C’è qualche profumo che, con la sua scia, si attacca alla memoria e non vuole andar via.
(Profumo, 883)
Nella sala buia, proprio quando cercava di lanciare un’occhiataccia all’uomo alla sua destra che sgranocchiava popcorn in modo più che rumoroso, sentì una testa posarsi sulla sua spalla.
I capelli ricci le solleticavano il collo e la mandibola, facendola sorridere dolcemente mentre il profumo dolce ma con una nota aspra così tipica della sua fidanzata le riempiva la maglietta, la pelle e il naso.
Sentire quel peso sulla spalla, che andava intorpidendosi per l’attenzione che aveva di non muovere un muscolo, in quella sala buia, sapendo a chi apparteneva, riusciva anche a farle dimenticare di star vedendo un polpettone sentimentale russo che avrebbe portato la sua cinica ragazza ad assurde dimostrazioni d’affetto.
Sorridendo assisté alla morte del protagonista nella steppa, avvolta da un profumo mediterraneo e caldo.