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Autore: Karima    22/01/2012    2 recensioni
Sono passati molti anni, le vicende di “Alla ricerca del passato” sono lontane nella memoria per i protagonisti che le hanno vissute.
Nuove presenze si aggirano per i boschi che circondano La Push.
P.S. Per capire a pieno gli avvenimenti narrati in questa FF vi consiglio di leggere prima “alla ricerca del passato”.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alla Ricerca Del Passato'
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Capitolo uno

POV: Luca
La pioggia tamburella sul tetto di lamiera, svegliandomi. Dovrei essermi abituato a questo clima di merda, ormai.
Fuori è ancora buio, guardo l’orologio al mio polso: le sette del mattino.
Mi alzo lentamente. Ieri ho lasciato spegnere il fuoco e adesso pago le conseguenze di una notte al freddo: ho dolori ovunque.
Alla scarsa luce del lume a gas, mi osservo allo specchio: tra i ciuffi della barba incolta da mesi, trovo qualche pelo bianco, come quelli che ormai abbondanti hanno preso la residenza sulle tempie.
Oggi compio gli anni.
32 anni, sono pochi o tanti? Di sicuro in questo momento mi sento un vecchio rottame.
Dovrei pisciare, ma fuori continua a piovere e qui non c’è il bagno. D’altronde chi pensa a costruire un bagno in un rifugio isolato con ettari di foresta intorno?
Recupero il vaso puzzolente da sotto il letto (devo proprio decidermi a lavarlo questo coso).
Oggi è anche giorno di consegna, come l’ho ribattezzato. Tra qualche ora dovrebbe arrivare uno dei miei carcerieri Quileutes con le provviste e il resto. Spero che la pioggia non lo rallenti: sono già un po’ a corto di viveri.
E che cazzo! In fondo sono mutaforma, non si faranno fermare da una pioggerella. Quando lo ero io … la rabbia mi assale e con un manrovescio faccio volare tutto quello che c’è sul vecchio tavolo.
Mi accascio a terra senza fiato, ricordare mi fa sempre questo effetto. A volte riesco a non pensarci per settimane, poi un attimo di distrazione e la mente torna a quando ero un mutaforma, giovane, bello, innamorato e irrimediabilmente stronzo.
Bussano alla porta. Il tizio è in anticipo. Spero che sia Seth: è uno dei pochi che mi rivolge la parola.
Apro la porta e nella semioscurità intravedo una figura minuta dalle curve femminili.
No, decisamente non è Seth.
                                                            §§§§§§

 

Credo che finalmente tutti questi anni di solitudine forzata mi abbiano rincoglionito del tutto. Perché senza accorgermene, sono caduto in uno dei miei sogni erotici.
C’è una donna alla mia porta, una delle più belle che abbia mai visto, - bè in realtà non né vedo da un po’- ed è completamente nuda!
Se ne sta ferma sotto la pioggia, con i capelli biondi completamente zuppi che le si attaccano al viso.
Controllo il colore dei suoi occhi: sono grigio - azzurri, bene. Almeno non si tratta di una succhiasangue in cerca di uno spuntino facile.
“Chi sei?” le chiedo brusco, senza spostarmi dalla porta. Sarà anche nuda e bellissima ma non è normale. Non avrebbe senso che una normale umana se ne vada in giro così, specialmente qui in mezzo al nulla.
Lei mi sorride, per nulla intimidita dalla mia scortesia, “Io sono la tua Furia, la tua Erinni. Ti porto la vendetta.” mormora sensuale.
Ok, bella, nuda e completamente pazza. Che cosa centrano le Erinni …
“Tu sei Luca vero?” senza attendere la risposta a quello che ha chiesto, continua. “Abbiamo saputo la tua storia, conosciamo la tua pena. Seguimi e sarai libero”.
“Libero?” balbetto mio malgrado.
“Si” sibila lei sensuale. “Libero di andare dove vuoi. Libero di vendicarti di chi ti ha tolto ciò che eri, rilegandoti in questo buco.”
La rabbia mi assale all’improvviso, se potessi ancora, credo che muterei all’istante. “MA CHI CAZZO SEI?” urlo. “Che cazzo dici, io non sarò mai libero e nessuno mi ha rinchiuso qui. Io devo stare qui! E’ la mia pena.”
La donna si limita a fissarmi per niente impressionata dalla mia reazione.
Dopo un paio di secondi chiede “Tu non vuoi vendicarti?” la cosa più assurda in tutta questa situazione è il tono che usa, normale, anonimo quasi mi avesse chiesto: mi passi il sale?
“No” rispondo sempre più confuso. “Non voglio nessuna vendetta”
La donna sorride e la situazione passa da strana a surreale: lentamente sotto i miei occhi, il suo corpo inizia a mutare.
Non la muta cui sono abituato: fulminea, quasi un battito di ciglia, ma un processo lento e sconvolgente.
L’essere (a questo punto posso solo definirla così) si piega in avanti, le braccia si allungano e si ricoprono di pelo, tutta la sua figura s’ingigantisce. E il viso, prima bellissimo si deforma allungandosi in un muso, che emette un verso a metà tra un ringhio e un grido.
Nel giro di un minuto, la bellissima donna è diventata un ibrido tra un umano e un lupo.
Mi risveglio dallo stupore appena in tempo per evitare la sua mano/zampa che artiglia l’aria di fronte a me.
L’essere avanza. Vuole me. Vuole uccidermi. Non voglio vendetta e per questo devo morire. Perché?
Indietreggio fino al muro alle mie spalle, il licantropo ringhia nel suo strano modo e avanza. Perché sono sicuro che questo sia un vero licantropo.
Non ho più scampo, l’essere ringhia e balza.
Se fossi ancora un mutaforma …
 È l’ultimo pensiero, prima che i suoi artigli mi raggiungano, mortali.

 
Pov: Seth
Risalgo lentamente il pendio che porta alla capanna.
Percorrere tutta questa strada su due zampe e per di più carico come un mulo, non è la cosa più entusiasmante del mondo.
Negli ultimi anni poi, mi tocca farlo sempre più spesso. Siamo rimasti in pochi a mutare: io, Jake e i mocciosi. Tutti gli altri hanno preferito seguire il naturale corso della vita, insieme alle loro metà.
Sbuffando, mi avventuro per il sentiero ripido e scivoloso. Sono le nove e mezzo ormai. Il cielo nonostante le nubi sembra non aver voglia di inzupparmi, almeno questo, avevo paura di dover percorrere tutta la strada sotto la pioggia.
Lentamente il percorso in salita cede il posto a quello pianeggiante, gli alberi iniziano a diradarsi. Tra pochi minuti dovrei vedere la capanna.
Eccola!
Mi basta un attimo per accorgermi che c’è qualcosa che non va: la porta è aperta e Luca non si vede da nessuna parte. Di solito quando arrivo io, perde il suo classico atteggiamento un po’ smorto.  Diamine! A volte ho anche visto qualcosa simile a un sorriso sulle sue labbra.
Lascio lo zaino tra la vegetazione e decido di avvicinarmi con cautela: in tutti questi anni Luca non ci ha mai fatto brutti scherzi. Non vorrei che nell’ultimo mese avesse cambiato idea sulla durata della sua pena.
Avanzo cautamente, mantenendomi sul limite della vegetazione, quando un colpo di vento più forte degli altri fa sbattere la porta, mettendomi in allarme.
Ma non è il rumore provocato dalla porta che accende tutte le spie di pericolo nella mia testa, ma lo strano simbolo inciso su di essa e la zaffata di odori che il vento porta con se.
Sangue, tanto sangue. È questa la notizia che il vento porta al mio naso.
A questo punto preferisco mutare, per sfruttare meglio i miei sensi ed essere pronto a tutto.
Appena sono ben fermo sulle quattro zampe, mi avvicino lentamente: lo strano simbolo inciso sulla porta è un pentacolo, di quelli che si vedono nei film di streghe, per intenderci.
Ti prego no!!!Esclamo esasperato tra me e me. La mia vita è già un casino così, senza che ci si aggiungano tutte quelle stronzate a base di abracadabra!
Ma la paura di ritrovarmi di colpo in uno dei film di Harry Potter, che tanto piacciono alle mie bambine, viene annientata sul nascere dal mio olfatto sensibilissimo che analizza l’aria come il migliore degli scanner chimici non saprebbe fare.
Riesco a distinguere chiaramente l’odore del sangue, versato da non più di poche ore e di altri fluidi corporei che normalmente si trovano ben chiusi dentro il corpo di un essere vivente.
Mettendo da parte la prudenza, in un attimo sono sulla soglia del capanno.
La scena che compare sotto i miei occhi, mi fa rimpiangere di aver fatto colazione stamattina.

 
POV: Cecilia
Con una manovra spericolata –per una che ha due bambine di otto anni a bordo- supero l’auto che sta davanti alla mia.
Stamattina le piccole sono state così lente nel prepararsi, da riuscire a perdere lo scuolabus. Ed adesso eccole lì sul sedile posteriore, Sue e Claudia Clearwater, due cosine adorabili con le treccine e le fossette sulle guance. Non che al momento si notino, oscurate dall’espressione concentrata che hanno mentre ripassano furiosamente matematica.
Mentre le sbircio dallo specchietto, mi viene da sorridere. Ricordo ancora il momento in cui ho comunicato a Seth che finalmente i nostri sforzi erano stati premiati:
avevo progettato di dirglielo alla fine di una cena romantica con tanto di candele, ma appena lo sentii rincasare fu più forte di me, gli buttai le braccia al collo urlando: ”Seth è successo!!!!!”
La conversazione che ne seguì avrebbero dovuto registrarla per i posteri. Con il titolo: Come avere una conversazione incoerente e spiegarsi benissimo.
I mesi successivi furono pieni di controlli e analisi – Bella mi aveva raccontato della sua gravidanza quasi disastrosa- ma io non ero preoccupata, dopotutto mia madre aveva avuto me senza il minimo problema.
Infatti, la gravidanza fu quasi normale -5 mesi- dando ragione a me, ma le bambine vennero al mondo grazie ad un cesareo eseguito dal mio splendido papà, che si ritrovò cosi nonno per la seconda volta, contro ogni previsione.
Superato lo scoglio gravidanza, la nostra seconda perplessità venne a galla. Ringraziando il cielo, le nostre bambine erano perfette e in salute, cioè tutto ciò che la maggior parte dei genitori augura ai propri figli. Sì ma, cos’erano?
Gestazione di cinque mesi a parte, sembravano perfettamente umane.
Nessun appetito strano o capacità particolare.
 
E cosi è ancora, le mie piccole umane sono perfette come sono. 
Svoltata l’ultima curva, l’edificio scolastico mi si para davanti. Mentre cerco un posto vicino al marciapiede dove accostare e le bambine si preparano a scendere, squilla il cellulare.
“Mamma chi è?” mi chiede Claudia, mentre apre già lo sportello.
“Non lo so piccola, guarderò dopo, adesso sbrigatevi che siete già in ritardo”.
Con uno sbuffo, le gemelle chiudono lo sportello, e dopo avermi salutato con le manine, corrono verso la scuola.
Le guardo entrare, e poi recupero il cellulare che nel frattempo ha smesso di suonare.
È Seth. Strano, a quest’ora dovrebbe essere ancora al rifugio, non può essere tornato a casa così in fretta. Preoccupata, l'ho richiamo.
Schiaccio il tasto per la chiamata rapida. Mio marito risponde al primo squillo.
“Cecilia dove sei?” mi chiede ansioso, prima che io possa proferire parola.
“Davanti alla scuola, ho appena lasciato le bambine …”.
“Bene” m’interrompe. “Raggiungimi al capanno più in fretta che puoi. Anzi no, non venire su da sola. Vai a casa, mando uno dei mocciosi ad aspettarti”
Da quando Seth pensa che mi serva una balia?
“Seth, per favore calmati e spiegami cosa succede” gli dico con voce ferma.
Silenzio. Poi inizia a parlare, con un tono un po’ più calmo. Come se avesse fatto mente locale. “E’ successo un guaio, un grosso guaio. Non mi va di parlarne al telefono. Vieni su, vedrai con i tuoi occhi, ma stai attenta, abbiamo ospiti e non sono sicuro che se ne siano già andati”
Stavolta tocca a me tacere per qualche secondo, “Va bene” rispondo alla fine, mentre nella mia mente si formano vari scenari possibili. “Arrivo subito, non preoccuparti starò attenta, deve ancora esistere l’ospite che riesce a fregarmi”. 
Forse non è il momento adatto per le spacconate, ma se serve a calmare Seth …
“Amore, non sono sicuro che tu abbia mai incontrato questo genere di ospite, sta molto attenta” mi risponde serio, prima di chiudere la conversazione.
Bene non mi resta che andare a vedere con i miei occhi questo fenomeno.
 
 

Salve bella gente per chi non l’avesse notato ho iniziato una nuova storia, che poi come avrete capito è il continuo di “alla ricerca del passato”.
Ringrazio i 52 o 53 che sono passati a leggere, si lo so un prologo di poche righe abbandonato lì solo soletto non dice molto, ma ecco qui il primo capitolo. Spero che nuovi e vecchi lettori abbiano la voglia o l’opportunità di leggerlo.
Naturalmente aspetto le vostre opinioni su questo nuovo inizio.
Alla prossima.

 
  
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