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Autore: Kuruccha    23/01/2012    2 recensioni
È una voce femminile quella che sente risvegliarsi nel buio, così potente da riuscire a sovrastare lo scroscio fastidioso di ciò che solo in quel momento capisce essere pioggia.
[Adam-centric, pre-serie]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blu e bianco



Un rimbombo cupo e ovattato è tutto ciò che riesce a sentire. Il suo pensiero galleggia in un blu profondo; da qualche parte, attorno a lui, c'è la superficie. Non riesce a vederla, eppure ne è certo; gliene rimane solamente la consapevolezza, e a dargliela è quello scroscio incessante d'acqua che scorre e cade, quel sentore di sostanze che cozzano tra loro facendo rumore.

Chi sono io?

Adam non lo sa, ma capisce di essere qualcuno; la sua coscienza sta dormendo, ma c'è - laggiù... nel profondo, forse, dove il blu si fa ancora più intenso, o magari altrove - c'è. Lui esiste.
È un essere umano, o almeno lo era. Non ha ricordi del suo io passato e del suo io presente. Tutto ciò che riesce a fare è cantare, pur senza emettere un solo suono.

Come la luna calante,
Consumato dalle tenebre,
sono impallidite queste mie labbra

È una voce femminile quella che sente risvegliarsi nel buio, così potente da riuscire a sovrastare lo scroscio fastidioso di ciò che solo in quel momento capisce essere pioggia. Grosse gocce che si schiantano sulla superficie del suo mare d'incoscienza. È una piccola luce ad emettere quella melodia; una scintilla nel blu profondo, come una lucciola nella notte. Canta, canta, ancora e ancora.

E lui, d'improvviso, ricorda. Sono solo piccole immagini, distaccate le une dalle altre, nulla più che brevi fotogrammi; luci senza contorni precisi, immerse nel nero, che lo avvolgono e gli donano sostanza e consistenza. Si rende conto di avere un corpo, ora; dei vestiti, delle scarpe, una sciarpa. Gli angoli appuntiti di una scatolina gli premono fastidiosamente nella tasca destra dei pantaloni. È la prima sensazione fisica dopo tutto quel tempo - un'eternità, o forse solamente un minuto - passato ad essere niente più che nulla.

La canzone continua. Chissà perchè, ora la superficie sembra più vicina. Lo spazio sopra di lui è luminoso, e in quel momento riesce a vedere ogni singola goccia di pioggia che cade, affonda, rimbomba e si amalgama al mare in cui è immerso: un oceano gigantesco, nero, senza fondo. Si chiede se anche lui, senza quella consapevolezza d'essere qualcuno che l'ha appena salvato, avrebbe fatto la stessa fine di quella goccia - solamente una cellula dell'insieme, che non può o non vuole più nemmeno rendersi conto d'essere stata e d'essere ancora.
Adam emerge dall'acqua e si riscopre in uno spazio bianco, vuoto, all'apparenza del tutto opposto a quello in cui si trovava poco prima. Il mare sotto di lui è scomparso; è la terraferma ad accoglierlo, senza che lui se ne renda nemmeno conto. La pioggia ha smesso di cadere, o forse non ha nemmeno mai iniziato a farlo.

Tutt'attorno a quell'immenso spiazzo bianco non c'è nulla. In lontananza, oltre la nebbia, un cancello dorato.
Lui è Adam. Non è certo di poter dire chi è davvero, ma ricorda perfettamente cosa c'è nella scatolina chiusa e riposta nella sua tasca.
Lui è Adam, e sta cercando qualcuno. La fonte di quella voce; quella lei che canta, l'autrice di quella melodia che si è sovrapposta perfettamente alla canzone che la sua mente, quando ancora non sapeva di essere, già stava recitando come un mantra. E' certo che lei riuscirà a dirgli chi è Adam. Riesce a visualizzarla, per un attimo: le sue spalle strette chine sul pianoforte, i capelli lunghi, le mani che corrono veloci sui tasti. È da lei che deve andare. Gli appare l'immagine di una casa con una grande stanza per il pianoforte. È lì che deve dirigersi, pensa, aprendo gli occhi e vedendo il bianco.

Quando, inconsapevolmente, riesce a riemergere nel mondo reale, ad accoglierlo c'è solo la pioggia battente di una notte cupa in un giardino abbandonato.



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23.1.2012
Della serie: a volte l'ispirazione può colpirti anche mentre sei in ufficio, nel bel mezzo della pausa pranzo. Sono oggettivamente felice di questa fanfiction per tanti motivi, così come ne sono felice anche soggettivamente. E' bello essere tornata a scrivere - è passato un mese, ma è sembrata un'eternità.
Ovviamente, vista la serie, questa storia è per Alister. Ma una menzione speciale va anche al mio caro MaxT :) Ho scritto questa fic invece di rispondere alla tua mail (e mi ero prefissata di farlo oggi a tutti i costi... >_<) e perciò, ecco, sì, per una buona percentuale è tua di diritto. :) Scusami davvero... cercherò di rimediare alla prossima pausa pranzo. Giuro!
Visto che mi piace - come al solito - incrociare millemila cose mentre scrivo, l'ispirazione per la stesura di questa storia è nata da due prompt combinati tra loro: Pioggia, proposto nell'ambito della prima prova del Cow-T 2, e Ultimi Raggi di Luna, Adam, Nei mari più profondi (che temo di essermi auto-promptata, ma ormai non me lo ricordo nemmeno più XD) scovato nella Piscina dei Prompt.
Grazie mille per aver letto :D Buona notte a tutti!
Kuruccha

   
 
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