Serie TV > Criminal Minds
Ricorda la storia  |      
Autore: Emily27    20/01/2012    4 recensioni
Chiusi gli occhi e mi sentii terribilmente sola in quel letto dove avevamo fatto l'amore, quando mi ero lasciata andare tra le sue braccia mettendo da parte la ragione. La ragione, quell'idea che spesso soffoca i nostri sentimenti allontanandoci dalla direzione indicata dal cuore, costituendo un ostacolo da superare per poter essere felici.
In quel momento presi una decisione.
(E' la continuazione di "Forever", più precisamente del primo finale. La canzone è "Tra passione e lacrime" di Emma Marrone)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Emily Prentiss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Tra passione e lacrime

 

 

La stessa stanza caldissima
senti la pioggia che rumore fa
ancora nel mio letto tu cosa fai
così innocentemente
ma innocente non sei
come me
come tutte le scelte
come tutte le volte.
 

Bellissimo perderti per poi riaverti un attimo
è l'incoscienza che ci tiene ancora qui
tra passione e lacrime
bellissimo scappiamo in fondo solo per rincorrerci
innamorati solo per arrenderci
solo per difenderci.

 
 

Il vociare della gente, le risate dei bambini, il buio spezzato dalle illuminazioni natalizie e dalla luce che proveniva dalle vetrine addobbate, tutto sapeva di gioia e di bontà. C'era il Natale nell'aria, ma io non lo sentivo. Avevo freddo, mi stringevo il cappotto addosso inutilmente, gelidi brividi scorrevano fuori e dentro di me. Le persone mi spintonavano passandomi accanto frettolose, io che di fretta non ne avevo sembravo essere loro d'intralcio nella mia camminata lenta, senza una meta. Andavo, andavo ma non sapevo dove.
Poi lo vidi. Il cuore mi balzò nel petto.
Camminava qualche metro avanti a me, anche vedendolo di spalle l'avrei riconosciuto tra mille. Presa da un fremito affrettai il passo per raggiungerlo facendomi largo tra la gente, non riuscendo però ad arrivare fino a lui, il quale mi sembrava sempre più distante. Lo chiamai e non mi udì. Pronunciai il suo nome a voce più alta e finalmente si voltò. Due occhi profondi e tristi incontrarono i miei e mi mancò il respiro. Cercai ancora di avanzare tra la gente, ma più andavo avanti più lui si allontanava, finchè girò un angolo e scomparve alla mia vista.
Andai in quella direzione trovandomi in una strada buia e deserta. Lo chiamai di nuovo ma a rispondermi fu soltanto l'eco della mia voce, urlai il suo nome sentendomi stringere nella morsa di quella notte fredda e scura, lo urlai ancora e ancora, mentre lacrime disperate bagnavano il mio viso e pungenti spine mi trafiggevano il cuore...

 
Aprii gli occhi agitata e incontrai lo sguardo indagatore di Rossi. Mi trovavo sul jet e mi ero addormentata con il libro che stavo leggendo aperto sulle ginocchia. Guardai fuori dall'oblò la notte che stava calando, sentendo ancora vibrare in me le sensazioni provate nel sogno, la tristezza, l'angoscia, il dolore, e rividi i suoi occhi del colore del mare spenti e malinconici, di quella stessa malinconia che da qualche tempo mi opprimeva.
Non so chi sia questo Ian che hai nominato nel sonno, ma immagino abbia a che fare con il periodo durante il quale sei stata lontana” disse David, lo sguardo del quale avevo continuato a sentire su di me.
Chiusi il libro e lo posai sul sedile accanto con un sorriso, confermando al mio collega ed amico che fosse nel giusto. A lui non si poteva mentire.
Non conosco la ragione per cui te ne sei andata e non pretendo di saperla, ma da quando hai fatto ritorno spesso mi accorgo che con la mente sei altrove e dietro al tuo sorriso nascondi delle ombre.”
Tornare era ciò che desideravo.”
Non lo metto in dubbio, però quello che hai lasciato ti manca.”
Mi voltai di nuovo verso il finestrino vedendo in lontananza le luci di Washington, la città in cui ero tornata a riprendermi la mia vita, tutto quello che mi apparteneva e che mi aveva sempre fatto stare bene. Allora perchè non mi sentivo come prima e le cose che avevo ritrovato sembravano non bastarmi? Perchè David aveva ragione e Ian mi mancava, ogni giorno di più.
Emily” disse ancora Rossi ed io mi voltai verso di lui. “Non sempre ci è chiaro ciò che proviamo o vogliamo, a volte occorre del tempo per riconoscerlo, ma non è mai troppo tardi per darsi una possibilità, o almeno provarci.”
E' un consiglio?”
David sorrise dall'alto della sua saggezza.
Da amico.”

 
Entrai nel mio appartamento accolta dal silenzio e dalla solitudine, che mi accompagnarono mentre mi preparavo per andare a dormire attraverso le stanze spoglie da addobbi e luci nonostante mancasse meno di una settimana a Natale. Mi feci una doccia, indossai il pigiama e mi infilai sotto le coperte dove restai a fissare il buio, stanca ma priva di sonno. Le parole di Rossi mi risuonavano nella mente, così vere, il semplice riassunto dei miei sentimenti, ai quali non potevo fare altro che arrendermi.
Ciò che avevo lasciato mi mancava, forse andava contro ogni logica e previsione, ma quella era la verità. Mi mancava Ian, la sua voce, il suo profumo, le sue carezze, il modo in cui mi amava, di un sentimento dolce e forte, che non mi aveva mai detto a parole ma dimostrato in ogni gesto.
Chiusi gli occhi e mi sentii terribilmente sola in quel letto dove avevamo fatto l'amore, quando mi ero lasciata andare tra le sue braccia mettendo da parte la ragione. La ragione, quell'idea che spesso soffoca i nostri sentimenti allontanandoci dalla direzione indicata dal cuore, costituendo un ostacolo da superare per poter essere felici.
In quel momento presi una decisione.

 

 

 
Isola d'Elba

 
Il giorno seguente avevo cercato un volo per l'Italia e la mattina successiva ero già atterrata in suolo italiano. Un taxi mi stava conducendo verso la mia destinazione finale mentre guardavo attraverso il finestrino i luoghi che mi erano stati familiari, la natura sembrava sorridermi in quella bella giornata di sole dalla temperatura più mite rispetto a quella di Washington. Non portavo bagagli con me, tutto ciò di cui avevo bisogno si trovava nel luogo che presto avrei raggiunto, non ne vedevo l'ora, mi sentivo felice ed eccitata come una ragazzina all'idea della sorpresa che avrei fatto ad Ian e immaginando l'emozione che avremmo provato entrambi nel rivederci. Lo desideravo tanto.
La via iniziò a salire, ero quasi arrivata. Dietro ad una curva vidi apparire la casa ed il mio cuore accelerò i battiti, poi il taxi percorse ancora l'ultimo tratto di strada e si fermò davanti all'abitazione, dove pagai la corsa e scesi.
Mi resi subito conto che qualcosa non andava. Le persiane di legno erano tutte chiuse e avvicinandomi al cancello vidi quello che era un giardino incolto e abbandonato, con l'erba alta ormai ingiallita che soffocava gli ulivi bisognosi di cure e fiori da tempo rinsecchiti che giacevano sulle mie piante di rosa, palesi segnali che la casa fosse disabitata. Restai immobile a fissare quello scenario, mentre tutta la gioia provata fino a pochi minuti prima si dissolveva per lasciare posto ad una dolorosa incredulità.
Udii un rumore e mi voltai nella direzione da cui proveniva, notando un anziano signore venire verso di me in sella ad una vecchia e cigolante bicicletta. Quando mi fu abbastanza vicino lo riconobbi, abitava nel gruppo di case all'inizio della via.
Signora Lauren...” disse fermandosi a pochi passi da me, chiaramente sorpreso di vedermi.
Buongiorno” lo salutai rendendomi conto che la mia voce tremava.
Dovette accorgersene anche lui, e forse fu quello unitamente all'espressione che doveva avere il mio viso a fargli dire: “Il signor Ian ha lasciato questa casa pochi giorni dopo che le se n'era andata.”
Provai una stretta al cuore.
Non sa dove si sia diretto?”
L'anziano scosse la testa desolato.
No, mi dispiace.”
Mi voltai nuovamente a guardare la casa con il cuore gonfio di lacrime, soffocata da una tristezza infinita.
L'uomo riprese la sua pedalata ed io mi avvicinai al cancelletto che provai ad aprire, pur sospettando che fosse chiuso come infatti si rivelò. Cinsi con le mani le sbarre in ferro lavorato, poi lacrime inarrestabili scesero dai miei occhi e attraverso di esse vidi i contorni tremolanti della casa in cui ero stata felice, i momenti della vita che non avrei mai dovuto lasciare.
Ian se n'era andato da quel luogo perchè restare gli avrebbe fatto male, ricordandogli quello che non avrebbe mai più potuto avere, invece adesso ero tornata, ero lì per lui, per restare con lui.
Dove sei Ian?” mormorai in un singhiozzo soffocato.
Staccai le mani dal cancello e mi asciugai le lacrime respirando profondamente, dovevo calmarmi e ragionare, cercando di capire dove Ian potesse essere andato. Avrei tentato di trovarlo senza arrendermi. Questo pensiero mi donò un minimo di speranza.
All'improvviso un'idea mi balenò nella mente, forse avevo un punto da cui partire.

 

 

 
Copenaghen

 
Misi le mani in tasca e mi strinsi nel cappotto, mentre nuvolette bianche uscivano dalla mia bocca. Faceva freddo a Copenaghen e a quell'ora del tardo pomeriggio, in cui il sole che stava calando, si era alzato un vento gelido proveniente dal mare. Da quasi un'ora camminavo senza meta per le vie di quella bella e sconosciuta città vestita a festa, con addobbi e luci colorate a cui mi sentivo estranea. Tra la gente che riempiva i marciapiedi mi sentivo come nel sogno e accarezzai la lontana speranza di scorgere Ian in mezzo alle persone davanti a me.
Subito dopo aver lasciato Washington ci eravamo diretti a San Pietroburgo, in attesa di decidere il luogo in cui stabilirci, quindi avevamo preso in considerazione varie possibilità e infine la scelta si era ristretta a due destinazioni: Copenaghen e l'Isola d'Elba. Avevamo preferito quest'ultima e forse Ian era venuto nel paese che avevamo scartato, ma era solo un'ipotesi, lo avrei cercato in quella grande città senza nessuna certezza che fosse il posto giusto.
Si stava facendo sempre più buio e passo dopo passo iniziavo a sentire la stanchezza, avevo ormai perso il conto da quante ore non dormissi, avevo soltanto sonnecchiato durante i voli e riposato come meglio potevo nelle poltroncine delle sale d'attesa degli aeroporti, passando da un fuso orario all'altro.
Senza quasi rendermene conto ero arrivata al porto, dove le luci erano già tutte accese e si riflettevano sul mare, creando una cornice suggestiva che mi fermai ad osservare da una banchina di legno, in quel luogo poco frequentato e lontano dalle affollate vie del centro. Avrei dovuto cercare un albergo in cui trascorrere la notte e ripararmi dalle basse temperature, invece stavo lì immobile con l'aria gelida che pungeva il mio viso e il freddo che mi penetrava fino nelle ossa, desiderando soltanto che Ian mi stringesse nel suo caldo abbraccio, dove avrei tanto voluto rifugiarmi. Poteva darsi che non si trovasse nemmeno in quella città e le mie ricerche sarebbero risultate vane, forse non l'avrei mai più rivisto e a quell'idea mi sentii persa.
Alzando gli occhi a guardare un timida luna farsi largo tra le dense nuvole, avvertii una presenza a pochi passi da me e mi voltai.
Il mio cuore si fermò.
Lui era lì.
Sogno o realtà? Era entrambi.
Per alcuni istanti lasciammo che fossero i nostri sguardi a parlare, i suoi occhi non erano tristi ma luccicanti ed increduli, come dovevano essere i miei. Era tutto così perfetto da non sembrare reale, invece era vero, meravigliosamente vero.
Emily...” disse Ian, poi coprì la breve distanza che ci separava e mi prese fra le braccia. Ci stringemmo forte, gli misi la testa sulla spalla mentre il suo tepore mi avvolgeva riscaldandomi fuori e dentro, come una dolce carezza che cancellò ogni mia lacrima.
Sono qui Ian” pronunciai piano. Così, nel suo abbraccio, quello era il solo posto in cui desiderassi stare.
Sei tornata da me...” sussurrò lui baciandomi sui capelli.
Sollevai la testa e posai una mano sulla sua guancia coperta da una barba appena accennata.
Voglio stare con te” dissi, catturata dal suo sguardo.
Quando le sue labbra raggiunsero le mie fui percorsa da un brivido e gli passai dolcemente le braccia dietro al collo, ritrovando il sapore dei suoi baci mai dimenticato.

 
Ian abitava in un antico palazzo non molto lontano dal porto, ci arrivammo tenendoci per mano e parlando di noi con il cuore che ci scoppiava di felicità, camminando lungo le vie adorne di luci, che all'improvviso avevano saputo trasmettermi allegria facendo calare entrambi in quel clima festoso. Salimmo i pochi gradini che conducevano al piano rialzato, dove si trovava il suo alloggio, e una volta entrati in casa ci accolse il piacevole calore emanato da una stufa a legna posizionata in un angolo dell'ampio soggiorno. Ci levammo i cappotti mettendoli senza troppa cura sul divano, quindi Ian mi prese fra le braccia, la mia bocca cercò la sua, le sue mani si insinuarono sotto al mio maglione e nel momento in cui toccarono la mia pelle mi sentii rabbrividire, poi di nuovo, quando le sue labbra scesero a baciarmi sul collo.
Mi sei mancata da morire...”
La voce di Ian riecheggiò di desiderio, lo stesso che mi stava divorando.
Fai strada” gli suggerii con un sorriso malizioso da cui fu contagiato, dopodichè le nostre labbra tornarono a cercarsi, incapaci di stare lontane.
Mi guidò fino in camera da letto, dove arrivammo lasciandoci dietro parte dei nostri vestiti, mentre il bisogno che avevamo l'uno dell'altra si faceva ogni attimo più urgente. Mi chiesi come avessi potuto fare a meno di lui per così tanto tempo, troppo.
Ian mi fece distendere sul letto matrimoniale nella stanza in penombra e poco dopo sparirono anche gli ultimi indumenti che ancora avevamo addosso. Ogni centimetro della mia pelle si infiammò sotto ai suoi baci e alle sue carezze, che diventarono sempre più intimi facendomi morire di lui tra lunghi brividi. Con la medesima sua passione ricambiai quei gesti, le mie mani e le mie labbra tracciarono infinite strade sul suo corpo caldo e fremente al mio contatto, gli donai le stesse sensazioni che lui aveva regalato a me.
Emily...” mormorò in un gemito, non facendo altro che aumentare il mio desiderio, che soddisfò finendo nuovamente su di me.
I suoi movimenti lenti ma decisi mi trasportarono in un'altra dimensione, scordai il tempo, scordai dov'ero, restammo soltanto noi. Ian mi baciò sulla bocca e sulla gola che io gli offrii stringendomi a lui, che condusse entrambi dove tutto scomparve, facendo spazio soltanto ad un piacere così intenso e totale da farci restare languidamente esausti.

 
Più tardi stavamo distesi sul letto ancora nudi, Ian, tenendomi stretta a sé, mi accarezzava un braccio sfiorando lentamente la mia pelle, io avevo la testa sulla sua spalla e gli occhi chiusi, cullata dal suo calore e dal rumore della pioggia che fuori aveva iniziato a scendere. Mi sentivo talmente bene che avrei potuto restare così per sempre.
Un soffice piumone bianco ci copriva parzialmente e la stanza era rischiarata da una luce che arrivava dal corridoio, quel tanto che bastava perchè potessi vedere i tratti del volto dell'uomo che amavo, una volta che aprii gli occhi. Sollevai lo sguardo e incontrai il suo, dolce e penetrante.
Non avrei mai dovuto lasciarti.”
Non importa, adesso sei qui con me.”
Quando ho visto che te n'eri andato mi sono sentita disperata, ma ti avrei cercato ovunque.”
Non potevo restare dove ogni cosa mi ricordava te.”
Mi dispiace, non mi sono resa conto subito di quello che mi stava dicendo il cuore, così sono andata via.”
Non volevo più trattenerti, ho preferito lasciarti andare piuttosto che averti contro la tua volontà, ma sei tornata da me...”
Sì... Perchè ti amo Ian” dissi accarezzandogli il volto, poi lui prese la mia mano e se la portò alle labbra per posarvi un bacio.
Ti amo anch'io, tanto.”
Non mi ero mai sentita così felice in vita mia. Avevo scelto di seguire il cuore e dare voce ai miei sentimenti, libera dai freni della ragione, che spesso equivale soltanto alla paura che abbiamo di noi stessi e di ciò che proviamo.
Ian mi scostò i capelli dal viso e mi diede un delicato bacio, a cui le mie labbra risposero con la stessa dolcezza. La cosa più bella di quel sogno era il fatto che corrispondesse alla realtà.
Tirò un po' più su il piumone a coprirci fin sulle spalle e io mi rannicchiai contro di lui.
Capisco perchè tu abbia preferito vivere nel clima dell'isola.”
Potendo riscaldarmi in questo modo accetterei di stabilirmi anche al Polo Nord” sostenni circondandogli il petto con un braccio.
Se ti prendessi in parola?”
Lo guardai minacciosa e lui rise coprendomi anche la testa con il piumone, sotto a cui feci udire una risata, prima di riemergere dalle coltri.
Ian...” dissi smettendo di ridere. “Torniamo a casa?”
Torniamo a casa” rispose intrecciando le nostre mani.
Avremmo ripreso ciò che era stato interrotto, che ora avrebbe assunto un significato tutto diverso.
Avvicinai il mio volto al suo facendogli scorrere le dita sulla nuca.
Non trovi che faccia freddo, molto freddo...” dissi piano a pochi centimetri dalle sue labbra, facendo risuonare le mie parole come un invito.
Allora devo provvedere...” fece lui colmando la distanza che separava la sua bocca dalla mia, e la passione si risvegliò travolgendoci di nuovo.
Era tutto semplicemente bellissimo.

 

 

 
Isola d'Elba
24 dicembre, oggi

 
Mi avvicino al caminetto e aggiungo un pezzo di legno al fuoco che arde, riscaldando col suo antico calore il salotto dove tutto è rimasto com'era. Siamo arrivati qui ieri sera e questa mattina abbiamo sistemato un po' la casa e il giardino, che in primavera tornerà a fiorire, poi nel pomeriggio ci siamo recati a fare provviste e compere natalizie nei negozi sul litorale, fermandoci a guardare il nostro mare.
Si è già fatto buio e la stanza è illuminata solo dal chiarore del fuoco e delle luci colorate con cui io ed Ian abbiamo addobbato l'albero di Natale, posizionato accanto alla porta finestra che dà sul giardino. Osservo il pacchetto che si trova ai suoi piedi, dalla carta argentata ed un fiocco blu . E' il regalo che ho preso ad Ian, sorrido immaginando la sorpresa che proverà nell'aprirlo.
Se un anno fa mi avessero detto che questo Natale mi sarei trovata qui a festeggiarlo con lui, non ci avrei creduto. Non dimenticherò mai gli affetti che ho lasciato a Washington, li porterò ogni giorno nel cuore, percorrendo questa strada che il mio destino ha tracciato senza che io lo sapessi, ma la mia vita adesso è qui.
Ian entra in salotto portando un pacchettino incartato di rosso e legato da un nastrino dorato, che mette sotto all'albero accanto all'altro, fermandosi ad osservare quest'ultimo.
Dovrai aspettare fino a mezzanotte” gli dico raggiungendolo.
Vuoi farmi morire di curiosità?”
Siamo in due” confesso lanciando un'occhiata al mio regalo.
Vale anche per te, non prima della mezzanotte” mi ricorda. “Vieni qui” dice poi attirandomi a sé per la vita mentre io gli metto le braccia al collo.
Lo sai che mi hai reso immensamente felice?”
Mi è sembrato...” scherzo con un sorriso. “Lo sono anch'io.”
Ian mi guarda in quel modo che ogni volta mi fa vibrare il cuore e perdere nel mare dei suoi occhi, poi un bacio ci unisce, tenero e romantico, l'inizio della nostra nuova vita.

 
Buttiamo via queste armature
e trasformiamole in dolcissime paure
vediamo un po' come si sta a viverci davvero
per davvero
bellissimo.

 

 

 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: Emily27