<< Lui ti amava, Sakura >>
<< Lui mi- >>
<< Lo so >>
Lo sa.
Le nubi nel cielo cominciarono lentamente a diradarsi e sprazzi di
luce, il preludio dell'alba vera e propria di quel giorno di Novembre,
filtrarono nella radura, illuminandola a tratti. Sakura osservò
lo spettacolo, con il vento che le soffiava in volto.
Quando si voltò, ciò che vide del Sasuke che conosceva le
fece temere di scoppiare di nuovo in lacrime. Della bellezza rinomata
del ragazzo non era che rimasto un volto pallido e scavato e delle occhiaie scure
che gli circondavano quegli occhi, frutto di notti trascorse insonni.
Fra le lacrime.
Quando la luce dell'alba le batté sulla schiena, mentre altre
lacrime le rigavano per l'ultima volta le guance, tutto le fu
sorprendentemente chiaro.
<< Riusciremo a cavarcela >>
Riusciremo ad andare avanti.
Gli si avvicinò, tutibante, ma ciò che la fece sorridere
e singhiozzare allo stesso tempo fu lui che, quando lei ebbe appoggiato
delicatamente la fronte contro il suo petto, non azzardò a respingerla.
Mentre l'alba si faceva spazio nel cielo di quel giorno di Novembre,
Sakura osservò le erbacce ai loro piedi, cosparse di rugiada.
Non erano rose, nessuna di loro lo era, ma Sakura non poté fare
a meno di osservarle con la stessa dedizione che dedicava ad esse,
quando era bambina. Con lo stesso amore.
Non era lei che aveva
smesso di amarlo, forse non avrebbe neanche dovuto provarci. Forse i
suoi sentimenti, già a quel tempo, erano stati destinati ad appassire
lentamente, pronti a germogliare di nuovo, più forti, più radicati, più
maturi.
Come l'ambrosia.