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Autore: Tawariell    05/09/2006    9 recensioni
Era notte.La tipica notte di fine agosto quando il venticello estivo si mescola alle prime folate autunnali.
Come sempre ero ancora sveglia alle tre. Poi d’improvviso finalmente sopraggiunge l’assopimento. E con esso il sogno….
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo racconto l'ho scritto dopo uno strano sogno di qualche giorno fa..

PREMIO CITTA DI MELEGNANO

Due Angeli e un Sogno

 

Era notte.

La tipica notte di fine agosto quando il venticello estivo si mescola alle prime folate autunnali.

Come sempre ero ancora sveglia alle tre.

Poi d’improvviso finalmente sopraggiunge l’assopimento.

E con esso il sogno….

 

 

 

 

Uno studio fotografico prestigioso è sempre frequentato da tante persone.

Persino la notte.

Quello di una giovane e celebre fotografa di moda non è da meno.

Soprattutto quel giorno.

Quel giorno finalmente avrebbe dato vita al suo sogno.

Un sogno che aveva fatto anni prima, poco più che adolescente, in una tiepida notte di fine estate.

C’erano due angeli che dormivano, abbracciati l’uno all’altro, vicino ad una cascata di montagna non lontano da una foresta di querce secolari: il cielo, blu cobalto, era pieno di stelle, ma già una leggera luce si poteva intravedere in mezzo a quel blu.

Era quasi l’alba.

Le due creature, uno biondo e uno castano chiaro, non indossavano nulla e avevano la purezza e il pallore di certe statue greche.

Certo i loro corpi e i loro visi non era perfetti come quelli dei bronzi di riace, ma avevano un che di aggraziato, di intrigante e misterioso che valevano molto più della perfezione.

E i loro occhi: la luce del mattino non sarebbe mai luminosa come quelle pozze di cielo.

Dormivano sdraiati in mezzo all’erba alta, che si stava movendo per una piccola brezza estiva.

Era rimasta diverso tempo ad osservarle e quando finalmente aveva avuto il coraggio di avvicinarsi, tutto era sparito.

Si era svegliata di soprassalto ma con una strana serenità nel cuore.

Che non provava da anni.

 

 

 

Aveva solo tredici anni allora e di certo non pensava di diventare una fotografa.

Oltretutto di moda.

Odiava quel mondo così falso, vuoto e stupido: pieno di finta bellezza.

Sapeva che li in mezzo non avrebbe mai trovato i suoi angeli.

Lo sapeva.

Fu in un parco, in una gelida giornata di fine dicembre che li vide.

Quelle giornate dove la neve ricopre ogni cosa e fa diventare tutto magico, come in un paese incantato.

Gli alberi diventano enormi fiori bianchi, le case paiono castelli di zucchero filato.

E si sente a casa anche la notte.

Si non ha paura di niente.

Perché cosa può fare di male la neve soffice?

Non sente nemmeno il freddo.

E cammina silenziosa sentendosi parte di una grande famiglia.

 

 

 

 

E poi ad un tratto li vede.

Loro.

Due angeli.

Veri.

Non perfetti.

Ma veri.

Uno sta facendo un enorme pupazzo di neve insieme a due bimbe che ridono giocose: la loro risata le arriva dritto al cuore.

L’altro percorre, solitario, il viale alberato ascoltando la musica con il walkman: sembra estraneo a tutto e nel contempo sembra parte dell’intero universo.

Li osserva meglio per un secondo per sincerarsi che siano davvero loro.

Quegli occhi : li ha ritrovati finalmente.

 

 

 

Sa già che ci vorrà un po’ a convincerli, ma ci riuscirà.

Ed un giorno eccoli li nel suo studio.

Che per l’occasione sembra davvero un prato di montagna con una piccola cascata vicino.

I maghi degli effetti sanno ricostruire queste cose.

Ma non loro.

Sorride e prende la macchina fotografica.

Loro sono già sdraiati in mezzo all’erba, con nulla addosso, allacciati in un tenero abbraccio:

sembra quasi che stiano dormendo davvero.

Sorride di nuovo, mentre li mette a fuoco con l’obbiettivo.

Ora comincia lo spettacolo.

 

 

FINE

   
 
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