Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Ricorda la storia  |      
Autore: Ria-chan    21/01/2012    9 recensioni
Ci insegnano le scritture, la religione, il nostro stesso credo, che Dio confinò il Male sotto i nostri piedi, nelle profondità della terra, in un turbine di fuoco e fiamme che “Inferno” viene chiamato e Lucifero ne è posto a guardiano e sommo imperatore poiché, del male, egli stesso ne è il portatore.
Racconta la storia che, bello come la prima stella del giorno e splendente più dei raggi del sole, Lucifero sedeva accanto a Dio e, da lui, era l’angelo più amato. La sua bellezza e la sua posizione però lo portarono a peccare di superbia e credere che, più di Dio stesso, lui fosse onnipotente e meritevole di sedere sul trono celeste. Pieno di sé rifiutò la sua angelica natura e, raccolte intorno a sé schiere di angeli sostenitori, si rivolse contro l’Onnipotente e da lui fu vinto, scagliato sulla terra con le ali bruciate ed escluso per sempre dal paradiso. Si dice che, in quel momento, il suo nome fu cancellato dalla lista degli angeli del cielo e, Lucifero portatore di luce, fu da allora conosciuto come Satana: “colui che si oppone”.
Da allora vive tra noi, assume le forme più disparate e ci tenta, per portarci con lui nella sua calda e ardente dimora. Ci lusinga, ci devia, ci svia, ci rapisce e rinasce. Rinasce e ci possiede e di noi diventa il burattinaio. Il suo scopo è la vendetta, contro Dio, contro di noi, contro la luce.
O almeno, questo è ciò che la dottrina cristiana ci insegna e questo è ciò che siamo abituati a credere ma, le storie, plasmate dagli uomini per insegnar loro, metterli in guardia e guidarli, non sempre contengono la verità assoluta.
Quella che vi racconterò infatti è una storia diversa, altrettanto vera e forse, più della nostra, fedele e reale. Perché Lucifero rinasce sulla terra quando un uomo, disposto ad accoglierlo nel suo corpo, gli permette di impadronirsi di lui; quello che non sapete però è che l’angelo caduto, distrutto ed amareggiato, è sempre alla ricerca di qualcosa, qualcosa che non riesce a raggiungere ma che, nel suo cuore di luce, conserva gelosamente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nick Autore (EFP e forum se diversi):Ria-chan
Titolo: Per ritornare da te
Rating:Arancione
Genere:Sovrannaturale
Note/Avvertimenti:One shot
Pacchetto:Tulipano
Introduzione: Bello come la prima stella della giorno e splendente più dei raggi del sole, Lucifero sedeva accanto a Dio e, da lui, era l’angelo più amato. La sua bellezza e la sua posizione però lo portarono a peccare di superbia e credere che, più di Dio stesso, lui fosse onnipotente e degno di sedere sul trono celeste. Pieno di sé rifiutò la sua angelica natura e, raccolte intorno a sé schiere di angeli sostenitori, si scagliò contro l’Onnipotente…
NdA:
(1)             Isaia 14,11-15
(2)             Lucifero significa letteralmente "Portatore di luce": esso indica la cosiddetta stella del mattino, cioè il pianeta Venere che, mostrandosi all'aurora, è anche identificato con questo nome.
(3)             Frase richiesta da te
Questa storia partecipa al Contest: Forse un angelo di EmmaWright98
 

Introduzione
 
Il male risorge, sempre. Vita dopo vita, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo. Il male è parte del mondo e degli uomini che, nonostante posseggano al suo interno una scintilla divina, sono dominati dall’ombra. Prospera e si rigenera, comanda e vince. Ed inoltre, beffardo ed ironico, il male ha un nome di luce, un nome d’angelo, relegato però nell’ombra e nel buio più pesto: Lucifero.
Ci insegnano le scritture, la religione, il nostro stesso credo, che Dio confinò il Male sotto i nostri piedi, nelle profondità della terra, in un turbine di fuoco e fiamme che “Inferno” viene chiamato e Lucifero ne è posto a guardiano e sommo imperatore poiché, del male, egli stesso ne è il portatore.
Racconta la storia che, bello come la prima stella del giorno e splendente più dei raggi del sole, Lucifero sedeva accanto a Dio e, da lui, era l’angelo più amato. La sua bellezza e la sua posizione però lo portarono a peccare di superbia e credere che, più di Dio stesso, lui fosse onnipotente e meritevole di sedere sul trono celeste. Pieno di sé rifiutò la sua angelica natura e, raccolte intorno a sé schiere di angeli sostenitori, si rivolse contro l’Onnipotente e da lui fu vinto, scagliato sulla terra con le ali bruciate ed escluso per sempre dal paradiso. Si dice che, in quel momento, il suo nome fu cancellato dalla lista degli angeli del cielo e, Lucifero portatore di luce, fu da allora conosciuto come Satana: “colui che si oppone”.
Da allora vive tra noi, assume le forme più disparate e ci tenta, per portarci con lui nella sua calda e ardente dimora. Ci lusinga, ci devia, ci svia, ci rapisce e rinasce. Rinasce e ci possiede e di noi diventa il burattinaio. Il suo scopo è la vendetta, contro Dio, contro di noi, contro la luce.
O almeno, questo è ciò che la dottrina cristiana ci insegna e questo è ciò che siamo abituati a credere ma, le storie, plasmate dagli uomini per insegnar loro, metterli in guardia e guidarli, non sempre contengono la verità assoluta.
Quella che vi racconterò infatti è una storia diversa, altrettanto vera e forse, più della nostra, fedele e reale. Perché Lucifero rinasce sulla terra quando un uomo, disposto ad accoglierlo nel suo corpo, gli permette di impadronirsi di lui; quello che non sapete però è che l’angelo caduto, distrutto ed amareggiato, è sempre alla ricerca di qualcosa, qualcosa che non riesce a raggiungere ma che, nel suo cuore di luce, conserva gelosamente.
 
Per ritornare da te
 

Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?(1)

Ti ho amato.
Ti ho donato il mio cuore attraverso la mia luce. (2)
Sono sorto per eterni cicli al tuo fianco come prima stella dell’aurora, splendendo ed illuminando il mondo che tu stesso hai creato e, mi sono illuso, che anche tu mi amassi.
Ho vissuto per te.
Per te ho dispiegato le mie ali ed ho lottato per la tua gloria.
Ti ho servito e ti ho amato, accogliendo ogni tua richiesta, ogni tua parola, ogni tuo ordine.
Ti ho amato, dal più profondo del mio cuore.
Ma tu, mio Dio, mi hai tradito.
Hai scelto loro: quelle creature, quei miseri esseri senza ali né luce, quei demoni ai quali hai dato vita e il nome di uomini.
Li hai scelti a me, agli angeli e al tuo stesso figlio.
Li hai scelti su tutto e li ami più di quanto ami me, più di quanto ami la tua celeste dimora, più di quanto ami perfino te stesso.
Perché, mio signore?
Non meritavo questo..
 
Luce è ferma sul marciapiede e attende. Il semaforo è rosso e, benché la cosa non le interessi, è costretta ad aspettare che quella fastidiosa lucetta diventi infine verde.
In realtà potrebbe attraversare e mettere fine a quella vita che, da anni, non considera più tale: questo è il primo pensiero che le si accende nella mente. Potrebbe, ma non lo fa, perché se anche il suo cuore è attanagliato ed avvolto dalle tenebre, una scintilla di luce risiede ancora al suo interno e, il pensiero di poter coinvolgere qualcuno, con il suo folle gesto, è sufficiente a paralizzarla e bloccarla.
E allora aspetta, paziente. Guarda dritto davanti a sé con uno sguardo triste ed allo stesso tempo sicuro. I suoi occhi glaciali sono pozze d’acqua cristallina in cui, coloro che li incrociano, si perdono ed annegano. I suoi capelli sono raggi di sole che splendono in terra, diramandosi sulle sue spalle e ricadendo lungo la schiena in una cascata di boccoli: sembra un angelo Luce e molte volte, sia da piccola che perfino adesso, continuano a ripeterle queste parole. Ma Luce non le ha mai sentite sue ed anzi, se potesse definirsi “qualcosa”, si riterrebbe il demonio in persona. Quando lo dice la gente le sorride e ridacchia scuotendole una mano davanti al viso ma, infine, indietreggia di qualche passo ed allora lei lo sa, anche se quei – Ma dai! – continuano a venirle ripetuti accompagnati da – Tu il demonio?? Impossibile!! – lei lo sa. Sa che è la verità. Lo sente e, ogni notte, ne ha la conferma.
La luce verde scatta, sorprendendola nel mezzo dei suoi pensieri, in quella indistricabile matassa di tormenti e immagini che la inseguono da tutta una vita.
Luce avanza con passo sicuro, leggiadro, scavalcando il marciapiede ed attraversando la piccola stradina che la separa dal porto: i capelli, portati dal vento, le ondeggiano dietro le spalle, il sole le illumina il profilo avvolgendola in un alone dorato e, chiunque la vede passare, non può fare a meno di pensare che Luce, un angelo, lo è davvero.
 
Finalmente vede il mare.
Una lunga distesa azzurra scintillante, calma e serena. Luce ha sempre sognato di vederlo e finalmente ora ci è riuscita. In realtà, il suo desiderio, deriva da qualcosa di particolarmente intimo che neanche a sua madre, ai suoi amici più cari o a Dio ha mai confessato.
Si sente bruciare Luce. Dentro, nel centro del suo corpo, le fiamme divagano e la logorano e il suo assurdo pensiero è sempre stato quello di spegnerle nel mare.
La verità, comunque, non è solo questa.
Luce guarda il mare ancora una volta; lo guarda e pensa che, finalmente, ha trovato la sua giusta tomba.
Osserva attenta quella distesa azzurra che le ricorda il cielo a cui aspira: il lento andirivieni delle onde, unito alla melodia dolce e rilassante dei flutti la porta a chiudere gli occhi e, a ricordare, come sotto ipnosi, mille vite che non le appartengono.
 
Ricorda perfettamente il giorno in cui, nei suoi quattordici anni di vita, si sveglia sudata e con un peso sul cuore. Si sente in colpa, tremendamente in colpa. Le sembra di non poter sopportare quel dolore immenso che, per la sua giovane età, non riesce ancora a classificare. Non si spiega il perché né che cosa quella sensazione voglia dire e, a dirla tutta, non ricorda neanche di aver fatto un brutto sogno che possa averla spaventata fino a quel punto. Semplicemente non capisce. Si alza dal letto, si reca a scuola e vive la sua vita come ogni giorno pensando che, con il trascorrere delle ore, quella sensazione infine la lascerà in pace. Ma no, ciò non avviene. Il dolore è forte, lacerante e quasi le ruba il respiro. Le sembra di scorgere la delusione,  un amore perduto e tanta colpa. Perché mai, perché deve sentirsi così?
Quello stesso giorno, comunque, va a letto sperando di riuscire a sognare qualcosa di così bello da distrarla da quel momentaneo senso di tristezza e disperazione. Dorme tranquilla e la notte scorre veloce ma, al mattino, nulla è cambiato. Colpa. Colpa. Colpa. Rimorso. Dolore. Amore. Perdita. Rabbia.
Il dolore è ancora più forte del giorno precedente e, addirittura, si sente ora in colpa non solo verso qualcuno di indefinito e per qualcosa che neanche ha commesso ma anche verso Dio stesso.
Vorrebbe che qualcuno le dicesse il perché; perché proprio lei, che tutti dicono sembrare un angelo, deve patire quell’infernale tormento?
E la risposta le arriva, comunque, non molto tempo dopo.
I suoi sogni cominciano a raccontarle qualcosa, il sonno è agitato ma Luce non demorde, vuole sapere, vuole conoscere e trovare risposta alle sue domande.
Sogna di essere un angelo e leggermente divertita pensa che, forse, si sbagliano a dirle così spesso che lei, un angelo, ci sembra davvero, perché poi si ritrova a fare quei sogni assurdi e, così, finisce davvero con l’offendere Dio e sentirsi in colpa.
Forse è quella la vera e unica motivazione ma no, Luce non ci crede e cerca una nuova risposta.
La notte successiva Luce sogna ancora.
Lo stesso angelo: abbagliante come un raggio di sole intenso ma dolce come la luce della luna; una stella, splendente più delle altre e delle altre più bella. Ma quell’angelo, che finalmente riesce a scorgere in viso, non è lei.
Luce non sa chi quell’angelo sia ma, dentro di sé, le pare comunque di vedere in quella divina figura un po’ di sé stessa.
L’assurdità dei sogni che man mano sta facendo, la porta a svegliarsi confusa; forse hanno un fondamento o forse no ma, per scoprirlo, nonostante il dolore e la stanchezza che ogni mattina l’attanagliano, deve andare avanti con la “storia”.
Gli anni passano e Luce continua a guardare il film che le viene proiettato durante i sogni: è tutto talmente reale e intenso che, come fosse lei ad agire ed esserne protagonista, avverte in quei sogni il suo destino ed il suo passato.
Ora, comunque, l’angelo che è protagonista dei suoi sogni ha anche un nome: Lucifer.
Deve ammettere però che quel nome non le piace nonostante, o forse proprio perché, somigli tanto al suo. Lo vede da qualche notte seduto su di un rosso scanno, di oro e velluto, accanto ad un essere di luce che ancora non è riuscita ad indentificare; non riesce a vederne il volto, i cui tratti sono distorti dalla luce immensa che emana né tanto meno riesce a sentirne il nome.
Sa solo che lo ama. Totalmente. Con il cuore e con l’anima.
Luce però non ha mai amato in vita sua e nessuno le può confermare che quello che prova, lei e il suo angelo dei sogni, sia davvero amore eppure lei ne è pienamente convinta. Lo ama. Ama quella luce con tutta sé stessa e, da essa, prega ogni giorno di essere ricambiata.
Dopo anni di sonno agitato e di palpitazioni Luce non vede adesso l’ora che la sera giunga per potersi addormentare e sognare Lui. Lui che non ha volto né nome eppure, quello stesso Lui, che le ha rapito anima e respiro.
Si sente chiamare – Lucifer, Lucifer – e non può fare a meno, così come l’angelo che del nome è padrone, di innamorarsi ancora di più e di sentirsi felice come mai le era capitato.
Si lascia chiamare, notte dopo notte, ancora e ancora e, un giorno, si lascia perfino comandare:
“Lucifer, và sulla terra e dimmi, quando sarai tornato, quale sentimento alberga nel cuore dei miei figli”.
Luce si sveglia stranita dopo quel sogno; è la prima volta che le viene detto di fare qualcosa o meglio, che viene detto all’ “alter ego” dei suoi sogni e non sa davvero cosa fare.
Deve obbedire, non c’è dubbio e infondo è anche convinta che vuole farlo perché ama il suo Signore di luce e non vede perché non dovrebbe affidarsi a lui. Però, durante il giorno, pensa agli uomini; Luce infondo è un’umana, fa parte della stirpe “dei suoi figli” e si sente spaventata all’idea che qualcuno debba giudicare il suo come il cuore di ogni singolo uomo ma, come si è già detta, non può negare o impedire che ciò avvenga.
Quella sera si adagia nel letto con un macigno sul cuore e il respiro pesante: ha paura. Chiude gli occhi tremando e, sempre tremando, si lascia andare cadendo in un profondo sonno.
Lucifer fa quello che il suo Amore gli ha ordinato, non poteva fare altrimenti e lo sa anche Luce; vola giù dal paradiso attraversando il cielo e plana con ali dalle piume d’oro per raggiungere infine la terra rossa e arida del mondo degli uomini.
Lucifer li studia, li osserva, li giudica come solo un angelo e il suo padrone sono in diritto di fare; li compatisce, prova disgusto, pena, odio. Vede quella progenie del peccato contorcersi come serpenti tentatori, tradire come i più meschini dei diavoli, uccidere, odiare, umiliare, ferire. Corrodere, annebbiare, influenzare. Scalfire, spezzare, bestemmiare, mentire, sopraffare.
Sono esseri immondi!
Non meritano la vita che è stata loro donata e Lucifer vorrebbe solo vederli scomparire, punirli ed estirparli dall’universo come fossero la più cattiva delle erbacce.
Torna nel suo splendente cielo e risiede, disgustato e ferito, sul suo scanno di velluto:
“Mio Dio, le creature che hai creato non hanno rispetto per te, sono demoni travestiti da uomini. Sono esseri ignobili che non meritano il diamante di luce che hai posto nei loro cuori. Sono feccia. Sono immondi, luridi, sudici, disonesti, sono uomini. Non meritano il tuo sguardo. Non meritano la tua benevolenza. Non meritano, mio Signore, il tuo amore. Puniscili! Cancellali dal mondo che hai creato. Dona loro il dolore, la sofferenza! Mostra loro come si adira Dio con chi non gli è fedele e come il suo amore scema per chi non ne è meritevole!”
“Ti sbagli, mio diletto. Non li punirò. Non farò loro nulla che non sia dimostrargli quanto il loro padre li ama.”
“Ma, mio Signore sono peccatori! Non meri-“
“Basta, Lucifer! Sono uomini. Sono uomini proprio per questo: nei loro cuori alberga spesso il buio, sono fragili e peccano, contro di me, contro le regole del cielo, ma i miei figli sono capaci anche di gesti di grande misericordia, di amore puro, di bontà e di sacrificio. Loro sbagliano e si pentano. Mi chiedono perdono con le lacrime ed il cuore sanguinante e io, come padre, li amo per questo. Mentono ma, quando parlano con me, sono sempre sinceri e umili. Tradiscono ma se ne pentono e, infine, tornano sempre alla mia casa. Credono spesso di essere più grandi e potenti di me, di poter decidere della vita dei loro simili e di essere in diritto di svolgere, invocando il mio nome, i più terribili massacri ma, mio Lucifer, questo non accade anche nel cielo?
Tu stai invidiando, odiando e il tuo cuore si oscura proprio come il loro ma tu sei un angelo, Lucifer, a te non è permesso.
“Mi stai dicendo che li ami più di quanto ami me?”
“Dovresti saperlo, mia luce, amo tutti voi come foste il mio stesso cuore ma, i miei figli, necessitano di amore maggiore. Loro non mi vedono, non sanno quanto li amo e, per far sapere loro ciò, altro non mi resta che amarli ancora di più perché il mio amore dalle nuvole scenda fino alla terra.”
 
…Ti ho amato, dal più profondo del mio cuore.
Ma tu, mio Dio, mi hai tradito….

L’odio e la delusione che invadono gli occhi cerulei di Lucifer sono immensi: un mare in tempesta non avrebbe la stessa forza distruttiva, un cielo temporalesco non sarebbe più minaccioso e un angelo tanto luminoso non potrebbe sembrare invece più tenebroso e buio.

..mi hai tradito….

Piange lacrime di sangue e dolore e il suo cristallino cuore, intonando una dolcissima musica, si spacca in frantumi di stella. Ha amato con tutta la sua anima, il suo spirito e il suo essere ma, a quanto pare, Dio lo ha ingannato; non lo ha mai ricambiato con la stessa intensità, non lo ha mai considerato l’angelo più importante e, soprattutto, l’ha appena paragonato a quegli esseri immondi che osa amare più di lui.
No, Lucifer non può resistere ancora. Potrebbe commettere una pazzia, potrebbe scagliarsi contro il suo Amore e commettere un’atroce follia; deve allontanarsi, deve trovare un posto in cui odiare, vendicarsi e punire. Punire gli uomini, i loro peccati e la loro stessa esistenza.
Dispiega le ali ancora una volta e si lascia cadere dalla nuvola su cui i suoi piedi sono posati: precipita. Prova a volare ma le lacrime gli annebbiano la vista, le forze vengono a mancare, il respiro è spezzato nella gola e Lucifer precipita. Quando tocca terra le sue ali sono ormai bruciate, ridotte a ossa e scheletri di cenere e fumo e allora piange ancora Lucifer, perché ora nulla gli permetterà più di vedere il suo Amore e poter così tornare in cielo, nulla lo aiuterà a sopravvivere in quel mondo di demoni e nulla, così, gli impedirà di divenire un demone a sua volta.
E’ perso. E’ furioso. E’ deluso. Amareggiato. Dolorante. Straziato. Irato. E sì, chiede vendetta.

…Non meritavo questo..
Mio, Dio.

Quando Luce si sveglia da quel sogno si sente distrutta, persa, vuota. Ha paura di quello che ha visto. Ha paura per la sua specie che, immeritevole come Lucifer ha detto, offende Dio ogni giorno e per questo dovrebbe essere punita. Luce questo lo sa, lo sa bene e proprio per questo si sente più vicina all’angelo dei suoi sogni di quanto non sia mai accaduto prima. Si sente proprio come lui: odia gli stessi abitanti del suo mondo, quegli stessi ibridi di angeli che, dalle ali neri, altro non sono che orrendi demoni, li odia perché le fanno ribrezzo, perché mentono, feriscono e perché, immeritevoli, strappano agli angeli l’amore di Dio. Vorrebbe farli scomparire, vorrebbe ucciderli, torturarli e se da un lato una parte di sé pensa che così ferirebbe Dio, dall’altro è annebbiata dalla vendetta e dall’ira.
Non sa perché o meglio, da quando quella “storia” è iniziata forse comincia a capire, si sveglia ogni giorno con il rancore nel cuore, con l’odio, la solitudine e la perdita. Piano piano, notte dopo notte, Luce sogna orribili scenari di massacri, dolore, sangue, arti mutilati, inni satanici e vite che non le appartengono; tutto sembra ancora tanto reale da sembrarle che sia lei stessa, con le sue mani ossute, a compiere quegli orrendi delitti e ogni volta, appena sveglia, si aspetta di trovare liquido scarlatto a macchiarle le dita, il volto e le vesti. Perde lucidità, giorno dopo giorno. La sua anima diventa flebile, la mente si chiude in un buio angolo e Luce non si sente più padrona di sé stessa. Qualcosa al suo interno sembra manovrarla e quel qualcosa, o meglio qualcuno, sa un po’ di Lucifer e del suo ricordo ma, assolutamente, non sa della sua splendida luce. Se ne rende conto sempre di più e, maggiormente, quando cammina per la strada, tra le gente e vede le ingiustizie che divorano il mondo;  vorrebbe metterle a tacere ma nel peggiore dei modi: estirpando il problema, cancellando gli autori di queste ed anche chi le subisce. La sua sete di sangue e dolore comincia a divenire insostenibile e Luce deve compiere sforzi immensi per mettere a tacere quei macabri desideri prima che la mente, non più sua, le ordini di commettere qualche omicidio.
Si chiude allora nella sua stanza e stenta ad uscire, si rannicchia tra le bianche lenzuola e piange. Piange Luce, piange Lucifer e, in quei momenti di estrema e doppia tristezza, Luce avverte il suo “ospite” e i suoi sentimenti: lo ricorda pieno di luce prima, di gioia, amore e poi rabbioso, vendicativo, distrutto e deluso; lo ricorda vagamente perché, dopo la sua caduta, non lo ha più sognato eppure è certa che nel suo corpo ci sia anche la sua anima ferita. In quei rari momenti riescono perfino a comunicare tra loro: quando Luce si “spegne”, si ritira, zittisce il suo cuore e la sua mente, avverte con forza quella di Lucifer e ne rimane meravigliata.
Avverte la rabbia che ogni giorno la dilania dall’interno ma, oltre quella, avverte anche una terribile colpa. Sente l’anima dell’angelo piangere e singhiozzare e, giurerebbe, che tra un singulto e l’altro sospiri un flebile “Perdonami” accompagnato da un sincero “Ti amo”. Luce si mette in ascolto e quei flebili sussurri diventano sempre più forti: delle grida, delle grida disperate e spaventate. Non può credere che dentro di lei alberghi qualcosa di simile: un angelo afflitto dal cuore nero e macchiato di mille peccati. Non può crederlo perché ora sente distintamente i pensieri di Lucifer e, a dispetto delle azioni crudeli e del male che ha portato nelle vite che Luce ha vissuto nei suoi sogni, quei pensieri sono tremendamente puri:
Perdonami, mio Signore.
Ho peccato contro di te. Ho peccato contro il cielo e non merito più il tuo amore. Mi sono trasformato nel più crudele degli uomini e, come loro, ho annerito il mio cuore.
Ma di loro, mia Luce, io sono peggiore. Non sono capace di chiederti perdono, non sono capace di smettere di odiare e compiere azioni sacrileghe, non sono capace, mio Dio, di dimostrarti il mio amore.
Vorrei poterti vedere ancora, risalire alla mia dimora di luce e sedere al tuo fianco. Mi basterebbe, adesso. Mi basterebbe poter sentire la tua voce, poter essere da te illuminato ma, senza ali, non c’è modo alcuno che io possa volare da te, senza ali non posso che rimanere incatenato qui, nell’inferno più nero.
Ho provato a compiere azioni buone. Ho provato a farlo credendo che così sarei potuto tornare da te ma, i tuoi figli, si lasciano forviare facilmente e l’odio che non riesco a spegnere li divora fino a commettere atrocità contro i loro stessi fratelli. Non sanno cosa vuol dire il perdono, non sanno cosa voglia dire l’amore e se lo sanno, come tu sostieni, mio Immenso, sono troppo deboli per affrontarlo.
Vorrei tornare da te…
Ma questo, lo so, è impossibile…
Quando la voce si spegne Luce è sopraffatta dall’emozione e non riesce a trattenere lacrime e urla. Non vuole cadere anche lei in quel vortice di peccato, non vuole essere la causa di altro male e non vuole, ancora, ferire l’Altissimo e l’amore che prova per lui; prende così una decisione: una dolorosa decisione.
Luce guarda il mare ancora una volta; lo guarda e pensa che, finalmente, ha trovato la sua giusta tomba.
Osserva attenta quella distesa azzurra che le ricorda il cielo a cui aspira: cielo che si specchia a sua volta nel mare e crea un’unione celestiale, magica e chiude gli occhi respirando a pieni polmoni.
In lontananza passa una nave, il suo fischio echeggia nell’aria ma Luce non lo sente, troppo intenta a pregare e chiedere perdono per farsi distrarre. Lucifer invece lo sente bene, le sue orecchie sono tese e la sua anima vibra: è stato lui ora ad essere relegato in un angolo profondo del corpo di Luce e se da un lato è felice che, almeno uno di quelle ignobili creature abbia avuto il coraggio di sconfiggere l’odio, dall’altro sa che non potendo controllare il corpo della ragazza non può impedirle di commettere quell’azione sofferta.
 
Luce sale con le scarpe sulla ringhiera del parapetto e allarga le braccia; si lascia cadere come un angelo prima di lei aveva fatto e nel breve istante in cui il suo corpo è sospeso a mezz’aria tra cielo e mare, le sembra quasi di volare.
 
“Non sarà la stessa cosa…(3) si dice dentro sé Lucifer, “ma almeno, per qualche attimo, ho avuto l’illusione di potere volare da Te…”
 
Luce affoga.
Nessuno la salva. Nessuno comunque poteva salvarla da sé stessa e dal suo dolore.
Annega e sa che, uccidendosi, non potrà mai aspirare al paradiso che tanto spesso ha sognato ma almeno, con il suo folle gesto, ha dimostrato all’angelo “del male” quanto gli uomini siano forti, compassionevoli e capaci di amare. Amano ognuno a modo proprio, in maniere diverse e con differenti entità. Amano Dio, amano i loro fratelli e amano perfino un angelo che li ha invece odiati con tutto il cuore. Perdonano, chiedono scusa e si sacrificano e questo non succede spesso, è vero, ma come Luce ha dato la sua vita per salvare quella di altri, così ci saranno altri uomini disposti a tanto. Deve solo cercare Lucifer. Avere fede e cercare. Perché, quando troverà un uomo tanto buono da sopportare il suo tormento e condurlo sulla via del bene, Lucifer potrà tornare in cielo e ricongiungersi così all’Amore che tanto adora. Deve credere. Non arrendersi e sperare e, soprattutto, confidare nell’amore che Dio ha deciso di donare a questi esseri dalla scintilla divina e dal cuore di tenebra.


Ho deciso di non scrivere alcuna considerazione all'inizio per evitare di influenzarvi ma, sinceramente, sono troppo timorosa che qualcuno possa prendere a male quello che ho scritto.
Prima cosa se la storia possa aver in qualche modo offeso dei credenti, mi scuso sinceramente ma non era mia intenzione assolutamente.
Seconda: molti riferimenti sono presi non solo dalla religione cattolica quanto da quella ebraica e quella politeista romana quindi, prima di criticare e insultarmi, vi prego di documentarvi accuratamente
Terzo: se qualcuno si ostinasse a vedere un amore omosessuale è completamente fuori strada. Si tratta, perchè sono io l'autrice a dirlo e perchè è così e basta, di amore cristiano. Puramente amore cristiano e, per nota informativa, gli angeli sono comunque esseri asessuati per cui, vi prego, di non fraitendere questa mia storia.
Quarta: vi ringrazio infinitamente se avete letto questa storia e vi sarò grata anche se vorrete lasciarmi i vostri pensieri a riguardo. Vi prego, non insultatemi però XD ho un cuore anche io e credo ne rimarrei abbastanza distrutta XD
Detto ciò, vi ringrazio ancora e alla prossima :)




Non ci credo!!!
Prima!! Sono prima calssificata!!
Non avete idea di che gioia sia e che piacere immenso sia stato scrivere questa storiella.
Che dire... sono davvero felicissima e ringrazio enormemente la giudice per le sue splendide parole!


1^ classificata. Per ritornare da te - di Ria-chan 


Grammatica e lessico: 9/10 (+1) 
Errori trovati e segnalati: 
- “Non meritavo questo…” qui hai messo solo due punti di sospensione. 
- La frase “Sembra un angelo Luce e molte volte […]” andrebbe riformulata e sostituita con “Sembra un angelo, Luce. Molte volte […]”. Mancano virgole e un punto, dunque. 
- Per quanto riguarda i punti esclamativi e interrogativi, inserirne solo uno è sempre meglio. 
- Inestricabile, non in indistricabile. 
- Capelli portati dal vento: la scelta di utilizzare il verbo portare non è la migliore, suonerebbe meglio i capelli in balia del vento o qualche altra espressione più elaborata. 
- Le sembra di scorgere la delusione, un amore perduto e tanta colpa. Qui hai aggiunto due spazi anziché uno tra la virgola e la parola successiva. 
- Hai sbagliato a scrivere identificare. 
- Scranno di velluto, non scanno. 
- Due volte hai utilizzato solo due puntini di sospensione, nelle parti che trattavano i pensieri di Lucifer. 
- Nella frase “tra la gente e vede le ingiustizie che divorano il mondo; vorrebbe metterle a tacere” hai scambiato l’articolo e aggiunto due spazi dopo il punto e virgola. 
Non ho niente da ridire, invece, sul lessico, che mi è sembrato perfetto e ricercato, senza tuttavia appesantire la lettura. 

Stile: 10/10 
Hai uno stile davvero ottimo: fluido, scorrevole, incoraggia ad andare avanti fin da subito, cattura l’attenzione focalizzandola sulle vicende dei personaggi. Non lascia quasi scampo finché non si giunge alla conclusione, e quando il finale arriva davvero chi legge può sentirsi triste perché è finita davvero, e anche in modo aperto, quindi lascia spazio all’immaginazione. Mantieni un tono distaccato e gelido nel narrare gli avvenimenti oscuri, coinvolgendo ancora di più dando un senso di irrealtà. 

Originalità: 10/10 
L’ho trovata molto originale, hai saputo sfruttare diverse idee più semplici e comuni in maniera ideale, come quella dell’angelo caduto che è Lucifer. Lui non è il solito demone assetato di vendetta, ma cova dentro di sé qualcosa di più profondo, gli stati d’animo e i sentimenti che gli attribuisci risultano quelli ideali nelle diverse situazioni senza mai far trasparire una realtà a volte scontata. Luce, con i suoi sogni, è imprevedibile, vede attraverso quelli ciò che succede. Molto originale anche questa caratteristica, come l’inserimento di Dio, e come ha caratterizzato quest’ultimo. 

Riferimento al contest: 10/10 
Hai rappresentato due angeli insieme: Lucifer, che lo è a tutti gli effetti, e Luce, soprannominata così da amici e conoscente, che al contrario rifiuta questa definizione in cui si riconosce così poco. 
Sono due entità diverse che appartegono a mondi opposti, eppure hanno una sorta di luce interiore comune che li rende angeli, anche se il loro cuore a tratti diventa oscuro, fino a spingere Luce al gesto più estremo. 
Perciò ho assegnato il massimo. 

Gradimento personale: 10/10 
Sul serio, è una storia splendida. 
Mentre la leggevo mi sono sentita… quasi un’intrusa. C’era solo Luce, i suoi sogni e la storia di Lucifer, sembrava che io come lettrice fossi di troppo, e stessi spiando la scena dal buco di una serratura. 
Le emozioni sono immediate, la trama articolata e perfetta, sono riuscita a impersonarmi nei personaggi senza problemi, quello che accadeva a loro a tratti sembrava quasi essere reale. 
Mi è piaciuta tantissimo, ho amato in particolar modo l’inizio e la fine. Il primo perché preclude quello che potrebbe succedere senza esagerare, anzi, la fine perché il suicidio di Luce rappresenta tuttavia un messaggio di speranza, anche per Lucifer. Mi hai tenuta col fiato sospeso dall’inizio alla fine, anche la citazione dal libro di Isaia era inserita nel contesto migliore possibile. Mi mancano le parole per continuare a parlare di questa tua storia, è semplicemente bellissima. I miei complimenti. 

Punti bonus: 1/2 
Pacchetto tulipano: porto, nave, non sarà la stessa cosa. Ultimi due elementi inseriti. 

Premio speciale: 5/3 – Premio miglior personaggio maschile – Premio Giuria 
Nota: in via del tutto eccezionale, mi sono resa conto che la storia in questione meritava entrambi i premi, e non ho potuto far altro che assegnarli. Dato che normalmente il ricevere un premio speciale comporta 3 punti in più sul totale, mi è sembrato giusto aggiungerne 2 per ovvi motivi. Ci tengo a dire che la storia in questione meritava entrambi, provare per credere. 

Totale: 55/55 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Ria-chan