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Autore: Defective Queen    04/09/2006    13 recensioni
Ron entra in uno dei sogni di Hermione...e chissà che i sogni non diventinò realtà!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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One shot che mi è venuta in mente stanotte...molto smielata e romantica lo so...ma avevo anche io voglia di un bel concentrato di romanticismo! Come al solito ci sono i nostri cari Ron ed Hermione (immancabili per me ;p), spero che la storia possa piacervi...e mi farebbe piacere se lasciaste qualche recensione ^__^. (Ah, dimenticavo, l'incantesimo Explora Somnum l'ho inventato io per l'occasione xD) I dialoghi sono in grassetto, mentre i pensieri di Ron e della sua coscienza sono segnati dalle virgolette "". Buona lettura!

!Killer!


Explora Somnum!
Scese lentamente le scale per entrare in cucina. Nonostante fossero poco più che le due di notte aveva fame, perciò decise che un panino avrebbe fatto proprio al caso suo, quella notte. Prestò attenzione a dove mettesse i piedi, essendo ancora molto assonnato, perché cadere per le scale nel cuore della notte, non era di certo una delle sue massime aspettative.
Si diresse al frigo, dove si trovavano una quantità industriale di provviste di Molly, di cui si erano riforniti apposta per il matrimonio tra Bill e Fleur, che ci sarebbe stato tra due giorni. Preparò con cura il panino, rinfrescato dalla brezza estiva della sera, proveniente da una finestra alla sua sinistra e proprio mentre si girava per andare a gustarselo sul divano, la vide lì. Hermione era rannicchiata in una metà del divano, stava dormendo con la testa poggiata al bracciolo e un enorme tomo in grembo.
“Sarà un’altra delle sue ricerche su R.A.B.” pensò Ron. Ormai era così dalla fine della scuola, appena tornati da Hogwarts, Hermione non si era data pace, leggeva in continuazione, sempre per ricercare quella sigla. Non faceva pause, tant’è che spesso a pranzo, degnava della sua attenzione solo uno dei suoi tanti libri, e quando chiunque cercava di parlarle, lo liquidava asserendo che avrebbe dovuto terminare il libro per cena e che non voleva essere disturbata. Perciò da un po’ di tempo i loro dialoghi erano limitati ad un “Buon giorno” e “Buona notte” di turno. Si fece posto accanto a lei, cercando di non svegliarla. Le sfilò il libro dalle braccia, e si meravigliò di quanto fosse pesante. “Una lettura leggera, eh?” pensò sorridendo tra sé e sé. Hermione mugugnò in segno di assenso e poi tornò alla sua posizione precedente. Ron, iniziò a gustare lentamente il suo panino, osservandola. La luce della luna illuminava a tratti il suo viso ed alcune ciocche di capelli crespi, ondeggiavano nell’aria fresca di quella notte. Il suo volto sembrava disteso e sereno, mentre sognava. Da sveglia invece aveva un’espressione piuttosto corrucciata, mentre si mordeva il labbro china sui libri. Nei rari momenti in cui lasciava i libri un attimo da parte, pareva non seguire nessun discorso e giustificava la sua distrazione dicendo che fosse stanca.
“Certo che però…è bella…” sospirò tra sé Ron e con altri due morsi giganteschi terminò in un battibaleno il panino. “Chissà che sta sognando…vorrei proprio saperlo…un momento! Com’è che era? Ah sì ‘explora somnum’. Hermione ha detto che non si dovrebbe usare perché i sogni sono privati…ma io sono il suo migliore amico…so tutto di lei…non sarebbe una violazione della privacy…ok, lo faccio. Pronto? Al tre explora somnum…uno…due…tre!”
«Explora somnum!» sussurrò puntando la bacchetta verso Hermione e un secondo dopo, si accasciò addormentato accanto a lei.
Dopo il buio totale un fascio di luce bianca lo aveva trascinato nel bel mezzo di una festa. C’era confusione e il luogo gli sembrava familiare. Era il giardino della Tana addobbato a festa! Scorse Ginny ed Harry vestiti elegantemente e sua madre che raggiante, salutava una delle sue tante prozie invitate. Quando poi vide Fleur, in tutta la sua bellezza da Veela, vestita di bianco, capì che doveva essere il matrimonio. I personaggi del sogno si muovevano frenetici parlottando allegramente tra loro, sembrava tutto così tranquillo. A quel punto ricordò della spiegazione che gli aveva dato Hermione, quando erano ancora a scuola, riguardo a quell’incantesimo:
«Ehm…Hermione?» chiamò Ron, mentre scriveva un tema per Incantesimi, seduto con lei in biblioteca.
Hermione che stava trascrivendo alcuni appunti da un grosso libro di Erblologia, lo guardò incuriosita.
«Dimmi, Ronald.» disse.
«Potresti spiegarmi l’incantesimo di esplorazione dei sogni? Devo citarlo nel tema di Vitious, ma il libro non è molto chiaro a proposito…» si lamentò Ron, in modo da ottenere con maggiore effetto l’aiuto della sua amica.
«Oh sì, lo so che il libro non lo spiega a sufficienza», disse calma. «Proprio per questo avresti dovuto fare una ricerca più dettagliata, tu stesso.» continuò con voce petulante.
«Beh…ma sai…non ho avuto abbastanza tempo, il Quidditch, gli altri compiti…» lasciò Ron in sospeso, come se volesse indicare altre mille attività, inesistenti, che seguisse.
«Va bene, te lo spiego io, cosa vuoi sapere?» cedette allora Hermione con aria esasperata.
Ron fece allora un sorrisino vittorioso che fece sbuffare la sua amica, e prima che questa potesse tirarsi indietro disse: «Non mi è chiara la modalità…cioè…come si esplora il sogno?»
Hermione si alzò dal tavolo velocemente e si diresse ad uno scaffale, dove prese un grosso volume che si intitolava: “Il mondo dei sogni, interpretazione e magie”, lo poggiò sul tavolo con un sonoro tonfo e iniziò a sfogliarlo con cura. Trovato quello che le interessava, indicò la pagina, con un dito sottile della mano, mostrandola a Ron.
«Qui c’è scritto, che durante l’incantesimo di esplorazione, il corpo di colui che vuole esplorare il sogno cade addormentato, mentre l’anima si infiltra nel corpo dove avviene il sogno, insomma è come se si sognasse in due, tutto chiaro?»
«Sì, chiarissima» disse Ron sorridendole, «poi come si fa ad uscire dal sogno?», aggiunse.
«L’unico modo per uscirne è aspettare che il sogno finisca.» disse Hermione chiudendo il tomo e riportandolo al suo posto.
«Oh, va bene…ma ci sono controindicazioni? La persona che sogna potrebbe accorgersi che c’è un infiltrato?»
«Direi di no, colui che esplora il sogno, diventa parte integrante del sogno stesso, occupa un ruolo tutto suo. Però bisogna sapere che in un certo senso è proibito utilizzare questo incantesimo, visto che viola la privacy di una persona e si attua solo in casi di estrema importanza.» concluse Hermione.
“Quindi ora sono nel suo sogno…mentre dall’esterno sembro solamente addormentato…perciò è come se stessi sognando anche io.”
Si fece spazio tra i suoi parenti che lo lasciavano passare senza riconoscerlo, e capì che doveva cercare Hermione. La scorse seduta ad uno dei tavoli circolari sotto alcuni gazebo bianchi, che si guardava intorno, tormentandosi le mani. Sembrava aspettare qualcuno. Si avvicinò di più a lei, con calma. Quando lo vide un sorriso spontaneo e luminoso nacque dalle sue labbra e Ron sentì un improvviso calore interno diramarsi tutt’attorno. La vide alzarsi dal tavolo, bella ed elegante nel suo abito al ginocchio, color sabbia, con le maniche a sbuffo e i capelli ricci, ma delineati, fermati ai lati da due coloratissime pinzette, che le davano un’aria sbarazzina. Ron rimase letteralmente senza fiato, e automaticamente le regalò un sorriso altrettanto luminoso. Hermione si avvicinò a lui.
«Ce l’hai fatta ad arrivare!» esclamò sarcastica. «E poi dicono che sono sempre le donne a metterci di più per prepararsi!» disse ridendo in modo cristallino, facendo imbambolare ancora di più Ron, che non sapeva spiegarsi perché rimanesse così tanto affascinato da lei, o forse lo sapeva ma non voleva capirlo.
«Ehm, sì.» riuscì a bofonchiare.
Hermione lo guardò sempre ridendo e si avvicinò ancora di più a lui. Ron rimase letteralmente paralizzato mentre il suo respiro si faceva affannato e i battiti del cuore aumentavano. Erano a pochi centimetri l’uno dall’altra, quando Hermione gli sorrise di nuovo, di un sorriso che riuscì a calmare l’improvvisa inquietudine che stava provando, ma che fece accelerare ancora di più il suo cuore. Così con una smorfia, Hermione gli sistemò il nodo della cravatta e poi gli sorrise soddisfatta.
«Ecco fatto!» disse allontanandosi e abbandonando il sorriso che tanto l’aveva colpito, per assumere un’aria perplessa vedendo Ron, immobile come un tronco che la fissava.
«Ron, che hai?» disse preoccupata.
“Parla, avanti, parla per favore!” si disse Ron e dopo alcuni secondi, parve riacquistare le facoltà intellettive.
«Se-sei stupenda, Hermione.» gli scappò di bocca, e resosi conto troppo tardi di quello che aveva detto, avvampò adorabilmente in zona orecchie.
«Grazie», gli disse sorridendo sinceramente, anche se un po’ imbarazzata.
“Hermione sta sognando me, stava aspettando me…non ci posso credere!” pensò poi e sentì un’improvvisa gioia diramarsi dal petto, accompagnata di nuovo a quel calore di prima.
“È più bella di quando c’è stato il ballo del Ceppo…ma ora non c’è nessun Krum! È qui solo per me! Per me!” esultò internamente, poi per spezzare quel silenzio imbarazzante che si era creato le propose di fare un giro. Lei accetto con un segno di assenso ed un altro sorriso, che nel sogno era l’ennesimo che gli aveva rivolto.
“Dai sì…posso chiederglielo…tanto è solo un sogno…sì, ora glielo chiedo…”
«Hermione?» la chiamò, nonostante lei fosse accanto a lui.
«Sì?» rispose poi lei, tranquilla.
«Posso chiederti una cosa…?» propose lui con aria innocente.
Rassicurata anche da quell’espressione, Hermione gli sorrise ancora e disse: «Certo! Dimmi tutto!»
«Ecco beh…» “Su! Non fare il timido, è solo un sogno!” «Mi chiedevo…se…ti piace veramente Victor Krum?». Chiese poi Ron, tutto d’un fiato.
Hermione rimase spiazzata, ma riuscì comunque a parlare anche con una specie di balbettio iniziale: «Beh…sì, sennò non avrei accettato il suo invito al ballo, due anni fa.» disse arrossendo.
Ron sentì una fitta allo stomaco, un vero dolore, provocato da semplici parole.
«Oh…ah…ok» sillabò con una nota evidente di delusione nella voce.
Hermione parve accorgersene e poi aggiunse arrossendo ancora di più: «Mi piaceva…ma non ne sono mai stata innamorata…è…è solo un mio amico di piuma.» e poi gli sorrise timidamente, sempre con un colorito rosso sulle guance che le donava molto.
Ron parve un po’ più rilassato nel sentire quelle parole, ma la loro discussione venne brevemente interrotta da Harry e Ginny che si avvicinavano sorridenti, mano nella mano. Eh sì, quello era senz’altro un sogno, visto che Harry ultimamente, oppresso dalle troppe preoccupazioni, non sarebbe riuscito ad essere così sereno e soprattutto lui e Ginny, ancora troppo scossi dalla rottura, non si rivolgevano più la parola, ma tutti e due soffrivano perchè si amavano.
Nonostante tutto, per Ron fu bello vederli così, e decise di dimenticare che quello fosse solo un sogno e godersi appieno quelle immagini di una realtà serena, sorridendo ai due che ormai erano di fronte a lui e ad Hermione.
«Bella festa, eh?» chiese Harry con un sorriso.
«Molto» risposero in coro Ron ed Hermione, che si guardarono poi, un po’ imbarazzati.
«La prozia Tilde si è complimentata per quasi un’ora dell'organizzazione della festa!» ridacchio Ginny. «Direi che nonostante Flemma…la mamma è contentissima!»
«Povera Fleur…ora che è diventata ufficialmente tua cognata non potresti mettere da parte il rancore?» intervenne Ron, conquistandosi le occhiate malevoli di Ginny, mentre Hermione cercava di guardare da qualche altra parte per non farsi vedere in faccia.
Prima che Ginny potesse rispondere, Harry intervenne bloccando un possibile litigio: «Scherzava, tesoro, scherzava, vero?» sorrise Harry rivolto a Ginny, poi si voltò verso Ron e lo guardò in maniera omicida come per dire: “Se dici di no sei morto”.
«Sì, sì, scherzavo…» disse allora Ron per non creare altri guai.
«Bene…Noi andiamo, eh.» sorrise poi verso Hermione e ammiccò anche verso lui, portandosi dietro Ginny.
Ron ed Hermione proseguirono nella loro passeggiata, fianco a fianco, guardandosi i piedi con interesse. Poi Ron, decise che difficilmente avrebbe potuto avere un’altra occasione come quella, e se Hermione si fosse svegliata, avrebbe potuto anche dire addio alla speranza di scoprire quello che pensava veramente di lui...Ora era questo il suo ultimo obbiettivo, aveva capito perché Hermione gli scatenasse tutte quelle emozioni…e non era solo perché in quell’occasione fosse bellissima, succedeva ogni volta che la guardava, ogni volta che spiava i suoi movimenti, nascosto dietro un libro o in Sala Grande. Ogni volta che baciava Lavanda apposta davanti a lei, aspettandosi di vedere la sua reazione, che non riusciva a vedere mai, perché Hermione si dileguava improvvisamente. Hermione gli piaceva molto…anzi, forse avrebbe potuto azzardare anche che l’amasse, perché avrebbe dato la vita, ogni singolo giorno per lei.
Era riuscito a nascondere tutto in modo eccellente…anche se a volte aveva vacillato, di fronte ad uno dei suoi momenti di folle gelosia, che non riusciva a controllare. Tutto questo perché non avrebbe mai potuto perdere un’amicizia di sei anni, per un innamoramento non ricambiato…o sì? Ora poteva riuscire a scoprirlo, doveva riuscire a scoprirlo, e chissà magari avrebbe potuto confessargli tutto anche nella realtà e non solo in un sogno, in cui si era intrufolato clandestinamente. Inaspettatamente fu Hermione la prima a prendere la parola.
«Ron…posso chiederti una cosa?» chiese titubante.
«Spara!» esclamò Ron in un tono gentile, che fece rasserenare Hermione.
«Tu, insomma…ecco…eri innamorato veramente di Lavanda…o era solo una storiella da niente?» domandò lei arrossendo e facendosi piccola piccola di fianco a lui.
Ron non potè fare a meno di arrossire. “Perché questa domanda? È per caso gelosa?”
«Beh, n-no» balbettò, poi cercò di calmarsi e proseguì: «Non ne ero affatto innamorato, no».
Così prese coraggio e si spostò davanti a lei, bloccandole il passaggio. Ormai erano dietro al cortile della Tana, dalla festa proveniva solo un leggero brusio ed una musica di sottofondo. Erano soli.
Lei si fermò, trovandosi davanti la faccia di Ron ad un palmo dal naso. Il ragazzo dai capelli rossi aveva un’espressione sarcastica in viso, cosa che fece deglutire Hermione…cosa aveva in mente?
Ron si fece coraggio, e cercando di apparire più spontaneo possibile, sempre con un ghigno in faccia le chiese: «Perché vuoi saperlo?».
Hermione rimase spiazzata, fissandolo immobile con un’espressione confusa in volto. Erano troppo vicini, i loro nasi si sfioravano quasi.
Riuscì a riscuotersi dal suo torpore e poi assumendo lo stesso atteggiamento di Ron, chiese al ragazzo: «E tu perché volevi sapere di Victor?». La sua voce assunse un tono sprezzante.
“Oh cavolo, e ora che le dico?”
“La verità!”
“Beh…sì sarà pure solo un sogno…ma è imbarazzante…”
“Altro che Grifondoro, sei solo un codardo!”
“Codardo? Chi? Io? Scherzi?”
“Avanti diglielo, scemo!”
“Oh e va bene…glielo dico! Al tre! Uno, due, due e mezzo, due e tre quarti…”
“Ora!”
«Perché sono geloso, ecco perché.» disse vacillando un po’ nella sua sicurezza.
“Forse era un po’ più romantico un ‘perché ti amo…’, ma dovrebbe capire lo stesso, spero!”
«Oh e sentiamo…perché geloso?» Hermione rideva sotto i baffi, soddisfatta.
“Perchè fa quella faccia? Se lo aspettava?!”
«Io…io…credo…che beh…dai hai capito che intendo…sono geloso perché mi piaci…molto, troppo…mi sono innamorato di te!»
“Dai Hermione, sei la migliore strega di tutta Hogwarts! Hai capito, ora?”
Hermione sorrideva raggiante, e si avvicinò ancora più a lui, i loro nasi si toccarono. Ron era di nuovo paralizzato, come all’inizio. Hermione mosse il naso contro quello di Ron, ridendo spensierata come una bambina e di conseguenza attirato da quel suono cristallino, rise anche lui. Poi passò le mani sui fianchi di Ron e lo strinse a sé teneramente, sprofondando nel suo petto solido. Ron ricambiò subito l’abbraccio passandole le mani su tutta la schiena. Era meraviglioso stare così. All’improvviso sentì un rumore simile al verso di un enorme rinoceronte e un fascio di luce bianca, identico a quello dell’inizio, interruppe il sogno.
Ron aprì gli occhi di scatto e con grande sua sorpresa, trovò Hermione abbracciata a lui, come nel sogno, aveva la testa poggiata sui suoi pettorali e piano piano si stava svegliando sbadigliando sonoramente e stiracchiandosi. Appena si trovarono faccia a faccia, Hermione guardò prima Ron e poi le braccia strette a lui e quelle di lui strette a lei. I due avvamparono scostandosi all’istante e rimettendosi seduti compostamente sul divano, ognuno al loro posto.
«Ch-che ci fai qui?» chiese Hermione, più imbarazzata che mai, e altrettanto rossa in viso, ma fortunatamente di notte il rossore delle sue guance non era visibile e questo la rassicurò abbastanza.
«Mi…mi sono addormentato…» disse in modo ingenuo Ron, deciso a mantenere segreta la faccenda dell’explora somnum.
«Oh…che ore sono?» disse lei guardandosi intorno in cerca di un orologio.
«Quasi le 4…» le rispose Ron meravigliandosi.
“Incredibile! Nel sogno sembrava passata massimo un’oretta…”
«Ah…Beh…meglio che il tuo russare mi abbia svegliata almeno così posso andarmene a letto…» disse lei con voce ancora confusa.
«Sono stato io allora?» chiese Ron, sentendosi colpevole per aver interrotto un sogno tanto bello.
«Eh già!» rise Hermione, e questa volta non era solo un sogno, era riuscita a ridere dopo tanto, anche nella realtà!
«Peccato stavo facendo un bel sogno…» scappò di bocca a Ron.
«Anche io,» ammise Hermione. «Ma è solo un sogno». Disse sospirando.
A Ron mancò un battito.
“Ho sentito bene? Quindi Hermione è…Hermione è…”
«Chi ti dice che non si possa avverare?» chiese il ragazzo con aria furba alla ragazza.
«C-cosa?» balbettò Hermione confusa e imbarazzata… e se Ron avesse scoperto che stava sognando lui? Da quando era diventato un legilimens?
“Diglielo, avanti, diglielo o farai meglio a suicidarti!”
“No, ecco è che…”
“Diglielo zoticone!”
“Ma perché mi hanno dato proprio te come coscienza?!”
«Ti amo» ammise Ron, mettendo le mani sulla bocca per cercare di zittirsi. Aveva in viso un'aria colpevole e schockata, come se avesse appena confessato un omicidio.
Invece, sul volto di Hermione si dipinse lo stesso identico sorriso entusiasta del sogno, abbracciò Ron per la seconda volta poggiandosi sul suo petto, e poi vedendo l’espressione di Ron più rilassata, alzò la testa in cerca delle sue labbra.
Fu un bacio morbido, labbra contro labbra in un tocco lieve, poi Hermione si staccò da Ron che aveva ancora gli occhi socchiusi e si aspettava che continuasse. Rimasto spiazzato cercò di chiedere spiegazioni, ma appena aprì bocca, Hermione lo zitti lievemente con un dito.
«Ho dimenticato una cosa», guardo in modo furbo Ron, che la guardava come un imbecille, ancora confuso.
«Ti amo anche io!» disse emozionata. Ron le sorrise, e tornò a baciarla, questa volta in modo appassionato come non era riuscito a fare neanche nel sogno, passandole le mani sulla nuca per attirarla più a sé e non lasciarla scappare. «Ora non mi scapperai mai più!» sussurrò poi sulle sue labbra, mentre riprendeva fiato.
   
 
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