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Autore: MomokA_TakahashI    05/09/2006    10 recensioni
Quando per dichiararsi una ragazza deve far fronte a mille imprevisti!
Una piccola FF one-shot per far sorridere!
By Momoka
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata alla carica con una nuova FF

Eccomi tornata alla carica con una nuova FF!!! Mi dispiace, mi dispiace tanto per quelli ke attendevano il continuo della FF di Inuyasha e x quelli della FF di Mew mew, ma dovranno aspettare ancora un po’! Tanto qst FF è solo un capitolo, è un flash che mi è venuto all’improvviso… spero vi possa piacere!!!

 

 

 

QUANDO L’AMORE È UNAVVENTURA!

 

Una coraggiosa dichiarazione

 

Lily Shirabashi, coraggiosa tredicenne, quel giorno si svegliò più presto del solito.

Quello era il grande giorno, il giorno in cui avrebbe dichiarato il suo amore a Kotaro!

In teoria avrebbe dovuto farlo la mattina, prima di andare alla gita scolastica.

Ma non sapeva che sarebbero accaduti mille imprevisti!

 

**************

 

-Kotaaarooo!!-

Il ragazzino dai capelli castani non si voltò, ma Lily era sicura che l’avesse sentita.

-Buongiorno!-

Lily gli arrivò di fronte quasi di corsa, col fiatone.

-Che sorpresa! Anche tu qui! Che… caso… anf…-

In effetti non sembra proprio che sia un caso!” si disse. “Ma non fa niente, adesso mi dichiarerò!!” decise.

Erano soli. Soli soletti alla fermata del pullman che portava al luogo della gita, gli altri dovevano ancora arrivare.

-Ehm… Kotaro… senti… devo dirti una cosa…-

Lily si girò e lo guardò.

Lui ancora non aveva spiccicato parola. I capelli un po’ lunghetti  gli ricoprivano le orecchie e arrivavano alle spalle. Era molto alto, e faceva parte del club di basket sin dall’inizio della prima media (nDa sono a metà del secondo trimestre della prima media…). I suoi occhi color verde scurissimo erano molto intensi, anche se lui non sorrideva quasi mai.

Lily era riuscita ad avvicinarlo in veste di amica, così da riuscire a chiamarlo per nome. Si era innamorata di lui dal primo momento in cui l’aveva visto. Essendo molto curiosa e intraprendente, era riuscita a sapere tutto di lui, perfino il gruppo sanguigno, i gusti musicali, i gusti in fatto di cibo e vestiti, così da avvicinarsi sempre più. Kotaro l’aveva lasciata fare, tanto per lui era uguale.

Lily fece un profondo respiro. “Inspirare… espirare…” si diceva. “Inspirare… espirare… inspirare… espirare… ed ora, dichiarazione!”

Aprì la bocca. –Kotaro, io…-

-SHIRABAAAAAAAAAAAASHIIIIIIIIIIII!!!!-

“Oh no, no, quella voce no, vi pregooo!!” piagnucolò Lily in silenzio, chiudendo gli occhi.

Kotaro alzò lo sguardo.

-Ah, eri qui, Shirabashi.-

Lily lo guardò: non aveva ascoltato una parola, e il perché andava a ricercarsi nelle cuffie dell’mp3 impiantate nelle orecchie del ragazzo, coperte dai capelli.

“Oh, che cavolo!”

La ragazza si girò: un ragazzino biondo, loro compagno di classe, dai grandi occhioni blu e il sorriso aperto stava correndo a perdifiato verso di loro.

-Buongiooorno Shirabashiiii!!!- stava urlando, come un forsennato.

Lily lo fissava affranta.

-Uff… ciao, Shinji…-

-Uaaah! Mi hai chiamato per nomeee!!!- gridò, avvicinandosi alla ragazza e stringendola in un abbraccio.

-Gya!- fece lei, spaventata. -Mi stritoli!- disse al ragazzo.

Il biondo si staccò.

-Scusami!- alzò lo sguardo verso Kotaro, un’ombra di rabbia gli attraverso gli occhi azzurri, per poi scomparire subito.

-Buongiorno, Arasawa!-

Kotaro si voltò leggermente, mentre infilava il lettore mp3 nella tasca dello zaino.

-Ciao…-

Non era mai stato un gran chiacchierone, lui.

Lily si voltò verso Kotaro. “Dannazione, se non ci fosse Shinji potrei dichiarar…”.

Come non detto.

-Lily!-

Lei, ormai completamente abbattuta, si girò di nuovo.

Le sue amiche e compagne di classe la stavano raggiungendo.

-Ciao…- le salutò lei, scocciata. Cioè, felice dell’arrivo delle compagne ma… aveva avuto un’occasione splendida per dichiararsi e le era stata strappata!

-Ciao! Ciao, Shinji. Ciao Arasawa.- Mika, la migliore amica di Lily, salutò tutti.

-Chi manca?- chiese Asada, la “secchiona” del gruppo.

-Beh…- rispose Kira, il “braccio destro” di Asada, ovvero la più informata del gruppo, dando un’occhiata intorno. -Mancano Shoji, Kaname, Onuma, Kiba, il trio degli stupidi (tre ragazzi soprannominati in tal modo per il loro non precisamente mostruoso QI), Sakurai, Ueda, il trio mistico (tre ragazze soprannominate così per i loro sguardi perennemente sognanti e per i loro voti costantemente altissimi), Shimizu, e poi… basta credo.-

Tutti si voltarono a guardarla scioccati, poi riprendono la loro normale espressione.

-Beh… cosa facciamo mentre li aspettiamo?- fece Lily, avendo ormai completamente abbandonato il progetto di dichiararsi in quel momento.

Yoko, la giocosa del gruppo, batté le mani. -Giochiamo a obbligo-verità?-

La guardarono tutti scettici, intanto però si stavano accalcando attorno a due panchine, una di fronte all’altra, per accaparrarsi un posto comodo. Lily rimase ferma un attimo vicino a Kotaro, per sapere cosa avesse fatto lui. Con sua grande sorpresa, lui fece un sospiro esasperato – questo era anche ovvio – e si diresse stancamente verso le due panchine, sedendosi a terra a gambe incrociate. Lily lo seguì veloce come un fulmine, sedendosi immediatamente accanto a lui, in modo che la gonna non mostrasse cose che arrecherebbero danno alla salute mentale di un bambino con meno di due anni - lì non ve n’erano, ma la mentalità era quella.

Giocarono a obbligo-verità per più di dieci minuti, e quando arrivarono gli altri, dato che il pullman aveva fatto ritardo e non era ancora arrivato, allargarono il gruppo e continuarono a giocare.

Lily era stanca, per questo sceglieva in continuazione verità, anche perché non si fidava di quelle “menti malate” se avesse scelto obbligo. Probabilmente anche Kotaro pensava la stessa cosa, perché sceglieva sempre verità, ma su di lui gli altri avevano minore ascendente e gli facevano domande idiote tipo “È vero che il cielo è blu o è solo l’immaginazione umana?”.

Tale era la sua noia che Lily stava per buttarsi sotto una macchina.

“Finalmente i professoriiiiiiiiii!!” disse fra sé e sé, per la prima volta nella sua vita FELICE dell’arrivo dei prof, quando vide i due che dovevano accompagnarli alla gita.

Avevano l’aria affaticata, col fiatone.

-Ragazzi! Ci siete tutti?-

-Sì, prof.-

-Non manca nessuno?-

-No, prof, abbiamo contato.-

-Perfetto.- disse uno di quelli. -Perché la gita è rimandata: il pullman è rimasto in coda su una strada statale un po’ lontana da qui, il conducente ha chiamato per avvertire che sarebbe tornato indietro, altrimenti saremmo partiti alle quattro del pomeriggio, e non esagero.-

Lily sgranò gli occhi.

Un “Noooo!!!” generale percorse le due panchine quando il professore tacque.

-Forza, tutti a casa adesso! Volevamo tornare a scuola, ma alla fine abbiamo deciso di rimandare, dato che siete tutti impreparati, tranne forse Asada, e sarebbe inutile interrogarvi.- disse un prof, e tutti si alzarono scattanti, felici di averla scampata.

Ma Lily non lo era altrettanto: niente gita, niente scuola = niente occasioni per stare SOLA con Kotaro.

Non si scoraggiò: mentre tutti andavano a casa, si avvicinò a lui.

-Kotaro… ehm… mi accompagneresti un attimo in un negozio di dischi?- gli propose, facendo la finta timida. -Devo comprare un disco, noi abbiamo gli stessi gusti e forse mi potevi consigliare…-

Attese la risposta col cuore in gola.

Lui fece un impercettibile segno d’assenso e si incamminò.

Lily rimase per un attimo interdetta, poi un sorrisetto malizioso comparve sul suo volto.

“Stavolta sarai mio, Kotaro Arasawa!”

 

**NeGoZiO dI dIsChI**

-Che disco vuoi?-

-Ehm… non saprei… un gruppo rock…-

-Allora prendi questo.-

Kotaro prese un disco dalla copertina molto colorata e lo porse a Lily.

“Casualmente” le loro dita si sfiorarono e Lily salì un attimino al settimo cielo per poi ridiscendere in fretta e non destare sospetti.

Si avvicinò al punto di ascolto e inserì il disco, mettendo sulle orecchie le grandi cuffie. Il ritmo la travolse e la musica l’avvolse.

-Wow, belli! Non li avevo mai sentiti!-

-Sono uno dei miei gruppi preferiti.-

-Fantastici!- stavolta era davvero sincera.

Tolse le cuffie. Conosceva a memoria quel negozio, e c’erano degli scaffali che erano molto lontani dall’entrata e molto appartati. E quel giorno era quasi vuoto.

-A proposito, Kotaro, vorrei farti sentire un disco… vieni, è in questi scaffali qua dietro…- fece lei, con l’aria da finta tonta come al solito.

-Ok…- (o è scemo, o è tonto).

Mentre lo precedeva nell’altra ala del negozio, Lily fece un sorrisetto.

“Sarai mio!”

-Dov’è?- chiese lui, quando Lily si fermò.

Lei si girò, respirando a fondo. Con aria teatrale, si portò le mani al petto.

-Qui, Kotaro, proprio qui.-

Lui la fissò, apparentemente senza capire.

-Devo dirti che…-

-FERMI TUTTI, QUESTA È UNA RAPINA!-

“Oooh, ma che diavolo!! Tutte a meeee??” si chiese in tono lamentoso Lily.

Poi la lampadina magicamente si accese: forse poteva usare quest’occasione per farsi proteggere da Kotaro! In fin dei conti, un contatto fisico inaspettato è sempre efficace.

Gli si avvicinò e si strinse a lui.

-Cosa succede Kotaro? Ho paura…-

Ma lui proprio non capì.

-Non preoccuparti e vieni a vedere…-

Si staccò da lei e si avviò verso l’ala principale. Ormai curiosa, Lily lo seguì.

Non c’era nessun rapinatore: quello che aveva urlato era solo un amico del gestore/commesso, che voleva fare uno scherzo, approfittando del negozio quasi vuoto.

I due stavano conversando amabilmente alla cassa.

Lily voleva buttarsi giù dalla finestra.

“Dannazione! Ma io non mi perdo d’animo!” si disse, incoraggiandosi.

Agguantò il CD che Kotaro le aveva consigliato prima e andò alla cassa.

-Allora lo compri?-

-Sì.-

Uscirono fuori dal negozio.

Cavolo-cavolo-cavolo… e ora che m’invento per non farlo andare via?”

Mentre si assillava, Kotaro le sfiorò una spalla per attirare la sua attenzione.

-Là.- disse solo.

Lily alzò gli occhi: il ragazzo indicava una gelateria.

Alla ragazza s’illuminarono gli occhi.

-D’accordo!-

 

**GeLaTeRiA**

Lily era nervosa, perché non riusciva a tenere la concentrazione per più di qualche secondo a causa della musica assordante del locale, nonostante il loro tavolo fosse un po’ isolato dal resto della gelateria e ci fosse poca gente.

“Sembra come nel negozio di dischi… adesso scommetto che entra uno e dice ‘Fermi tutti questa è una rapina’… che sfiga!” brontolò fra sé e sé la ragazza, che ce la stava mettendo tutta per raccogliere tutto il suo immenso coraggio e dichiararsi.

Intanto Kotaro mangiava lentamente il suo gelato, tutto tranquillo, completamente ignaro della preoccupazione di Lily, che stava per legarsi una pietra al collo e gettarsi giù da un burrone, e all’oscuro delle sue macchinazioni.

-A-ehm… Kotaro… ecco io… volevo dirti che…-

“No, non ce la faccio, non ce la faccio, dannazione…”

-Cosa?-

-… che il gusto ananas è molto buono, dovresti assaggiarlo!-

Che cacchiata! A me l’ananas non piace nemmeno! Non lo mangerei nemmeno se mi pagassero!!”

-Ah… tu dici?-

-No, no, no-no-no-no-no!!! In realtà è davvero orribile!!!! Non prenderlo mai!-

-Shirabashi, va tutto bene!-

-Sì, certo! Perché me lo chiedi? Chiamami Lily, please!-

-Okay, Lily- (battito cardiaco a duemilaotto) –Se c’è qualcosa che mi devi dire… dillo, per favore.-

Lily rimase un attimo interdetta: cavoli, non aveva mai parlato tanto… anche se era una conversazione un po’ insulsa.

-Ecco io…-

-Lily caaaaaaaaaraaaaaaaaa!-

“Oddio, NO…!”

-Ma tu sei proprio Liiiiily, ma come sei cresciuuuuta!-

Lily alzò lo sguardo, a questo punto totalmente disperata, e si ritrovò di fronte un’amica di vecchia data della madre, che si era inspiegabilmente affezionata a lei e le faceva più regalini di quanti ne avesse mai ricevuti in tutti i Natali e i compleanni della sua vita.

-Buo-buongiorno, miss Abe…- la salutò di malavoglia la ragazza, che non vedeva l’ora di togliersela dai piedi.

Disgraziatamente, quella si sedette di fianco alla ragazza, sul divanetto che faceva da sedile.

E adesso che vuole?!” si chiese Lily, sprofondata nella depressione.

La signora Abe si rivolse allegramente a Kotaro.

-Saaaaaaalve ragazzo!-

-…- Kotaro le rivolse un cenno che teoricamente avrebbe dovuto simboleggiare un saluto, diciamo, una brutta copia.

-Sei il fidanzatiiiiiiiiino di Lily caaaaaara??-

“NOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò Lily, nella sua mente, ricoperta di imbarazzo fin sulle punte dei capelli.

Stavolta Kotaro non rispose: abbassò lo sguardo e mugugnò qualcosa che Lily non riuscì ad afferrare. Però afferrò la situazione: anche lui si sentiva imbarazzato da quella signora così… così… così fastidiosamente invadente.

Prese in mano la cosa.

-Si-signora Abe, lui è un mio compagno di classe, stavamo ripetendo dei compiti, per l’interrogazione di domani… a voce.-, aggiunse, per rispondere all’occhiata interrogativa della signora Abe sull’inequivocabile mancanza di libri o quaderni.

-Esatto.- esordì Kotaro.

Dal tono di voce di quest’ultimo, la signora Abe capì che doveva togliersi dalle scatole.

Si alzò e molto educatamente disse: -D’accordo ragazzi, non voglio disturbarvi. Vi auguro un’intensa giornata di studio!- fece un sorrisino, girò sui tacchi e andò via.

I due sospirarono insieme.

-Finalmente!- disse Lily.

-Prima che arrivasse quella, stavi dicendo “Ecco, io…”, come continuava?- chiese lui.

“Cavolo, che memoria!” pensò lei, sorpresa. Però non sapeva come continuare.

-Beh… insomma… volevo dirti che…-

Lo guardò negli occhi.

-Kotaro…-

-Dimmi.-

-Ecco…-

-Sì?-

-…-

-…-

-Andiamo a farci una passeggiata al Parco Blu?-

-…-

-Così ti dirò tutto.-

-…Okay.-

 

**PaRcO**

Camminavano in silenzio l’uno di fianco all’altra.

Lily si stava ripassando mentalmente, per la centesima volta, le parole che doveva dire. Perché lei, Lily Shirabashi, proprio lei, non sarebbe mai incappata in una gaffe, durante una cosa importante come una dichiarazione.

Inaspettatamente, fu Kotaro a rompere il silenzio.

-Bene, Lily, adesso puoi dirmi tutto.-

Erano COMPLETAMENTE soli, nel parco. Non è un posto molto frequentato, soprattutto di mattina tardi.

Lily si guardò nervosamente attorno, quasi in cerca di qualche imprevisto che le ritardasse ancora la confessione: tanto quella mattina sembrava che il destino si fosse messo d’accordo con la sfortuna per rovinarle “il momento critico”.

-Ehm… e-ehm… ehm…-

La tredicenne continuava a balbettare come impazzita, la sicurezza di quella mattina si era gradualmente dissolta, con l’aumentare degli imprevisti.

Kotaro era là di fronte a lei, anche se era così vicino, le sembrava irraggiungibile: eppure era proprio lì! Che la fissava impassibile.

Così bello…

Così bello…

Così bello…

Così…

Lily fece un passo avanti e lo abbracciò, d’istinto.

Kotaro spalancò gli occhi.

-Shi-shirabashi!-

-Chiamami Lily, chiamami Lily, chiamami Lily!!-

Ma, proprio in quel momento, ancora una volta…

-Ti ho trovata!-

Lily spalancò gli occhi, oramai sull’orlo delle lacrime.

“No, ancora lui no!!”

Si staccò “leggermente” malvolentieri da Kotaro e si voltò.

Lì vicino a loro c’era Shinji Kunitomo, il ragazzo che Lily conosceva fin dalla terza elementare… e che fin dalla terza elementare le andava dietro.

Era un ragazzo simpaticissimo, per carità, molto carino, gentile, con voti nella media, dalla battuta rapida e sempre lì quando c’era bisogno di lui, sempre pronto a tirarti su… quando eri giù.

Ma Lily aveva la testa completamente persa negli occhi di Kotaro, da quando l’aveva conosciuto, in quinta elementare. Quando ogni tanto sorrideva dolcemente, quando nei suoi occhi compariva un lampo tenero, quando all’improvviso diventava gentile… insomma… era troppo, troppo, troppo… troppo perché Lily potesse resistergli.

-Shi-shinji… cosa ci fai qua?- gli chiese, la voce rotta, per le lacrime e l’esasperazione.

Lui la guardò con sguardo di ghiaccio.

-Volevo dirti esattamente ciò che stavi per dire tu a… quello lì.- e indicò con un cenno del capo Kotaro, che era rimasto come imbambolato.

Lily si voltò di scatto verso Kotaro e lo prese sottobraccio: voleva trascinarlo via.

-Che…?- fece lui, ma lei lo tirò via.

Ma Shinji non aveva finito.

-Ti…- urlò. -Ti amo, Lily Shibusawa, ti amo tanto, da sempre!!! Ti amo!-

Lily chiuse gli occhi, le lacrime scesero.

Tirò via Kotaro, il braccio di lei scivolò sul suo e lei gli prese la mano, trascinandolo via, da Shinji che la fissava, completamente rosso in faccia, dalle sue parole, dalla sua verità, dalla sua voce, dai suoi occhi.

Fuggiva.

Lo tirò via, dall’altra parte del parco. Non si voltò, gli dava le spalle. Non riusciva a guardarlo. Shinji, con una frase, aveva rovinato il suo scopo di una mattinata, anzi, di una vita.

“Dannato…” pensò lei, con rabbia, gli occhi avevano chiuso il rubinetto ma le lacrime superstiti sulle sue guance erano lente a scendere. Tirò su col naso una volta, due.

Poi si girò: doveva avere una faccia orribile perché Kotaro spalancò gli occhi.

-Shi… Lily, stai piangendo!-

Lei, stizzosamente, si asciugò con la manica della maglietta.

-Sì… sì, sì, sì sto piangendo!!- fece, avvicinandosi a lui e sprofondando il viso nella sua maglietta.

-…-

-…-

Rimasero in silenzio per un po’. Poi lui la circondò con le braccia, stretta. Anche se avesse voluto staccarsi – cosa improbabile – non avrebbe potuto.

-Quel…-

-Eh?-

-Quel che ha detto Kunitomo… sul fatto che la stessa cosa che voleva dire lui era anche quella che volevi dire tu… insomma…-

Fece una pausa, ma Lily stava già morendo di vergogna per le parole successive.

-Insomma, era vero?-

-…-

-Rispondimi, Sh… Lily, ho bisogno di sapere. Ormai non puoi tenermi all’oscuro di tutto.-

-… Sì, sì, sì è vero! Verissimo! Ecco quello che cercavo di dirti da stamattina! Ecco quello che ho sempre voluto dirti da quando ti ho conosciuto, da quando sono diventata tua amica!-

Lui la guardò. Lei lo guardò. Poi, per il troppo imbarazzo, Lily si nascose di nuovo nella maglietta di Kotaro.

Poi…

-Io… io ho già una ragazza…-

Lily spalancò gli occhi. Le parve di cadere in un abisso. Il suo cuore cessò di battere.

-Cosa…?-

Le uscì un filo di voce, perché nei polmoni non c’era più aria.

Poi silenzio. Lei, pianissimo, gli occhi vuoti, ancora spalancati, alzò lo sguardo e fissò il suo volto.

Sul quale, misteriosamente, apparve un sorriso.

-Scherzo!-

Un battito. Due. Tre. Forse anche quattro. La vita stava ricominciando, perché Kotaro aveva sorriso, le aveva sorriso, aveva rivolto un sorriso solo a lei, esclusivamente a lei!

-Oh, Kotaro!-

-Lily!-

La luce del sole sbucò all’improvviso dalle nubi.

E, così come il disco infuocato baciò i loro corpi col proprio calore, anche i due ragazzi si scambiarono un tenero… e lunghissimo… primo bacio.

 

 

FINE!

  
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