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Autore: Soul Sister    21/01/2012    6 recensioni
Perché Kurt Hummel, il suo ragazzo, non beveva mai, o quasi. Si concedeva giusto un goccio di spumante a capodanno, ma proprio perché era tradizione. Per il resto, Kurt non toccava mai, mai, gli alcolici.
[...]-…Blackbird fly, Blackbird fly…Into the light of the dark black night‼-
Blaine, per la seconda volta, rimase impalato sulla soglia della porta, ma questa volta teneva gli occhi fissi sul suo ragazzo, che continuava incurante della sua presenza a sgolarsi come un dannato, con voce spezzata dai singhiozzi. Sembrava completamente e disperatamente impazzito. Blaine lo guardò con tanto d'occhi: non l'aveva mai visto così. Mai, nemmeno quando ad una svendita di vestiti Alexander McQueen non era riuscito a prendere niente.
Continuava a disperarsi, avvolto solo dalla misera spugna azzurra del suo accappatoio, i capelli umidi e scompigliati, con in mano..una bottiglia di birra.
Una bottiglia di birra.
E, per un lungo, lunghissimo istante, Blaine ebbe paura.

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Un Kurt per la prima volta ubriaco ed estremamente disinibito, un Blaine decisamente shoccato e in balia del suo ragazzo, con un pizzico di fluff finale :)
FF-esperimento, nata al solo scopo di divertire. Hope you like it! :D
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blame it on the alcohol, Kurt!
Finalmente a casa.
Quello fu il primo pensiero di Blaine, mentre il taxi parcheggiava davanti al suo palazzo.
Pagò l’autista velocemente, senza preoccuparsi di prendere il resto. Scese svelto dall’auto, trascinandosi dietro il suo borsone blu.
Un sorriso si stava aprendo sul viso di Blaine, mentre inspirava a pieni polmoni: sarà stato pure assurdo, ma l’aria inquinata e il classico caos di New York non gli erano mai mancati tanto. Ed era stato via solo per quattro giorni per quel noiosissimo convegno.
Alzò lo sguardo verso il quinto piano del palazzo, ad una finestra in particolare, da dove proveniva una luce soffusa.
Il sorriso di Blaine si allargò ancora, mentre il suo cuore cominciava a galoppare.
Se c’era qualcosa, o meglio qualcuno, che gli era mancato più della Grande Mela, era Kurt.
Non aveva ancora realizzato di volerlo raggiungere, che si stava già arrampicando per le scale alla velocità della luce. Era così impaziente di vederlo, che fece un po’ di pasticci con le chiavi, per poi accorgersi che la porta era già aperta.
Blaine cercò di darsi un contegno: era tornato un giorno prima per fare una sorpresa a Kurt, ma era quasi più emozionato lui. Con un ultimo respiro profondo, spalancò la porta ed entrò in casa sua.
Per qualche istante, rimase impalato lì, sulla soglia, con il borsone penzoloni suo braccio e la bocca spalancata. Nel suo salotto sembrava esplosa la terza guerra mondiale: c’erano cuscini ovunque, una sedia del tavolo rovesciata in terra, il tappeto adorato di Kurt stropicciato e confinato in un angolo.
Dopo la sorpresa iniziale, nel cuore di Blaine cominciò a diffondersi una certa paura: e se fossero stati dei ladri a ridurre così il suo appartamento? E Kurt? Lui dov’era?
Venne distratto da quei pensieri grazie ad una voce struggente che veniva da qualche parte, una voce che avrebbe riconoscito tra mille: quella di Kurt.
Mollò immediatamente il borsone a terra, chiuse la porta con un gesto secco, e si spostò in cucina.
-…Blackbird fly, Blackbird fly…Into the light of the dark black night‼-
Blaine, per la seconda volta, rimase impalato sulla soglia della porta, ma questa volta teneva gli occhi fissi sul suo ragazzo, che continuava incurante della sua presenza a sgolarsi come un dannato, con voce spezzata dai singhiozzi. Sembrava completamente e disperatamente impazzito. Blaine lo guardò con tanto d'occhi: non l'aveva mai visto così. Mai, nemmeno quando ad una svendita di vestiti Alexander McQueen non era riuscito a prendere niente.
Continuava a disperarsi, avvolto solo dalla misera spugna azzurra del suo accappatoio, i capelli umidi e scompigliati, con in mano..una bottiglia di birra.
Una bottiglia di birra.
E, per un lungo, lunghissimo istante, Blaine ebbe paura.
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Perché Kurt Hummel, il suo ragazzo, non beveva mai, o quasi. Si concedeva giusto un goccio di spumante a capodanno, ma proprio perché era tradizione. Per il resto, Kurt non toccava mai, mai, gli alcolici.
Kurt Hummel, al liceo, a differenza del novantanove percento degli adolescenti, non ci aveva mai trovato nulla di eclatante nel bere fino a mettere in discussioni le convinzioni di una vita –esattamente il contrario di Blaine, tanto per dire- né nel strafogarsi quella robaccia fino a vomitare anche l’anima. In verità, solo il pensiero gli faceva venire la pelle d’oca.
Quando i suoi amici organizzavano dei festini alcolici, Kurt si limitava a bere una coca senza zuccheri, e se ne stava buono buono a tener sotto controllo la situazione; per quel motivo, era sempre lui l’autista designato a scarrozzare tutti a casa.
Col passare del tempo, anche dopo il liceo, le cose non erano cambiate.
Quando loro due uscivano, l’unico a bere dell’alcol era sempre e solo Blaine; non c’era verso che Kurt bevesse qualcosa che non fosse acqua o una bibita rigorosamente analcolica-e senza zuccheri-, neanche per un brindisi.
E il giorno seguente, di solito, che Blaine si fosse ubriacato o avesse bevuto solo un goccio, si sorbiva sempre e comunque una paternale su quanto bere gli rovinasse il fegato.
E dopo tutti quegli anni di convivenza, da fidanzati e non, Blaine aveva capito che Kurt non era solo astemio: era proprio anti-alcol.
.
Per quello, in quel momento, Blaine si trovava così spaesato.
-Kurt?
Il ragazzo si voltò di scatto: -Blaine!- strillò, con un tono tra lo stupito, il sollevato, e l’ubriaco.
Kurt barcollò paurosamente, evidentemente vittima di una vertigine.
Blaine in due falcate lo raggiunse e sorresse, e Kurt, semplicemente, si appoggiò a lui. Si lasciò cullare dolcemente, e l’altro, dal canto suo, inspirò profondamente il profumo del bagnoschiuma alla vaniglia del suo fidanzato. Ubriaco o no, Kurt gli era mancato da morire, e Blaine aveva il bisogno fisico di stringerlo a sé.
-Che cosa hai combinato, eh?- mormorò Blaine sulla sua spalla.
Kurt sospirò teatralmente: era incredibile, da ubriaco era ancora più tragico, e Blaine si ritrovò a sorridere.
-Mi mancavi così tanto, Blaine..così tanto.. avevo paura che non tornassi più da me..-
E se prima era intenerito, ora il moro avrebbe potuto sciogliersi per la dolcezza del suo ragazzo. Sembrava così innocente..come un bimbo.
-Sei proprio uno stupido, Sweetie..- ridacchiò Anderson.
Kurt, se possibile, si strinse ancora di più a lui.
Blaine gli scoccò un bacio sul mento, poi, con un sorrisetto, cercò di allontanarlo appena.
-Kurt, lasciami un attimo..vado a spogliarmi il cappotto, torno subito.-
Kurt barcollò verso il lavello, con un’espressione crucciata, e Blaine ne approfittò per spostarsi nel salotto per posare la giacca. Voleva tornare immediatamente da Kurt, non si fidava troppo a lasciarlo solo, ma la cerniera s’inceppò; era piuttosto concentrato nella sua battaglia contro la lampo, per poter accorgersi che una figura in accappatoio gli passava dietro quatta quatta in punta di piedi, con aria cospiratrice.
Quando la zip si aprì, finalmente, Blaine esultò interiormente, e appese soddisfatto il cappotto all’attaccapanni, poi tornò in cucina: ma di Kurt, non c’era traccia.
Blaine si accigliò, un po’ perplesso; Kurt non aveva bevuto molto –solo mezza bottiglia di Beck’s, che lui avrebbe retto senza battere ciglio- ma era decisamente fuori di sé, e non sapeva cosa aspettarsi. A lui venivano dubbi sulla sua sessualità, ma a Kurt?
Blaine tornò in salotto, e per poco non gli venne un infarto.
Kurt, il suo pudico e innocente Kurt, se ne stava lascivamente appoggiato allo stipite della porta del corridoio che portava alla loro stanza, e faceva roteare maliziosamente la cintura del suo accappatoio, e il suo sguardo era semplicemente..da stupro.
Blaine deglutì a vuoto, cominciando a sentirsi accaldato.
Kurt alzò un sopracciglio, e fece una risatina bassa e rauca, cominciando ad ancheggiare verso di Blaine, sempre facendo roteare la fascia. –Hi, baby..- mormorò lascivo, con un tono impastato quanto sexy.
Mentre il suo ragazzo si avvicinava volutamente con una lentezza estenuante, Blaine si sentì per la prima volta spaventato da Kurt. Perché il suo sguardo si era fatto improvvisamente fiero, come quello di un predatore, e Anderson ci vedeva anche un pizzico di sadica goduria, in quei due zaffiri. Per quanto Kurt fosse decisamente fuori di sé, sembrava preservare una certa percezione della realtà: sapeva che Blaine, in quel momento, era completamente in sua balia.
Ed era soddisfatto.
Kurt, ormai, era davanti a lui, e con uno strattone fece uscire completamente la cinghia dai passanti.
Blaine cercò in tutti i modi di non posare lo sguardo sul corpo tonico di Kurt; gli sarebbe saltato addosso sicuramente: dopo quattro giorni che non lo vedeva, abbracciava, accarezzava e baciava, era decisamente in astinenza da Kurt. Ma non intendeva approfittare della sua innata mancanza d’inibizioni scatenata dall’alcol. Non poteva, non voleva.
Fosse stato così disinibito anche da sobrio..
Blaine non fece in tempo a finire il pensiero, che Kurt gli aveva passato la cintura dell’accappatoio dietro al collo, e lo stava attirando a sé, sempre con quel ghignetto sghembo.
Sembrava un’idea intelligente, per Blaine, concentrare tutta la sua attenzione sugli occhi di Kurt, per non riversarla sul suo corpo caldo e nudo così vicino. Ma fu un enorme errore.
Perché, in quel momento, gli occhi di Kurt erano due pozzi infiniti di lussuria, e Blaine cominciava a soffocare per il caldo che era improvvisamente calato in quella stanza.
Dov’era finito il tenero bimbo che prima non voleva staccarsi dal suo petto?
Prima che Blaine potesse anche solo batter ciglio, Kurt aveva incollato le labbra alle sue.
Un po’ per la sorpresa, un po’ perché in quel frangente si sentiva una marionetta nelle mani del suo ragazzo, Blaine si lasciò sospingere fino alla parete opposta al corridoio, rispondendo quasi timidamente al bacio.
Com’era debole la carne..soprattutto la sua.
Kurt, che sembrava aver voglia di mostrare il suo lato intraprendente, scese a baciargli il mento. Blaine boccheggiò per qualche istante, e dopo aver deglutito rumorosamente, tentò di parlare. – K-kurt..- balbettò, col fiato mozzo.
-Mh-mh?- fu la risposta mugolata di Kurt contro il suo collo.
Blaine non seppe con che forza riuscì a posare le mani sulle spalle dell’altro e ad allontanarlo da sé.
Kurt lo guardò accigliato e palesemente scocciato, come se gli avessero appena strappato di mano il suo giocattolo preferito, e gli avessero proibito di usarlo ancora.
-Kurt.- sbottò Blaine, espirando rumorosamente, con un tono deciso solo in apparenza. In realtà, aveva le budella ancora tutte in subbuglio, e un problemino tecnico più in basso, oltre che un’iperventilazione degna di chi aveva corso la maratona di New York. –Kurt, tu sei ubriaco.-
Sulla candida fronte di Kurt apparve una rughetta, mentre una smorfia gli storceva la bocca rossa. –Io non sono ubriaco.- bofonchiò, con la voce impastata. Stava per tornare alla carica sul collo di Blaine, ma il moro lo fermò.
L’adorabile cocciutaggine di Kurt era stata come una fulminea doccia gelata, che aveva sfreddato momentaneamente i bollenti spiriti di Blaine.
-Invece sì. Sei riuscito a ubriacarti con l’equivalente di un bicchiere e mezzo di birra, Sweetie: sei incredibile.- scherzò. Mentre Kurt assumeva un broncio tenero, Blaine ne approfittò per togliersi la cintura di spugna dal collo e legarla alla vita di Kurt dolcemente.
Gli scoccò un bacio sul naso, e Kurt parve perdere ogni traccia di malizia.
-Su.- incitò Blaine, facendolo ruotare e sospingendolo con dolcezza verso la loro camera da letto. –Ora ti vesti, così evito di saltarti addosso durante la notte, e poi fili a nanna. Domani ti farò un discorsetto.- ridacchiò Blaine, pregustando già il momento della sua rivincita.
-Chissà se ricorderai di avermi quasi stuprato.- borbottò poi tra sé, dopo avergli intimato di mettersi in pigiama, mentre lui si dava una sciacquata in bagno.
Dieci minuti più tardi, Blaine entrò in camera sua, già in tenuta da notte, e sorrise.
Kurt, avvolto nel suo pigiama, era crollato sul letto a pancia in giù, stremato. Anderson gli si avvicinò, e cercò di sfilare le coperte da sotto di lui per coprirlo, osservando l’espressione dolce e beata del suo ragazzo.
Poi, con uno sbadiglio, s’infilò sotto il lenzuolo e lo avvolse in un caldo abbraccio.
-
-
Kurt si portò una mano agli occhi, mugugnando qualcosa di molto simile ad un insulto verso la luce, che aveva tutta l’intenzione di portarlo via dalla beata pace dei sensi.
Non aveva per niente voglia di aprire gli occhi, nonostante fosse già conscio che aveva i minuti contati per rimanere ancora a letto.
Ma tanto, sarebbe stato ancora solo, perché Blaine sarebbe tornato solo quella sera.
Con una smorfia sul viso, si raggomitolò su sé stesso e rotolò dall’altra parte; s’irrigidì immediatamente, appena si scontrò contro qualcosa di caldo e profumato.
Quel qualcosa emise un sospiro beato, e si accoccolò contro di lui, passandoli la mano sul fianco e stringendolo a sé.
Kurt aprì gli occhi, sbigottito, e rimase ancora più stupito riconoscendo nel corpo steso accanto a lui quello dell’uomo che amava.
Le labbra di Blaine si stesero in un sorrisetto, dopodiché aprì quelle meraviglie di occhi.
Kurt rimase incantato, perdendosi in quelle pozze ambrate.
Nonostante il dubbio di stare ancora sognando si stesse insinuando nella sua testa, un sorriso minacciava di spuntargli sulle labbra.
-Buongiorno.
Blaine gli scoccò un bacio sulle labbra, lieve, che sapeva di “ben ritrovato”.
-Sto sognando? Tu non dovresti essere via?- mormorò, incredulo.
Lui gli sorrise, vagamente divertito. –Sei sveglio, e io sono qui. Sono tornato prima per farti una sorpresa..ma tu l’hai fatta a me, ieri sera.-
Kurt si accigliò, ma non disse niente.
Blaine decise di non fargli la paternale, ma di prenderlo un po’ in giro. –Lo sai che da ubriaco sei terribilmente arrapante e arrapato?-
Come prevedibile, Kurt arrossì come un pomodoro. –M-ma che dici?
Blaine gli rivolse uno sguardo furbo. –Non ti ricordi? Avevi tutta l’intenzione di sedurmi, con quello spogliarello in salotto.-
Kurt, se possibile, diventò ancor più rosso. Il che voleva dire tanto, dato che era già di un colore tendente al prugna.
-Mi stai prendendo in giro. Non è possibile.- bofonchiò, cercando di nascondere il suo viso nel cuscino.
-Non è una bugia.- rincarò Blaine, posando una mano sul viso di Kurt per lasciargli una carezza leggera. –E, in ogni caso, non ci sarebbe nulla di male. Hai sedotto un fidanzato consenziente, e con ottimi risultati…sei quasi riuscito a farmi capitolare. Se fossi stato in te, ti sarei saltato addosso.-
Blaine sentì uno sbuffo ovattato dal cuscino da parte di Kurt, e sghignazzò.
-Che vergogna..mi dispiace così tanto, Blaine..-
Pian piano, le immagini sfocate della sera precedente gli tornavano alla mente, e non poteva che sentirsi sempre più un idiota.
Blaine si accigliò, e fece una leggera pressione sul mento di Kurt per portare il suo sguardo in quello di Kurt. –Non dirlo neanche per scherzo.-
Kurt rimase incantato dal magnetismo emanato dalle iridi dorate di Blaine, così serie e accorate. –Ad essere sincero, avrei voluto che ti fidassi di me a tal punto di poter fare una cosa del genere anche da sobrio..-
Kurt rimase colpito da quelle parole. Poi posò a sua volta una mano sul viso di Blaine, che aveva abbassato lo sguardo, per lasciargli una carezza. –Ma io mi fido di te, Blaine. Sei la persona con cui più mi sono aperto..se non mi fidassi, pensi che avrei fatto l’amore con te?- fece un sorrisetto incerto. –No, te lo dico io. Se non avessi avuto fiducia in te, a quest’ora io sarei ancora..- Kurt s’interruppe, arrossendo leggermente. Per quanti progressi avesse fatto, parlarne era ancora un po’ un problema. –Immacolato.-
Blaine, a quel punto, scoppiò a ridere, rannicchiandosi e posando la fronte sul petto caldo di Kurt. –Kurt, dopo quello che hai combinato ieri, dire “vergine” non è così difficile!-
Hummel gli lasciò un buffetto tra i capelli, con un sorriso vagamente divertito.
L’imbarazzo era ancora lì, presente, pronto a farlo andare in auto combustione, ma cominciava anche a realizzare che, dopotutto,quello era Blaine. L’uomo della sua vita, che lo amava, e che non lo avrebbe mai giudicato. Nemmeno se, dopo due sorsi di birra, reggeva così poco da improvvisare uno spogliarello imbarazzante.
-Magari un giorno ti farò una sorpresa del genere, da sobrio.- mormorò Kurt, così piano che Blaine quasi faticò a recepire il messaggio; quasi.
A Blaine si era già seccata la gola solo al pensiero.
-Kurt, però non puoi dirmi una cosa del genere..così!- si lamentò.
-Così come?-
Blaine sbuffò, contro il suo petto. –Così..tranquillamente!-
Kurt ridacchiò nervosamente. –Sono tutto, fuorché tranquillo. Ho sempre paura di sembrare un idiota ai tuoi occhi.-
Blaine alzò la testa, e incrociò il suo sguardo cristallino. –Tu sei tutto, tranne che idiota. Non potresti mai sembrare un idiota ai miei occhi, Kurt.- E, con un sorriso dolce, Blaine lo baciò. Lo baciò fino a togliergli il respiro, come a volergli inculcare nella testa che per lui Kurt fosse semplicemente perfetto, qualsiasi cosa facesse.
E forse, Kurt recepì il messaggio con un po' più di convinzione.
-Ah, comunque, bentornato.- bofonchiò Kurt, mentre l'ombra di un sorriso si disegnava sul suo viso.
-
Fine

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A chiunque sia arrivato quaggiù coraggiosamente..dico grazie di aver letto.

Non so come sia potuta uscire una roba del genere: ero lì, con lo sguardo fisso nel vuoto, che non sapevo cosa fare, e mi è balenata 'sta idea un po' scema in mente, e mi son detta "cià, dato che non ho nulla da fare, scriviamo un po'. "

Magari qualcuno penserà "Ecco, era meglio che te ne stavi a fissare il vuoto senza rovinare la coppia Klaine con 'sta schifezza".

Magari, chissà, invece a qualcuno potrebbe piacere. Non ne ho idea. Un commentino è sempre gradito, sia se è piaciuta, sia per infamarmi. ù_ù (La speranza è sempre l'ultima a morire >o<)

Un bacio a chiunque si sia pure sorbito le note.

Soul Sister


  
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