Niente più pallottole

Lui aveva ghignato, con la sua solita aria da presa in giro - da presa per il culo, in realtà, perché di finezza nei suoi tratti non c'era neanche l'ombra - e gli aveva sventolato la pistola davanti al naso, prendendola per il grilletto e facendola ballare sopra il dito teso.
-Niente più pallottole, Heine...-
Avrebbe dovuto prevederlo, in effetti, che a scaricarsi a quel modo animale così tanto piombo addosso, l'uno all'altro, il gioco sarebbe finito presto. Gli arti fumavano, così come il petto bucato in ogni dove, il ventre e le gambe appena sulle cosce. Vestiti a brandelli che a malapena riuscivano a coprire per metà quei corpi sempre pronti alla guerra.
Heine aveva la schiena piegata e il busto rivolto in avanti, come un grosso animale sfiancato dalla corsa che riprende fiato lentamente; le braccia lungo i fianchi e le sue amate, amatissime pistole ancora tra le dita. Senza colpi con cui ferire, in quel momento.