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Autore: _StayStrong    23/01/2012    0 recensioni
OS.
Esperienza persona, la condivido qui, perchè ancora non sono riuscita a piangere.
Diario di una ragazza qualunque.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono tante cose che ti vorrei dire e non so dove iniziare; è la prima volta che mi viene voglia di scriverti dopo tanto tempo e per la prima volta cerco di farlo a cuore aperto senza nascondermi dietro qualcosa che in realtà non c’è.

Ho sbagliato.

So di aver sbagliato e qui ti chiedo scusa, tra lacrime che tu non puoi vedere ma che io sento mentre mi rigano le guance, non ce ne sarebbe bisogno ma non posso fare altro quando penso a quanto tempo ho perso per rendermi conto che c’era qualcosa nel mio comportamento che non andava bene.

Non sapevo come controllare le mie emozioni, non sapevo contare prima di parlare e quando vedevo qualcosa che per me non andava bene, od ero invidiosa o gelosa di qualcuno che ti stava vicino, mentre io non avevo il coraggio di farlo, mi lasciavo guidare dal mio istinto e dalle mie emozioni; allora parlavo troppo, senza sapere che cosa avrei perso o cosa avrei provocato.

Ora lo so, perché l’ho visto e perché è tutto passato.

Sono cambiata, c’ho messo quattro anni, ma sono cambiata.

Ora sono l’opposto, troppo riflessiva, troppo razionale, non mi faccio guidare più dalle prime emozioni che vengono a galla, le combatto, magari anche quando non è giusto farlo, ma almeno non commetto più errori dettati dal momento, solo per un capriccio, ma se sbaglio lo faccio perché era giusto che andasse così, senza rimpianti.

E nel periodo in cui lo speravo di meno, ho trovato me stessa.

Ho trovato me stessa in un giorno d’estate quando ho capito che la strada che stavo seguendo non era la mia e che avrei continuato a seguirla mi sarei rovinata la vita e i miei sogni.

Ho trovato me stessa in una città che non era la mia ma che ho amato dal primo momento che l’ho vista, camminando tra strade che non conoscevo ma che profumavano di un sogno che ho sempre avuto; ho trovato me stessa nel momento in cui mi sono trovata tra due strade e avrei dovuto sceglierne solo una, ho lanciato una monetina e sono andata, ed era la strada giusta.

Ho trovato me stessa tra le lacrime di una perdita, più o meno grave che sia; mentre uno dei miei più cari amici cambiava opinione su di me senza che io facessi nulla.

Ho trovato me stessa un giorno guardandomi allo specchio e capendo che quello che vedeva non mi piaceva più e che dovevo cambiarlo, perché  è così che si fa, se non ti piace una cosa la cambi, non devi per forza fartela piacere.

E' stato un percorso durato due anni.

Ma non ti nascondo, come non posso più nascondere a me stessa, che c’è stato un momento in cui ho avuto paura e ho pensato che tutto quello che avevo fatto non stava funzionando veramente, ed è stato quel pomeriggio che ci siamo visti in stazione e non ci siamo scambiati una parola, eppure eravamo così vicini; così tanto che abbiamo fatto finta di non vederci.

Ho avuto paura e il mio cuore sembrava voler saltar fuori, non batteva così da tempo; non sono riuscita nemmeno a sorriderti e quando mi ero decisa a salutarti e magari scambiare quattro chiacchiere, ho sollevato la testa e ti ho visto troppo vicino, i nostri occhi si sono incontrati per qualche secondo e io ho abbassato la testa di colpo, mi hai messo in soggezione senza volerlo, mi hai messo in soggezione perché sono io che mi vergogno dei miei comportamenti; e ora sono consapevole che anche tu avevi la tua parte di ragione.

C’ho provato, credimi quando te lo dico, ma non ce l’ho fatta e spero che tu potrai perdonarmi, perché io a volte ancora non ce la faccio e mi fa male.

Grazie, perché con te ho imparato che è meglio contare prima di parlare e che non sempre si ha ragione.

Ti chiedo solo una cosa, perché mi rendo conto che più di questo non posso chiedere: ricordami.

Ricordati di quella ragazzina di quindici anni a cui dicevi di voler bene e che guardavi negli occhi, come si fa con gli amici, di quella ragazza con cui avevi degli ideali comuni e che troppo spesso ti diceva che eri un bambino; quella ragazzina che ti voleva bene e che non sapeva come dimostrartelo, quella con cui parlavi ancora, non quella con cui poi hai avuto solo problemi per tre anni.

E poi ricordati della donna che hai visto alla stazione, dopo tre anni di silenzi; ricordati di come ha abbassato lo sguardo per favore, ricordati di quegli occhi verdi che hanno cercato di parlare per me.

Ciao, Giovanni.

Ti auguro il meglio, ti auguro tutto quello che di buono c’è.
 

  
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