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Autore: Helis Redien    22/01/2012    3 recensioni
La vita di Anelma è oscura e nel corso dei suoi anni cercherà di diventare Mangiamorte ma qualcosa l’ha fatta cambiare idea.
Grazie al supporto di Madama Rosmerta, riuscirà ad entrare tra gli insegnanti di Hogwarts ed è lì che conoscerà il professore di pozioni Severus Piton, come andrà a finire?
Quali nuovi misteri saranno svelati sulla vita della ragazza? Quali nuovi segreti verranno rivelati su Lord Voldemort e sui genitori di Anelma?
Per chi la segue e per chi la seguirà, vi informo che l'intera storia è in revisione, pertanto non sarà aggiornata. 18/02/2014
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Disclaimer: I personaggi della storia non sono di mia proprietà bensì di J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il Personaggio principale di Anelma Laidhopeinen, i luoghi non inventati dall’autrice della saga di Harry Potter sono di mia proprietà e occorre il mio esplicito permesso per pubblicare, tradurre o citare parti della mia creazione altrove. Le citazioni dai libri di Eelis Laidhopeinen sono mie e di nessun altro come ogni singola parola qui presente, citazioni non mie verranno accreditate al rispettivo autore alla fine del capitolo che le contiene. Per un altro utilizzo di queste mie citazioni serve il mio scritto ed esplicito permesso. Opera non scritta a scopo di lucro o altro.

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Soffocata dall'oscurità Anelma lentamente si risvegliò. Non era passato molto tempo da quando era svenuta; l'aveva capito perché era ancora tra le braccia di Severus.

Si mise a sedere lentamente cercando di riprendersi dallo svenimento.

-Come usciamo di qui?- chiese in un sussurro la ragazza evitando di guardare Severus.

-Come stai, Anelma?-

Lei annuì

-Bene ma starei meglio se uscissi di qui-

-Ho riflettuto un po' su come siamo finiti qui e non ho trovato niente che ci possa servire per tornare in superficie. C'è quella grotta però; riesci ad alzarti?-

-Sì- annuì la ragazza alzandosi.

Guardò negli occhi il professore che rispose con uno sguardo dispiaciuto, poi si voltò verso la grotta e si incamminò.

Non aveva mai visto un luogo così isolato; solamente un orologio dorato faceva distogliere lo sguardo dalle pareti terrose. Si fermò qualche secondo ad osservarlo, se era lì serviva sicuramente a qualcosa.

Continuava a pensare alle ultime parole della lettera lasciatale da suo padre: “Ma devo trattenermi ancora nello spiegarti questo nostro segreto.

Se Eelis l'aveva rimandata a casa significava che c'era un modo per uscire di lì... ma quale?

-Anelma- disse Piton in un sussurro -non voglio che tu ti faccia influenzare da...-

-Non ora, Severus. Pensiamo ad uscire di qui e poi ne riparleremo- rispose senza guardarlo.

Lui annuì.

-Cosa significa kehellä?- chiese insicuro.

-Nulla di importante- rispose secca Anelma.

-Piuttosto, hai una minima idea di come uscire di qui?- continuò

-Non saprei, forse potrebbe centrare qualcosa l'orologio-

Anelma iniziò a pensare.

Certo, un orologio d'oro in mezzo alla terra faceva un po' pensare. E il pendolo significava qualcosa? Certamente no poiché conteneva già il biglietto di Eelis ma allora potevano essere...

-Le lancette- sussurrò Anelma

-Cosa?-

-Le lancette Severus. Mentre ti stavi avvicinando all'orologio ho notato che questo non aveva le lancette. Ma la cosa che me lo ha fatto notare è stato il pendolo che, a quanto pare, non era collegato a nessun meccanismo che lo facesse oscillare-

Dicendo questo entrarono nella caverna.

-Bisogna solo trovarle e non sarà tanto semplice-

-Accio lancette!- esclamò Piton ma non successe nulla.

-Prova tu, Anelma. Magari c'è qualche altro incantesimo “anti marchio”-

-Accio Lancette!- Aspettò qualche secondo ma nulla si mosse verso di lei.

-Niente. O non sono la via di fuga oppure ...-

Ma le sue parole furono interrotte da un stridio proveniente dal fondo della grotta.

-Ha funzionato-

Un'orda di pipistrelli uscì dall'ombra investendo i due. Ma Severus fu scaraventato via da qualcosa di più grosso, un Troll.

Sulla sua enorme mazza erano incastonate le due lancette.

-Severus!- urlò Anelma vedendolo a terra ad una decina di metri di distanza da lei.

I pipistrelli erano usciti tutti dalla grotta lasciando Anelma e il Troll da soli ad osservarsi.

Era diverso dai soliti troll; anche se di corporatura era uguale qualcosa in quell'essere lo rendeva diverso, sembrava più un guardiano.

Questo alzò l'enorme mazza di legno ma Anelma gli puntò velocemente la bacchetta contro.

Passarono alcuni momenti di tensione; il mostro però ad un certo punto alzò l'altra mano verso la mazza e tolse le lancette.

La ragazza lo guardò sospettosa.

Il troll si avvicinò a lei goffamente e pericolosamente, allungò l'enorme mano verso Anelma e le porse le lancette.

Si fissarono nuovamente ed infine questo se ne ritornò nell'oscurità della grotta.

Lei lo seguì con lo sguardo fino a quando non riuscì più a scorgerlo poi corse verso l'uomo che era a terra.

-Severus- sussurrò.

-Q-questa è una delle punizioni per essersi fatti tatuare il marchio oscuro- disse stringendosi lo stomaco.

-Riesci ad alzarti?-

Anelma lo aiutò a sedersi.

Era in preda a forti fitte di dolore ma riuscì a mettersi a sedere.

Lo aiutò ad alzarsi ma non riuscì a tenersi in equilibrio. Era fortunato ad avere ancora una cassa toracica. Anelma lo portò vicino all'orologio.

-Severus, aspettami qui- lui annuì.

La ragazza si avvicinò al pendolo aprendo la finestrella del quadrante e inserì le lancette al loro posto. Queste ripresero a muoversi scandendo il tempo.

Si avvicinò nuovamente al mago e aspettò.

-Speriamo vada tutto bene-

Furono circondati da delle lunghe radici del salice che li aveva scaraventati nel buco. Queste li avvolsero con dolcezza e li portarono da dove erano arrivati.


Furono di nuovo circondati dai piccoli punti colorati.

-Severus... forse ho esagerato prima, capisco che tu non me l'abbia voluto dire ma non posso fidarmi di te in questo momento- disse in tono duro poi il suo tono si ammorbidì.

-Forza, siediti un po' e riprendi le forze poi torneremo al castello-

Si sedettero sulle radici del salice e calò il silenzio.

-Anelma, non sono più un mangiamorte-

-Non posso rischiare, scusami-

Passarono lunghissimi minuti di silenzio mentre entrambi osservavano le luci fluttuare nell'aria.

-Chiederò al preside qualche giorno di pausa in cui me ne andrò dal castello-

Lui la osservò.

-E' pericoloso, potrebbero trovarti-

Lei non rispose.

-Andiamo?-

-Sì-

Severus si alzò lentamente dalle radici dell'albero e uscirono dalle fronde del salice.

Camminarono tranquillamente verso il castello quando una voce li bloccò.

-Ma che bella coppietta abbiamo qui-

Dall'oscurità uscì un uomo dall'aspetto trasandato dai tratti più animali che umani.

-Greyback...-

Anelma fece per estrarre la bacchetta ma prontamente l'uomo la disarmò.

-No, no, non si fa così bellezza-

Poi si rivolse a Severus.

-Ci aspettavamo l'avessi uccisa-

Piton gli rivolse una smorfia disgustata.

-Come mai è ancora viva?-

Il viso di Greyback era così vicino a quello di Severus che poteva sentire il suo alito pesante.

-Non mi rispondi? Proviamo a chiederlo alla tua “nuova amica”allora-

L'uomo si avvicinò ad Anelma girandole attorno.

-Dove sono gli altri, Greyback?-

-Oh dovresti saperlo, Severus-

Greyback avvicinò il suo viso all'orecchio della ragazza ed iniziò ad annusarle il collo.

Lei rimase immobile.

Le prese i capelli della nuca e glieli tirò all'indietro.

-E' un peccato rovinare questo bel faccino non trovi, Severus?-

Anelma guardò Severus delusa e amareggiata.

-Falla finita, Greyback- Bellatrix Lestrange si avvicinava a loro con un enorme ghigno stampato sul viso.

-Hai sentito Severus? Devo ammazzarla io. Pensa che il Signore oscuro si fidava di te- ghignò puntando la bacchetta alla gola della ragazza.

-Aspetta!- esclamò la donna.

-Perché non lo facciamo fare a Severus?-

-E' mio questo compito, Bellatrix- ringhiò il lupo mannaro.

-Si ma non credo che al Signore Oscuro dispiaccia. Se Piton si rifiuterà uccideremo anche lui-

-Ricordi cosa succede ai traditori, vero?-gli sussurrò in un orecchio

Greyback voltò la ragazza verso Piton strattonandola per i capelli.

-Forza Severus, vediamo se hai il coraggio di ucciderla- lo schernì Bellatrix.

La donna gli sfilò la bacchetta dalla giacca nera e gliela porse.

Anelma lo guardò negli occhi ma non aveva paura.

Piton prese la bacchetta lentamente e la puntò verso la ragazza senza guardarla negli occhi.

-Severus- lo chiamò Bellatrix in un sussurro -Severus devi solo dire due parole, solo due-

L'uomo la guardò intensamente.

Ad un tratto la bacchetta della ragazza volò tra le mani di lei. Anelma lanciò un confundus non verbale a Greyback che la lasciò andare.

-Cos'hai Greyback?-

Severus schiantò l'uomo verso un albero.

-Anelma, VATTENE!-

La ragazza si smaterializzò.


Anelma si materializzò davanti un'enorme casa. Era da quando aveva 11 anni che non la vedeva.

Il giardino era trascurato e gli alberi spogli tutt'attorno disegnavano sulle pareti esterne della casa un'ombra inquietante. La osservò silenziosamente. Le finestre erano serrate da delle enormi travi di legno e i vetri erano stati frantumati dai teppisti. Sui muri, di tanto in tanto, affioravano graffiti e scritte oscene. L'edera aveva preso il controllo su tutta la porta d'entrata dell'edificio.

Anelma era tornata a casa.

Qualcosa la bloccava, non riusciva a varcare il cancelletto. Inoltre i suoi pensieri erano rivolti a Severus; l'aveva salvata un'altra volta e forse adesso era già morto. Perchè l'aveva fatto? Anelma aveva sbagliato nel giudicarlo eppure se non avesse scoperto il Marchio Oscuro gli avrebbe confidato tutto.

Faceva freddo ad Helsinki, forse sarebbe scesa la neve.

Ma ora era lì, doveva entrare, doveva cercare Kehellä.

Entrò nel giardino scostando i rami e l'erba che intralciavano il cammino fino a raggiungere l'enorme porta bloccata. Con un incantesimo tolse le travi che la tenevano chiusa, prese un enorme respiro ed entrò.

Nei suoi ricordi di 14 anni prima nella casa c'era un'atmosfera calda e tutto era ordinato Un lieve profumo si spandeva nell'aria grazie ad un vaso di fiori secchi posti sopra un tavolino vicino le scale; ora invece regnava una atmosfera fredda e pezzi di corrimano erano sparsi qua e la. Non riusciva a proseguire; il ricordo la bloccava ma si fece forza ed iniziò a salire le scale che scricchiolavano ad ogni passo. Si guardò attorno, i quadri ricoperti di polvere la accompagnarono lungo tutta la scalinata. D'un tratto qualcosa attirò la sua attenzione: un quadretto era caduto dal chiodo e i vetro si era rotto. Prese la foto e la osservò. Era una foto statica raffigurante Kanerva, Eelis e la piccola Anelma. Suo padre l'aveva scattata perché non voleva sentirsi diverso dai babbani e voleva adattarsi al loro mondo. Con il pollice accarezzò lievemente la superficie polverosa e mise accuratamente la foto in tasca. Proseguì verso la camera da letto dei suoi genitori. Diede una veloce occhiata alla stanza di Eelis e Kanerva poi continuò verso destra. Aprì la porta successiva, lì si trovava la sua cameretta. Non era come se la ricordava e Kehellä non c'era. Scostò la scrivania distrutta dai vandali, guardò all'interno di tutti i cassetti ma non c'era nulla.

-Dannazione!- esclamò irata, il suo peluche doveva per forza essere lì. Uscì dalla camera e si guardò in giro ma un'idea le balzò in mente: i mobili della sua camera erano di legno bianco, quelli erano marroni.

Un'altra pensata di Eelis?

Guardò dentro la stanza che aveva lasciato poco prima e poi iniziò a toccare la parete che divideva la sua stanza da quella dei suoi genitori.

Dev'essere per forza qui” riflettè.

-Kehellä – disse in un sussurro.

La parete iniziò a scorrere di lato mostrando piano piano un'altra porta che varcò immediatamente.

Scrivania, letto, comodini, armadi e sedie erano tutte in legno bianco.

Sul letto era posato un soffice piumino rosa antico e sul cuscino era poggiato Kehellä.

Era un orso di peluche color marroncino con un sorriso stampato in volto e due grandi occhi blu che l'avevano sempre incantata. Si sedette sul letto osservando il peluche, lo voltò e si ricordò che li dietro c'era una una piccola tasca chiusa da una cerniera.

La aprì.

All'interno vi era una busta piegata a metà e sigillata, l'unica scritta era la firma di suo padre.

Iniziarono a tremarle le mani.

Il segreto era celato in quella busta ed era pronta ad aprirla ma un rumore improvviso la fermò. Mise la busta all'interno dell'orsacchiotto e con un incantesimo lo rimpicciolì in modo da farlo stare in una tasca del cappotto.

Ricordava che dietro alle spesse tende c'era una porta che conduceva alla terrazza e che essa era collegata alla stanza dei suoi genitori. Vi uscì lentamente.

Ma appena si girò si trovò di fronte ad un'alta figura scura che le puntava la bacchetta contro.

-S-Severus- sussurrò Anelma spaventata. Lo sguardo dell'uomo era vago e privo di espressività.

-S-sei vivo- concluse con una lacrima che le scendeva dagli occhi.

Si avvicinò per abbracciarlo ma lui la scostò e la minacciò con la bacchetta.

-S-Severus, sono io- L'uomo aveva lo sguardo fisso e sembrava non vederla.

-Severus, ti prego ascoltami, so che puoi combattere questa maledizione, ti scongiuro fallo!- Supplicò Anelma

-Ho bisogno di te..-

Piton la afferrò per il colletto e la schiacciò al muro puntandole la bacchetta in viso.

Lui avvicinò il viso a quello di lei.

-Da Rosmerta- sussurrò impercettibilmente.

Forse aveva calcolato tutto o forse era solo un illusione.

Il mago la scaraventò a terra, la ragazza chiuse gli occhi e si smaterializzò da Rosmerta.


Ci fu un enorme tonfo nella stanza da letto malconcia e una donna si alzò di soprassalto.

-Chi va là?!- Esclamò spaventata e furente Madama Rosmerta.

Riuscì ad intravedere una sagoma rannicchiata sul parquet.

-Anelma!-

-Rosmerta- sussurrò la ragazza alzandosi zoppicante.

-Tesoro, che ti è successo?-

-Non è niente, è solo un graffio-

-Ma perché qui a quest'ora della notte?-

-Sono dovuta scappare da...- non poteva spaventarla ancora di più -da alcuni ragazzi della scuola- sorrise

-Perdonami l'intrusione ho... sbagliato le coordinate-

-Anelma, cara mia. Ti prego siediti- la invitò a sedersi sul letto.

-Non sei mai stata brava a mentire- continuò sorridendo dolcemente

Anelma abbassò lo sguardo.

-Io...-

Ad un tratto si sentì un forte rumore proveniente dal bar.

-Vado io, Rosmerta- disse correndo verso il bar.

Un'altra figura barcollante era avvolta dall'ombra, probabilmente ferita.

-Anelma- sussurrò Piton.

-Severus!- esclamò la ragazza correndo verso di lui schioccando le dita per accendere alcune candele.

Severus era chino in avanti.

-Che è successo, Severus?- chiese sostenendolo.

-Ce li siamo tolti di mezzo per un po'- disse con un sorriso forzato.

Lei osservò il suo fianco dove la veste strappata lasciava intravedere una ferita sanguinante.

-Non preoccuparti-

-Ho temuto di perderti-

Lui le carezzò la testa con la mano libera attirandola dolcemente verso il suo petto.

La ragazza alzò lo sguardo guardando il mago negli occhi.

Gli accarezzò la guancia sorridendo e piano piano il suo volto si avvicinò a quello di Severus.

Le loro labbra si incontrarono in un dolce e tenero abbraccio. Anelma sfiorò con le dita il viso di lui e lentamente si staccarono.

I loro sguardi si incontrarono nuovamente, l'atmosfera era colma di imbarazzo.

-Anelma, che è successo?- Chiese preoccupata Rosmerta scendendo le scale ma ammutolì vedendo i due abbracciati.

-Dobbiamo curarlo- rispose la ragazza spezzando il silenzio, visibilmente rossa in volto.

-Vorrei delle spiegazioni-

-Ha ragione, Anelma- sussurrò Piton.

-Ci scusi l'intrusione ma è il primo luogo che mi è venuto in mente- continuò rivolgendosi alla donna.

-Chi sei tu?-

-Sono il professore di Pozioni di Hogwarts-

-E cosa ci fate nel mio Pub alle quattro del mattino? Come avete fatto ad entrare con le barriere?-

Anelma e Severus si guardarono. Piton non aveva calcolato quel punto.

-Sono stato io, Rosmerta, sta tranquilla-

Disse Silente che scendeva dalle scale.

-Silente? Per l'amor del cielo ma...-

-Calma, calma. E' stata un'emergenza non potevo avvertirti- rispose tranquillamente Silente.

-Ma...cosa sta succedendo?-

-I Mangiamorte ci danno la caccia- disse Anelma.

-I Mangiamorte?!- esclamò stupita Rosmerta.

Anelma annuì.

-Ti chiedo un favore, Rosmerta-

-Un favore?! E' possibile che mi trovi un'orda di Mangiamorte da un momento all'altro e tu mi chiedi un favore?!-

-Ti chiedo scusa, Rosmerta. Ti chiedo solo di farlo per Anelma- La donna lo guardò per un po' ma alla fine cedette.

-Conosci i miei punti deboli Silente. Va bene allora, quale sarebbe questo favore?-

-Dovresti ospitare per qualche giorno Anelma e Severus. Finché non trovo un posto più sicuro per loro-

Rosmerta guardava Silente insospettita e pensierosa e poi annuì

-Va bene- rispose rassegnata.

-Bene, ora vi lascio. Ho delle faccende importanti da sbrigare- disse sorridendo poggiando la mano sulla spalla di Severus.

-Buonanotte... ah si Rosmerta, ricorda di rimettere le barriere- dicendo così si smaterializzò.

-Che faccia tosta- disse secca la donna iniziando a rimettere le barriere.

-Voi due seguitemi, vi porto in camera- concluse scendendo una rampa di scale


***


Severus era seduto su un letto matrimoniale in una stanza ampia ben curata.

-Come hai fatto a salvarti dai Mangiamorte?- chiese Anelma mentre preparava una pozione per rimarginare la ferita.

-Conosco abbastanza bene Bellatrix e so a come le piace giocare- fece una smorfia di dolore. Il sangue si stava asciugando e i brandelli di tessuto si stavano attaccando alla ferita.

Anelma gli porse una piccola boccetta.

-Dovresti toglierti la maglia-

Lui annuì seguendo il consiglio di Anelma.

-Bellatrix e io abbiamo duellato. Devi sapere che con lei non esistono regole in duello. Con uno schiantesimo mi ha scaraventato addosso ad un albero e un ramo mi ha lasciato questa ferita-

Anelma iniziò a tamponare la ferita con la pozione.

-Te la cavi bene con le pozioni- sorrise il mago rivolto ad Anelma.

-Sono tua assistente-

Si blocco qualche secondo.

-Riguardo al...-

-Non preoccuparti- sorrise Piton.

-P-posso aiutarti?- cambiò discorso Anelma.

-Si- annuì il mago.

-Stenditi-

Piton si adagiò cautamente sul letto.

La ferita non era profonda ma abbastanza lunga.

Anelma disinfettò la ferita iniziando a togliere alcune schegge di legno. Subito dopo bagnò del cotone con la pozione fatta poco prima tamponandogli la ferita.

-Quando ti sveglierai sarai guarito- disse la ragazza cominciando a fasciare la ferita.

-Grazie-

Anelma sorrise.

-Ora vado, devo trovare un posto dove poter dormire- disse la ragazza alzandosi.

Piton le prese la mano facendola sedere di nuovo.

Avvicinò il proprio viso a quello di lei e la baciò dolcemente; Anelma rispose al bacio. Snape la abbracciò e la costrinse a distendersi al suo fianco.

-Sei ancora sicura di non voler dormire qui?-

Anelma sorrise e strinse l'uomo a se baciandolo.

Lui scivolò con le mani a spogliarla e con tenerezza si lasciarono andare a piacevoli momenti di passione.

Prima di allora nessuno dei due aveva mai immaginato che potesse succedere una situazione simile. In varie situazioni si erano odiati ma ci volle poco per capire che l'uno aveva bisogno dell'altra o che entrambi nutrivano nel più profondo un'amore che era sconosciuto anche a loro stessi.


FLASHBACK (Capitolo 8)

-Se è una luce rossa, Severus?-

-Significa che il tuo cuore si sta innamorando, Anelma-

Anelma osservò il mago e vide alcune lucciole avvicinarsi a lui. Una luce rossa e una blu si erano posati sulla sua mano.

-La luce blu, Anelma, significa un dolore o una sofferenza imminente. La perdita di qualcosa a te caro-


Dopo una grande sofferenza, quelle luci avevano rivelato loro che il loro cuore era segretamente innamorato e quelle luci non mentivano.

Severus e Anelma erano distesi l'uno di fianco all'altra coperti da un caldo piumino ed abbracciati, cullati dalle braccia di Morfeo.


Bussarono insistentemente alla porta.

Anelma si svegliò di scatto così come Severus e si mise a sedere strofinandosi gli occhi.

-A-arrivo- rispose assonnata.

Mise una vestaglia ed andò ad aprire la porta.

-Anelma! Buon giorno! Sono passata anche stamattina ma a quanto pare stavate dormendo. Volete che vi prepari qualcosa da mangiare-

-Cosa?...oh sì sì certo, grazie Rosmerta-

-Di nulla cara- sorrise

La ragazza sorrise di rimando e richiuse la porta.

Si voltò e guardò Piton imbarazzata.

-è successo veramente...?-

L'uomo annuì.

-Ti è dispiaciuto?- chiese vedendola un po' perplessa.

-N-no no, non fraintendere. E' che … non l'avrei mai detto … cioè … non l'avrei mai sperato … n-no...-concluse sospirò profondamente.

-C-come va la ferita?-

-Tutto bene, si è rimarginata perfettamente-

-Oddio!- esclamò d'un tratto.

-Che succede?-

-Sono successe così tante cose che mi sono dimenticata di leggere la lettera di mio padre- rispose correndo verso il suo cappotto e prendendo il piccolo peluche facendolo tornare alla grandezza originale.

-Questo è Kehellä- sorrise Anelma sedendosi sul letto.

-Un pupazzo?- chiese l'uomo sedendosi al suo fianco.

-Lo chiamai così quando avevo poco meno di 6 anni. Non significa nulla in particolare, molto probabilmente mi piaceva il suono di quelle parole- rise Anelma estraendo la lettera dal Peluche.

La aprì

-E' scritta in finlandese-disse iniziando a leggerla ad alta voce.


Cara Anelma,

non ho avuto modo di preparare al meglio i miei appunti ma sono sicuro che capirai ugualmente. E' arrivata l'ora di svelarti ciò che io e Kanerva nascondiamo perciò ti chiedo di tenere questa lettera al sicuro, potrebbe essere pericoloso per te.

Per farti capire dobbiamo fare qualche passo indietro nel tempo. Io e tua madre ci siamo conosciuti a scuola durante il mio sesto anno ed il suo quinto. Siamo sempre stati attratti dalla storia della magia e sia io che lei ambivamo a diventare degli studiosi di questa materia. Purtroppo questa nostra passione è stata anche la nostra distruzione. L'estate successiva io e Kanerva decidemmo di iniziare a cercare informazioni su Lord Voldemort, non tanto sulla sua persona ma su alcuni incantesimi da lui usati. Volevamo capire se fossero esistiti Mangiamorte che si erano ricreduti e avevano provato a scappare. Soprattutto volevamo sapere che fine avevano fatto; Voldemort doveva avere un modo per ritrovarli. Le nostre ipotesi non erano fondate su qualcosa di certo. Fu così che andammo alla ricerca di Lord Voldemort. Volevamo il marchio oscuro per poi scoprirne il segreto. Lo so, Anelma, siamo stati incoscienti; abbiamo rischiato la vita per provare una teoria. Eravamo giovani e se avessimo aspettato prima di partire non avremmo fatto lo sbaglio che ci ha segnato la vita. Riuscimmo a farci accogliere nel suo nascondiglio e durante una specie di rituale i Mangiamorte ci circondarono poi arrivò lui. Ci fece qualche domanda poi ci mise alla prova ma fummo costretti a disobbedirgli: dovevamo uccidere un babbano indifeso. Scappammo assieme al babbano. All'inizio pensavamo di averla fatta franca poi fui io ad accorgermi di una maledizione, sconosciuta, che ci stava lentamente uccidendo. Quel giorno Kanerva era furibonda, non ricordo esattamente per cosa. Ad un tratto i suoi occhi divennero rossi e un attimo dopo le forze la abbandonarono, le sue pupille si tinsero di giallo con venature nere. Passai più di una settimana a prendermi cura di lei e a chiedermi cosa le fosse successo quando, durante una notte gelida, arrivarono i Mangiamorte per ammazzarci. Stavo cercando di difendermi e di difendere Kanerva quando un uomo con lunghi capelli argentei ci salvò: era Albus Silente. Ci ospitò ad Hogwarts dove facemmo finta di essere dei visitatori. Ci ospitò per più di un anno scolastico, io approfittai di quella momentanea serenità e scrissi il libro di Hogwarts. Poi un giorno Kanerva scoprì di aspettare un figlio. Felicissimo per la notizia, Silente ci lasciò tornare in Finlandia e protesse la casa in cui sei cresciuta con i più potenti incantesimi.

Studiai a fondo la Maledizione che ci era stata inflitta e riuscii a trovare una soluzione.

Tu eri già nata da 10 anni quando testai la pozione su di me. Dopo alcuni giorni dall'assunzione della pozione il mio corpo iniziò a riprendere la vitalità persa. Decisi di chiedere a Silente se questa pozione poteva funzionare anche con Kanerva. Devi sapere che da quando ti aveva partorito le sue condizioni erano peggiorate ulteriormente.

Ero in partenza; lei rimase a casa e io le promisi di tornare il prima possibile da Londra. Non varcai nemmeno la soglia del cancello di Hogwarts quando un gufo planò sopra di me lasciando cadere una lettera. Era da parte di Vincent, tuo zio, che diceva che Kanerva era peggiorata.

Dopo quella lettera decisi di lasciare a te questo segreto, forse non sopravviverò.

Ti chiedo scusa per la caccia al tesoro ma non potevo fare altrimenti.

Tuo, Eelis


Anelma guardò velocemente gli altri fogli

DATA: 15/08

ORA: 13.53

SOGGETTO: Maschio

DIAGNOSI: il soggetto presenta una lieve aumento della temperatura corporea oltre che a dolori continui alle ossa , in special modo alla cassa toracica.... ”


-Sembra una cartella clinica- osservò Piton

Lei annuì. Voltò le pagine fino ad arrivare alla penultima diagnosi di Eelis


DATA: 8/04

ORA: 17.31

SOGGETTO: Femmina

DIAGNOSI: Morte del soggetto alle ore 17.25 per arresto cardiaco. ”


-Mia madre è morta per l'Avemors?- sussurrò Anelma allibita ma allo stesso tempo dispiaciuta.

Andò all'ultima pagina lasciata da Eelis.

Nella mente di Snape si presentò la conversazione avuta con Lucius ormai molto tempo prima.


FLASHBACK (capitolo 7, Lucius a Severus)

Non credevo ci fossero stati altri casi di Avemors-

-Ci sono stati solo due casi in passato e i mangiamorte non sono riusciti a trovarli subito e quindi ora come ora vuole che l’omicidio sia … come dire… perfetto-


Dunque erano i suoi genitori quelle due persone.

Arrivò all'ultima pagina dove erano riportati ingredienti e metodo di preparazione di una pozione.

-S-Severus, questa è la pozione per curare l'Avemors- continuò sconcertata

-Ha un tempo di fermentazione molto lungo. Deve rimanere al riposo per 11 mesi-

-Severus, guarirò! -

-E se la pozione non funzionasse?-

-Me ne farò una ragione- sorrise.

Piton la baciò in fronte.

Avevano davvero trovato una cura?

_________________________________________________________________________

NDA: Salve lettori! Anche questo capitolo non è stato semplice. Mi son chiesta moltissime volte “come faccio a farli uscire da lì?” (riferito all'inizio del capitolo) e poi mi sono data da fare e ci sono riuscita. Non volevo soffermarmi oltre su quel luogo. La mia idea originale era di aggiungere altre cose a questo capitolo ma alla fine ho deciso di far finire qui questa parte, altrimenti avrei riempito le vostre menti (ù.ù). (ci terrei a precisare che la scena d'amore l'ho scritta in questo modo perché, come ovviamente saprete, il raitng in questa storia non è rosso).
Ah, ho deciso di darvi qui il significato di
kehellä (per allontanare i curiosi che magari non leggono gli NDA ;) ) . Ebbene, questa parola è composta da due parole nukke, che significa pupazzo e hellä che significa affettuoso. Ho unito assieme la fine della prima con tutta la seconda (vi ricordo che io non so il finlandese, mi aiuto col traduttore e cerco di farlo il più semplice possibile, sia per me che per voi). Che dire ancora? Grazie, grazie, grazie a tutti voi che leggete questa storia. Grazie, grazie, grazie a chi la commenta (amo sentire i vostri punti di vista, anche critici ;) ) (ringrazio anche chi ha letto l'nda che di solito viene bellamente ignorato). Per finire aspetto una vostra recensione, un vostro dubbio, una vostra perplessità e un vostro parere, sappiate che è questo che ancora mi fa continuare a scrivere, con passione, questa Longfic.

   
 
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