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Autore: mamie    24/01/2012    3 recensioni
"Be’, Lavi non era d’accordo. Non aveva proprio voglia di fare il martire, e neanche di mettersi lì a contare la partita doppia dei meriti e delle colpe per vedere se sarebbe andato in Paradiso. L’unico Paradiso che gli interessava, per il momento, era starsene in silenzio a guardare Yu che dormiva."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Lavi amava moltissimo guardare Yu mentre dormiva.  Di solito si addormentava prima di lui, esausto, dato che Kanda metteva in qualunque cosa facesse tutta la sua energia, sempre. Quando dormiva, Lavi si permetteva dei piccoli gesti che non avrebbe mai osato fare se fosse stato sveglio. Ad esempio lisciargli con le dita una ciocca di capelli, nera e lucida come una matassa di seta, soffiargli appena sugli occhi per vedere muoversi le ciglia come le ali di una farfalla ritrosa, toccare lievemente l’angolo delle labbra, proprio lì dove la sua solita piega amara si trasformava nel sonno in un’espressione più distesa, quasi rassicurante. Gli piaceva passare le dita sul suo strano tatuaggio o sentirgli sul collo il battito regolare del cuore.
A volte si ritrovava a guardarlo mentre, agitato da uno di quegli incubi di cui non parlava mai, mormorava parole dal suono strano, cantilenanti e brevi come un linguaggio di bambole, che Lavi non capiva e che nondimeno trovava affascinanti.
Spesso, quando tornavano da una battaglia e si buttavano, sfiniti, sul primo letto a disposizione e Lavi non poteva, in mezzo agli altri, fare tutte queste cose, si limitava a fingere di dormire per guardarlo da una sottilissima fessura sotto le palpebre. Allora gli appariva aureolato di luce, come quei santi martiri che si vedevano nelle vetrate della chiesa. Gli veniva sempre da sorridere all’idea… Yu l’avrebbe inseguito a lungo con Mugen se avesse saputo una cosa del genere. Gli avrebbe risposto che più facilmente sarebbero andati all’Inferno, tante erano le regole che trasgredivano in continuazione. Una volta gli aveva anche detto che morire da martiri sarebbe stata la loro unica possibilità di guadagnarsi il Cielo.
Be’, Lavi non era d’accordo. Non aveva proprio voglia di fare il martire, e neanche di mettersi lì a contare la partita doppia dei meriti e delle colpe per vedere se sarebbe andato in Paradiso. L’unico Paradiso che gli interessava, per il momento, era starsene in silenzio a guardare Yu che dormiva. E poi addormentarsi anche lui. E se fossero morti, da martiri o meno, sperava proprio che fosse in quel modo, insieme. E allora Lavi avrebbe scacciato via tutti gli incubi dalla loro strada, in modo da poter camminare con lui in quel paese inesplorato, senza avere più paura.
 

Nota: il titolo e l'ultima frase fanno riferimento al famoso monologo dell'Amleto.

  
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