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Autore: XShade_Shinra    23/01/2012    4 recensioni
«Wow…». Yuugi non sarebbe riuscito a dire nient’altro dopo l’incontro di fuoco, avvenuto in una delle stanze del puzzle del millennio, tra lui e il suo adorato Yami.
[ Shounen-ai - Puzzleshipping ]
[ Fanfiction partecipante alla Challenge "Maritombola" indetta dalla community maridichallenge ]
[ Fanfiction partecipante alla Challenge "THE COW-T 2 - Prima Settimana" indetta dalla community maridichallenge ]
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Yami no Bakura, Yuugi Mouto
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-A Secret Meeting in the Millennium Puzzle-
«Wow…». Yuugi non sarebbe riuscito a dire nient’altro dopo l’incontro di fuoco, avvenuto in una delle stanze del puzzle del millennio, tra lui e il suo adorato Yami.
[Shounen-ai - Puzzleshipping]
Fanfiction partecipante alla Challenge "Maritombola" indetta dalla community maridichallenge
Fanfiction partecipante alla Challenge "THE COW-T 2 - Prima Settimana" indetta dalla community maridichallenge

-Titolo: A Secret Meeting in the Millennium Puzzle
-Autore: XShade-Shinra
-Manga: Yu-Gi-Oh!
-Pairing: Puzzleshipping [Yami x Yuugi]
-Genere: Commedia, Demenzialità galoppante
-Rating: Giallo
-Warning: Shounen-ai, OOC, MM/WI
-Capitoli: One-Shot
-Prompt maritombola: #13 (non scrivo a cosa corrisponde perché vi spoilererebbe la storia)
-Prompt THE COW-T 2: Oscurità
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: Chi mi conosce sa che la Puzzle non è tra le mie coppie preferite, ma la trovo non troppo difficile da gestire e non è la prima volta che la utilizzo. Ho sempre voluto scrivere una FF del genere e finalmente mi sono messa d'impegno! *^*/
Vista la particolarità della FF, qui di seguito elenco alcuni termini che troverete nella FF e che alcuni dei lettori forse non conoscono:
- Aibou: Partner, Compagno, Amico (il termine con cui Atem chiama Yugi),
- Mou hitori no boku: Altro me stesso (si tratta del modo in cui viene chiamato Yami da Yuugi),
- Ou-sama: Sommo Re (il modo in cui Bakura chiama Atem, con accezione ironica e volutamente derisoria),
- Ore-sama: Io, con significato "sborone" (Bakura per mostrare la propria magnificenza rispetto agli altri usa mettere il suffisso -sama dopo "Io").
- Chan: suffisso che ha funzione di vezzeggiativo, si usa soprattutto per le ragazze e i bambini.
Si ringrazia il sito Game no Jikan Da da cui ho copincollato le prime tre definizioni, per fare prima, da questo post. <3
Detto ciò, vi auguro buona lettura. ^^



- A Secret Meeting in the Millennium Puzzle -


«Wow…». Yuugi non sarebbe riuscito a dire nient’altro dopo l’incontro di fuoco, avvenuto in una delle stanze del puzzle del millennio, tra lui e il suo adorato Yami.

I capelli in disordine, il faccino sfatto e accaldato, il corpo sudato e macchiato di passione.  

«Aibou, se non ti dai una sistemata potrei riniziare!», ridacchiò Yami, coprendolo con un fresco lenzuolo. Lo spirito del Puzzle era sdraiato sull’altra piazza del letto matrimoniale dove erano distesi, con le gambe elegantemente accavallate e un braccio dietro la testa, anche lui già coperto dal lenzuolo – almeno dalla cintola in giù.

Yuugi arrossì appena e strinse l’angolo di un cuscino. «Ah, scusa, Mou hitori no boku…».

«Non c’è motivo per il quale tu debba scusarti», rise baritonale, accarezzandogli i capelli per metterglieli un po’ “in ordine” e poterlo coccolare.

Il ragazzo sorrise e lo lasciò fare.

«Mou hitori no boku?», lo chiamò Yuugi dopo un po’, intristendosi appena.

«Uhn?».

«Avrei una cosa da chiederti…».

«Dimmi tutto, Aibou».

«Secondo te… Ryou soffrirà molto con il suo yami?», domandò il ragazzo con voce triste.

«Perché mi chiedi questo?», domandò il Faraone senza nome, non capendo l’inaspettata domanda del ragazzo.

«Perché io sono stato enormemente fortunato a trovarti… Da quando ho ricomposto il puzzle ho tanti amici, e ho te…», soffiò con voce innamorata. «È vero, non ho mai rischiato di morire così tante volte come in quest’ultimo periodo, ma se questa è la pena che devo scontare per essere tuo, allora, sono felice di tutto questo». Le sue parole erano pure e piene d’amore, capaci di scuotere perfino il cuore di uno spirito che per tremila anni non aveva avuto nessun tipo di compagnia – nemmeno quella dei suoi stessi ricordi.

«Aibou…», sussurrò Yami, ma Yuugi gli fece cenno di non interromperlo.

«Quando penso a Ryou, invece, mi si stringe in cuore. Non penso che lo spirito che dimorava nell’anello sia così buono con lui, affatto. E sono sempre in pensiero per lui», ammise.

Yami gli si avvicinò e lo abbracciò gentilmente.

«Sei molto gentile a preoccuparti dei tuoi amici», gli disse.

«Fo—Forse dovrei a—avvicinarmi di più a lui,» balbettò il ragazzo, imbarazzato a quella calda stretta, «come quando era appena arrivato a scuola e abbiamo battuto il suo yami a Monsters World, tentare di capire il suo dolore e il modo che possiamo utilizzare per aiutarlo. Yami no Bakura non mi è mai piaciuto… Forse, però, se Ryou non ha mai dato altri segni di insofferenza, vuol dire che si è adattato al suo ospite», ponderò. «Non so cosa pensare…».

Atem sollevò un fine sopracciglio.

«Adattarsi ad avere una persona così nello stesso corpo?», chiese retorico. «Aibou, sinceramente Ryou dev’essere un po’ sadomasochista per riuscire in un’impresa del genere…».

«E… se anche loro fossero…».

«Fossero?».

«… Innamorati?». Yuugi disse quella parola in un lieve pigolio, del tutto in contrasto con il boato di risata che uscì forte dai polmoni di Yami, incontenibile.

«Aibou! Ah, ah, ah! È la cosa più spassosa che tu abbia detto da quando ci siamo conosciuti! Ah, ah, ah!», rise, tenendosi lo stomaco e rotolando nel letto.

Yuugi lo guardò con aria interrogativa e dopo che il Faraone senza nome si fu calmato, quest’ultimo spiegò:

«Impossibile, Aibou!», disse, asciugandosi una lacrima dall’occhio, con un dito. «Ce lo vedi Yami no Bakura che si presenta nella mente di Ryou vestito con uno di quegli abiti bianchi ed eleganti del vostro secolo, con un mazzo di quindici rose rosse in mano?».

Bastò quell’immagine perché anche Yuugi iniziasse a ridere incontrollato nel letto, seguito a ruota da Yami, che continuò a parlare: «Oppure immaginatelo mentre gli apre la portiera dell’auto e si stende in una pozzanghera per farlo passare affinché non si sporchi le scarpe!». La situazione stava degenerando: l’argomentazione – da seria che era – si stava trasformando in un discorso prettamente demenziale, che fece venire perfino il singhiozzo a Yuugi.

«Per non parlare poi delle loro performance a letto!», ridacchiò Yami. Sembrava tornato alle origini, quando Yuugi lo aveva appena risvegliato dal puzzle – ovviamente dopo essere stato svegliato da un sonno lungo circa tremila anni, chi non sarebbe leggermente infastidito e dall’arrabbiatura facile?

Yami si mise in piedi – ancora perfettamente nudo – e iniziò a dire con voce grave, facendo il verso a Bakura:

«Io sono Ore-sama! E lui… è Ore-chan!», rise, indicandosi il coinquilino dei piani bassi.

Yuugi si tappò la bocca con un sorriso, arrossendo appena: «E non sarà mai nemmeno bravo come te a letto, Mou hitori no boku!», sussurrò, facendogli il gesto della regola della L con l’indice e il pollice: ovvero, a bassa altezza corrisponde un membro più sviluppato e viceversa. Anche Yuugi se trascinato riusciva a dire le peggiori cose – ma solo con il suo amato “altro se stesso” – e poi stava prendendo in giro un loro camaleontico nemico, non certo il suo amico Ryou!

«Giustissimo, Aibou!», annuì Yami, ributtandosi nel letto e abbracciandolo forte, continuando a ridere con lui, mentre le loro bocche a volte smettevano di ridere per qualche attimo, il tanto giusto per fare in modo che le loro labbra si incontrassero in un soffice bacio.

Ma c’era una cosa che i due non avevano considerato.

Una figura ancora più oscura di Yami era nascosta nella densa tenebra di quel Puzzle. A lui non occorrevano luci per potersi muovere e l’esperienza millenaria che si portava dietro gli aveva permesso di muoversi senza fare il minimo rumore, e di non perdersi in quel dedalo o rimanere vittima delle sue trappole.

E proprio lui, in piedi sull’architrave esterno della porta di quella stanza – dove Yami aveva trascinato Yuugi in un impeto di desiderio, senza curarsi poi di chiudere l’uscio, pensando giustamente di essere solo con il suo Aibou, come era sempre stato –, li aveva ascoltati da sempre. Senza che loro lo sapessero.

“Poco dotato? Con problemi di erezione? Come osano dire questo del grande Ore-sama?! Maledetto Ou-sama!”, pensò il ladro, avvolto nell’oscurità. Digrignava i denti, aveva una vena pulsante pericolosamente in vista all’altezza della tempia – se non si fosse calmato entro un limite di tempo accettabile sarebbe potuta esplodere – e stringeva i pugni talmente forte che le nocche erano ormai bianche come i suoi capelli. “Metterò in conto anche questo una volta giunto alla resa dei conti, garantito!”, pensò, come fosse una mortale maledizione, un anatema capace di colpire nei secoli dei secoli, di generazione in generazione – fino all’ottava – e di non lasciare scampo. “E per colpa tua la pagherà anche quel nanerottolo di Yuugi, vedrai se non ho ragione…”, ringhiò, sparendo poi tra l’oscurità di quel puzzle, completamente disinteressato alle smancerie amorose dei due nella stanza.


§Fine§
XShade-Shinra

  
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