21/01/2012
1 recensioniSirius
Erano passati sedici lunghi, interminabili anni da quando era nato. Anni che era stato costretto a trascorrere tra quelle quattro mura che la madre definiva piene di storia, ma che per lui erano solo piene di odio.Erano sei anni ormai che ci pensava: “lascerò Grimmauld Place” continuava a ripetersi.
Non era mai stato ben accetto in quella casa, ma da quando il Cappello Parlante aveva tradito le sue origini, come non smetteva mai di ribadire la cara vecchia Walburga , la situazione per il giovane Sirius Black era diventato invivibile.
Così quella mattina di Giugno raccolse le poche cose care che aveva: il suo manico di scopa, i suoi vestiti e le foto con i malandrini. Era finalmente pronto, di lì a poche ore avrebbe avuto una nuova vita da affrontare. Niente più tradizioni, niente più sotterfugi, niente più.
L’alba quasi non era sorta e Sirius si stava chiudendo la porta del numero 12 di Grimmauld Place per l’ultima volta alle spalle, non vi avrebbe più messo piede l’aveva giurato.
Stava aprendo il cancello quando qualcuno gli corse dietro.
<< Che cazzo vuoi fare?! >> Regulus era in piedi in pigiama che urlava contro il fratello maggiore, che sperava di riuscire ad andarsene senza esser visto.
Sirius si girò di scatto fronteggiando il fratello.
<< Regulus rientra in casa! >>
<< No se tu non rientrerai con me! Che cazzo credi di fare?! >> continuò a urlare, Regulus.
<< Me ne vado da questa cazzo di prigione Reg! Non resisterò un minuto di più qui! >> urlò di rimando Sirius.
<< Non fare cazzate Sir…torna dentro con me! >> disse Regulus con voce supplichevole.
Sirius lo guardò e un dolore sconosciuto lo pervase.
Ma ormai aveva deciso.
<< Questa è la mia scelta, Reg. Ci si vede a scuola >>
Sirius girò i tacchi e se ne andò, dicendo addio a Grimmauld Place.
Per sempre.
Regulus
Erano passati solo sei anni da quando Sirius era stato smistato a Grifondoro, cinque anni invece, erano passati dal suo smistamento.Grifondoro e Serpeverde.
L’uno l’opposto dell’altro.
Regulus sapeva che Sirius era come rinchiuso in una prigione d’oro. Per lui, i Black erano la prigione più terribile del mondo magico, eh si…peggio anche di Azkaban.
Era una mattina di giugno, il sole stava sorgendo e faceva già caldo, Regulus si alzò dal letto con l’intento di andare a prendere un bicchiere d’acqua.
Scese lentamente le scale nella tranquillità mattutina, era sempre rilassante quando né Walburga, né Orion erano in giro.
Quando vide Sirius con il baule in mano che stava per aprire il cancello, rimase un attimo sbigottito, dove voleva andare?
Quando capì l’intento del fratello, scese di corsa le scale, uscendo fuori nel piccolo giardino.
<< Che cazzo vuoi fare?! >> urlò Regulus nella speranza di farlo tornare.
Sirius si voltò, fronteggiando il fratello.
Regulus lo guardò negli occhi.
La paura che per anni aveva alimentato il loro legame, stava diventando realtà.
<< Regulus rientra in casa! >>
<< No se tu non rientrerai con me! Che cazzo credi di fare?! >> continuò a urlare, Regulus.
<< Me ne vado da questa cazzo di prigione Reg! Non resisterò un minuto di più qui! >> urlò di rimando, Sirius.
<< Non fare cazzate Sir…torna dentro con me! >> disse Regulus con voce supplichevole.
Non era da Regulus il supplicare, non era da nessun Black.
Ma l’idea di rimanere solo con Orion e Walburga era terribile, anche se quest’ultimi l’adoravano.
Sirius lo guardò.
Minuti di silenzio, interminabili.
<< Questa è la mia scelta, Reg. Ci si vede a scuola >>
Sirius girò i tacchi e se ne andò, lasciandolo solo, in pigiama nel giardino dei Black.
Solo.
Regulus sarebbe rimasto solo.
Per sempre
Da allora i due fratelli non provarono mai più a parlarsi.