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Autore: Skayler Wolf COBHC    24/01/2012    1 recensioni
E’ una storia dallo sfondo Fantasy, ma che contiene tematiche anche reali e care a chi come me è una strega davvero, a volte avrà risvolti un po’ paurosi, altre volte misteriosi e comici.
Vuole essere un idea carina che dia qualche informazione sul mondo pagano e sul lavoro di noi streghe d’oggi. Sarà un viaggio interessante per scoprire cose perdute e ristabilire un ordine che si sta perdendo: la chiave di tutto siamo noi, e solo noi possiamo arrestare il declino che abbaino causato al nostro pianeta, riscoprendo le voci che non odiamo più, anche attraverso lezioni dure e difficili che spaventano e portano al limite con la pazzia, attraverso esperienze al confine con il reale, ma che insegnano quanto di più primordiale e intrinseco è in noi.
Può una singola persona fasi carico di tutto questo? Alister non avrà scelta e tu?
La stoia è dedicata a chiunque abbia voglia di cambiamento, chiunque sa vedere oltre il velo, a chiunque si sia riappropriato e conosca l’ Antica Via, l’antica Religione e la segua con orgoglio e impegno.
Siate benedetti
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 1 Capitolo: Giocare alle streghe


Madre della Terra,
Madre del Cielo,
Noi ti chiamiamo!
Madre del Sempre e dell’ Ovunque,
Ascoltaci
 Noi ti imploriamo
Scusa il male che noi uomini ti facciamo!
Accettaci come tue figlie
e sapremo difendere il tuo regno,
Madre Terra,
Madre di Tutto ,
Vieni in mezzo a noi!….
Madr....

-Oh Basta tanto non succede nulla!-
-Ali!!! Hai interrotto il circolo!-

Era l’Equinozio di primavera e cinque ragazze si erano dirette all’ interno di un bosco, nascoste dagli alberi avevano steso una grande tovaglia viola con un simbolo celtico ricamato nel mezzo, una tavoletta di legno aveva il centro disegnato con una stella a cinque punte, c’erano candele e cristalli che brillavano ai raggi del sole timido che penetrava attraverso le fronde, gli incensi bruciavano verso Est, un mazzo di fiori era rivolto a Nord su un perimetro circolare tracciato con le foglie secche attorno a loro, una calderone con l'aqua invece stanziava ad Ovest.
Avevano deciso di fare un rito magico, nessuna di loro sapeva bene cosa faceva, avevano trovato queste informazioni su internate durante l’ora di informatica quante tempo prima, ne erano rimaste affascinate e trovavano estremamente interessante e eccitante tutto questo mondo scoperto intorno alla magia.

Si erano decisamente preparate con tutto il necessario che i vari e libri letti siti avevano evidenziato come necessario, loro volevano essere streghe bianche, streghe buone, seguaci del culto della Madre Terra, benché a malapena presumevano cosa questo volesse dire, ma erano pronte avevano ogni cosa persino un pugnale dalla lama ondulata. Certamente non indossavano cappelli a punta, perche quello era una finzione per i bambini nellala notte di Halloween.
Sull’ autobus che le aveva portate fuori città in prossimità della meta disegnata per il rito avevano parlato delle probabili conseguenze e delle energie positive che avrebbero chiamato, pararono eccitate dei vari film cult sulle streghe visti a raffica nell’ ultimo mese, chiedendosi se anche a loro sarebbe successo lo stesso, forse, anzi ne erano certe tutto era possibile con un cerchio completo. Lo dicevano anche i libri, non c’era spazio per dubbi sarebbero state benedette e consacrate, avevano studiato molti mesi per questo.
Ridevano cercando di mantenersi tuttavia serie, cercando di non farsi sentire dagli altri passeggeri, erano al settimo cielo e impazienti di arrivare, tutte tranne Alister.
Lei non sapeva neppure pesche si era fatta trascinare in quel posto, lei non credeva assolutamente a quella manica di cavolate che internet offriva, si domandava come mai potevano crederci le sue amiche. Eppure eccola li, aveva preso posto nel cerchio che avevano creato attorno alla tavoletta con la stella, aveva anche alzato le mani per aria e ripetuto non sapeva più nemmeno quante volte quell’ invocazione che Melanine aveva scritto per tutte.
Le sembrava un assurdità fin dal primo momento, sapeva perfettamente che non sarebbe successo nulla, quello non era un film, lei non era più una bambina ed anzi era anche piuttosto scettica e resista in generale.
Alister si definiva persino atea, e questo non era mai stato motivo di discussione con le altre finche non avevano iniziato a documentarsi su Stregoneria e gli Dei, finche non l’avevano pregata di andare con loro perché lei serviva, perché cosi avrebbe avuto la prova che la Dea della Terra e del Cielo esisteva.
Si era fatta convincere, anche perché l’alternativa era restare a casa da sola con il libro di chimica davanti, pensava che magari una minuscola possibilità poteva esserci, molto remota ma perché non tentare, o ancor meglio perché perdere l’occasione di dire alle sue amiche “ ve l’avevo detto”.

Ora era stufa aveva abbassato le braccia e stava raccogliendo il suo zaino intenzionata a tornare  a casa
- Dai perché fai cosi?-
- Perché mi sento un imbecille, voi no? – rispose lei con i suoi occhi nocciola screziati di verde.
- Ci va tempo, mai nessuno ha detto che è facile non hai letto il libro che ti ho dato?-
-  Em… No Melanine non l’ho letto!… perché penso che sia una sciocchezza punto ed ora vado casa, ma voi continuate pure!-
Le amiche di Alister erano imbronciate e deluse, sconfortate anche, c’era Samira piuttosto arrabbiata.
- Non possiamo in quattro, non saremo potenti abbastanza. -
Ali roteò gli occhi al cielo, cercando di non scoppiare a ridere * potenti abbastanza.. sé* , non capiva quali altre prove dovevano essere necessarie alle amiche per capire che mai e poi mai sarebbe successo qualcosa, la magia non esisteva ne tanto meno una miriade di dei in ascolto pronti a scendere da un manipolo di ragazzine viziate, che per quanto ora volessero fare le streghe e le figlie della natura, erano persino diventate vegetariane nelle ultime settimane, erano pur sempre le prime ad avere il telefonino nuovo, il computer di ultima generazione, le borse costose, l’ultimo rossetto utrashine- volumizzante che ti gonfiava le labbra come un canotto, scarpe e borse all’ultimo grido.
- Sapevo che saremmo finite cosi, con te che te ne andavi - sei sempre la solita-
Alister aveva fatto cadere la sua borsa nuovamente a terra e con aria di sfida guardo Samira.
- Con questo cosa vuoi dire?-
Volarono scintille tra le due, che molto spesso si punzecchiavano, Sam era la più viziata di tutte pensava sempre di essere migliore di altre avere ragione su qualsiasi cosa, e se decideva qualcosa non importava il parere altrui quella cosa andava fatta. Alister era l’unica che provava a volte a tenerle testa o quantomeno la ignorava.  Perché sfidare Sam voleva dire cedere per sfinimento o non parlarsi più per giorni finche una della altre le avrebbe fatte riappacificare. In genere ci si arrendeva sempre davanti a Sam, la si faceva contenta anche di malavoglia quando si poteva, e ciò non accadeva sempre questo perché  almeno Ali non poteva neppure permettersi tutte le cose che Samira pretendesse.
Mentre i genitori delle sue amiche erano tutti avvocati, dottori o gente dal lavoro prestigioso che poteva dare alle figlie ogni qualsiasi cavolata chiedessero ogni idea, ogni sfizio veniva assecondato, senza neppure badare se fosse un telefonino, prenotare delle giornate al beutycenter, campeggi esclusivi o come in qual caso sfere di cristallo pugnali e calderoni, i genitori di Ali erano di ceto medio, una segretaria e un operaio, Alister aveva vinto una borsa di studio per andare in quella scuola privata, e ogni anno doveva cercar di riottenerla per non finire alla scuola pubblica.
- Guarda va pure tanto hai rovinato tutto.. ciao!-
Alister riavvio i suoi boccoli castani e ritirando su la borsa di nuovo alzò i tacchi e andò via. Non aveva voglia di litigare ulteriormente, non pretendeva che le altre la seguissero, solo che lei voleva andare a casa, l’idea del libro di chimica non le sembrava nemmeno male adesso rispetto a perdere tempo in un bosco.


Si erano infiltrate decisamente troppo nel bosco le toccava camminare per un bel po’, andandosene dalla piccola radura non era sicura di aver imboccato la strada giusta, il sole volgeva già al tramonto, intorno a lei c’erano solo alberi.
La temperatura si era abbassata, sfilò dalla borsa la sciarpa di lana e se l’avvolse intorno al collo, un senso di agitazione iniziò a salirle nel petto, eppure non era molto che camminava.
D’un tratto si sentì osservata:
-Mel? Sam? Loren? Desy?.. ragazze siete voi?-  chiamò le sue amiche pensando che giusto il tempo di riordinare l’avessero raggiunta. Nessuna di loro rispose, un nuovo frusciare tra gli alberi mise in allarme la ragazza.
Pensò che ci fossero animali nel bosco, forse un coniglio, forse un cervo… e se fosse un cinghiale? O peggio un orso?
Iniziò a correre giù per la collinetta fatta di alberi, la strada non accennava a comparire, aveva il fiato corto e paura di inciampare, Alister non era una gran sportiva. Si arrestò per ascoltare. Ora tutto taceva e lei si rincuorò.
Camminando ancora una decina di minuti oramai sudata e accaldata, riuscì finalmente a trovare lo strada principale, era lontana dalla fermata della autobus di parecchio cosi camminando sul ciglio della strada la raggiunse dopo altri interminabili minuti. Era stanca morta, il sole all’orizzonte era ormai nascosto dietro le montagne.
Salendo sull’ autobus ammirò dal finestrino le sfumature rosa che questo dipingeva nel cielo, le nuvole bianche si erano sparpagliate come se qualcuno ci avesse soffiato sopra, appoggiò la testa al finestrino freddo che le diede una sensazione piacevole visto che le sue guancie erano rosse e calde.
Si addormentò chiedendosi se le altre erano ancora in mezzo ai boschi a recitare un inutile formula per un inesistente Madre Terra.

Arrivò a casa e dopo cena Melanine la chiamò:
- Perché non rispondi al cellulare? Sei arrabbiata? Lo sai che Sam è così, non te la prendere, se non vuoi più venire non importa lo capiamo, sai infondo avevi ragione non è successo nulla!-
Alister cercò il suo cellulare non lo aveva sentito suonare, non lo trovò doveva averlo perso correndo giù nel bosco. Imprecò pensando che l’indomani avrebbe dovuto provare quantomeno ad andarlo a cercare.
Dopo alcune chiacchiere riappacificatici con Melanine chiuse il telefono.
Si affaccio alla finestra della sua camera per chiudere le tende per la notte e ebbe la sensazione che qualcosa, qualcuno sotto un lampione la stava osservando dall’ altra parte della strada: il lampione si spense come se la luce fosse mancata sono in quello, subito dopo si riaccese e la figura che prima l’aveva certamente fissata era sparita.
- Sei troppo stanca Ali, hai anche le visioni.. vai a dormire- Si  disse.
Si raggomitolò sotto le coperte e prese subito sonno.


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Per chiunque se lo stia domandando, questo non ha nulla a che fare ne con i Diari delle Streghe ne con The sicret Circle. Non è una fan fiction ispirata al genere, e ve ne accorgerete più avanti
Lasciate un commentino per farmi sapere cosa ve ne può sembrare
.

   
 
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