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Autore: ErisValentine    22/01/2012    1 recensioni
Se Sean Smith dovesse fare un elenco delle cose che preferisce al mondo, di sicuro finirebbe per volerne dire troppe, come Nandos, il giapponese, l'odore delle tinte per capelli eccetera.
Ma se dovesse cominciare con una cosa ben specifica, il suo elenco comincerebbe di sicuro con i sorrisi.
A lui i sorrisi piacciono da morire, i sorrisi dei fan quando suonano la loro canzone preferita e, davvero, nessuno se lo aspettava! O i sorrisi dei suoi compagni di band quando riescono in un'esibizione particolarmente buona o il sorriso di sua madre quando se ne sta lì, a lato del palco, a guardarlo orgogliosa.
Forse però, se dovesse dire tutta la verità, c'è un sorriso che preferisce agli altri, ed è quello di Ian Watkins.
[Sean Smith& Ian Watkins]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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iansean
Keep on smiling.


Se Sean Smith dovesse fare un elenco delle cose che preferisce al mondo, di sicuro finirebbe per volerne dire troppe, come Nandos, il giapponese, l'odore delle tinte per capelli eccetera.
Ma se dovesse cominciare con una cosa ben specifica, il suo elenco comincerebbe di sicuro con i sorrisi.
A lui i sorrisi piacciono da morire, i sorrisi dei fan quando suonano la loro canzone preferita e, davvero, nessuno se lo aspettava! O i sorrisi dei suoi compagni di band quando riescono in un'esibizione particolarmente buona o il sorriso di sua madre quando se ne sta lì, a lato del palco, a guardarlo orgogliosa.
Forse però, se dovesse dire tutta la verità, c'è un sorriso che preferisce agli altri, ed è quello di Ian Watkins.

Sean Smith pensa sinceramente di essersi innamorato del sorriso di Ian quando aveva 17 anni e lo vide per la prima volta in quel giornale mentre lo sfogliava svogliatamente in un bar, una mattina in cui aveva deciso che la sua priorità era saltare la scuola e non andarci a imparare qualcosa che di sicuro non gli sarebbe stato utile.
Aveva girato la pagina e, et voilà mes amis, il signor Smith aveva detto addio al suo povero cervello.  
Perché, continuava a pensare con quella pagina di giornale strappata furtivamente riposta nella tasca destra dei jeans, avere un sorriso del genere non era propriamente umano.
E così si era ritrovato in un negozio di cd a chiedere qualcosa su questi " Lostprophets" di cui aveva letto qua e la nell'articolo accanto al sorriso smagliante di quello sconosciuto ma fottutamente bellissimo Ian Watkins.
Ed era tornato a casa con "TheFakeSoundOfProgress" in borsa, qualche sterlina in meno nel portafoglio e una voglia incredibile di ascoltare quel cavolo di cd.
Poi l'aveva ascoltato, il volume dello stereo come al solito a livelli civilmente inopportuni, e lui sdraiato sul suo letto a occhi chiusi. In quel momento si era innamorato. Non di qualcosa di preciso, semplicemente aveva capito che cosa voleva dire amare, con tutti i pro e i contro.
Aveva capito qual era la sua band. Non la sua preferita, ma la sua band, punto e fine della storia.
Doveva vederli, doveva urlare con loro in mezzo a altre persone, doveva vederli dal vivo.
Doveva vedere quel sorriso da cui era partito tutto.

Probabilmente cominciò così l'innamoramento di Sean per Ian, prima ancora di sapere come fosse realmente quel ragazzo dagli occhi verdi e il sorriso Mentadent.
Cominciò da una mattinata in cui aveva saltato scuola, ed era continuato con quel cd nello stereo ogni santissimo giorno, ripetuto più e più volte, tanto che Sean si ritrovò a sorridere orgoglioso del fratello minore che canterellava per il corridoio qualche canzone a caso della Sua band.

Il passo successivo era stato il loro concerto. Il primo concerto dei Lostprophets a cui Sean assisteva.
Aveva scoperto che Ian era gallese (coincidenza che lo aveva fatto felice come una ragazzina al primo appuntamento) e che tutta la band lo era e che quindi le possibilità di vederseli sotto casa erano migliaia.
E quando finalmente fu nel parterre del concerto che poi, in futuro, avrebbe denominato come decisivo per la sua intera esistenza, sentì i brividi sulla schiena come una povera scolaretta, ma il peggio fu quando si ritrovò Ian Watkins davanti, microfono, anelli, battutine sagaci e voce potente all inclusive.
Li Sean capì che ormai non aveva via di scampo. Si era innamorato sul serio, e da lì, addio mondo.

Gavin lo prendeva in giro quando Sean straparlava dei Lostprophets, diceva che si, erano una band grandiosa, erano entrati di diritto anche tra le sue band preferite, ma Sean ne era letteralmente ossessionato. E Rhys, Bob, Gareth e Matt non potevano far altro se non aderire fermamente.
Sean era come impazzito ormai, e il peggio era quando in tv passava qualche video o intervista dei Lostprophets.
Tutto il gruppo di Sean si pentiva amaramente di volergli bene in quei casi, perchè nemmeno una 13enne davanti ai Take That nudi stava in quelle condizioni.
Gavin però odiava una cosa in particolare dell'ossessione di Sean, e questo lo avrebbe rinfacciato sia all'amico che a Ian anni dopo. Quando Ian sorrideva era finita.
Potevi anche prendere a mazzate in testa Sean e lui non avrebbe fatto una piega. Potevi dire le cose più orribili su sua madre e lui non ti avrebbe nemmeno fatto un cenno con una mano.
Finito, andato perso.
Ciao Sean! Ti abbiamo voluto bene.

Sean, grazie ai Lostprophets, si era ritrovato in una band con i suoi migliori amici a cantare cose in cui credeva e se ci credeva era grazie proprio a Ian. Si, sempre il sorriso Mentadent che lo aveva ammaliato da ragazzino.
Ed erano cresciuti e si erano fatti conoscere, The Blackout, così avevano deciso di chiamarsi, giusto per far capire quanto potessero e volessero essere fuori dagli standard.
Il passo successivo? Ian che si presenta ad un loro concerto e che si complimenta. Ian, colui che era ridicolmente l'amore della vita di Sean (ormai sia lui che gli altri ci avevano fatto il callo) , si era presentato da loro sorridente, e questo forse era stato il punto a suo favore, dicendogli che voleva dargli una mano ad emergere.
Da li in poi la storia la conosciamo più o meno tutti.

Amicizia, sorrisi, battute, Ian che si trascina Sean sul palco e Sean che generosamente ricambia.
Amici. E basta.
Fino a che Sean non fece il passo decisivo per cambiare i fatti, e anche li la colpa fu di un sorriso.


Conoscendo Ian, Sean aveva capito quanto rari e belli fossero i sorrisi sinceri del maggiore. Quanto fosse fragile e insicuro e non solo sfrontato e pieno di se.
Anzi. Ian era un ragazzo normale con tutte le insicurezze dovute, forse anche più di quelle necessarie.
Sean aveva conosciuto tutti i lati di Ian, anche quelli più oscuri e meno gradevoli, ma non si era allontanato. Non ci aveva pensato nemmeno per un secondo in realtà, perché tutta la merda che vedeva trascinare via Ian gli faceva desiderare ancora di più potergli stare vicino. E, ammettiamolo, lo faceva sentire ancora più innamorato di quel sorriso.

Tornando alla storia vera e propria, il passo che fece Sean fu anche abbastanza banale.
Era li, seduto sull'amplificatore a chiaccherare con Ian seduto li accanto, del più e del meno, a far parlare Ian di tutto quello che lo affliggeva in quel periodo e Sean, con il suo animo da clown della situazione sempre e comunque, aveva fatto una battuta, anche molto stupida e Ian aveva riso.
Ma riso di gusto, in modo sincero e il sorriso gli era rimasto impresso sulle labbra anche quando entrambi avevano smesso di ridacchiare. Sean a quel punto si era lasciando andare e aveva fatto il "passo decisivo anche se banale".
Si era sporto e aveva coperto le labbra sorridenti di Ian con le sue, per prendersi quel sorriso e tenerselo dentro come promemoria che lui era riuscito a far stare bene seriamente Ian.

Ian c'era rimasto un po' male, non se l'aspettava, decisamente no. Ma quel gesto uscito dal nulla chiarì mille cose nella sua mente (come il fatto che Sean a lui piacesse davvero e non solo come amico) e questo fece in modo che il suo sorriso diventasse ancora più grande.
Si sentiva così leggero, finalmente, con quel sorriso così grande sulle labbra che i muscoli facciali cominciavano a dolere, che , nell'euforia del momento, gli fece abbracciare Sean e appronfondire quello che era partito come un bacetto a stampo.
Era tutto decisamente fuori dal controllo da entrambi, ma per nessuna ragione, si staccarono l'uno da l'altro se non per prendere fiato ogni tanto e ridacchiare.

Si, Sean amava i sorrisi, portavano sempre a qualcosa di buono.
E se ci si domanda cosa faccia parte del resto dell'elenco di cose che piacciono a Sean Smith possiamo tranquillamente dire che concernono tutte i sorrisi, Ian Watkins e quella mattina al bar sfogliando giornali.


P.s. quella pagina strappata, Sean , la conserva tutt'ora.

















  
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