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Autore: xClodMoonLight6    22/01/2012    10 recensioni
"Non sono mai stato innamorato e  la fatidica frase ti amo mi ha sempre spaventato molto; non sono stato mai capace di pronunciarla, ma sono fiero di aver ponderato le mie parole”. Nel momento in cui Cory pronunciava quel periodo, non avrebbe mai pensato che nella sala in cui proferiva il suo discorso da testimone c'era la persona che gli avrebbe permesso di dare un nome all'amore, Lea.
Ho avuto l'ispirazione grazie ad un sogno e ho deciso di scriverci una Fanfiction che analizza nel profondo le singole emozioni e i più innocui sentimenti di un pairing che amo molto: Lea Michele/Cory Monteith.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un caldo giorno di luglio, guardandosi allo specchio Lea continuava a chiedersi perché non avesse ancora parlato con Theo; erano ormai mesi che la loro storia non funzionava più, aveva scoperto di numerose amanti con le quali colui che dovrebbe sarebbe dovuto essere il suo fidanzato la tradiva, ma era innamorata e molti ricordi la legavano a lui.
Persa nei suoi pensieri, pettinava i suoi lunghi capelli lisci che cadevano sulle spalle formando un’onda sinuosa che quasi le accarezzava la schiena; il verde del suo vestito si intonava alla perfezione con i suoi colori e metteva in risalto i suoi grandi occhi castani e le sue lunghe ciglia che rendevano il suo sguardo capace di ipnotizzare chiunque lo incrociasse.
“Lea!”- urlò il ragazzo che aspettava impaziente in macchina -“Sbrigati o faremo tardi!”. Riportata alla realtà dalle parole di Theo, Lea si accorse che una lacrima stava scendendo sul suo viso; asciugandola sveltamente, si apprestò a raggiungere il veicolo.
“Non capisco perché voi donne ci mettiate così tanto tempo a prepararvi..” – “Ci importa molto essere belle da guardare – ribatté Lea infastidita- non ci accontentiamo di infilare una giacca, dei pantaloni e una cravatta a caso, soprattutto per un’occasione così importante”. “Ed eccola che ricomincia, devi smetterla con queste frasi pungenti. Si può sapere che hai? E’ da una settimana che sei fredda e sgarbata nei miei confronti..” - Lea si girò verso il finestrino, per nascondere le lacrime che le segnavano il volto, e vide tutto il resto scorrere velocemente al di fuori della vettura - “Magari Emi è più dolce con te, non credi? I suoi modi sembravano più gentile quando ti accarezzava i capelli al tavolino di quel bar l’altro giorno”. Preso alla sprovvista, il ragazzo fermò la macchina all’improvviso provocando il suono dei clacson di tutte quelle al suo seguito che incolonnate bloccavano il traffico.
Le uniche parole che il ragazzo riuscì a mettere insieme furono - “Di cosa stai parlando?” – Lea rise, di fronte all’ulteriore codardia di Theo e gli rispose – “Pensi che io sia una stupida? Pensi che i suoi messaggi durante la notte passino inosservati? O pensi che non mi vengano dei dubbi quando mi dici di dover lavorare fino a tardi e poi quando chiamo in ufficio per chiederti con tanto amore cosa tu voglia per cena i tuoi colleghi imbarazzati mi rispondono dicendomi che il tuo turno è finito un’ora prima? Ma non importa più, ho capito come stanno le cose. Ed ora, per piacere, potresti rimettere in moto? Sai, il matrimonio della mia migliore amica alla quale ho promesso di fare da damigella mi sta aspettando”.
Non sapendo cosa dire, Theo fece ripartire la vettura e tutto il resto del viaggio trascorse con un silenzio carico di tensione che non fu spezzato nemmeno dall’arrivo al prestigioso hotel in cui si teneva l’evento.
Lea scese dalla macchina e si incamminò velocemente verso la sposa senza nemmeno aspettare il suo accompagnatore; la abbracciò, si congratulò con lei e si apprestò ad entrare nella sala.
Dopo la cerimonia, al momento del brindisi, il testimone prese il microfono per fare il suo discorso. Era un uomo alto, decisamente alto, dai capelli castani modellati in una cresta spettinata, gli occhi color nocciola, profondi e allegri ed un sorriso accattivante e scherzoso.
“Non sono molto bravo con le parole, non lo sono mai stato; persino quando il mio migliore amico Joseph mi ha chiesto di fare da testimone al suo matrimonio con la bellissima Lily, mi sono limitato a rispondere con un caloroso abbraccio” – le sue parole furono accolte da una risata che prese persino la persona seduta nell’ultima fila del grande teatro. Imbarazzato, continuò: “Per quanto mi riguarda, non sono mai stato innamorato e  la fatidica frase ti amo mi ha sempre spaventato molto; non sono stato mai capace di pronunciarla, ma sono fiero di aver ponderato le mie parole”.
Gli occhi di Lea e del misterioso e affascinante testimone si incrociarono e la scintilla che fu sprigionata dall’incontro dei loro occhi gli fece per un istante perdere il filo del discorso. “Ehm, avevo preparato uno dei classici sermoni da fare in queste occasioni, ma onestamente vi dico che l’ho dimenticato; - fu lieto nel constatare di essere riuscito a far sorridere Lea e ciò gli diede la carica necessaria per concludere – “una cosa che però non scorderò mai e che prenderò sempre come esempio è l’amore che lega i nostri qui presenti sposi, che è stato vivo e potente dal primo giorno, per tutti i nove anni del loro fidanzamento, fino ad oggi e sono sicuro che non si spegnerà presto perché di sentimenti del genere ce ne sono pochi in giro. Un applauso agli sposi!”.
Non appena terminò e ricevette un clamoroso battito di mani da tutto il pubblico, scese velocemente dal palco e quasi fuggì dagli sguardi che si poggiavano curiosi su di lui.
Durante l’acclamazione finale, però, il ragazzo dagli occhi color nocciola aveva notato che la misteriosa fanciulla che tanto l’aveva colpito si era allontanata dal suo posto con al seguito colui che deduceva fosse il suo fidanzato.
“Hai finito di mangiare con gli occhi il testimone?” urlò infuriato Theo a Lea, la quale notò facilmente che egli aveva bevuto più d’un bicchiere.  – “Ma sei impazzito?! Abbassa la voce! Non ho fatto assolutamente niente!” – “No? Continuavi a guardarlo con quel sorrisetto da sgualdrina!” – Lea non riuscì più a trattenersi, aveva raggiunto il limite di sopportazione, tutto ciò era troppo – “Adesso basta! Non ce la faccio più, sono stanca di vivere questa situazione, non ne posso più di ignorare gli evidenti segni dei tuoi numerosi tradimenti che nemmeno ti preoccupi di nascondere! Basta, basta, basta! E’ finita, Theo! – urlò con la voce spezzata dalle lacrime che le sbavavano il trucco. Si concesse un minuto per tranquillizzarsi e con voce calma disse – “Appena puoi, fà le valigie e và via da casa mia”. Fece per andarsene ma Theo la afferrò violentemente per un braccio e le sferrò un violento schiaffo che le lasciò il segno sulla guancia diventata ormai paonazza.
“Che sta succedendo qui?” – disse con tono deciso il testimone giunto a causa delle grida.
“Niente, coglione, stavamo solo facendo due chiacchiere. Smamma”. – “Non mi sembra che voi stiate solo chiacchierando”. –Rispose in maniera pacata ma l’ubriaco perse il controllo e lo colpì al volto con un potente destro. “Theo!” – urlò Lea che subito dopo scoppiò a piangere. La rissa fu evitata, però, in quanto il fragore generato attirò l’attenzione della sicurezza dell’hotel, che  prontamente accompagnò l’uomo fuori dall’edificio.
“Tutto bene?!” – chiese spaventata Lea all’uomo misterioso. “Non importa di me, lei sta bene? Ho visto che il suo ragazzo ha osato darle uno schiaffo”. “Sì, sto bene, grazie, però sono mortificata del fatto che ci sia andato lei di mezzo, cosa posso fare per rimediare?”. - “Può semplicemente dirmi il suo nome. Ah, io sono Cory, mi dispiace che siano queste le circostanze in cui mi sono presentato ad una bella ragazza come lei”- Disse accompagnando le sue parole da un sorrisetto divertente – Lea rise imbarazzata – “Lo sono anche io.. Mi chiamo Lea in ogni caso. Vorrà metterci del ghiaccio, la sua guancia non sembra stare bene.” – “Lo farò se lei è d’accordo a darci del tu.”

Tornata a casa, Lea non poté fare altro che pensare al suo salvatore, i cui occhi color nocciola l’avevano ipnotizzata e le avevano trasmesso calma e serenità dal primo istante in cui si erano incontrati con i suoi.
Si lanciò nel letto, mise la testa sotto le coperte e si abbandonò ai suoi pensieri, rimanendo sorpresa del fatto che il soggetto di essi non era Theo e che tutto ciò in cui sperava era un altro incontro con Cory.

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