.

Uscì quatto quatto dalla Biblioteca, si diresse silenzioso verso la scala più vicina quando un rumore, simile a una carica di elefanti, lo costrinse a voltarsi e ad osservare terrorizzato quello che aveva cercato di evitare tutto il giorno: l’esercito alleato di Fan Artist e Fan Writers.
Senza neanche pensarci cominciò a correre, più forte che poteva: saltava i gradini, girava gli angoli così velocemente da schiantarsi quasi contro i muri, cadeva e si rialzava ma loro gli stavano sempre dietro.

Arrischiò un’occhiata dietro di sè e vide, con suo sommo orrore, che molte di loro reggevano scatolette di lenti a contatto azzurre, blu oltremare, turchese, turchino ma, soprattutto, blu cobalto.
Altre portavano quelle che, purtroppo, si rese conto essere parrucche bionde, soprattutto biondo platino. Oltre a quelle, vide consistenti scatole di tinta bionda, casomai le parrucche non gli fossero andate bene.
Altre, ed era questo quello che lo terrorizzava maggiormente, portavano degli inquietanti tubetti di candeggina o simili, fard chiarissimi, fondotinta quasi bianchi che sarebbero serviti a renderlo albino, o quantomeno di pelle bianca.

I pensieri su quello che gli sarebbe capitato se l’avessero preso, di quello che gli avrebbero fatto per trasformarlo da ragazzo di colore, con occhi e capelli scuri, a ragazzo bianco, con occhi azzurri e capelli biondissimi (per trasformarlo, insomma, nella perfetta copia di Draco Malfoy) gli diedero la forza di distanziare le sue inseguitrici.
Si slanciò nei sotterranei, alla cui fine intravedeva la sua unica via di salvezza: la Sala Comune. Cominciò a correre, se possibile, ancora più forte e, per una volta, il destino si dimostrò disposto ad aiutarlo. Intravide Malfoy che, ignaro, camminava tranquillamente.
-MALFOY!- gli urlò. Il biondo si girò e nella frazione di un secondo capì tutto quello che stava succedendo, e cominciò a correre a sua volta.
-Apri la Sala Comune, APRILA!!- continuò a urlare Blaise, che si era accorto del fatto che anche le sue inseguitrici avevano imboccato il corridoio.

C’era quasi, c’era quasi
Sfrecciò all’interno della Sala e Malfoy, pronto, chiuse la porta con un tonfo. Al di là del muro sentirono l’esercito che si accalcava contro la parete ma non poteva fare niente per aprirla.
Tirarono entrambi un sospiro di sollievo, Blaise molto più lungo: ce l’aveva fatta, era sopravvissuto!
-Ma si può sapere che cosa gli hai fatto di male per subire tutto ciò? Sono peggio delle Banshee!- esclamò Malfoy, sconvolto. Blaise si limitò a scuotere il capo, ancora incredulo per averla scampata. Lui e il biondo non si potevano definire migliori amici, ma l’avrebbe decisamente ringraziato per il suo pronto intervento.
-Non lo so, non ne ho idea…all’improvviso mi sono trovato centinaia di persone convinte che io sia il tuo gemello nascosto e che questa sia solo una mascherata…ma questa è la mia faccia! Io sono fatto così!-
-Ma da dove sarebbe nata questa malsana idea?-
-Non chiedermelo, non lo so…so solo che me le sono trovate addosso all’improvviso e da allora non ho avuto più scampo. Ma che razza di colore è il blu cobalto?-

Pian piano i rumori diminuirono, segno che si erano rassegnate al fatto che non potevano entrare ma non che se ne sarebbero andate. Blaise e Malfoy potevano sentirle parlare tra loro.
-Non capisco proprio perché si ostini a scappare! Cosa mai vorremo fargli di male!-
-Ma appunto! Lo dice anche la Rowling che ha origini italiane, quindi non può essere nero, giusto?-
-Giustissimo!-
Blaise aveva gli occhi fuori dalle orbite, incapace di emettere suoni coerenti dalla bocca. Malfoy era semplicemente allibito: insulse Babbane!
Nessuna reazione scioccata, però, avrebbe mai potuto superare le loro facce estremamente incredule e boccheggianti quando sentirono una voce farsi strada tra le altre.
-Ma Blaise Zabini non era una ragazza?-
Il suddetto ragazzo si accasciò a terra, con gli occhi spalancati, senza poter credere a quello che aveva appena sentito. Non era possibile…questo no!
-C’è forse qualcosa che non mi hai detto su di te, Zabini?- gli chiese Malfoy, altamente sconvolto.
-Manda un gufo alla McGranitt, chiedile se può venire subito qui- riuscì a sussurrare Blaise, ancora troppo provato per poter parlare ad alta voce.
Il biondo lo guardò perplesso ma obbedì. Il moro si alzò a fatica, barcollando leggermente.
Dopotutto, restare un tavolino a vita non doveva essere così male.



*formula inventata da mia sorella
**non è che la storia abbia un’ambientazione vera e propria, ma siccome Blaise Zabini compare per la prima volta (a parte allo Smistamento del primo anno) nel sesto libro, e nel sesto libro Piton insegna Difesa…






My Space.
Mmmm salve! Se siete arrivate fin qui vi faccio i miei più sinceri complimenti, vuol dire che siete sopravvisuti al mio alto livello di demenzialità.
Aaaallora…come scritto sopra è nato un po’ tutto dalle menti malate di Maria e Michela, e soprattutto dal fatto che ho scoperto che c’è un sacco di gente (scrittrici e disegnatrici) che crede che Blaise sia praticamente uguale a Draco.  Addirittura, secondo alcune sarebbe una femmina o.O
E quindi mi chiedo…ma sta gente ha letto i libri?? Povero Zabini u.u Ecco che quindi mi sono eletta sua paladina in questa assolutamente demenziale one-shot! =D
Se amate la demenzialità, ho fatto da paladina anche a Hermione, basta andare qua --> Hermione Granger in Ron Weasley. (non in Potter, né in Malfoy, né in Black, né in Piton, né in Parkinson, né in Zabini, né in Nott, né tantomeno in Riddle)
  
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