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Autore: Shark Attack    21/01/2012    8 recensioni
Minato cadde pesantemente sulle sue ginocchia, la luce nei suoi occhi quasi irrimediabilmente spenta per sempre. Parve ai presenti che i suoi capelli biondissimi brillassero di luce propria, come un canto del cigno, come a voler vivere un ultimo e magari lunghissimo istante.
"Sai, piccolino, c'è una cosa che avrei voluto dirti, una volta cresciuto..."
[4° classificata al A Colorful Collage Contest indetto da Silvar Tales sul forum di EFP]
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kushina Uzumaki, Yondaime | Coppie: Minato/Kushina
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Nick: Shark Attack
Titolo: La Scelta
Prompt Scelto: Spirale
Genere: Malinconico, Generale
Avvertimenti: What If?, Angst
Rating: Verde
Personaggi: Minato, Kushina, Naruto, Kakashi, Jiraya
Contesto: Prima Serie (un ipotetico allenamento solamente tra Kakashi e Naruto)
NdA: Il testo è diviso in due parti che si intersecano continuamente, uno dal punto di vista diretto di Minato -ad un passo dalla morte- e uno descritto generalmente incentrato su una conversazione tra Naruto e Kakashi. Ho cercato di impregnare di angst questa fic, almeno dal punto di vista di Minato, ma non so se mi è riuscito bene. Ad un certo punto Naruto sentirà bruciare qualcosa sotto la felpa ma, avendo messo come contesto la prima serie, ho preferito non specificare che fosse la spirale del sigillo della volpe. Vorrei inoltre far notare che “Uzumaki” significa proprio “spirale”, per cui mi sembra legittimo aver incentrato questa fic ispirata a quel prompt proprio su questa famigliola simpaticissima. (e morta T_T)
Credo che questa fic sia stata la più difficile della mia carriera di fanwriter, in quanto non avevo minimamente in mente un qualsiasi frammento di scena. Normalmente prima vedo un'immagine e poi inizio a descriverla e a sistemare ciò che mi esce nero su bianco, ma qui dovevo semplicemente scrivere, e non sapevo nemmeno bene cosa o come farlo. Dopo mille tentativi, ho cavato dal buco questa cosa piuttosto vuota, a mio dire, ma spero che piaccia almeno ad una persona!


***







***




Minato cadde pesantemente sulle sue ginocchia, la luce nei suoi occhi quasi irrimediabilmente spenta per sempre. Parve ai presenti che i suoi capelli biondissimi brillassero di luce propria, come un canto del cigno, come a voler vivere un ultimo e magari lunghissimo istante.
Accanto a lui, Kushina piangeva lacrime di cristallo, intrise fino all'estremo di desideri, forza, speranze e bellissime virtù ormai inutili.
L'inferno, attorno a loro due, che fino a pochi istanti prima aveva infuriato come mai prima di allora, si stava finalmente placando. Il Kyuubi stava entrando nel suo prossimo Jinchuriki e presto il sole sarebbe sorto di nuovo su un mondo diverso.


La Scelta



Sai, piccolino, c'è una cosa che avrei voluto dirti, una volta cresciuto...


«Sensei...»
Kakashi sollevò una palpebra e scrutò pigramente il suo giovane allievo, seduto nel suo sacco a pelo e con l'espressione di chi non potrà mai prendere sonno. Sospirò pesantemente e la riabbassò.
«L'allenamento di oggi era così leggero che non sei abbastanza stanco da addormentarti?»
«Mi chiedevo... lei conosceva i miei genitori?»

Ma a quanto pare, è un tempo che non mi apparterrà mai.

La vecchia schiena fu percorsa da un lungo brivido freddo che lo svegliò irrimediabilmente. Si mise a sedere a sua volta, rassegnato ad una lunga nottata, e lo squadrò severamente mentre cercava dentro di sé le forze per aprire un po' di più quei dannati occhi. «E da dove ti esce una domanda del genere, così all'improvviso?»
Naruto spostò lo sguardo altrove e si grattò la fronte imbarazzato. «Ho pensato che in questi giorni stiamo mangiando ancora peggio del solito e che avrei dato non so cosa per avere una bella ed enorme ciotola di ramen, sa, di quelle con tanto brodo e gli spaghetti come li fa Teuchi e...»
«Arriva al dunque, ti prego», supplicò il jonin.
«Ecco, sì, mi chiedevo se ai miei genitori piacesse il ramen tanto quanto a me e se fosse quello il motivo della scelta del mio nome... »

Forse tua madre ed io siamo stati troppo pessimisti e previdenti, ma ti abbiamo fatto un dono che speriamo un giorno tu possa comprendere ed apprezzare sul serio.
All'inizio ti sembrerà stupido, e forse qualche bulletto ti prenderà in giro...

Kakashi lo fissò immobile per quella che al giovane ninja sembrò essere un'eternità.
Poi si mise con solennità a gambe incrociate e posò i pugni sulle ginocchia, serio. La placchetta metallica del copri-fronte storto si illuminò ai raggi della luna e a Naruto sembrò un faro in una notte tanto buia.

… ma per noi è importante, perché noi non abbiamo alcuna intenzione di abbandonarti. Mai.

«Conoscevo i tuoi genitori, sì. E se proprio vuoi sapere la storia del tuo nome, dovrai essere pronto ad aprire veramente bene le orecchie, razza di rompiscatole, perché non ti ripeterò le parole di tuo padre una seconda volta! Mi sentirei a disagio.»
Il ragazzino imitò la postura del maestro e i suoi occhi si accesero come due stelle azzurre in quella notte ormai in bianco. «Sono pronto!»
Il capo del team si maledì per non aver finto di essere addormentato.

Una sera, un paio di mesi fa, tua madre mi svegliò dal torpore post-cena con una domanda che non potrò mai scordare.
«Come lo vogliamo chiamare?»
E io le risposi in una maniera che lei non potrà mai dimenticare.
«Chi?»

«Me l'ha raccontato una sera ormai troppo lontana, di ritorno da una visita ad un funzionario... Beh, stavamo tornando e ad un certo punto, dal nulla, come se non potesse trattenerlo un minuto di più, mi ha detto che quella mattina lui Kushina avevano vissuto uno di quei momenti importantissimi nella vita di una famiglia: la scelta del nome del primogenito. Sai, per le altre famiglie potrebbe sembrare una scelta banale o piuttosto scontata, ma per loro due... che ti posso dire, alle persone speciali non piace fare scelte facili o semplici.»

Il suo sguardo si era incupito. «Ma come “chi”...» , aveva borbottato imbronciata tra le guance rosse di rabbia.
Io, a quella vista, mi ero illuminato all'improvviso, meritando il soprannome di guerra. «Ah, certo! Il bambino!»
Diamine, ero il Lampo Giallo più tardo che si fosse mai visto.
Kushina aveva incrociato le braccia tanto strette che avrei giurato che poi mi sarebbe servito un bastone come leva per scioglierle. «Tsk, te l'eri già dimenticato...»
«Non dire stupidate, come potrei scordare il nostro primo figlio? Ero solo sovrappensiero, oggi mi hanno portato il rapporto di una missione che faceva rabbrividire e...»
«Pensavo che dovremmo trovare un nome adatto a lui», aveva ripreso senza considerare minimamente le mie scuse.
«Adatto...», mi ero sentito preso nettamente in contropiede, come se il pavimento si fosse spostato un po' più in là. «Adatto a lui, dici? Ma che ne possiamo sapere, noi, se sarà adatto o no?»
«Potremmo sforzarci. Io pensavo a Kibo.»
«“Speranza”?»
«Adatto al figlio dell'Hokage, non trovi?»

«... ma a lui non piaceva nemmeno un po'.»
«Cavoli, non piacerebbe a nessuno! Suona scemo, dattebayo!», ribatté il ragazzino con gli occhi spalancati e l'espressione di chi ha scampato un pericolo.
Kakashi rise e nei suoi occhi riapparve il suo maestro e amico, nitido e giovane come lo ricordava.

«Credo che ci serva qualcosa di più importante, magari impregnato di valori che lo guidino per tutta la vita», avevo proposto. Ma senza la minima idea di cosa scegliere.
«La fai facile!»
Kushina mi aveva messo davvero in una posizione impossibile.
Poi aveva sbuffato affranta e, massaggiandosi il ventre ormai enorme, si era alzata borbottando che avrebbe continuato a sistemare la cucina. Mi ero offerto di farlo io e inizialmente mi aveva rispedito nella mia poltrona, ma poi l'ho sentita gemere di fatica troppe volte ed ero corso tra i fornelli prima che potesse incurvarsi troppo sotto il peso del pancione.
L'avevo messa a sedere accanto a me e avevo iniziato a mettere a posto io bottiglie, piatti e bacchette. «Domani viene a pranzo Mamoto, ricordi? Te la senti lo stesso di...»
«Namikaze Minato!», aveva tuonato a palpebre chiuse, come se si stesse trattenendo dall'esplodere, «Non umiliarmi chiedendomi se sono in grado di gestire un ospite a pranzo!»
Purtroppo, la mia apprensione verso il suo stato interessante era stata fraintesa e mi ero ritirato in salotto con la coda tra le gambe dato che, ferita nell'orgoglio, la tua adorata mamma aveva ripreso le forze necessarie per lucidare i fornelli, il lavello e le ciotole e per pulire a terra e riorganizzare la dispensa.
«Cosa preparo al tuo collega?», ha detto ad un certo punto ad alta voce mentre era ancora indaffarata in cucina.
«Quello che ti riesce meglio, tesoro.»
«Cioè?»
Avevo aperto la bocca per rispondere, ma non riuscivo ad emettere suono, ormai certo di essere piombato in una trappola infinitamente profonda. La bocca mi si era asciugata completamente, il respiro si era accelerato. Diamine, figliolo, se non l'avessi vissuta in prima persona sarebbe stata una scena da pazze risate!

«”Vado a prenderti il necessario”, se n'era uscito... ricordo che quando me l'ha raccontato mi stavo trattenendo dal ridere come un matto e lui era ancora tutto rosso in volto, come se Kushina avesse potuto spuntare nei paraggi da un momento all'altro con una padella in mano!»
Kakashi ridacchiò, sinceramente divertito. Naruto alzò entrambe le sopracciglia, incuriosito da quell'aneddoto così particolare sui suoi ignoti genitori. Poi il maestro scosse la testa al bel ricordo e sentì una strizza nel petto. Si diede contegno e riprese il racconto, anche se ormai era tardi per accorgersi di quanto fastidio gli stesse procurando.

Così ho saggiamente deciso di defilarmi e sono andato in centro a prendere qualche provvista, anche solo per cercare un espediente per ritornare a casa e dire, trionfalmente, alla mia cara mogliettina quale fosse il piatto più buono che sapesse e potesse preparare.
Lungo la strada, ho incontrato un mio caro amico e maestro. Spero che un giorno avrai l'occasione di conoscerlo: non so come crescerai tu e chi diventerai, ma sono sicuro che ti piacerà.
Quella sera era intento a nascondersi sotto ad un davanzale per riuscire a rubare qualche istante da una finestra in cui, ci scommetterei tutta la mia velocità, abitava qualche malcapitata fanciulla. Non fece in tempo a scorgermi che aveva già mascherato i suoi intenti ed era uscito dal buio con un sorriso che andava da basetta a basetta e sfoggiando le sue pessime doti di attore. «Minato!»
«Non sono la persona che volevi incontrare eh?»
«... non posso mentirti e mi conosci troppo bene», aveva capitolato sghignazzante, «Cosa ci fa il nostro Hokage in giro a quest'ora della notte?»
«Sto andando a...»
Solo in quel momento, il suono della parola “notte” aveva prodotto un significato nella mia mente e il mondo mi si era improvvisamente illuminato nel suo essere buio. Era notte, ormai, che provviste avrei portato a Kushina per rimediare alla mia gaffe?
«Lasciamo perdere», che idiota, «Kushina mi ha teso una trappola e ho preferito lasciarla tranquilla per un po', magari così mi schiarisco anche io le idee...»
«Riguardo a?»
Nel frattempo ci eravamo messi a camminare senza direzione, tanto per muovere le gambe e non restare fermi come due pali.
«Al nome di nostro figlio. Sai, entrambi riteniamo di dover trovare qualcosa di importante, significativo, adatto!»
«Adatto? Ma non è ancora nato, che ne sapete voi di...»
«Oh, dillo a lei!»
Sembrava davvero che la parola “adatto” fosse la meno adatta per l'argomento...
«Ho capito, ho capito... scegliere i nomi non è mai così semplice. Non hai idea di quanto mi scervelli io ogni volta che creo un nuovo personaggio per i miei libri!»
«Ah, io non ho idea? Quelli sono personaggi astratti, non figli veri!»
Ma quell'espressione sconsolata mi ha portato a collegare le due cose. Segui il mio ragionamento, Naruto: i nomi diventano importanti se la persona che lo porta ha fatto cose importanti. E se un bambino è appena nato, donargli il nome di qualcuno con quella fama lo porterà a seguire, o quantomeno a conoscere, le orme lasciate da quel suddetto personaggio, giusto? Dunque perché non...
«Ricordi “Memorie di un ninja coraggioso”?», gli avevo chiesto.
«Certo, perché?»
«Le avventure che ha descritto in quel libro sono state di grande ispirazione, per me. Penso di...»
«Dare al tuo figlio primogenito il nome di quel protagonista? Persino io ammetto di aver messo troppo poco impegno nel sceglierlo!»
«Ma la sua storia è piena di valori, sarà un esempio per lui!»
«Oh, per favore.»
Ormai quel nome e quell'idea mi era entrata fissa nella mente e non aveva la benché minima idea di andarsene.


«Ma... mi sta dicendo che...»
«Non ti piace l'idea? Un giorno capirai meglio, magari ora sei troppo piccolo.»

Avevo varcato la soglia di casa raggiante e con in mano un rotolo di naruto rubato dalla dispensa del mio maestro. «Kushina! Ho trovato!»
La mia entrata trionfale aveva disintegrato la figuraccia di prima e il viso incuriosito di mia moglie -tua mamma, sai? Dovresti vederla, è bellissima e veramente tosta– si è affacciato nell'ingresso. «Hai trovato cosa?»
«Il nome!»
«Quello è un rotolo di naruto?»
«E sono anche il nome! Naruto!»
«Non è anche il personaggio di un libro di...»
«L'idea me l'ha data lui!»
«Ma sei scemo? Che razza di nome è?»
Niente avrebbe potuto farmi cambiare idea.
Sono andato dritto in cucina, superandola senza emettere un fiato. Ho preso un coltello e ho tagliato due rotelle di naruto dal rotolo e gliene ho messa una in mano.
«Vedi?»
Scorrevo fieramente col dito la spirale rosa racchiusa nel dischetto bianco sul mio palmo.
«Questo è un naruto e questa è una spirale. Il simbolo degli Uzumaki è una spirale, è tutto collegato!»
Kushina era ancora scettica...
«Vuoi che il nome di nostro figlio richiami questa figura qui?»
… ma ben presto avrebbe dovuto arrendersi alla mia logica.
«Ogni volta che mangerà ramen, penserà al suo nome e lo collegherà con la spirale del tuo clan. Quando sarà più grande capirà che la vita è come “questa figura qui”: tutto gira, tutto torna! E se non lo capirà da solo, ci saremo noi a spiegarglielo!»

Naruto si toccò istintivamente l'addome, come se gli stesse bruciando qualcosa sotto il maglione. «Maestro, io ancora non capisco...»
«Arriverà il giorno, tranquillo.»

… ti vorrei raccontare tutte queste cose, figlio mio, ma il destino non vuole darcene l'occasione.
Questo sigillo mi sta prosciugando e ormai lo so con assoluta certezza: non potrò dirtele di persona. La spirale si stringe sempre più sul tuo piccolo pancino e mi sento male, non potremo mai viverci l'un l'altro.
Il mio tempo è finito, ma... spero che arrivi il giorno in cui comprenderai questo mio messaggio nascosto. In fondo, la vita non è nient'altro che una spirale: col tempo vedrai persone allontanarsi e altre avvicinarsi, perderai cose e ne guadagnerai altre, migliorerai sempre più o cadrai in qualche problema impossibile, girerai e girerai ancora, ma alla fine tornerai sempre qui.

Una spirale è una curva che si avvolge attorno a un determinato punto centrale, avvicinandosi o allontanandosi progressivamente, a seconda di come si percorre la curva.
E tu, Naruto, come la percorrerai?


***




Angolo della demente! xD
Mi scuso per la banalità della storia e per l'assenza di un finale ad effetto, o sconvolgente, o travolgente o in qualche modo carino... ma, come ho detto sopra, non ero particolarmente ben disposta per la nascita di questa fic! Ma ora posso dire di averne scritta anche una su di loro, Minato e Kushina, coppia dolcissima e adorabilmente angst che mi ha fatto piangere come mai nel manga di Naruto. Figlio degenere <.<

Parlando dal fronte del forum...
Come avrete visto dai banner in alto, sono arrivata quarta. Non mi lamento perché i partecipanti erano davvero tanti (10)(meno male che molti degli iscritti si sono persi per strada, se no saremmo stati più di 20! ^^”) e quindi rimane una buona posizione... non mi soddisfa perché non mi piace il numero 4 ma mi soddisfa perché ho scritto questa cosa con i piedi, come dissi più in alto nelle NdA e quindi... olè! XD
Ho anche rivecuto due premi, il Premio History, “per l'eccellente ripresa e approfondimento di un episodio della storia originale” (apperò) e il Premio Prompt semplice.

Silvar Tales, la giudicia, è stata bravissima in tutto il contest, sempre gentilissima e in particolare nel mio giudizio, che riporto qua sotto. Mi permetto di sottolinerane alcuni punti che mi hanno fatta sorridere come un cucciolo felice perché per me, leggere quelle parole, è stato molto più emozionante che raggiungere il primo posto! (e sono stracontenta che abbia colto ogni elemento della famigliola che ho ficcato dentro per dare quel tocco di angst che la rende così adorabile :3)

Correttezza grammaticale e sintattica: 5/5
Stile: 4.5/5
Originalità: 15/20
IC: 10/10
Prompt: 8.5/10
Tot: 43/50

GIUDIZIO

Bella.
È stata la prima cosa che ho pensato, una volta arrivata all'ultimo punto.

Il modo in cui hai strutturato tutta la storia è semplicemente superbo, e sfizioso. Invita proprio a continuare la lettura, difficilmente ci si annoia o si perde il filo, e questo è anche merito del racconto “a due voci”. L'episodio, scritto con uno stile così accattivante e fluido, è interessante e curioso.
Riga dopo riga la curiosità del finale aumenta sempre più, anche se alla fine la sorpresa non è delle più folgoranti, devo ammetterlo. Certamente è architettata, anche per quanto riguarda l'intricata elaborazione del prompt, ma non è soddisfacente al massimo, o almeno dal mio punto di vista. Mi è piaciuta, per carità, e anche tanto, anche perché tiri in ballo ancora una volta la fatidica spirale, dandone un altro significato ancora. Ora arrivo anche lì.
Minato mi sembra perfetto, forse in alcuni punti traballa un po' e assomiglia vagamente a Naruto (ma vagamente), ma del resto non sappiamo poi molto della sua caratterizzazione, per cui è perfetto così. Idem per Kushina e Kakashi, anche se il più impressionante è Naruto. Quindi come al solito IC impeccabile, Shark, non posso che darti punteggio pieno.
Per quanto riguarda l'originalità hai fatto un discreto lavoro, ma non molto buono. Mi è piaciuto l'espediente di narrare l'episodio da due punti di vista diversi, e contemporaneamente. Ho apprezzato molto anche il pov Minato, mi ha incuriosita, diciamo; non me l'aspettavo. Forse un pov Kushina, ma Minato non me l'aspettavo. E, beh, non ho potuto che amare questa tua scelta, coraggiosa tra l'altro visto il poco che sappiamo del leggendario quarto hokage (tuttavia lo ritengo un personaggio affascinante, mi ricorda un po' uno degli assassini con cui sono tanto fissata in questo periodo). Tornando sulla questione originalità, è il punto su cui ti ho penalizzata maggiormente, come vedi, ed è anche lo stesso motivo per cui non ti ho dato punteggio pieno per la trattazione del prompt. È originale il modo in cui hai deciso di parlare di questo episodio, ma la sostanza del racconto non è una novità, di base hai sfruttato un evento già noto, anche se l'hai raccontato in modo nuovo e a dir poco delizioso. Inoltre l'uso di spirale che hai fatto era più che scontato in questo contesto, mentre quello che premiavo molto era invece una trattazione inusuale del prompt, una trattazione a cui non avrei mai pensato. L'originalità è l'unica pecca (restando solo all'interno di questo contest, ovviamente), se così si può chiamare, della tua storia. Anche la scusa che hai sfruttato per dare inizio al dialogo notturno tra Kakashi e Naruto non è nuova.
A parte questo, ho adorato l'elaborazione che hai fatto del prompt. A trecentosessanta gradi, letteralmente. Mi hai presentato la spirale in tutti gli aspetti possibili, come cibaria, come percorso di vita, come sigillo, come simbolo del clan Uzumaki... Erano tutti significati già noti dalla storia originale, ma il modo in cui li hai presentati tu è sfizioso, è interessante vedere come è nato tutto. Vederlo in prima persona, in maniera meno “leggendaria” e più “quotidiana”, anche per questo che dico che l'idea di raccontare tutto dal punto di vista di Minato è stata buona. Più che buona.
Benissimo per quanto riguarda stile e grammatica. Il tuo modo di scrivere non è eccessivamente complicato, la storia scorre che è un piacere, e la racconti in un modo tale da proiettare il lettore in quell'universo, accanto a Naruto e ai suoi dubbi.
Solo un paio di espressioni mi sono suonate male, ma del resto sei stata perfetta.
Grammatica e sintassi impeccabile, a parte una svista da niente:
...mi ha detto che quella mattina lui (e) Kushina avevano vissuto uno di quei momenti importantissimi nella vita di una famiglia...
Per concludere con un giudizio prettamente personale, ho amato l'inquadramento familiare all'interno della piccola roccaforte di Minato e Kushina, serena, priva di preoccupazioni imminenti, un quadretto di un ambiente familiare normale insomma, pieno d'amore e di aspettative, destinato a perdurare in quel modo con l'arrivo del terzo membro. Ma il continuo far riferimento al presente, al racconto che Kakashi, quasi parlando in playback sulle parole di Minato, sta effettivamente esponendo ad un Naruto adolescente, consapevolizza il lettore del fatto che quella calda bolla di amore e familiarità che viene raccontata con tanto vigore non è altro che uno spettro.
È destinata a diventare nulla più che uno spettro, un'ombra, un ricordo, nemmeno tanto dopo gli avvenimenti a cui assistiamo. Anzi, pochissimo tempo dopo.
E il Minato narrante sembra quasi voler immortalare il calore di questa luce, appena prima che si spenga. In questo sta, io penso, la malinconia della tua storia. Soprattutto la figura evanescente di Minato, che sembra quasi parlare al figlio attraverso Kakashi, è terribilmente malinconica, perché la sua è in sostanza la voce di un fantasma, di una volontà che perdura, ma che si sbriciola con facilità.
Tu Shark hai il dono di scrivere delle deliziose storie malinconiche, e straordinariamente dolci.

   
 
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