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Autore: Kristah    22/01/2012    3 recensioni
Allora, la mia è la storia di Ellen, una ragazza di sedici anni, che frequenta la scuola di Hogwarts. E se la cosa vi interessa, leggerete la storia.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prologo

 

Ellen è una ragazza estroversa, solare, le piacciono gli scherzi e ammira moltissimo i gemelli Weasley.

Dal Cappello Parlante, il suo primo anno, è stata smistata tra i Serpeverde, la casa che odiava, ma non ha osato discutere la decisione del saggio cappello ormai bruciacchiato, dopo aver subito l’ira di Lord Voldemort. 

E comunque ormai, nulla ad Hogwarts è rimasto come era prima della battaglia.

 

Ellen ne ha preso parte nascondendosi insieme ad una decina di ragazzi quando ancora non era iscritta a scuola. Aveva solo 10 anni e ha perso la sua famiglia in quella battaglia, ma non se ne è dispiaciuta perché erano dei Mangiamorte. E se c’è una cosa che Ellen odia, quella sono i Mangiamorte.

Così quando suo padre è stato disarmato da quella ragazza, così giovane ma già così famosa e intelligente, Luna Lovegood, non ha potuto fare a meno di prendere la bacchetta di Biancospino e Crine di Unicorno dell’uomo, puntargliela contro e sussurrare la formula più temuta da tutti i maghi: l'Anatema che uccide.

 

Le tre Maledizioni Senza Perdono, Imperio, Crucio e Avada Kedavra; il Controllo della Mente Umana, la Tortura Fisica e la Morte.

Erano stati i suoi genitori ad insegnargliele, perché volevano che la loro figlia adorata diventasse un'assassina, una seguace di Tom Riddle.

Non si erano resi conto, però, che negli occhi neri di Ellen brillava una luce diversa: la luce della giustizia; e che il rossore che avvampava sulle sue guance rosee non era eccitazione, bensì disgusto, il disgusto di essere nata da una famiglia che pensava che il Sangue e la discendenza fossero tutto.

 

Dopo aver compiuto quel gesto, non si è gettata in ginocchio sul corpo del padre a piangere, come avrebbe fatto sua sorella maggiore Merope; tutto il contrario: si è voltata, iniziando a camminare dritta nella battaglia.

Non sapeva duellare, conosceva pochissimi incantesimi che in quella battaglia tra il Bene e il Male, Maledizioni Senza Perdono escluse, erano niente.

Si era diretta verso il castello, camminando decisa tra i Mangiamorte e i Maghi dell'Ordine della Fenice e dell'Esercito di Silente che duellavano all’ultimo sangue. Raggiunta la porta si era girata per guardare quello che una volta era stato l'ingresso.

 

Non c'era più nulla.Il tetto era sparito, le pareti erano piene di buchi. Poi le vide: era sicura che fossero sua madre, Alexis e sua sorella Merope. I capelli biondi della madre erano disordinati, come Ellen non li aveva mai visti, erano anche bruciati sulle punte. Avrebbe potuto distinguere sua sorella Merope ovunque: i suoi capelli neri come la pece, e gli occhi azzurro ghiaccio, così intimidatori. La stava guardando con disgusto: era l'unica che sapesse. Sapeva che, se Ellen fosse stata più grande, avrebbe scelto il fronte di Silente, quello dell'Ordine della Fenice, ma soprattutto quello di Harry Potter. 

Merope lo sapeva e in un impeto d'odio dettato dalla furiosa battaglia che imperversava attorno a loro, aveva alzato la bacchetta contro la sua sorellina. Le sue labbra stavano per formulare quella Maledizione, quando una lampo di luce verde la raggiunse in pieno petto, facendola atterrare di schiena sul liscio pavimento di marmo.

Si voltò.

Non era preoccupata, non dopo aver visto Draco Malfoy con la bacchetta in mano, ansimante.

Ellen lo aveva sempre saputo o per lo meno lo aveva sospettato: i suoi zii Lucius e Narcissa, suo cugino Draco erano dalla parte dei buoni.

Ellen sapeva che Draco non avrebbe voluto uccidere Silente, che Lucius aveva finalmente capito che il sangue non era tutto, e che l'amore per la famiglia era più importante; ancora non sapeva però che la zia Narcissa aveva mentito per sapere se suo figlio Draco, il pallido ragazzo biondo, che lei tanto amava, era ancora vivo.

 

Draco le tese la mano, la sua carnagione pallida era in contrasto con la terra era intrappolata sotto le sue unghie.

Ellen la afferrò e insieme si avviarono giù per le scale.

Draco la guidò fin nei Sotterranei, nella Sala comune dei Serpeverde, e le disse, con una voce così dolce, che stonava con il suo nome: «Ora ascoltami, Ellen, non devi, per nessuna ragione, uscire da qui. Solo quando sentirai silenzio, quando arriverà la quiete potrai uscire, non un minuto prima. Questo è essenziale. Devi promettermelo, devo sapere che sei al sicuro» un sorriso stiracchiato si dipinse sulle sue labbra: «Non possiamo rischiare di perdere quel poco senno che è rimasto in famiglia. Promettilo»

Ellen non sapeva cosa fare: voleva partecipare alla battaglia, sconfiggere Tom Riddle e quello stupido serpente che si portava sempre appresso.

Nessuno doveva più essere ucciso.

 

Draco, come se le avesse letto nella mente le disse, questa volta con più fermezza: «Ellen, promettilo» 

Suo cugino aveva ragione: non potevano perdere il poco senno rimasto in quella dannata famiglia.

«Lo prometto»

«Brava la mia cuginetta» e le diede un dolcissimo bacio sulla fronte, proprio tra le sopracciglia e i capelli, entrambi del colore del sole.

 

Quello che successe dopo che Draco l’ebbe lasciata nella Sala Comune dei Serpeverde, Ellen lo sa solo perché glielo hanno raccontato i suoi zii. Sua madre e  suo fratello Lucius avevano ingaggiato una lotta al termine della quale lei aveva avuto la peggio. 

Un ragazzo chiamato Neville Paciock aveva ucciso il serpente Nagini, e Voldemort era stato sconfitto da Harry Potter. 

Ma quello che successe nel mentre lo sappiamo tutti.

  
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