Deliri di una sera qualunque
Al
sopraggiungere della
sera, arriva la depressione. Nello stesso modo in cui il cielo si
oscura, la
mente viene assalita da una profonda solitudine.
Si
sente una nebbiolina
densa perforare l’anima e un sapore amaro di tristezza.
Non è una tristezza
passeggera. Persiste insaziabile, vuole impossessarsi di quel briciolo
di
felicità accumulata faticosamente. Vuole spazzare via la
ragione e sostituirla
al torto.
Sdraiarsi e pensare, solo
pensare.
Pensare che domani sarà un
giorno migliore. Forse.
Pensare che domani
sarà un
giorno peggiore. Probabile.
Annodare i pensieri e
mischiarli per farne un riassunto definitivo.
Per vedere che cosa?
Cosa
ti aspetti dal domani?
Ma cosa ne so io, è
ancora
presto per pensarci.
E
invece no, devi pensarci,
al domani.
Perché
da un momento
all’altro potresti trovartelo sbattuto in faccia, e allora
non sarai
preparato. Non riuscirai ad affrontarlo.
Ti troverai costretto a
correre per recuperare il tempo perduto in chiacchere e non in fatti.
Ma a te cosa te ne
importa
della mia vita? IO faccio quello che mi pare.
D’accordo, fallo. Vai a divertirti, non pensare a me. In fondo, per te, le mie parole sono solo sciocchezze. Ma ricordati di non venire a piangere da me quando ti sarai rovinato.
Cerco di sdraiarmi a
riposare, di riporre tutti i miei pensieri nell’angolo oscuro
della mente, ma
effettivamente non ci riesco. La mia testa è un continuo
meccanismo di
apprendimento, elaborazione e conclusione di dati.
Ma lasciatemi in pace!
Andatevene!
Niente.
Caos.
Penso
al mio futuro, a te,
Si, proprio tu. Sei il
pensiero che mi fa gocciolare di dolore il cuore, sei la fetta di pane e
nutella che non posso permettermi di mangiare a merenda.
Mi
piaci come sei, come
cerchi di essere. Mi piaci perché non ti conosco, non posso
sapere se sei
crudele come questo mondo o dolce come ti credo.
Mi piaci tu e basta.
E ora finalmente dormo, ma purtroppo sognarti non riesco ancora..