Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: jennybrava    21/01/2012    9 recensioni
"Forse era vero che lei e Sasuke, senza Naruto, non erano niente."
Una Sakura confusa, che cerca di rimettere in ordine quelli che sono i tasselli dei suoi sentimenti; e un Sasuke che aspetta, semplicemente.
{SasuSaku}
Per yuki21
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ambrosia
Image and video hosting by TinyPic
Ambrosia è nata spontaneamente. Nessuna congettura, nessun plot notturno. Ambrosia è nata aprendo semplicemente un file di NVU, con una buona musica e il desiderio di scrivere qualcosa di diverso dal solito. Una Sakura confusa, che cerca di rimettere in ordine quelli che sono i tasselli dei suoi sentimenti. E un Sasuke che aspetta, semplicemente. Questa fanfiction è per yuki21, un piccolo pensiero per te e per quel tesoro che hai accanto. Yuki-no-neesan, buon compleanno. ♥
 
Ambrosia





<< Dimenticami >>







Se le avessero chiesto a cosa pensasse quando la parola amore le brulicava nella testa, a otto anni, Sakura Haruno avrebbe risposto a una rosa.
Una rosa rossa, da custorire gelosamente, di cui prendersi maniacalmente cura in ogni momento della giornata, da donare alla persona amata.
In realtà non era stato un pensiero automatico il suo, perché Sakura preferiva i gigli, ma Ino un lontano giorno di anni prima le aveva confessato che era la rosa il simbolo dell'amore più puro.
E da quel giorno rose erano state.
Rose rosse.
Ricordava ancora come avesse obbligato sua madre a comprarle dei semi e dei vasi, e di come per un certo periodo avesse preso a coltivarle, con cura e dedizione, temendo che se non avesse dedicato loro la giusta attenzione anche solo per un'istante sarebbero appassite, e i petali sarebbero caduti.
A otto anni Sakura non aveva mai preteso di sapere cosa fosse l'amore, era ancora qualcosa di troppo lontano dalla mente di un bambina, un concetto astratto che poteva solo riuscire ad immaginare e desiderare.
In un paio di occhi scuri.
L'amore per lei era il batticuore e il rossore soffuso che le inondava le guance, una volta che lui varcava la soglia della loro classe; erano i litigi di Ino, era la sua totale incapacità di articolare una sola parola in sua presenza.
Sakura pensava fosse quello il vero amore, l'amore che ti travolge, in cui vedi un futuro felice accanto alla persona nel tuo cuore.
Le rose erano fragili, eppure belle nella loro fragilità, e Sakura mai, nella sua innocenza di bambina, aveva desiderato tanto ricervene una.
Era una speranza che aveva conservato gelosamente dentro di sé, nei suoi sogni di bambina che vedevano un ninja forte e valoroso accorrere a salvarla dal malvivente di turno.
Col senno di adesso avrebbe sicuramente riso, o forse sorriso con amarezza. Della sua innocenza di bambina, di quella rosa nel suo cuore, non erano rimasti che ricordi, vaghi ricordi che rammentava solo di notte, al buio della sua stanza, avvolta nella solitudine della sua incompletezza.
La rosa custodita nel suo cuore era appassita, e con essa i sentimenti che un tempo aveva pensato sarebbero durati per sempre.


***



Konoha dopo la guerra era distrutta.
E se la maggior parte dei suoi abitanti cercava ogni giorno di riprendere in mano i cocci di una vita spazzata via in meno di un istante, c'era chi non riusciva neanche a guardare al futuro con speranza.
Sakura non riusciva a ricordare un solo giorno trascorso fuori dall'ospedale, che vi lavorasse o meno. Col passare del tempo aveva associato il suo odore asettico, le urla consumate fra le sue mura, alla terza stanza del reparto di medicina generale.
Sakura cercava di trovare ogni giorno un nuovo motivo per sorridere, per riuscire ad andare avanti, per non cadere nel baratro oscuro che le aleggiava attorno. Per non lasciare che tutta quell'atmosfera che sapeva di morte e dolore riuscisse ad intaccarla più di quanto avesse già fatto.
<< Sas'ke-kun >> diceva sempre. << Vedrai che andrà tutto bene. Naruto si riprenderà, e ritorneremo ad essere il team sette >>
Sasuke non aveva mai dato segno di averla anche solo minimamente ascoltata, forse neanche sapeva che fosse lì, accanto a lui. Forse credeva di essere morto.


***



Naruto aveva chiuso gli occhi il giorno stesso in cui Konoha era riuscita a prevalere sul Kyuubi. Non li aveva più
 riaperti, precipitando in un sonno regolato sono dal respiratore nella sua stanza.

Non era senso di colpa ciò che lei aveva provato, non avrebbe dovuto esserlo. Naruto lo aveva fatto per lei, le aveva detto la shishou, perché era giusto che lei avesse accanto colui che amava sopra ogni altra cosa.
L'aveva fatto per lei e per Sasuke.
Perché stessero assieme, perché riuscissero ad andare avanti anche senza di lui.

Nell'assurdità di tutto ciò che l'aveva circondata, quel giorno, Sakura aveva odiato Sasuke per la prima, e forse per l'ultima, volta.
Perché Naruto l'amava, e lui gliel'aveva portato via.



***



Da piccola se le avessero chiesto a cosa avrebbe associato il dolore, avrebbe detto alla scheggia di legno che si conficcava nella carne della mano, dopo un pomeriggio passato fra i campi d'erba a giocare; avrebbe detto il bruciore alle ginocchia, ai gomiti, dopo essere ruzzolati giù per la collina. Un dolore fisico, un dolore passabile, un dolore superfluo.
Mai avrebbe pensato che il dolore potesse essere qualcosa di diverso, qualcosa di diverso dal dolore fisico. Aveva sempre pensato di aver sofferto anche troppo per la sua età. Aveva sperimentato qualsiasi tipo di dolore, ed era riuscita ad andare avanti.
Ma adesso come avrebbe fatto?
Era un giorno di Novembre quando il cuore di Naruto aveva smesso di battere, tre mesi dopo il suo ricovero.
Se ne era andato in silenzio, di notte, mentre tutti dormivano, lasciando dietro di sé solo l'amarezza di averci provato.
Sakura si chiedeva se davvero lui ci avesse provato, se avesse provato a combattere contro il chakra nocivo del Kyuubi che aveva invaso le sue vene, se avesse provato a resistere al dolore, a sopportarlo.
Se avesse pensato che sarebbe dovuto sopravvivere, almeno per lei.
Era stato come se le avessero d'improvviso tolto l'ossigeno, l'aria, come se le avessero strappato il cuore dal petto. Vedere Naruto lì, steso sul lenzuolo, pallido, allungare una mano per accertarsi davvero se fosse morto, perché Naruto non poteva morire, non poteva lasciarla sola.
Non poteva lasciarli soli.
Forse aveva singhiozzato - non ricordava, forse si era aggrappata da qualche parte, nel disperato tentativo di incanalare un po' d'aria ed era stato allora che shishou l'aveva strattonata via e l'aveva stretta al suo grande petto, e Sakura le aveva sentite le sue lacrime, fra i capelli, sulla nuca. La shishou aveva pianto senza ritegno, mentre lei aveva solo cercato di riprendere il fiato, gli occhi sbarrati e la consapevolezza che del team sette, oramai, non rimaneva altro che quei vecchi petali di una rosa appassita.



***



Si era chiusa la porta alle spalle.
Non lo aveva guardato in viso, ma si era limitata ad avvicinarglisi cautamente e a prendere posto sulla sedia vicina al suo letto.
Forse nella speranza di essere confortata.
Ma Sakura sapeva che Sasuke non era Naruto, perché Naruto non c'era più. E desiderare che che ci fosse stato Sasuke al posto di Naruto sapeva che era sbagliato.
Perché era per Sasuke che Naruto era morto: "Pensa al Teme" le aveva detto, al termine della guerra, prima di chiudere gli occhi per sempre.
Aveva alzato lo sguardo su di lui, e aveva sentito le lacrime rigarle le guance, un singhiozzo le era sfuggito dalle labbra.
Forse era bastato solo quello, e niente aveva tradito le emozioni di Sasuke, se non un lieve sospiro.
Poi lui si era voltato, e Sakura nei suoi occhi aveva solo letto il vuoto persistente negli ultimi quattro mesi.
Era un giorno di Novembre quando lui aveva pronunciato quella parola, e Sakura non aveva potuto fare altro che chinare il capo e lasciare che nuove lacrime le rigassero le guance.
Perché era giusto così, perché non potevano continuare così, perché quella era stata l'unica cosa alla quale Sakura era riuscita ad aggrapparsi, nell'anno appena trascorso. L'unica cosa che era riuscita a farla andare avanti, in un qualche modo, perché gliela aveva detta lui. Dopo mesi di silenzio, era stata l'unica cosa che le aveva detto. E chiesto.
Era giusto così, in fondo.
<< Dimenticami >>




***



Il non amare Sasuke, come invece aveva previsto, non si era rivelato estremamente difficoltoso. Forse era vero che i suoi sentimenti erano semplicemente appassiti col tempo, forse era vero che la sua era una semplice infatuazione.
Forse era vero che lei e Sasuke, senza Naruto, non erano niente.
Da quel giorno infausto tutto era cambiato. Lei per prima.
In un qualche strano modo era riuscita a tirare avanti, e seppur la ferita che squarciava il suo cuore sanguinava ogni giorno di più, era semplicemente diventata brava a nasconderlo.
Sakura viveva solo per il suo lavoro adesso, e per quelle brevi incursioni che i suoi amici facevano nella sua vita. Sorrideva Sakura, quando li vedeva, ma era come se non lo facesse.
Sasuke.
Aveva estirpato Sasuke lontano dal suo essere, aveva lottato contro ciò che il suo cuore le aveva urlato, si era spezzata le unghie a furia di strisciarle contro la parete, nel tentativo di lottare contro il disperato desiderio di andare a trovarlo nella sua umida cella in prigione.
Ma andava bene così, perché la parola marchiata a fuoco sulla sua pelle continuava a tormentarla nelle notti piovose di Novembre, quando soffocava le lacrime contro il cuscino del suo letto, cercando di convincersi che andava bene così, che era ciò che lui voleva. Che era giusto che loro non stessero assieme, che era giusto che fossero divisi.
Per Naruto.



***


 
<< Ti sei svegliata presto oggi, cara >>.
Sakura alzò gli occhi, sorridendo alla vista del vecchio uomo che la osservava al di là della staccionata. Non abitava più in città; alle chiassose e affollate vie cittadine aveva preferito la tranquillità della campagna, poco fuori Konoha. Impiegava più tempo per recarsi al lavoro, era vero, ma l'ambiente mite di quelle zone la rilassava, nelle mattine di tutti i giorni.
<< Oichi-jiisan >> sorrise, avvicinandosi. << Anche lei è molto mattiniero >>
<< Le passeggiate mattutine fanno sempre bene al fisico di un vecchio come me >> rispose lui. << Piuttosto, cosa fai, tu, sveglia a quest'ora? >> le disse, colpendo la staccionata col suo bastone in legno << Non è ancora sorta l'alba >>
<< Ho un impegno >> Sakura si strinse nelle spalle << E volevo provare a sistemare il giardino. Non ho molto tempo per prendermene cura, ultimamente >>.
Il vecchio si flettè sulle ginocchia, chinando repentinamente il volto e prendendo ad annusare le erbacce che spuntavano dal terreno.
<< Ma cara >> borbottò << Non è mica un bene strappare le radici del mondo >>
<< Prego? >>
<< Sai quanto impiega l'ambrosia per crescere? >> e strappò una foglia da un fusticello << Non riusciresti comunque a strapparle. Sono invincibili >>
Sakura piegò le labbra nell'ennesimo sorriso, appena accennato. In fondo non sorrideva più da tempo.
<< Da come ne parla sembra le piacciano >> sussurrò.
Odorava in modo diverso l'aria, quel giorno. Non era la solita fragranza fresca di tutti i giorni, nemmeno odorava d'umido, come succedeva spesso dopo che una tempesta finiva.
Sakura osservò il cielo, i capelli che le danzavano sulle spalle.
<< E' già passato un anno, cara >>
Naruto.
<< Già >> sussurrò << E' un anno oramai >>
Avrebbe pianto, normalmente. Neanche ricordava quante lacrime avesse speso negli ultimi tempi, non ricordava un solo giorno trascorso senza esse. Forse aveva dimenticato anche come sorridere.
C'era stato un periodo della sua vita, mesi prima, giorni prima forse - non ricordava, quel giorno sembrava tutto così offuscato nella sua mente; dove il pensiero di Naruto e Sasuke non aveva fatto altro che tormentarle la mente. Erano sempre lì, mentre si chiedeva cosa potessero star facendo. Si chiedeva dove fosse Naruto, ora che non era più con lei, a confortarla, a renderle la vita migliore, più luminosa. Si chiedeva dove fosse Sasuke, e in quei momenti soffocava le grida nelle nocche delle mani, mordendosele a sangue. Non doveva pensare più, a lui.
Era giusto così, in fondo.
<< Io vado >> Sakura tornò ad osservare il vecchio << A presto, Oichi-jiisan >>
<< A presto cara >>
Camminare fra le vie Konoha, mentre sopra di lei l'ennesima tempesta autunnale si abbatteva sul villaggio spingendo i suoi abitanti a rifugiarsi nelle rispettive abitazioni, era come camminare in bilico su una corda tesa.
Non ricordava cosa l'avesse spinta a riattraversare quelle vie familiari, con l'acqua che scrosciava sul suo ombrello e le inumidiva i capelli.
Era trascorso un anno dalla sua morte, eppure Sakura rivedeva in quella pioggia le chiare immagini di quel passato che aveva timore a ricordare.
Rivedeva la sua promessa, e la sua parola.
Del terzo campo d'addestramento, dopo il termine della guerra, non era rimasto altro che un cumolo di terra. La foresta che lo circondava era stata completamente devastata dall'incombenza del Kyuubi e Sakura non ricordava che vi fosse stato qualcuno che avesse preso l'iniziativa per riportarlo allo splendore che era un tempo.
Col passare dei mesi la vegetazione si era ripresa ciò che un tempo le era appartenuto e della meravigliosa radura che costeggiava il fiume era rimasto solo un campo invaso da erbacce e rovi.
Niente era più lo stesso.
Sakura chiuse l'ombrello, passandosi una mano fra i capelli e massaggiandosi il collo.
E mai lo sarebbe stato.
<< Stupido idiota >> Naruto. << Sarebbe tutto più facile >> se tu fossi qui.
Se lui fosse qui.
Lasciò che l'ombrello le cadesse ai piedi, mentre un brivido di freddo le attraversava la schiena, immobilizzandola sul posto. Non avrebbe voluto piangere, sarebbe stato stupido dopo tutto quel tempo. Dopo tutte quelle lacrime già spese per un amico che mai sarebbe tornato indietro.
<< Dovresti copriti >>
Dimenticami.
<< Fa freddo >>
Chiunque si sarebbe voltato, chiunque avrebbe urlato o avrebbe speso due parole per esprimere la propria sorpresa. Ma Sakura si limitò a passarsi le mani sulle braccia, chiudendo gli occhi e prendendo un respiro profondo.
Era più dura di quanto ricordasse.
Riaverlo accanto, sentire di nuovo la sua voce, sentire il suo respiro. Aveva pensato di esserci riuscita, di essere riuscita a mantenere la promessa che gli aveva fatto - per Naruto, era solo per lui. Si era convinta che non vederlo sarebbe stato l'unico modo per toglierselo dalla testa, non andarlo a trovare in quella prigione fuori dal villaggio.
Aveva trascorso l'ultimo anno nella più profonda disperazione, nel timore di non rendere omaggio alla figura dell'amico che aveva amato con tutta se stessa, nella paura di separarsi da quei sentimenti che l'avevano resa ciò che era.
Si era autoimposta di non amarlo più, ci era riuscita. Credeva di esserci riuscita.
Perché doveva tornare e rovinare ciò che rimaneva di lei?
<< Vattene >> sussurrò. << Per favore >>

<< Naruto ti ama, lo sai Sakura? >>

<< Non ci sei riuscita, vero? >>
Non sei riuscita a dimenticarmi.
Prima che se ne potesse rendere conto ecco che le lacrime erano tornate a rigarle nuovamente le guance, arrossate e gelide per quel freddo autunnale. Si sentiva stupida, Sakura.
<< Per favore >> un gemito << Rendi tutto più difficile >>
<< Non tutto deve essere facile, Sakura >>
<< Ho sofferto troppo per curarmene >>
Sasuke la scrutò, scrutò la sua schiena e dietro il suo sguardo impenetrabile guizzò un baluginio di comprensione. Di affetto.
Di amore, forse.
<< Mi ami ancora, quindi? >>
Sembrava stupido detto dalle sue labbra, ogni cosa sembrava futile e priva di importanza. Sakura assottigliò gli occhi, trattenendo a stento un singhiozzo.
Bastava il suo silenzio, in fondo.
Lo sentì sospirare, forse frustrato, forse esasperato dalla consapevolezza che un anno separati non le era bastato per toglierselo dalla testa.
<< Non è giusto >> mormorò << Non è giusto per.. >> Naruto.
<< Non è giusto neanche per noi >>
Vivere nel passato.

<< Lui ti amava, Sakura >>


<< Lui mi- >>
<< Lo so >>
Lo sa.
Le nubi nel cielo cominciarono lentamente a diradarsi e sprazzi di luce, il preludio dell'alba vera e propria di quel giorno di Novembre, filtrarono nella radura, illuminandola a tratti. Sakura osservò lo spettacolo, con il vento che le soffiava in volto.
Quando si voltò, ciò che vide del Sasuke che conosceva le fece temere di scoppiare di nuovo in lacrime. Della bellezza rinomata del ragazzo non era che rimasto un volto pallido e scavato e delle occhiaie scure che gli circondavano quegli occhi, frutto di notti trascorse insonni. Fra le lacrime.
Quando la luce dell'alba le batté sulla schiena, mentre altre lacrime le rigavano per l'ultima volta le guance, tutto le fu sorprendentemente chiaro.
<< Riusciremo a cavarcela >>
Riusciremo ad andare avanti.
Gli si avvicinò, tutibante, ma ciò che la fece sorridere e singhiozzare allo stesso tempo fu lui che, quando lei ebbe appoggiato delicatamente la fronte contro il suo petto, non azzardò a respingerla.
Mentre l'alba si faceva spazio nel cielo di quel giorno di Novembre, Sakura osservò le erbacce ai loro piedi, cosparse di rugiada. Non erano rose, nessuna di loro lo era, ma Sakura non poté fare a meno di osservarle con la stessa dedizione che dedicava ad esse, quando era bambina. Con lo stesso amore.
Non era lei che aveva smesso di amarlo, forse non avrebbe neanche dovuto provarci. Forse i suoi sentimenti, già a quel tempo, erano stati destinati ad appassire lentamente, pronti a germogliare di nuovo, più forti, più radicati, più maturi.
Come l'ambrosia.




***



Note finali:
Non so se siate riusciti ad afferrare pienamente ciò che volevo trasmettere, perché ammetto che è piuttosto contorta come fanfiction. In ogni caso spero vi abbia trasmesso qualcosa, io ho adorato scriverla.
Ambrosia mi rimarrà nel cuore, in fondo è la prima fanfiction vagamente angst che scrivo.

- Messaggio per yuki21: spero che tu abbia apprezzato questo piccolo pensiero. Non è nulla di ché, ma ci ho davvero messo il cuore per scriverla. Non potevo non ringraziarti per tutta l'appoggio che mi offri! Ancora buon compleanno, sappi che un anno in più non è una tragedia, che sei ancora giovanissima e che è davvero un piacere e un onore conoscerti! Rimaniamo sempre così.
Tanti auguri sorellona Yuki! Salutami il tesoro che hai accanto!
jennybrava.

So, alla prossima e.. recensioni no jutsu!

Shannaro!
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: jennybrava