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Autore: Naty96    23/01/2012    0 recensioni
Dal primo capitolo: - Lo giuro!- riconfermò. Non riuscivo ancora a spiegarmelo:- Tanto Elisabeth diventerà mia moglie tra poco, quindi è meglio per tutti e tre stare zitti-continuò Mark - Bene- approvavo ciò che aveva detto Mark - Immagino che ci vedremo al mio matrimonio, se tu sei disposta a venire- - Certo!- risposi con naturalezza - Bene…- Mi voltai di nuovo verso la porta dove c’era lui:- Mark?- - Sì- mi rispose con fermezza. Mi sentivo in colpa, ma orami la frittata era fatta e l’importante era che nessuno lo sapesse. Mi affrettai a rispondergli:- è un segreto… ricordatelo- Detto questo me ne andai con la paura sulla faccia
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazze sono tornata dopo un lungo perodo di assenza....dovevo finire questa storia e non sono più andata avanti con gli altri lavori.
Per scrivere questo libro ho collaborato con la mia amica e poi abbiamo deciso di metterlo su questo sito....
Nella seconda parte del libro ritroverete Matt Campbell con Janet Wilson, perchè  per fare Remeber Everything ho preso spunto da questa storia....
Spero davvero che vi piacerà perchè ci è voluto davvero un bel po' di tempo per scriverlo ( ho appena finito di scrivere l'ultima frase dell'ultimo capitolo )
A presto da Naty96   






  È UN SEGRETO
 
In tutto quel tempo mi chiedevo se sognavo oppure era realtà. Era bello, colorato… troppo chiaro da non vedere niente di niente, poi il vuoto e una sveglia suonò:- Accidenti!- Avevo sbattuto la testa contro la elaborata ringhiera di ferro del mio letto. Erano le 8:30. Cosa? Le 8 e 30? Cavolo cosa diavolo facevo ancora nel letto  a quell’ora? Ah già che stupida, era sabato. Mi alzai ancora stordita dallo strano sogno, andai nel mio bagno personale e mi specchiai. Ero troppo pigra per cambiarmi, infatti era da due settimane che indossavo gli stessi pantaloni della tuta per dormire,bianche con le righe celesti, la canottiera era blu e s’intravedeva il reggiseno nero. Scesi giù e feci colazione con pancetta e uova… una colazione perfetta! Mia madre era in piedi appoggiata al muro della cucina color canarino sbiadito. Non eravamo molto differenti, tranne per il fatto che lei era più alta di me, io sono una nana! Si chiama Mary Kate ed è molto magra,troppo per la sua età. Porta anche dei vestiti troppo giovanili, qualche volta i miei. – Stasera esci?- chiese come l’ispettore Rex – Sì vado ad una festa con Sarah e Mark- dissi in modo sbrigativo. Avrei fatto di tutto per buttarla giù lì e finire quella maledetta conversazione che mi faceva ogni sabato mattina –Ok,allora divertiti.- certo come no!!! –Grazie mamma.-
L’unica cosa che lei sperava era che me ne andassi di casa il più presto possibile; mi avrebbe sbattuto fuori di casa a calci ne didietro se non avessi trovato lavoro a breve, anzi ORA!
- Lavoro?- mi chiese con tono interrogativo. Sapeva già la risposta:- Non ancora, ci sto lavorando.- prese il giornale che era appoggiato sul tavolo e me lo porse davanti al naso:- Ecco forse qui troverai qualcosa.- ma perché deve rompere ogni santo giorno?- Certo provvedo subito!- a malincuore lo presi e finsi di cercare qualcosa d’interessante…figuriamoci.
Vivevo a Las Vegas e i miei lavoravano in un hotel, così rimanevo sempre da sola. In questa città o fai l’albergatore o lavori nei casinò…si proprio io! Io sono nata a Los Angeles e devo dire che mi ci trovavo molto meglio che qua.
- Vado a lavoro!- disse mia madre lasciandomi finalmente a me stessa:- Bene ciao- la salutai e lei ricambiò il saluto,chiuse con cura la porta e se ne andò. Buttai via il giornale con disgusto,misi in ordine la cucina e andai a vestirmi. Come sempre ero indecisa su cosa indossare, Jeans o gonna? Felpa o camicia? Allora chiusi gli occhi e pescai a caso. Quando li riaprii avevo in mano jeans neri stretti e magliettina bianca con i bordi rosa. Scesi a grandi salti per le scale aprii la scarpiera e presi le ballerine rosa laccate lucido. Uscita di casa saltai sulla mia auto,una Mini nera e accesi il motore. Percorrendo la strada vidi un’insegna invitante. Parcheggiai lì vicino e andai a vedere quel cartello:
                           CERCASI BARISTA
                  PER L’ATLANTA BAR
                                     CHIAMARE:3249726351 (ATLANTA)
Atlanta…fantastico! Presi il numero e lo composi immediatamente. Dopo qualche istante una bellissima voce maschile mi rispose:- Buongiorno,sono il proprietario dell’Atlanta bar posso esserle utile?- Ci fu una pausa e poi risposi:- Vorrei quel lavoro come barista, si può avere un colloquio?-
-certo anche ora!-
-ma io abito a Las Vegas!!!-
-non importa lo faremo per telefono!- in quel momento pensai che se la voce era così bella chissà di aspetto:- Mi chiamo Nicholas e tu?-
-Rebecca, ho 18 anni, sono nata a Los Angeles il 14 agosto e non faccio niente, mi sono diplomata giusto l’anno scorso-
- Bene, proprio quello che ci voleva!- Rise e mi ipnotizzò… assurdo ma come diavolo faceva? Se collassavo solo a parlargli al telefono figuriamoci a cosa avrei fatto davanti a lui. Cominciai a vagare tra i miei pensieri quando quella voce soave mi riportò in me:- Che ne pensi allora?- mi chiese.
-Come prego?- risposi imbarazzata e lui rise
-Il lavoro io te lo offro è che non so bene quando. Ti invierò un messaggio quando saprò qualcosa. Mi dai il tuo numero?
-Certo, ma precisamente tra quanto tempo me lo dirà?
- tra molto tempo-
-tanto quanto?
-non lo so-
-ok ti lascio il mio numero:5289624520-
-Ok ti manderò un messaggio appena so qualcosa, ciao-
-ciao- lo salutai e lui riattaccò:- ho un lavoro! Che fissa!-
In  un attimo rimontai in auto e tornai a casa.
Il pomeriggio passò velocemente. Verso le sette feci una doccia veloce, mi truccai e mi misi un vestitino senza maniche blu notte con delle scarpe piuttosto vertiginose. Sarah sarebbe arrivata a momenti. Lei era la mia migliore amica, era alta, mora e aveva gli occhi castani. Era molto carina. Quando il campanello suonò mi precipitai ad aprire:- Ciao Becca! Come va?- era sempre così vivace:- Molto bene grazie-
La festa era in una super-villa di una vecchia compagna. Per tutto il tragitto restammo mute, quando vedemmo la villa restammo tutte e due a bocca aperta. Era bellissima:-Wow- fu l’unica che riuscimmo a dire. Ci precipitammo dentro senza scrupoli. La musica era altissima e si diffondeva in tutte le stanze. Andammo a ballare e Mark si aggiunse a noi:- Hey ragazze come va?-
- Bene grazie- rispose Sarah che in un lampo si fiondò a ballare tra la massa
-Che ne dici ce lo facciamo un goccetto?- mi chiese Mark.
All’inizio rimasi un po’ sulle mie, ma poi risposi con un sorriso:-Ma si dai perché no!
Bevemmo senza sosta tutta la notte e ormai ubriachi non ci accorgevamo più di nulla, ci sembrava tutto un sogno. Per quello che mi ricordo abbiamo giocato al gioco della bottiglia per ben due ore. Alla fine la bottiglia indicò me. “Cavolo con chi?” pensai.
La bottiglia si fermò indicando Mark:-ok che vuoi che sia- bisbigliai tra me. In realtà avevo paura per quello che Elisabeth,la fidanzata di Mark, potesse dirmi…o peggio urlarmi dietro:-Ohh Becca deve baciare Mark!- disse una voce
-Ohhhh- risposero gli altri attorno a me. Per quanto fossi poco lucida mi ricordo di averlo baciato una, due, tre volte, forse troppe; poi il vuoto… il black out più completo.
Mi svegliai di mattina in una stanza poco famigliare e dalla quantità di luce dovevano essere più o meno le dieci di mattina. Mi voltai di scatto dall’altra parte del letto e urlai come non avevo mai urlato prima:- Ahhhh mio dio Mark cosa ci fai qui?!?!-
Anche lui lanciò un urlo minaccioso di paura, confusione e sgomento allo stesso tempo:- Cosa abbiamo combinato?- fu l’unica sua risposta:
- Mio dio no no! Non è possibile! Non mi ricordo più niente e tu?-dissi
- Neanche io!- mi rispose lui.
Mi alzai di corsa e mi rivestii arrabbiata come mio padre quando lo svegli dal sonnellino pomeridiano:- Aspetta- Mi fermò per un braccio, ma io mi liberai immediatamente:- Non toccarmi!- fu l’unica mia risposta che lo ghiacciò di paura. Mi fermai per assicurarmi di una cosa che gli avrei chiesto ora:- Prometti che non lo dirai a nessuno!-
- Promesso- Sembrava sincero.
Perfetto, per iniziare la giornata trovarsi a letto con il tuo migliore amico, promesso sposo ad un'altra tra quattro mesi
( Mark ha 23 anni).
- Giura!- richiesi
- Lo giuro!- riconfermò.
Non riuscivo ancora a spiegarmelo:- Tanto Elisabeth diventerà mia moglie tra poco, quindi è meglio per tutti e tre stare zitti-continuò Mark
- Bene- approvavo ciò che aveva detto Mark
- Immagino che ci vedremo al mio matrimonio, se tu sei disposta a venire-
- Certo!- risposi con naturalezza
- Bene…-
Mi voltai di nuovo verso la porta dove c’era lui:- Mark?-
- Sì- mi rispose con fermezza. Mi sentivo in colpa, ma orami la frittata era fatta e l’importante era che nessuno lo sapesse. Mi affrettai a rispondergli:- è un segreto… ricordatelo- Detto questo me ne andai con la paura sulla faccia
 
 
 
                      
 
 
 
  
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