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Autore: braver than nana    22/01/2012    7 recensioni
{ Zouis - song fic on Wake me up of Ed Sheeran }
And your eyes turn from green to gray and in the winter i’ll hold you in a cold place, cantò a voce più alta guardando dritto nelle sue iridi, scendendo ogni tanto sulle sue labbra che si erano curvate in un sorriso e che aveva una voglia matta di baciare. Non era un tipo da serenata, lo sapevano tutti, e il vento freddo che gli veniva alle spalle facendo entrare nella stanza i primi fiocchi di neve dell’anno lo faceva tremare, facendogli cedere la voce ogni due parole.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wake Me Up

So you just need to breathe to feel my heart against yours now
Against yours now
Maybe I'm just in love when you wake me up

La televisione che aveva sulla scrivania era l’unica fonte di illuminazione che quella notte, troppo buia per colpa della luna nuova, faceva risaltare i muscoli rilassati della schiena del suo compagno, steso supino sul letto sfatto. Strani giochi di ombre causati dall’intermittenza della scritta del dvd in standby si alternavano ad ogni suo respiro, ad ogni piccolo spasmo causato da chissà sogno che lo stava facendo agitare. Avrebbe voluto prendere una matita e disegnare ogni angolazione del suo corpo nudo e perfetto, o scrivere per tutta la lunghezza della sua longilinea figura i pensieri che in quel momento gli attraversavano la testa. Sorrise spostandogli delicatamente un ciuffo di capelli dalla fronte corrucciata.

Avrebbe voluto abbassarsi, muoversi da quella posizione un po’ scomoda che aveva assunto per avere la visuale migliore, e posargli un bacio su una delle scapole che in quel momento era messa in evidenza dal modo in cui aveva piegato il braccio sotto il cuscino. Era bellissimo, era semplicemente bellissimo e avrebbe voluto dirglielo ogni volta che posava lo sguardo su di lui. Era bellissimo quando dormiva e scalciava se faceva sogni troppo movimentati, quando era sul palco insieme a lui e cantava con la sua voce delicata, era stupendo quando lo guardava con quegli occhi di un azzurro così chiaro e profondo che lo facevano morire un po’ ogni volta. La linea morbida della sua mascella, la tonalità chiara dei suoi capelli lisci e tremendamente morbidi, la sua voglia di vivere e il modo pazzo di dimostrarlo. Era fantastico, pensò sospirando come una ragazzina.

Con la mano che non gli reggeva la testa azzardò una carezza lungo la spina dorsale ancora arrossata dai baci che aveva lasciato non poco di qualche ora prima. Lo vide tremare scuotendo impercettibilmente la testa e rilassare il viso mentre saliva e scendeva per la sua schiena con la punta delle dita, ridacchiò silenziosamente. Amava il modo in cui, ne era certo, riuscisse a riconoscere la sua presenza, il suo tocco, anche mentre dormiva.

Diede un’ultima occhiata al suo corpo prima di muoversi il più lentamente possibile, alzandosi dal letto provando a non far gracchiare le molle rumorose, e si avvicinò alla finestra chiusa. Fuori c’era aria di neve e nuvole troppo chiare per quella notte aleggiavano su Londra, non avrebbe dovuto aprire la finestra sapendo che il vento gelido, talmente violento da star già facendo piegare gli alberi del viale su cui si affacciava la sua casa, ma piano fece ruotare la maniglia fredda e aprì di poco un’anta. Respirò profondamente senza preoccuparsi neanche di coprirsi e l’aria ghiacciata gli arrivò fin dentro i polmoni togliendogli il fiato.

Forse così lui si sarebbe svegliato, non aveva neanche un lenzuolo a coprirlo, ma almeno non avrebbe potuto prendersela con lui.

Si strinse le braccia attorno al corpo, sfregando i palmi delle mani costantemente caldi contro i fianchi e gli avambracci ma non riuscì minimamente a scardarsi. Solo tra le braccia di Louis riusciva a percepire quella sensazione di calore che aveva inutilmente cercato di riprodurre in quei secondi e sorrise ancora una volta, troppo tentato dall’idea di svegliarlo buttandosi sul letto solo per farsi abbracciare. Scosse la testa e si sedette alla sedia imbottita che aveva comprato da poco per la nuova scrivania, era rivestita di una strana pelle sintetica che di sicuro gli avrebbe fatto sudare la schiena in poco tempo ma era comoda da fare schifo, e prese la chitarra di Niall che l’amico gli aveva affidato con l’intenzione di insegnargli a suonare. Così la smetterai di parlare del tuo insano amore per il tamburello nei nostri video diari, aveva detto facendolo scoppiare a ridere.

Fino a quel momento sapeva fare solo pochi accordi ma gli uscivano particolarmente bene, secondo l’orecchio esperto del suo strano mentore, e anche il suo orecchio da musicista gli diceva sempre che forse aveva un talento nascosto per quello strumento.

La appoggio sulla gamba e la circondò con le braccia posizionando le mani provando a ricordare quell’ultima canzone che Harry gli aveva proposto per le sue lezioni. Era del nuovo cd di Ed, gli piaceva e la trovava particolarmente facile, erano solo una manciata di accordi che si ripetevano per tutta la canzone, e poi, non lo aveva detto agli altri, gli faceva pensare al ragazzo steso sul suo letto in quel momento.

Non parlava di questa cosa che c’era tra lui e Louis agli altri. Sapevano, era certo che ormai tutti, nel bene e nel male, sapessero cosa succedeva nelle stanze d’albergo con le mura sottili che gli propinavano in giro per l’Inghilterra, anche perché nonostante avessero discusso sul far rimanere segreta quella specie di relazione per certo quel pazzo non era riuscito a tenere la bocca chiusa, almeno con Harry. Quello di cui non erano a conoscenza era l’intenso ammasso di sentimenti repressi che si teneva dentro dal primo istante in cui aveva posato le labbra su quelle del suo compagno.

Aveva provato a parlare a Liam un giorno, si era seduto vicino a lui sul divano rosso che avevano nella vecchia casa dove vivevano tutti insieme ma poi si era ritrovato a chiacchierare su come la trama di Toy Story potesse condizionare la vita di un bambino dai tre ai nove anni,  incapace come al solito di parlare di sentimenti.

I should ink my skin with your name, iniziava lentamente. La sua voce, pensò dopo qualche frase sussurrata, non era adatta a cantare quella canzone. Louis sarebbe riuscito a fare di meglio, quello era il suo campo.

Cause maybe you’re lovable, maybe you’re my snowflake, si fermò un poco fissando la figura del ragazzo che sul letto si muoveva e, dopo qualche istante, riuscì a intravedere i suoi occhi aperti che lo guardavano, meravigliati e assonnati. L’aveva svegliato ma non se ne dispiaceva, era contento di cantare per lui in quel momenti, lui soltanto.

And your eyes turn from green to gray and in the winter i’ll hold you in a cold place, cantò a voce più alta guardando dritto nelle sue iridi, scendendo ogni tanto sulle sue labbra che si erano curvate in un sorriso e che aveva una voglia matta di baciare. Non era un tipo da serenata, lo sapevano tutti, e il vento freddo che gli veniva alle spalle facendo entrare nella stanza i primi fiocchi di neve dell’anno lo faceva tremare, facendogli cedere la voce ogni due parole.

Louis si alzò dalla posizione rilassata che aveva assunto appena sveglio e si sedette con la schiena appoggiata al muro, e canticchiò con lui sorridendo. Sapeva lo sforzo enorme che stava facendo, sapeva cosa c’era dietro quelle parole, tutti i sentimenti, tutte le paure e le consapevolezze che potevano arrivare solo in notti grigie come quelle.

Non poteva fare a meno di sentirsi lo stomaco profondare, rigirarsi e intrecciarsi in mille capriole nel sentire la voce profonda che gli cantava quella strana canzone d’amore.

And you will never know just how beautiful you are to me, dissero contemporaneamente. Con ancora la chitarra sulle gambe ma senza suonare il più piccolo lo ripetè un paio di volte sentendo gli occhi inumidirsi un po’. Non aveva mai pianto davanti a lui, se si escludeva lo sfogo dopo la morte di suo nonno, e ora non voleva far altro che abbandonare quell’ingombrante pezzo di legno da qualche parte e buttarsi tra le sue braccia per piangere tutte le lacrime di frustrazione che sentiva in corpo.

Erano ancora entrambi nudi, con la neve che li faceva tremare e i sentimenti che li scuotevano nel profondo, con gli sguardi incatenati e ancora l’odore di tutto l’amore che avevano consumato quella sera nelle narici. Se si concentrava sentiva ancora la consistenza dei suoi fianchi sotto le dita e il sapore aspro del sudore tra i denti.

Si alzò facendo cadere la chitarra con un tonfo, senza degnargli di uno sguardo mentre l’altro lo fissava. Percepiva il respiro dell’altro che si condensava in nuvolette davanti al suo viso e la velocità con cui i suoi occhi si scurivano dalla passione. Conosceva a memoria ogni reazione del corpo di Louis ai suoi gesti, ma quando si sedette davanti a lui, gattonando fino a trovarsi sopra il suo corpo senza realmente toccarlo, rimase sconvolto da quello che lesse nel suo sguardo.

Maybe I'm just in love when you wake me up, la prima cosa che pensò quando sentì quelle parole uscire piano dalle sue labbra fu che aveva ragione, cantata da lui quella canzone diventava mille volte più bella e musicale, come se fosse stata creata per essere cantata da quella voce. Poi ragionò e sentì le gambe cedere. Gli stava dicendo che lo amava?

Loro facevano sesso, avevano iniziato subito dopo finito X Factor, quando si erano trovati ubriachi a nella sua casa a Bradford per una festa organizzata dai suoi vecchi amici. La mattina dopo ne avevano riso su come se non avesse importanza, eravamo ubriachi, ho sempre voluto sperimentare, amici come prima. Poi ci erano ricascati da sobri, una, due, dieci volte fino a farla diventare un abitudine. E non avevano mai parlato di sentimenti perché allora Louis stava ancora con Eleonor e non poteva mica essere geloso nonostante una volta avesse rotto un cavolo di vaso e quella bella cornice che gli aveva regalato sua madre mentre lo vedeva uscire con lei. Anche perché tornato dal cinema lo avevano fatto tre volte e quello gli bastava.

Aveva paura a parlare di sentimenti. Sapeva che c’erano, che forse c’erano sempre stati, ma non poteva, non ci riusciva. E naturalmente come era in sua natura era stato Louis a rompere il ghiaccio.

«Io ti amo, Zayn.»

Prese il suo viso tra le mani ingoiando tutti i ragionamenti che si stavano intavolando nel suo cervello e lo baciò. Lo baciò come non aveva mai baciato nessuno, come se ne andasse della sua vita, come se volesse rubargli tutto l’ossigeno che aveva in corpo e donargli il proprio, come se le sue labbra fossero l’unico antidoto a un potente veleno che lo stava uccidendo velocemente, come se non ci sarebbe stato domani e tutto quello che voleva era morire sulle sue splendide morbide labbra. Lo stava baciando sentendo distintamente ogni movimento della sua lingua sul palato e contro i denti che mordevano e accarezzavano. Avrebbe voluto restare così per sempre, stretto contro il suo corpo assurdamente caldo. Si allontanò solo di qualche millimetro, parlando praticamente incollato al suo viso e muovendo le labbra contro le sue.

«Ti amo così fottutamente tanto, cazzo.»

Louis rise circondandolo con le braccia sospirando poco quando, facendoselo più vicino sentì i loro corpi strusciarsi uno contro l’altro. Ma non avrebbero fatto di nuovo l’amore quella sera -perché era di quello che si trattava, di amore, non sesso, pensò tirando un sospiro di sollievo a quella consapevolezza-, c’era la neve e tutto era così candido e fermo che volevano restare semplicemente a guardarsi e dirsi ti amo e baciarsi ignorando gli accenni di erezione che ogni carezza gli procurava.

Maybe I'm just in love when you wake me up, sussurrò al suo orecchio.

Maybe I'm just in love when you wake me up.

Fine.

Ritornare nel fandom delle Directioner è sempre un piccolo trauma per me. Ultimamente vedo Zouis ovunque quindi dovevo scrivere qualcosa, poi la canzone che da il titolo a questa specie di storia mi ha rapito il cuore in questi giorni e la trovavo abbastanza adatta (è di Ed Sheeran e la trovate qua). La prima volta che l’ho sentita ho pensato a loro due e quindi, beh, questo è il pasticcio che ne è uscito. Zayn fuori carattere? Louis? Gli One Direction non mi appartengono –e buon per loro perché se no me li terrei sul comodino a fargli fare porcate tra di loro tutto il giorno- e questa storia naturalmente è stata scritta senza scopo di lucro. L’unica cosa che spero di aver ricavato è stato un sorriso da parte vostra.

Fatemi sapere che ne pensate, Nana.

   
 
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