Serie TV > Terra Nova
Segui la storia  |       
Autore: TheWriter    22/01/2012    0 recensioni
La frattura spazio tempo è chiusa, il portale è rotto, Hope Plaza è distrutto... e la stagione è finita.
E adesso?
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La fine

 

L’operaio stava faticosamente stringendo i bulloni che avrebbero mantenuto in sede il grosso palo di due metri. Sotto di lui, un collega manteneva salda la scala, mentre intorno altri operai armeggiavano con pali, corde e montacarichi, intenti a ripulire la zona dai resti della vecchia recinzione e ad installare quella nuova.

A qualche metro da loro, sia fuori che dentro la recinzione, due squadre di soldati tenevano d’occhio la vegetazione e l’interno della colonia: al momento si segnalavano ancora vari carnivori all’interno del perimetro, per cui la minaccia poteva provenire da ogni lato.

La ricostruzione procedeva a fatica: le batterie dei mezzi si stavano rapidamente esaurendo, e il razionamento dell’energia non permetteva di ricaricarli. Due trasportatori, con le batterie già scariche, giacevano a poca distanza dall’area delle operazioni, in attesa di una ricarica che al momento non poteva arrivare.

-“Fate presto con quei pali!”, gridò il capocantiere, “ci restano solo tre ore di luce, e dobbiamo completare almeno la recinzione esterna!”

Ma il lavoro era lento e difficile: solo per trasportare i nuovi pali a piedi dal magazzino, per risparmiare energia, occorrevano 30 minuti per ciascuno, impiegando quattro uomini. Ma non si poteva fare diversamente, perché il sollevamento dei pali fino a 10 metri di altezza non poteva invece essere fatto a mano, occorreva per forza servirsi dei mezzi a batteria, quindi bisognava centellinarne l'energia.

Le cose al campo eolico non andavano meglio.

-“Non ne caveremo niente”, esclamò rassegnato l’ingegnere dopo aver ispezionato i resti delle torri eoliche. “Sono troppo danneggiate, non possono essere riparate. Dovranno essere ricostruite da zero. Ci vorranno mesi.”

-“Non possiamo lasciare la colonia senza energia per mesi!”, protestò fiaccamente l’uomo accanto a lui.

-“Non posso farci niente. Andiamo al campo solare”, tagliò corto.

Si sistemarono sul mezzo e partirono alla volta del campo solare.

Largo 400 metri e lungo 800, il campo solare poteva contare su una potenza di 30 Megawatt; ma si trattava solo di teoria: al momento, una buona parte dei pannelli giaceva ancora nei magazzini, pronti ad essere installati sulle impalcature già montate. Mentre di quelli già installati, solo un 10% era già collegato al sistema di batterie.

L’auto si arrestò davanti alla nuvola di polvere che aveva creato correndo lungo il viale. I due uomini ne scesero e si avviarono verso una delle impalcature.

Il mezzo con gli operai li raggiunse poco dopo.

Per una volta, la fortuna sembrò essere dalla loro: un enorme rotolo di cavo elettrico avvolto su quello che sembrava il rocchetto di filo di una gigantesca sarta giaceva appoggiato all’impalcatura, ed alcuni metri di cavo già installato erano ben visibili. Almeno 20 kW, giudicò ad occhio l’ingegnere capo, erano già disponibili per essere erogati alle batterie.

-“Faccia collegare queste quattro stringhe all’impianto”, ordinò l’ingegnere al capo cantiere. "Dovrebbe bastare almeno per poter fornire energia al Comando e all’Infermeria."

Johnson, il capo cantiere, diede le direttive ai suoi uomini.

-“Il resto degli uomini lo metteremo ad installare i cavi e i pannelli mancanti. Se tutto va bene, dovremmo riuscire a rendere disponibili almeno 100 kW al giorno dei pannelli già installati. Per installare i rimanenti potremmo cavarcela in una settimana”

-“Molto bene”, disse Johnson, e si avviò verso i suoi uomini a diramare ulteriori ordini.

-“Mi tenga informato, sono sul canale 2”, disse infine l’ingegnere risalendo sul mezzo e allontanandosi.

 

---------

 

-“Questa birra fa schifo proprio come la ricordavo”, esclamò Mira prendendo un sorso dal boccale.

-“Per la verità, tecnicamente non è nemmeno ‘birra’: vuoi sapere con che cosa la faccio?”, ribattè ghignando Boylan in piedi accanto a ley col vassoio in mano.

-“No grazie. Preferisco fingere che sia di puro malto…”

Gli uomini al tavolo vicino rivolgevano sguardi torvi alla donna, intenti a bere le loro pseudo-birre preistoriche.

-“Che hanno da guardare quelli là?”, chiese mira a Jim davanti a lei, senza guardare gli uomini.

-“Credono che tutto questa confusione degli ultimi giorni sia unicamente colpa tua”, spiegò. “E non gli va molto a genio di vederti a bere tranquillamente al bar, mentre dovresti startene al fresco”

-“E dove? Non ci sono prigioni, a Terra Nova!”, lo schernì la donna.

-“Già. Sembra che dovremo riportare in auge quell’antica tradizione dei lavori forzati…”, ribattè Jim.

Se Mira era preoccupata all’idea di doversi mettere a fare lavori pesanti per ripagare il suo debito con la società, non lo diede a vedere.

-“Già”, si limitò a dire prendendo un altro sorso e scrutando i segni incisi sul tavolo da molti uomini pensierosi prima di lei, immersa nei suoi pensieri.

-“Lo sai che non posso lasciarti libera di andare dove ti pare, dopo tutto quello…. tutto quello che hai causato alla colonia! La gente…”

-“Tu dimmi solo che cosa devo fare, e lasciami in pace!”, ringhiò quella sbattendo il boccale sul tavolo.

-“Bisogna fare piazza pulita di carnivori nella colonia”, rispose allora brusco Jim. “E anche se non mi va a genio che tu e i tuoi uomini ve ne andiate in giro armati per Terra Nova, Taylor dice che siete i più qualificati a farlo, vista l’esperienza che avete accumulato nella giungla in questi anni.”

Quel nome riscosse Mira dai suoi pensieri fatti di giornate passate a spaccarsi la schiena nei campi sotto il sole, a scavare latrine, a cacciare carnotauri in giro per la colonia, e guardò Jim negli occhi.

Ci fu qualche secondo di silenzio mentre i due si scrutavano senza dire una parola.

Poi Mira abbassò di nuovo lo sguardo e tornò alla sua birra.

-“Vado a radunare i miei uomini”, disse poi facendo per alzarsi, per tagliar corto.

-“Sta bene”, le disse allora Jim osservandola perplesso mentre si allontanava. “Almeno, considerando quello che gli è successo. Mia moglie dice che ha un fisico molto forte: invece che in un mese, forse si rimetterà in un paio di settimane”

Mira si rimise a sedere, fissando Jim negli occhi, e prendendo di nuovo il boccale tra le mani, scrutandone il fondo come se cercasse di leggere il futuro nei fondi di una tazza di tè, corrugando le sopracciglia.

-“Cosa gli è successo?”

-“L’esplosione l’ha un po’ sballottato. I cicatrizzatori lo hanno dovuto ricucire per benino. Perché ti interessa? Credevo che lo odiassi.”

-“Io non odio nessuno. Ho fatto quello che dovevo fare”, disse ripensando alla sua bambina e al ricatto. “Anche se non è servito a niente.”

-“Già. Taylor dice che tu fai sempre quello che si deve fare. Sembra quasi che ti ammiri…”

Lasciò quelle parole in sospeso, cercando di interpretare l’enigmatica espressione di Mira. Ma non riuscì a cogliere niente.

-“Dov’è?”, chiese con voce atona.

-“E' all'infermeria. E la dottoressa – mia moglie – ha detto che non deve affaticarsi, altrimenti potrebbero volercene ben più di due settimane”

-“E così adesso comandi tu.”

-“Qualcosa in contrario?”

-“Non mi interessa chi comanda. Mi interessa solo sapere quali sono i miei compiti.”

-“Ti accontento subito: intanto stanami quei mangia-persone; poi, una volta che tu e i tuoi uomini avrete finito, mi riporterete le armi, e le scambierete con vanghe e badili. C’e’ da ricostruire mezza colonia.”

-“Tutto qui.”

-“Non mi servi a niente seduta su un divano a mangiare pane e acqua. Abbiamo bisogno di tutte le risorse possibili. L’inverno si sta avvicinando, e avremo sempre meno luce a disposizione per lavorare, senza contare il calo delle temperature. Entro un mese, due al massimo, Terra Nova dovrà essere completamente operativa.”

-“Io so usare le termoscavatrici elettroniche”.

-“Cosa?...”

-“Quegli affari che Lucas ha portato per spremere come un limone questo posto. Possono essere programmate per lavorare automaticamente, ma possono anche essere controllate manualmente, con risultati molto migliori – i computer passano troppo tempo a fargli setacciare la roccia alla ricerca della più piccola particella di minerale.”

-“Ti stai offrendo di partecipare agli scavi alle miniere?”

-“Partecipare? Io sono un ufficiale: sarò io a dirigere gli scavi.”

-“Tu… E se io non fossi d’accordo?”, chiese Jim sulla difensiva appoggiandosi allo schienale a braccia conserte.

-“Puoi sempre pilotarle tu e dire ai tuoi uomini dove scavare e come usarle.”

A Jim non piaceva essere ricattato… ma si stava mettendo male per la colonia, e qualunque aiuto in più sarebbe stato prezioso.

-"Dovrò parlarne con Taylor"

-"Fa' come vuoi", e fece di nuovo per alzarsi.

-"E adesso dove stai andando?", chiese Jim.

 Mira si fermò, dandogli le spalle. Non le era stato ancora assegnato nessun alloggio. Jim si diresse verso la porta passando vicino alla donna.

-"Seguimi", le disse senza voltarsi.

 

----------

 

Josh incontrò Hunter mentre prendeva a calci i sassi del viale tornando nel suo alloggio.

-"Ehilà", gli disse Hunter vedendolo arrivare.

"Ehi", rispose Josh senza troppo entusiasmo e continuando per la sua strada.

-"Beh? Cos'è quell'aria da funerale?", gli chiese Hunter sorridendo.

-"Lasciamo perdere, Hunter, non è aria", gli rispose bruscamente il ragazzo.

-"Uho uho, pace fratello!!", scherzò Hunter alzando le due dita in segno di pace. "Io devo solo portarti un messaggio!"

-"Che messaggio?!?", disse allora Josh fermandosi.

-"Skye. Da quando la conosco, non l'avevo mai vista piangere… finchè non sei arrivato tu!". Quella "coincidenza" era venuta in mente ad Hunter solo in quell'istante, prima non aveva realizzato bene la gravità della situazione.

-"Piangere… Ma io…?"

-" 'Tu' sei un idiota, dice lei. E io non posso che darle ragione.", insistette Hunter punta dogli un dito in faccia.

-"Non so cos'hai nel cervello, per non essertene accorto, amico. Tu le piaci", continuò puntandogli ancora contro quel fastidiosissimo dito molto accusatorio.

-"Ma io…. Dov'è adesso?"

-"Te l'ho detto: se ne sta lì a piangere, a casa nostra. Le ho detto che ti avrei parlato… e che se non avessi capito, ti avrei picchiato", lo ammonì Hunter. "A quanto pare purtroppo hai capito", continuò, "quindi non ti posso picchiare… per ora. Ma se la fai soffrire ancora…". Il silenzio di Hunter fu minaccioso ed eloquente.

-"Soff… No, io… Grazie, amico mio!".

Gli diede una pacca su una spalla e corse da lei.

La trovò inginocchiata in giardino che sistemava quello che sembrava un piccolo orto. Lei sentì i suoi passi sul brecciolino e si voltò. Aveva la faccia tutta sporca di terra, il che metteva ancora più in  risalto il fatto che avesse pianto.

Si alzò in piedi, tentando di pulirsi le mani terrose sul grembiule che indossava, non sapendo bene cosa dire mentre guardava Josh, e cercava di asciugarsi gli occhi con le maniche della maglietta.

Tentò di assumere un'espressione distaccata e indifferente, ma le lacrimavano gli occhi ed era costretta a sbattere le palpebre ripetutamente per non darlo a vedere.

Josh non disse niente: si limitò ad avvicinarsi, a passarle la mano destra dietro i fianchi torniti nascosti sotto la veste "da giardino", e ad avvicinarla a sé. Poi la baciò teneramente sulla bocca.

Lei si lasciò andare ed assaporò quel momento che aspettava da tanti mesi. Si sentì improvvisamente abbandonare, per la prima volta da molto tempo, da quel senso di solitudine e di abbandono che l'aveva presa quando i suoi erano morti, e che non l'aveva mai abbandonata del tutto nemmeno quando aveva scoperto che invece sua madre era ancora viva.

-"Ti… ti ho sporcato questa bella felpa…", balbettò poi sorridendo tra le lacrime dopo che l'ebbe baciato. Con le mani terrose aveva lasciato delle grosse macchie sulla felpa del ragazzo, che invece di rispondere sorrise, e la baciò di nuovo. Poi la prese in braccio. Lei mandò un gridolino, colta alla sprovvista, e le se aggrappò al collo, mentre lui saliva le scale.

-"Che fai???", sorrise lei, capendo in realtà benissimo quali erano le sue intenzioni. Ma non protestò, mentre lui entrava in casa e la adagiava sul letto.

 

----

 

-"Non c'è niente da fare, gli indizi portano tutti nella stessa direzione… per quanto assurda possa sembrare!", concluse Malcolm.

Era in riunione nel suo laboratorio insieme a Jim, Taylor e Maddy. Ancora zoppicante e costretto a camminare sorreggendosi ad un bastone, il comandante non aveva voluto sentir ragioni, quando la dottoressa gli aveva detto che sarebbe dovuto restare a letto per un'altra settimana.

-"Non se ne parla", aveva tagliato corto. Si era letteralmente strappato di dosso i sensori, era sceso dal letto, e aveva tentato di alzarsi… ma sarebbe caduto a terra, se non ci fosse stata la dottoressa a sorreggerlo.

-"Comandante!...", aveva detto lei, ma lui l'aveva zittita con un'occhiataccia. "Questa andrà benissimo", disse poi lui afferrando una stampella lì vicino, destando lo stupore del signor Lester che giaceva nel letto accanto. Liz cercò di giustificarsi con un'espressione di rassegnazione, mentre Taylor, facendo leva sulla stampella, si alzò e andò a vestirsi.

-"Comandante, come suo medico sono obbligato a raccomandarle nel modo più assoluto di tornare a letto e di restarci fino a quando le avremo dato il permesso di andarsene…"

-"Molte grazie, dottoressa, lo terrò a mente", disse mentre si vestiva dietro al paravento. Due ore dopo era in riunione nel laboratorio.

Taylor aveva visto giusto: la situazione era strana, inconsueta e anche grave, e c'era bisogno di tutte le menti migliori della colonia per uscirne. Per questo si trovava lì riunito con i suoi esperti.

-"Una razza evoluta e civilizzata di dinosauri, con un culto dei morti, una scrittura,… e addirittura una tecnologia?!?", chiese Taylor sbalordito a Malcolm.

-"Forse non 'tecnologia' come la intendiamo noi – non hanno ancora scoperto l'elettricità – ma sono abbastanza evoluti da… bè, da aver iniziato anche loro ad inquinare l'ambiente in cui vivono. A quanto pare la fonte della contaminazione dell' East River non è altro che lo scarico fognario della Città Degli Slasher!"

-" 'Scarico fognario'??? 'Città!?!"", chiese incredulo Jim.

-"Proprio così papà", confermò Maddy armeggiando sul plexpad per mostrare sullo schermo della sala le varie immagini.

-"Queste sono le registrazioni del trasporto fatte quando siete andati alle cascate. Vedete?", si rivolse poi agli altri. "Quei 'sassi colorati' che Zoe ha raccolto, non sono naturali, e non erano lì per caso."

Le immagini dall'alto mostravano una composizione di linee e colori che nulla lasciavano al caso; sembrava una sorta di quadro, ma anziché fatto di colori ad olio era composto da milioni di sassetti colorati disposti a formare dei disegni, una sorta di enorme mosaico. Le foto ravvicinate scattate al momento dell'atterraggio mostravano che i sassi erano di varie dimensioni, e su quelli più grossi, come era stato possibile constata tre grazie ai "campioni" raccolti da Zoe, erano incise delle parole e dei segni, del tutto analoghi a quelli trovarti scritti nel diario di bordo trovato nella nave fossile.

-"Queste invece le hanno scattate i droni che abbiamo mandato in esplorazione"

Le immagini sullo schermo cambiarono: ora mostravano quello che sembrava un villaggio di capanne; un grosso villaggio: stando alla scala indicata sullo schermo, si estendeva su una superficie di 4 click per 3. Si riuscivano a distinguere capanne rettangolari, tonde e triangolari, alcune grandi, altre più piccole, e un'intricata rete di strade che le metteva in comunicazione. L'intero villaggio era circondato da quella che sembrava una recinzione, ma che ad un esame più ravvicinato si rivelò essere una boscaglia fittissima e impenetrabile.

-"Quelli cosa sono? Sembrerebbe… sembra un altro villaggio…?"

-"Quello è l'accampanento dei Sixers", spiegò Jim. "Si trova solo a un paio di click dall'accampamento degli slasher, ma a quanto pare non ne sapevano niente: il fatto che quegli strani esseri abbiano deciso di riparare il loro villaggio mediante un recinto di alberi anziché di pali, probabilmente è stato il motivo per cui non sono mai stati scoperti finora. A parte questo ingresso a sud-est", disse Jim indicando un punto sulla mappa, "non ci sono altre vie di accesso visibili alla città. Probabilmente sia i sixers che i nostri si sono imbattuti più di una volta nel 'recinto', ma lo avranno semplicemente scambiato per vegetazione troppo fitta, e si saranno limitati ad evitarla."

-"Davvero geniale".

-"Già. Ma c'è dell'altro…", annunciò Maddy, attirando su di sé gli sguardi di tutti. "Il computer ci ha lavorato su per diversi giorni, ed ha tirato fuori un'ipotesi che, secondo lui, è probabile dall'87%"

-"Un'ipotesi a proposito di che??", chiese Taylor, guardando stupito anche Malcolm, che però lasciò che Maddy continuasse.

-"Be' ", disse lei mostrando nuove immagini sullo schermo. Adesso si vedeva un'immagine presa da almeno 1000 metri di altezza, che mostravano tutta la "zona conosciuta" intorno alla colonia, dalla Piana Salata fino alla spiaggia. "In sostanza il computer dice questo: le navi dove abbiamo preso il diario di bordo sarebbero state pilotate, in tempi molto antichi, da antenati degli stessi slasher. Proprio così.", continuò tra lo stupore degli astanti, "Sono una civiltà molto antica, anche se non molto progredita. Probabilmente la loro evoluzione non è stata rapida come la nostra perché non lineare, ma ha avuto alti e bassi. L'ambiente attuale è molto più ostile di quello del XXII secolo, e lo era ancor di più in tempi passati. Credo che, studiando la loro storia, troveremo tracce di molteplici cadute e rinascite di varie civiltà."

-"Studiare la loro storia?", interruppe Jim.

-"Già", intervenne Malcolm. "Adesso che sappiamo gli uni dell'esistenza degli altri, difficilmente potremo andare avanti ignorandoci: potremmo finire, involontariamente, per entrare in conflitto, come già abbiamo rischiato recandoci alle cascate, che per loro sono un luogo sacro e inviolabile. Se vogliamo convivere pacificamente, dovremo imparare a conoscerli, e dovremo fare in modo che loro conoscano noi. Forse potremo addirittura allearci con loro: mettendo insieme le loro conoscenze dell'ambiente e le nostre tecnologie, potremmo forse permettere alla prossima civiltà di continuare ad evolversi in modo più lineare, quindi più in fretta."

-" 'La prossima civiltà", ripetè Maddy mormorando. "Sembra così irreale…"

-"Invece è reale e concreto, ragazza mia. Siamo venuti qui per ricreare la civiltà umana. Invece creeremo una civiltà nuova, unendo gli aspetti migliori di ben due civiltà. Se è vero che risolvere un problema è più facile osservandolo da due punti di vista diversi, affrontare il mondo mediante due civiltà diverse non potrà che portare dei vantaggi per tutti."

Tutti quanti guardavano ora Taylor, che agli occhi di tutti appariva ora di nuovo come gli era apparso la prima volta che erano giunti su Terra Nova: la loro unica guida, l'unico che potesse dire loro come fare e cosa farlo per garantire la prosecuzione della civiltà. Sarebbe stato un compito ben difficile amalgamare due civiltà e farle vivere in pace ma, lo sapevano, con Taylor alla loro guida ci sarebbero riusciti.

E sarebbero forse riusciti, tutti insieme, a raggiungere un livello di evoluzione tale da permettere loro di diventare padroni del loro destino di lì a 20 milioni di anni, quando li attendeva l'irrevocabile appuntamento con l'asteroide del destino.

 

-----------

 

Leah correva sul prato del vasto giardino inseguendo il fratellino, che le aveva rubato il pupazzo a forma di triceratopo regalatole da Zoe. La bambina riuscì con uno scatto ad afferrarlo per i piedi, realizzando un vero e proprio placcaggio. Il bambino rovinò a terra, perdendo la presa sul pupazzo che andò a rotolare fino ai piedi della veranda. Mira si chinò a raccoglierlo e lo guardò sorridendo, mentre Leah correva da lei, seria e arrabbiata, lamentandosi che il fratello gli rubava sempre le cose.

-"Su, non litigate", disse Mira mentre sopraggiungeva Taylor e le cingeva la vita con un braccio. "Chiederemo a Zoe se vuole farne un altro anche per te Sam, va bene?", disse Mira rivolta al bambino.

Il sole stava ormai tramontando, sull'alba di una nuova umanità.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Terra Nova / Vai alla pagina dell'autore: TheWriter