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Autore: Boy of Ice    24/01/2012    4 recensioni
Yusei è un ragazzo orfano che viaggia in tutto il mondo sconfiggendo mostri-demoni e mangiando la loro carne, ma il suo arrivo a un villaggio lo porterà a fare una pausa dal suo viaggio per scoprire una cosa che non potrà mai capire se rimane da solo...
[Yusei x Aki]
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’intero mondo degli umani era caduto nell’ombra, tutto era sotto controllo delle tenebre, niente sembrava avere una minima traccia di luce e di speranza, chissà, forse qualcosa o qualcuno avrebbe cambiato la situazione, ma nessuno riusciva a sperare in qualcosa; con quella situazione attorno era in sostanza impossibile, però c’era sempre una piccola luce di speranza dentro il cuore di qualche persona.
Forse… quella luce non si sarebbe fatta vedere molto presto, ma sicuramente essa salverà il mondo dalle tenebre che l’hanno circondata.

Anno 204 dopo l’arrivo delle tenebre.

Orribili esseri volanti, costituiti da corpi umani disidratati, stavano attaccando con la loro magia oscura un povero villaggio caduto nel panico; c’erano fiamme ovunque, urla, disperazione, morte echeggiavano per l’intero villaggio che stava ormai per essere cancellato dalle mappe geografiche.
Una mandria di persone impazzite correvano qua e là, nella speranza di salvarsi, ma i nemici sembravano non voler lasciare neanche un solo sopravvissuto.
Mentre tutti erano della disperazione assoluta, una famiglia tentava di salvare di nascosto almeno il proprio figlioletto: un uomo combatteva disperatamente contro un demone del fuoco, a causa di quest’ultimo si era ustionato gravemente, non gli rimaneva molto tempo, ma doveva continuare a temporeggiare, sua moglie era riuscita a scappare senza farsi notare, però prima o poi l’avrebbero presa e con lei c’era un bambino, di 7, 8 anni, che riusciva a malapena a tenere il passo, era stato ferito alla gamba e non correva bene. Mamma e figlio continuavano a correre, si voltarono, la loro casa era esplosa e ricoperta da fiamme, ormai non c’era più speranza di ritrovare l’uomo; il bambino continuava a correre ma guardava anche la sua casa, era consapevole di aver perso suo padre per sempre e aveva il brutto presentimento che avrebbe perso anche sua madre.  Poco dopo arrivarono al bosco vicino al villaggio, la luce delle fiamme rendeva quel ecosistema un ambiente spettrale; ad un certo punto, la donna si inginocchiò verso il figlio che stava per scoppiare a piangere, ma cercava di trattenersi per non rendersi debole.
-“Ascolta Yusei… So che vorresti venire con me per trovare papà, ma tu devi vivere, io e papà vogliamo che tu viva, per favore…. Scappa… vattene da questo posto… fa qualsiasi cosa ma ti prego salvati…”- le ultime parole le disse con lacrime che scendevano lungo il suo viso delicato.
-“Mamma…”- mormorò il bambino prima di essere accolto nel più bel abbraccio materno che avesse mai avuto, sentiva umido sulla sua spalla, sua madre stava ancora piangendo e la sentiva mormorare e singhiozzare.
Salvati ti prego…. Salvati… queste erano le parole che sua mamma stava mormorando, poi si staccò e fece toccare la sua fronte con quella del figlio in modo che fossero ancora vicini uno con l’altra.
-“Promettimi Yusei… promettimi che ti salverai e vivrai una vita, la tua vita…”- disse sorridendo.
-“L-lo prometto mamma…”- questa sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto sua madre sorridere.
Un altro sorriso di sua mamma, poi guardando il villaggio, alcuni demoni si stavano avvicinando al bosco in cui madre e figlio erano, la donna guardò di nuovo il piccolo Yusei, stavolta era uno sguardo deciso.
-“Ora corri Yusei… corri più veloce che puoi il più lontano possibile da qui e ricordati… io e papà ti vorremmo sempre bene!”- disse prima di dare un bacio sulla sua fronte e andare verso i demoni.
Il bambino si nascose meglio e restò a guardare sua madre che cercava di combattere contro i demoni della terra a mani nude, ma si pentì di quello che aveva fatto, la vide indifesa contro quei mostri che la attaccavano provocandole ferite molto gravi; un demone la morse sulla nuca da dietro e questa urlò di dolore mentre fiumicciattoli di sangue uscivano dal morso e poi non fu questioni di attimi che anche gli altri demoni si avventarono su di lei. Questo attimo di terrore durò pochi secondi, ma per il bambino sembravano non finire mai, aveva appena visto sua madre morire, anzi no, l’aveva vista sul punto di morire dato che i demoni dopo averne lacerato la carne la trascinarono al villaggio, però si vedeva che era ancora viva dalle urla che emetteva ogni tanto.
Yusei tremava, tremava di paura e rabbia, sapeva che non avrebbe potuto fare niente, ma anche se non centrava niente, si riteneva responsabile della brutale morte di sua madre a cui aveva appena assistito. Non riusciva più a trattenere le lacrime e corse, corse il più velocemente possibile, aveva male alla gamba, ma non gli importava, tremava e andava avanti, correva e piangeva, aveva fatto una promessa e l’avrebbe mantenuta. Il suo unico pensiero ora, era sopravvivere, doveva, doveva riuscire a mantenere l’ultima promessa di sua mamma.
Pochi minuti dopo era riuscito ad allontanarsi abbastanza dal villaggio, ma era stanco, stremato per la corsa, aveva bisogno di riposarsi e curare le sue ferite, il metodo con cui avrebbe curato la sua ferita alla gamba sarebbe stato doloroso, ma almeno avrebbe fermato l’emorragia e sarebbe guarito: cercò foglie e rametti secchi e con due pietre creò una scintilla che poi sarebbe divenuta fuoco, poi prese il suo piccolo pugnale e lo mise sul fuoco, suo padre gli aveva insegnato qualche cosa su come sopravvivere nella natura, quando il pugnale era abbastanza caldo per il suo scopo. Con un po’ di esitazione lo portò verso la ferita, appena ci fu il contatto, Yusei urlò dal dolore e allontanò subito il pugnale, il suo respiro era diventato affannato, faceva malissimo, ma doveva sopportare anche se sarebbe stato difficile, così chiuse gli occhi e ripeté la cosa, risentì di nuovo il dolore pervadergli la mente e tutto il resto e si rimise a urlare, doveva resistere, per qualche secondo ancora, doveva resistere. Quei interminabili secondi finirono e il bambino allontanò di nuovo il pugnale dalla gamba, fortunatamente aveva puntato solo sulla ferita così non gran parte della gamba era stata ustionata, il suo respiro era decisamente diventato ancora più affannato ed era stanchissimo. Spense il fuoco e tra i vari rami degli alberi vide che ormai si era fatto buio, improvvisamente, però, si sentì male e piano piano, ciò che stava vedendo si stava colorando di nero e poi il buio totale.
Una figura avvolta in un mantello nero stava camminando per il bosco, aveva appena attraversato un villaggio raso al suolo dai demoni del Signore dell’Oscurità, poteva trovarne in giro, ma non gli importava più di tanto. Ad un certo punto, anche se nel buio della notte, riuscì a intravedere un bambino sui 8 anni circa, capelli neri con ciocche bionde, era svenuto e aveva una ferita sulla gamba ormai cicatrizzata mentre la pelle intorno ad essa era ustionata, vide anche un pugnale sulla cintura del bambino, intuì che l’avesse riscaldato la lama con del fuoco per poi applicarlo sulla ferita. Restò a guardarlo ancora un po’, poi decise di volerlo aiutare, lo prese in braccio guardando se non avesse lasciato qualcosa del bambino in giro, poi, dopo qualche minuto di cammino, il bosco finì per dare via a un muro di roccia che si estendeva per molti metri in altezza, lì c’era una grotta, poteva accamparsi li e curare per bene il ragazzino appena trovato. Accese un fuoco, curò la gamba del bambino fasciandogli la ferita e prese dalla borsa a tracolla che aveva una qualche quantità di carne essiccata, si mise a mangiarla aspettando che il ragazzino si svegliasse per sapere chi fosse.
Qualche ora dopo, il bambino si svegliò e si ritrovò davanti a un fuocherello e dietro a esso un uomo dai capelli blu e occhi grigi, era debolissimo, non sarebbe riuscito a stare piedi, ma almeno si sedette bene, poi osservò l’uomo che probabilmente l’aveva salvato.
-“Non prendermi per pedofilo, piccolo, ma devo ammettere che hai dei bei occhi blu, di chi sono? Della mamma o del papà?”- disse l’uomo osservandolo meglio.
-“D-da… dalla mamma…”- mormorò, neanche la forza per parlare aveva.
-“Dimmi… sei l’unico sopravvissuto del tuo villaggio dall’altra parte del bosco?”-
-“S-si…”- lo disse con amarezza e rabbia e i suoi occhi cominciarono a essere lucidi.
-“Ascolta… come ti chiami?”-
-“Yusei…”-
-“Yusei… devi essere forte, si vede che sei consapevole che non rivedrai più i tuoi genitori, ma devi essere forte, sopportare questo ricordo e andare avanti… te l’avranno sicuramente detto prima di morire, se ti volevano veramente bene”-
Quella frase toccò Yusei nel profondo:-“C-come… come fai a saperlo?”-
-“Vedi… anch’io ho perso la mia famiglia durante un attacco dei demoni… non alla tua età, ma penso di sapere come ti senti…”-
Il bambino non rispose più, non perché aveva il timore di rispondere, ma perché non sapeva cosa rispondere. Un rumorino ruppe il silenzio che si era creato, l’uomo scoppiò a ridere mentre il piccolo Yusei diventò rosso come un peperone e voleva tanto nascondersi dalla vergogna.
-“A quanto hai fame, piccolo?”- disse appena aveva smesso di ridere offrendogli della carne essiccata che aveva tirato fuori prima.
-“S-si…”- disse al culmine dell’imbarazzo prendendo il pezzo e cominciando a mangiarlo, però, si accorse che aveva un sapore strano ma saporito che non aveva mai provato.
-“C-che… che cos’è?”-
-“Carne di demone della terra”- 
Yusei si stupì, stava mangiando un demone della terra? Non riusciva a crederci.
-“A proposito, mi chiamo Bruno, vedi, appena i demoni hanno distrutto il villaggio mi sono messo a vagare in giro per il mondo alla ricerca di nuove cose da imparare, poi un giorno non chiedermi perché, dopo aver ucciso un demone, decisi di assaggiarlo, se tutti gli essere avevano una utilità, dovevano averla anche loro, così ho cominciato procurarmi il cibo uccidendo loro piuttosto che animali innocenti”-
-“D-demoni?”- ripeté ancora scioccato.
Bruno annuì e continuò a mangiare mentre il piccolo si era fermato a riflettere un momento e poco dopo si alzò in piedi nonostante fosse ancora molto debole.
-“Signor Bruno, io…”- cominciò.
-“Puoi anche chiamarmi Bruno lo sai? Comunque… continua Yusei”-
-“B-bruno…. Io… Io voglio venire con te! Voglio scoprire il mondo là fuori! Ho fatto una promessa alla mamma prima di vederla morire… le ho promesso che mi sarei salvato che avrei vissuto una vita e scoprire il cose nuove sarà per ora il mio scopo!”- disse, poi crollò di nuovo a terra.
-“E sia, piccolo, ti insegnerò ciò che so, sono felice di avere finalmente compagnia”-
Yusei alzò lo sguardo verso di lui e esultò di felicità, stava mantenendo la promessa fatta a sua mamma, non poteva andare meglio.
-“Lo sai che affronteremo vari pericoli e che il mio allenamento è molto duro?”-
-“Non importa! Voglio imparare!”- disse prima di sentire la mano dell’uomo sulla sua testa accarezzarlo delicatamente.
Da quella notte, Yusei iniziò la sua avventura contro il mondo, ma non avrebbe mai immaginato cosa avrebbe incontrato nel futuro, il suo futuro.

  
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