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Autore: jellyfishprincess    22/01/2012    6 recensioni
Ho preso spunto da Build God, Then We'll Talk dei Panic! At The Disco. Danny è alla sua prima notte di lavoro nel Suburbian, un motel di Las Vegas, dove si dice non si possa arrivare mai di proposito, ma è sempre colpa del destino.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'erano sempre più motels nella 'Fabulous Las Vegas', erano un'attività di successo in quella cittá, per chi tornava dopo una notte di giochi d'azzardo, solitamente con una ragazza giovane (e preferibilmente bionda). E chissá perché, ancora tanti passavano la notte in quel piccolo motel scadente, uno di quelli che piacciono proprio perchè sono cosí poco attraenti, all'angolo tra la Fremont e la Quarta, non illuminato dalle luci dei casinó, uno di quei posti dove 'qualsiasi cattolico si farebbe il segno della croce prima di entrare'. Forse perchè era un luogo intimo, anche se in realtá non l'hanno mai capito neanche coloro che vi lavoravano. Damien Jenkins, piú semplicemente Danny, trascorreva la sua prima notte lí, con il compito di pulire le camere e di gestire la reception. Il piano terra del Suburbian non era tanto malmesso, nonostante fosse lo stesso dal 1903, con le sue tende basse verde bosco ornate da decorazioni dorate e le due poltrone color mogano, di pelle (anche se, su quelle poltrone, di pelle ne era rimasta ben poca). Damien quasi dormiva sul bancone nero, quando il suono della campanella lo sveglió. Una ragazza sui vent'anni dai capelli lunghi, rossicci e mossi, gli occhi grigi ed un abito color verde neon fin troppo corto e aderente ed un uomo almeno quindici anni più anziano erano davanti a lui.
≪Posso aiutarvi?≫ chiese Danny.
≪Vorremmo una camera.≫ rispose lei. Damien si giró verso i mazzi di chiavi appesi al muro e posó sul bancone una grossa chiave con il numero 5 disegnato sul manico. ≪Ecco a voi. Stanza cinque, al piano di sopra.≫ I due si allontanarono in fretta. Era mezzanotte passata, Danny seguí la coppia al piano di sopra, formato da un corridoio completamente distrutto; una delle sei porte era sfondata, sull'ascensore c'era il cartello 'Fuori Servizio' datato 1924, in alcuni punti la vernice color pesca delle pareti lasciava spazio a larghi buchi o a carta da parati strappata. Accanto all'ascensore c'era un uomo sui quarant'anni, immobile e in corrispondenza della porta della camera numero tre, quella sfondata. Indossava la stessa uniforme di Danny, era pallido, aveva capelli corti e neri e gli occhi cerchiati da uno spesso strato di matita. ≪Devi essere quello nuovo.≫ Damien annuí.
≪Sono Danny.≫
≪Piacere, io sono Mickey. Allora, chi saresti voluto diventare? La vita deve averti fatto davvero un brutto scherzo per farti arrivare qui. Una grande delusione forse?≫
≪E' stata una mia decisione. ≫ Mickey scoppiò a ridere.
≪Nessuno viene mai qui di proposito. É il destino, il karma, o una cosa del genere. Mi dispiace, Danny. ≫
≪E chi viene qui come ospite?≫
≪Dicono che il posto sia... "intimo". La ragazza che è arrivata stanotte è piuttosto carina. Lui è un avvocato. Lei una povera ragazza che cerca un lavoro. E lo avrà, entro lunedì, secondo le parole dell'avvocato. Il loro incontro è 'strettamente per lavoro'. Ma sua moglie sa tutto, solo che non vuole denunciarlo, non chiede il divorzio, perchè ha bisogno dei suoi soldi. ≫
≪Lei come fa a saperlo?≫
≪Vedo e sento ogni cosa che accade in questo posto, sai? Con l'esperienza imparerai anche tu, vedrai.≫
Danny si allontanò, spaventato, afferrando una vecchia aspirapolvere e iniziando a canticchiare. Come faceva quell'uomo a conoscere tante cose su quei due? A quel punto sentì una donna urlare.
≪Cosa succede?≫
Mickey non rispose alla sua domanda, disse solo ≪Avanti, dormi per un paio d'ore, ci penserò io a svegliarti.≫ Damien chiuse gli occhi e si sedette a terra, con la testa poggiata alla parete. Quando si svegliò, era ancora molto presto.
≪Buongiorno Danny! É ora di pulire le camere!≫
Entrò nella stanza numero cinque, che come il corridoio puzzava di amianto e formaldeide. Damien non riusciva a distogliere lo sguardo dal pavimento. In una pozza di sangue, con il viso lacerato da tagli e la pelle strappata, riconobbe la ragazza dai capelli mossi e rossicci e l'uomo che era con lei, con gli occhi ancora spalancati. Inorridito, indietreggiò, ma si trovò Mickey alle spalle. Subito dopo, il suo collega stava sollevando il cadavere dell'avvocato. ≪Che fai lì impalato? Aiutami, no?≫
Danny avrebbe voluto scappare, ma non lo fece. Era come se non potesse muoversi, come se qualcun'altro lo stesse muovendo. Afferrò il corpo della ragazza e seguì Mickey verso la stanza dalla porta sfondata. Aprì un'altra porta e vide davanti a lui delle scale ed un ripostiglio buio. L'uomo gettò il cadavere dell'avvocato sui gradini e Damien fece lo stesso.
≪Con l'esperienza ti abituerai.≫
≪Dicevi che la gente definisce questo un posto intimo... É una caricatura dell'intimità, più che altro.≫
≪Esattamente, Danny. Una meravigliosa caricatura dell'intimità.≫
  
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