Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: yuki    03/09/2006    4 recensioni
...non tutto accade per caso...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E’ un comune giorno d’inverno

 

E’ un comune giorno d’inverno. Fuori le gocce di pioggia cadono insistentemente e un leggero vento federo si abbatte su quel piccolo paese di montagna. Per le strade una giovane ragazza passeggia immersa nei suoi pensieri e nella musica. Adora passeggiare sotto la pioggia. La rilassa. La rasserena. Quando è triste passeggiare la rallegra. E questa è una di quelle giornate. Mentre cammina qualche lacrima le scende sul viso. Al suo piccolo fratello, poche ore prima, era stato diagnosticato un tumore. Fortunatamente era stato preso in tempo, i medici erano ottimisti, ma lei si sentiva il cuore squarciato in due. Nonostante i litigi con il suo “marmocchio” erano all’ordine del giorno, lei amava follemente suo fratello. Erano totalmente diversi, estroverso è allegro lui, solitaria e introversa lei. Ma questo non voleva dire che non provassero affetto l’uno verso l’altro. E adesso la notizia del tumore di suo fratello, provoca nella mora una serie di sensi di colpa. Dispiacere per quando avevano litigato, per quando non l’aveva aiutato, e anche per quando l’aveva ferito con le parole. Si pentiva di tutto quello che aveva detto o pensato in quei sette anni contro quel bambino che ai suoi occhi, adesso, rappresentava qualcosa di unico e speciale.

Un’altra lacrima scende dal viso della mora.

Continua a camminare sotto la pioggia e non si accorge che sta attraversando la strada. Poco più in là un giovane gira in moto. Era dovuto uscire per fare degli acquisti per sua madre e adesso ritornava a casa. Mancava poco più di un metro quando il giovane si accorge della ragazza che attraversa la strada senza guardare e istintivamente gira il manubrio e scivola sull’asfalto bagnato dalla pioggia. Solo sentendo il botto la mora si gira e capisce quello che era successo. Correndo si dirige dove il ragazzo è scivolato. Ha gli occhi chiusi e il respiro del giovane è affannoso.

La ragazza cerca aiuto, ma a quell’ora, nella strada, con quel tempo non c’è nessuno.

E’ ancora intenta a cercare qualcuno quando il giovane apre gli occhi e tenta di alzarsi.

“Mi sa che sono finito in Paradiso, perché tu non puoi essere che un angelo. Mormora rivolgendosi alla mora.

Lei si gira e scoppia in un pianto dovuto alla gioia. Quel ragazzo, che l’aveva salvata, adesso stava bene.

“Scusami” disse tra i singhiozzi “scusami. Avevo l’mp3 nelle orecchie ed ero soprappensiero. Non mi ero accorta di te. Scusami.”
Il ragazzo la interrompe “Stai
tranquilla. Non è successo niente. Comunque adesso che siamo qui mi presento. Piacere Angelo.”

Ed io Sara.”

Ma sei di queste parti? Perché io non ti ho mai visto.”

“No…mi sono trasferita per un po’ con la mia famiglia a casa di mia nonna.

“Ah ecco perché non ti avevo mai vista. Ma che ci fa una bella ragazza come te qua, da sola, al buio e sotto la pioggia?”

“Niente di che. Passeggiavo e pensavo. E invece tu? Non sai che è pericoloso uscire col motorino quando piove?”

“Si, ma sono uscito per necessità.”

Comunque scusami adesso devo proprio andare. Mia mamma sarà in pensiero. E’ più di mezz’ora che sono fuori.”

Se vuoi ti do un passaggio.”
Lei lo guardò negli occhi. Quelli, così scuri da non fare distinguere le pupille, gli ispiravano fiducia, tant’è che decise di accettare la proposta.

Ok. Grazie. Io abito vicino la chiesa.”

Il breve tragitto fu percorso in silenzio. La giovane stranamente si sentiva serena. Quell’incontro sembrava averle rasserenato un po’ l’anima. Appena arrivati davanti casa entrambi i ragazzi si diressero verso le rispettive case. Appena la mora entò nella sua, trovò ad attenderla il suo piccolo marmocchio che gironzolava per casa. Appena la vide il bimbo le corse incontro e le saltò in braccio e la baciò.

“Ciao sorellina. Vieni di là con me a disegnare?” Disse scendendo di nuovo per terra e trascinandola nella sala da pranzo tenendola x mano.

Ok Luca. Un attimo che saluto mamma e nonni e vengo.

E così dopo averli salutato si diresse nella stanza per giocare con suo fratello. Passarono tutta la serata a ridere e scherzare. E la sera quando la mora si diresse nella sua stanza, ripensando alla serata appena trascorsa, al suo piccolo fratellino, a quel dolce sorriso sdentato, copiose lacrime scesero dal volto della giovane.

Il giorno successivo doveva essere un giorno come tanti altri, ma per la mora non fu così. La mattina passò normalmente a scuola e il pomeriggio lo dedicò a suo fratello. E’ solo sera quando decide di uscire di nuovo a fare una passeggiata. Mentre cammina immersa nei pensieri non si accorge di essersi allontanata troppo da casa. E’ buio e la paura comincia a impossessarsi di lei. Non dovrebbe trovarsi in quel cantiere deserto a quell’ora del giorno. Soprattutto durante una giornata d’inverno. Comincia a tremare. Torna indietro per tornare a casa, pa qualche metro dopo comincia a sentire dei rumori. Cammina più veloce. I rumori si fanno sempre più forti, sempre più vicini…lei comincia a correre, ma una mano si poggia sulla sua spalla e lei comincia ad urlare…chiede aiuto con tutto il fiato che ha in gola.

“Ehi Sara, calmati sono io.” Dice una voce calda e rassicurante. Lei si gira tutta tremante e lo vede. Il ragazzo che aveva incontrato il giorno prima…era lui a seguirla. Sul suo volto nasce una risata mista di paura e felicità.

“Angelo, mi hai fatto paura.”
Si ma te che ci facevi qua a quest’ora? Non è posto per te. “
”Mi sono persa. O meglio non mi sono accorta di essere arrivata così lontano. E tu invece? Che ci facevi qua?”

“Io abito qua vicino. E comunque poco distante da qua c’è uno spazio all’aperto. Ed è là che alleno alcuni ragazzi dell’oratorio. Faccio volontariato. E’ così bello vedere nascere un sorriso sul volto dei bambini. Mi piacerebbe fare di più. Tutti noi che diamo una mano all’oratorio vorremmo fare di più, ma siamo così pochi.”

“Deve essere bello. Mi piacerebbe poter dare una mano.”
”E allora perché non vieni? I bambini sarebbero felici di conoscerti.

“Si, ma non so cosa potrei fare. Non sono brava nello sport.”

“Potresti aiutarli nello studio…cosa ne pensi?”

“…Sai che ti dico? Ci sto. Posso venire quando voglio?”

“Certo l’oratorio è sempre aperto. Sarà un piacere averti nella squadra.”

E immersi nelle chiacchiere i due giovani arrivano davanti la casa della giovane. Lì il moro bacia sulla guancia la giovane e le porge un foglietto con un numero.

“Questo è il mio numero. Mi farebbe piacere rivederti, e non per caso. Mi farebbe davvero piacere conoscerti. Se ti va fammi sapere. Ciao.”

La ragazza rimane allibita. In soli due giorni la sua vita stava avendo una svolta.

Il giorno dopo decide di presentarsi all’oratorio. Lì tutti l’accolgono con una gran felicità. I bambini le fanno festa ed è in ognuno di loro che rivede il suo piccolo fratellino. Questo le causa un po’ di tristezza, ma stringendo i denti, la nasconde e va avanti.

I giorni passano così, felici. Lei è serena. Ha trovato un nuovo amico, i bambini la rendono felici, e i medici dicono che in suo fratello ci sono dei miglioramenti positivi.

Ma non sempre le cose belle durano all’infinito.

E’ una mattina di primavera quando i suoi genitori le telefonano a scuola. Il suo fratellino era stato ricoverato. Si era sentito male e i suoi genitori l’avevano portato in ospedale. Le condizioni erano peggiorate, ma adesso si erano stabilizzate.

“Ehi piccolo come stai?” dice la giovane accarezzando la fronte del bambino.

“Voglio tornare a casa Sara.”

“Lo so, ma devi stare qua ancora qualche altro giorno ok? Mi prometti che farai il bravo bambino e non farai i capricci?”

“Promesso. Ma tu mi vieni a trovare?”

“Certo amore mio. Ma adesso riposa.”
Ok.”

Nei giorni successivi le condizioni del piccolo migliorano leggermente, tant’è che può tornare a casa. Tutti lì a casa fanno di tutto per non fargli mancare niente. Lo coccolano, lo viziano e gli stanno vicino. Anche il giovane Angelo prende a cuore quel bambino e cerca di dedicargli tutto il tempo libero possibile. Ed è così che i due giovani passano sempre più tempo insieme e dentro di loro nasce un sentimento ancora sconosciuto. Entrambi sanno con certezza di potersi fidare l’uno dell’altro. Ogni piccolo dubbio, ogni piccolo problema lo discutono insieme e trovano una soluzione. Dopo qualche mese diventano inseparabili. La madre della giovane li chiama Pappa e Ciccia. E’ felice della loro amicizia e spesso ringrazia Angelo per essere vicino ai suoi figli in un momento per loro così difficile. Avrebbe potuto scappare, gli ripeteva sempre, interrompere quell’amicizia con sua figlia. Eppure non l’aveva fatto. Gli era stato sempre vicino anche nei momenti più difficili. Anche quando tutti gli amici che si proclamavano tali, ma che erano soltanto degli ipocriti, l’avevano abbandonata. E lei gliene era grata.

I mesi passavano e arriva il giorno dell’ottavo compleanno del marmocchio. Quel giorno ci fu festa generale, ed era come se tutti i problemi in un lampo fossero spariti. Ma non era così. Da quando il piccolo era stato ricoverato era stato sottoposto a una serie di esami e di cure che continuano anche adesso. Ma la loro famiglia non dispera. Crede che il bimbo guarirà e che tutto tornerà come prima.

Un pomeriggio di agosto la giovane mora si dirige in chiesa. Sente il bisogno di pregare. Di chiedere al Signore un aiuto. S’inginocchia e con le mani giunte chiede a Dio di fare guarire il suo piccolo fratellino. Ne è certa! La sua preghiera verrà esaudita. Infatti un giorno d’inverno i suoi genitori vanno a parlare con il medico. Pochi giorni prima il piccolo bambino aveva fatto degli esami e quelli erano i risultati.

“Signori voglio dirle che ci sono delle cose a cui neppure la scienza sa dare delle risposte. Ci sono dei casi, come il vostro, che non hanno alcuna spiegazione. Il tumore che vostro figlio aveva è sparito completamente. Certo noi adesso rifaremo delle analisi, ma posso dire quasi con certezza, che suo figlio è completamente guarito.

I visi dei genitori del bimbo si rilassarono. Sul loro volto si formò un sorriso e dai loro occhi nacquero delle lacrime di gioia. La mora , da parte sua, ringrazia mentalmente il Signore per avere esaudito la sua preghiera.

Appena usciti dall’ospedale la giovane manda un sms al suo caro amico.

Nuove notizie da darti. Ti aspetto lì, nel posto dove ci siamo conosciuti alle 17:00’

Attende il messaggio di conferma e si dirige verso il luogo dell’appuntamento. Lui è già là ad attenderla. Ma nel suo volto si legge un messaggio di tristezza. Non è felice…anzi tutt’altro. Sembra triste.

La ragazza gli corre incontro e gli salta addosso allungandogli le braccia in torno al collo.

“Angelo, Luca è guarito completamente. Le mie preghiere sono state ascoltate…come sono felice!!!

Il giovane si scosta dalla ragazza.

“Ehi Angelo, che succede?”

“Succede che ci sono alcune cose che non ti ho mai detto su di me. E oggi è il momento di farlo. Vieni sediamoci su quel gradino…ti spiegherò tutto.

An, ma cosa succede? Cosa mi devi dire?”

“Sara, ti ricordi quando ci siamo incontrati cosa ti era successo?”
”Si…a Luca era stato diagnosticato il tumore e allora?”

“Già…e noi quel giorno ci siamo incontrati. Ma ti sei mai chiesta perché? Perché proprio quel giorno? Non è stato un caso Sara. Io sono stato mandato da Qualcuno per proteggerti e darti la forza di continuare ad andare avanti.”
”Che significa?”

Il giovane scosta un po’ il retro della maglietta e fa vedere i segni che porta sulla schiena.

“Un giorno mentre andammo a mare mi chiedesti che cosa fossero quei segni e io evitai il discorso. Beh questi sono i segni che hanno gli angeli quando nascondono le ali.”
”Gli angeli?” Domandò lei allibita.

Si Sara. Io sono un angelo Sono stato mandato qua per proteggerti. Dapprima dovevo farlo senza che tu te ne accorgessi, ma la tua tristezza mi ha convinto a presentarmi. Mi ero detto che sarei comunque riuscito ad andarmene appena finito il mio compito.”

“…”

Ma qualcosa è andato storto.”

“Mi sono innamorato di te. Dalla prima volta che ci siamo incontrati. Non l’ho mai ammesso a me stesso, ed è per questo che sono riuscito a rimanere per così tanto tempo sulla terra. Ma oggi non ho potuto fare a meno di pensare a quanto mi mancavi, a quanto la mia vita fosse cambiata con te. A quanto ti amavo. Ed è per questo che stasera dovrò tornare. Perché gli angeli non possono innamorarsi. Io terrò sempre nel cuore qualcosa di speciale…terrò nel cuore il mio amore per te.”

Solo in quel momento la ragazza, rimasta immobile, si alzò e baciò con passione il suo amico.

“Angelo anche io ti amo. Non puoi rimanere qui, sulla terra? Staremo insieme per sempre…”

“No Sara, purtroppo no…ma sapere che anche tu mi ami, anche se rende il distacco più difficile, mi rincuora molto. Sappi che io ti starò sempre accanto, anche se non mi vedrai, anche se non mi sentirai, anche se non potrai mai toccarmi…io ci sarò.

Le da un soffice bacio sulle labbra.

“Adesso è ora di andare amore mio. Grazie di esistere…e grazie per avermi donato il tuo cuore. Ti amo…”

La ragazza lo guarda scomparire…pian piano il volto del giovane non si vede più…sparisce…diventa un tutt’uno con l’aria. La ragazza è immobile. Non sa cosa fare o dire. Vorrebbe piangere, ma si rende conto che non sono questi i motivi per farlo. Anche perché lei è stata fortunata. Ha avuto la possibilità di avere un amore puro sincero…

 

Era stata amata dal suo angelo custode…

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: yuki