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Autore: ALEchelon    22/01/2012    1 recensioni
Sento le lacrime scendere inesorabilmente sulle mie guance.
E’ da ormai troppo tempo che mi sento così, vuota, colma di dolore. Diciamo che in tutto questo tempo, da quella sera, non ho più vissuto..ho sopravvissuto.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui con un'altra storia, ero partita con l'intenzione di creare una OS poi però l'ispirazione ha deciso di impossessarmi di me facendomi scrivere molto di più, perciò (anche grazie al consiglio di romyechelon u.u) ecco creata una FF! spero che vi piaccia, buona lettura :)



Sento le lacrime scendere inesorabilmente sulle mie guance.
E’ da ormai troppo tempo che mi sento così, vuota, colma di dolore. Diciamo che in tutto questo tempo, da quella sera, non ho più vissuto..ho sopravvissuto.
Mi avvicino alla vasca da bagno, giro il rubinetto e l’acqua calda incomincia a scorrere velocemente; mi appoggio sul bordo freddo ad aspettare che si riempia. Respiro a lungo. Mi manchi.



La suoneria del mio cellulare mi fa sobbalzare, stavo dormendo, mi sento completamente indolenzita e toccandomi la guancia sento i segni che le pieghe del cuscino mi hanno lasciato. Rispondo.
“Pronto Helen! Dimmi che non stavi dormendo! io ed Evan abbiamo in mente una cosa..”
“Josh, oh buongiorno, si purtroppo stavo dormendo grazie tante per avermi svegliato così presto!”
“Ma sono le 10:00 Hel!”
Sbuffo “Quale grande progetto avete in mente stavolta?” dico schiarendomi la voce
“Scendi e lo saprai, siamo già sotto casa tua!”
“Come scendi? Mi sono appena svegliata sono impresentabile! Sai io a differenza di qualcuno mi lavo e..”
sento un rumore di sottofondo..
“Hel, sono Evan, senti fai quello che devi fare, ma non con troppa calma poi scendi d’accordo?”
“D’accordo” Evan, stupido abbindolatore. E’ sempre stato così, lui è quello che mi fa gli occhi dolci e sistema tutto, un cucciolotto, insomma. Lo conosco da 3 anni, cioè da quando mi sono trasferita a New York, ci siamo incontrati, o meglio scontrati all’aeroporto. Lui stava aspettando Josh, poiché erano già amici, ora come ora non ricordo dove fosse andato, e non credo me l’abbiano mai detto. Fatto sta che mi fecero visitare NY e facemmo subito amicizia, fu strano perché nonostante avessi 18 anni appena compiuti ero una tipa abbastanza diffidente, mi chiesero infatti di andare a vivere con loro, ma preferivo (e preferisco) stare sola, ho i miei orari le mie abitudini, e sto bene così.
Attacco la chiamata e mi dirigo velocemente nella doccia. L’acqua congelata mi sveglia per bene, esco e mi asciugo e in poco tempo sono pronta. Decido di vestirmi comoda, chi sa dove vogliono portarmi quei pazzi. Opto per Shorts di Jeans ed una maglia nera a giro maniche. Prendo la borsa a tracolla, riempendola di tutto il necessario e scendo.
Mi trovo davanti Evan e Josh seduti a terra, quasi addormentati. Josh è il classico tipo che fa impazzire le ragazzine, biondino, alto, con un corpo scolpito ma non troppo, occhi verdi e sorriso perfetto. In questo momento indossa un jeans nero con una maglia a mezze maniche rossa. Evan credo sia ormai nel mondo dei sogni, e così sembra ancora più dolce, lui ha i capelli neri, scuri come la pece come così anche gli occhi..inutile dire che ha un sorriso dolcissimo. Lui indossa un jeans chiaro ed una maglia blu. Credo di essermi soffermata troppo a guardarli, infatti si accorgono di me:
“Hel, stai dormendo in piedi?” mi chiede Josh alzandosi
“No ma a quanto pare qualcun’altro si” rispondo indicando Evan
Lo svegliamo insieme e lui si spaventa. Si alza cercando di darsi una sistemata.
“Stavi dorm…” non fa finirmi di domandare che mi dice “La prossima volta ci inviti a salire magari, così mi addormento nel tuo letto, e non qui come un barbone, grazie.”
Sorridiamo e iniziamo a camminare, per andare chissà dove.
“Allora, indovina dove ti portiamo!” mi chiedono in coro
“Che ne posso sapere, sono solo una ragazza di 21 anni non una maga”
“Hai presente quel festival che si tiene qui a NY ogni anno, pieno di band famosissime..?”
“Certo che si, e tu hai presente quelle cose chiamate “biglietti” che servono per entrarci?”
“Sta qui il divertimento cara Hel..”
“non ho capito dove vuoi arrivare”
“Ci infiltriamo!” urla Evan
“Infiltriamo? Voi due siete..” mi interrompono continuando la frase a loro piacimento “Siamo due geni, lo sappiamo, ora però velocizza il passo!”
Sbuffo a faccio quello che mi hanno detto. Prendiamo un taxi ed arriviamo circa 15 minuti dopo. La visione che si presenta ai nostri occhi è alquanto spaventosa. Centinaia, un’immensità di gente.
“Okay ‘geni’ come ci infiltriamo?”
“Tu inizia a fare la fila, poi ne parliamo” mi dice Josh
“Fare la fila?” quasi urlo “IO dovrei fare la fila per chissà quante ore, e poi magari non riusciamo ad entrare, tu sei matto..”
Non so come, davvero non lo so ma Evan mi convince a fare la fila. Saranno passate 6 ore. Il sole brucia ed io sono esausta. Sento in lontananza parecchia gente urlare.
“Stanno facendo entrare la gente! Siete pronti per correre? Tu specialmente Hel!” mi dice Evan
“il mio nome con la parola ‘correre’ nella stessa frase non va affatto bene..” rispondo
“Sempre sarcastica tu..” si immischia Josh.
Avanziamo di parecchi passi, arriviamo quasi davanti ad un tizio della security, 2 ragazzi davanti a noi prendono il biglietto e lo fanno strappare al tizio.
“Al mio tre supera i ragazzi e corri! Uno…due..” mi sussurra Josh
“COME?” rispondo
“TRE!”
Non ci penso due volte e inizio a correre come una matta. Supero il tizio della security che urla e cerca di prenderci, fallendo. Corro, corro e corro, non credo di aver corso mai tanto in tutta la mia vita. Josh ed Evan mi urlano di correre di più, anche perché ci sono altri tizi della security che ci seguono. Penso a chi me l’abbia fatto fare, potevo starmene a casa a dormire fino a pomeriggio inoltrato. Mi bruciano le gambe credo che tra un po’ mi accascerò al suolo. Arriviamo in un immenso spiazzale, con dell’erbetta fresca. Ci mischiamo tra la gente, spingendo come forsennati.
“Scusi, permesso, scusa..oh scusa…scusi!” mi faccio largo tra la folla e per poco non perdo di vista i miei amici. Si fermano. Ho il fiatone e non riesco a parlare. Siamo circondati da gente che ci guarda come se fossimo pazzi, alcuni si lamentano del fatto che siamo passati avanti, sinceramente non ho proprio la voglia, ne i mezzi per rispondere.
“Sei stata brava…ora, godiamoci il concerto!” dice Josh
“Sappiate che io non uscirò mai più in tutta la mia vita con voi!” sbraito, e subito dopo tossisco.
“Hei guardate, ecco la prima band!” ci avvisa Evan con un filo di voce.
Ci godiamo la prima band che non sembra male, ma di cui non ricordo il nome. Mi fanno male i piedi e ho la bocca secca, e questo è solo l’inizio! Vedo che Evan e Josh stanno parlando con delle ragazze, probabilmente straniere, me ne accorgo dall’accento, ci dicono che la prossima band sono i 30 seconds to Mars . Ne ho sentito parlare di questa band, e mi piacciono anche alcune canzoni, ma non mi ci sono soffermata più di tanto. Sono sempre stata legata alla musica, ma è da un po’ di anni che ho smesso di ascoltarla, ecco anche perché l’idea di un concerto non mi allettava molto. Evan mi distoglie dai miei pensieri:
“La prossima band sono i 30 seconds to Mars..sono fortissimi!” mi dice.
“Si ho sentito, stiamo a vedere.”
Sento delle ragazzine che incominciano a sbraitare cose incomprensibili, alcune che addirittura fanno proposte di matrimonio, sembrano possedute! Saranno le solite Fangirls che purtroppo ogni band ha. Ad un tratto parte una musica un po’ inquietante, esce del fumo dal palco. Gli urli di quelle cazzo di oche si fanno più forti. Vedo salire sul palco il chitarrista. Urla. Poi il batterista. Altre urla. Vanno avanti per qualche secondo, noto che il batterista si dà da fare!.
“Time to escape…”
Le urla sono diventate così insopportabili, manca poco che mi sanguino le orecchie. Ecco la causa dei gridolini isterici, il cantante.
“The clutches of a name..no this is not a game..”
Ora uccido qualche ragazzina.
“It’s just a new beginnin, i don’t believe in faith but the bottom line it’s time to pay..”
Dico rivolta a Josh “Ora prendo quelle ragazze e..” una mano mi tocca la spalla, mi volto. Cazzo. Il tipo della security mi fissa, sembra arrabbiato..e non poco. Josh ed Evan mi guardano preoccuparti.
“Ora IO prendo voi, delinquenti!” ci dice, chiamando altri due bestioni.
“You know you got it..”
Cerco di divincolarmi dalla sua presa ma non c’è niente da fare, prendono sia me che Josh ed Evan e ci trascinano fuori, scalpito cercando di dare dei calci a questa bestia che non mi lascia!
“THIS IS WAR!” Noto che il batterista mi sta fissando, come se non gli fosse mai capitato di vedere una cosa simile!
Ci sbattono letteralmente fuori, ci subiamo la ramanzina e ovviamente paghiamo la metà del biglietto.
“E’ stata una bella avventura però..” dice Josh mentre camminiamo tutti indolenziti
“Fottiti Josh!” rispondo con molta calma.
Facciamo un giro nei dintorni della città, un giro di qualche ora. Ci fermiamo a mangiare in un piccolo pub, mangio come se non avessi mai mangiato! Usciamo dal pub e inizio a cercare un taxi.
“No Hel , dai rimaniamo in hotel per stanotte! Io sono stanco e non ce la faccio a tornare a casa” mi dice Josh e dopo di lui Evan da un accenno di consenso.
“Voi non ce la fate a tornare a casa? È solo un fottutissimo quarto d’ora! Dopo quello che mi avete fatto passare me lo dovete!”
“Allora ciao!” mi dice Josh avviandosi dalla parte dell’Hotel, Evan lo segue. Ridono. So che si sono messi d’accordo, ma mi fa innervosire quando fanno così.
“Bene, ciao!” urlo ed entro in un taxi che si è appena fermato.
“Mi porti in un qualsiasi Hotel, grazie.” Dissi seccata. Arrivammo dopo 10 minuti circa, pagai ed uscii dal taxi. Perché ho detto QUALSIASI hotel? Ben ti sta Hel, penso. Entro in questo Hotel a 4 stelle, troppo lussuoso per il mio povero portafoglio. Mi dirigo subito alla reception:
“Mi scusi, vorrei una camera singola, solo per una notte grazie.” Prendo il portafoglio, prima che chieda il prezzo il signore mi ferma:
“Mi dispiace signorina, ma le camere singole sono terminate! Siamo in periodo di villeggiatura, ed i posti scarseggiano..”
Bene dormirò per strada.
“Non ho abbastanza soldi per una matrimoniale, non è che potreste controllare meglio?”
“Signorina sono certo che nessuna stanza singola è più a disposizione”
“Come è possibile che in quest’immenso Hotel non ci sia più una camera singola? La prego non è che..” una voce maschile mi interrompe.
“Scusi, prendo una matrimoniale, grazie” dice l’uomo. Io ero ancora voltata verso portiere, vado per girarmi mentre esclamo furibonda:
“Ascolti! Ho avuto una giornataccia e non mi serve qualcuno che la peggiori con la sua maleducatezza, o forse non si è accorto che stavo parlando?”alzo lo sguardo, e degli occhi color nocciola mi stanno fissando divertiti. Stavo per rispondere davvero male a quel sogghigno ma riconosco il volto.
  
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