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Autore: paparhazza    24/01/2012    10 recensioni
Spero che tu trovi quello che stai cercando, spero che sia tutto come avevi sognato diventasse la tua vita, che tu sia felice, ovunque tu sia.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Sabrina, con cui ho ideato tutto questo.

Capitolo 1.

 

Spero che tu possa trovare quello che stai cercando, io ho provato ad essere quello che cercavi, ma era qualcosa di troppo difficile per me. Evidentemente sono io troppo debole ed egoista da pensar prima alla mia persona. Scusa.

 

- Eric! Dimmi quale demente vocina nella tua testa ti ha detto di farmi questo stupido scherzo che la prendo a sprangate.- disse Alexa, altamente seccata. Odiava essere presa in giro, se la prendeva anche per futili scherzi, si sentiva umiliata, un’assoluta nullità.

Dalla soglia della porta del bagno spuntò un groviglio di capelli corvini che farfugliò qualcosa di appena comprensibile:

- Di cosa stai parlando?-

Alexa sollevò dalla valigia una maglia a righe, evidentemente enorme per lei, e un paio di pantaloni da uomo color beige. Eric la guardava perplesso, con ancora lo spazzolino in bocca. Ad un certo punto nei suoi occhi si accese una lucina, quel viso dai lineamenti dolci scomparve per qualche istante e riapparve senza spazzolino con un sorriso raggiante e le chiese:

- Sei sicura che sia tua?-

Alexa rimase di stucco, non poteva aver preso la valigia sbagliata, o meglio non poteva aver perso tutto quello che si era portata con sé per andare a vivere a Londra.

- E adesso?- gridò la ragazza in preda al panico.

- E adesso controlla se c’è qualche bigliettino con su scritto a chi appartiene la valigia, che molto probabilmente ha la tua valigia.- sul viso di Alexa scomparì quell’espressione preoccupata. Si voltò di scatto, chiuse la cerniera della valigia e la ruotò sull’altra facciata, scorse immediatamente un piccolo cartellino giallo con scritto molto disordinatamente “Louis Tomlinson”, un indirizzo e un numero. Alexa tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloncini di jeans, digitò il numero del cartellino e fece partire la chiamata. La linea era occupata, così riprovò tre o quattro volte a chiamare quel “Louis”, al suo penultimo tentativo una voce squillante, quasi irritante le rispose.

- Pronto! Qui c’è Lou, chi sei?-

- Sono Alexa, e credo che tu abbia qualcosa di mio.-

- Probabilmente sì, se me lo hai dato all’incontro di Manchester allora è costudito nella mia valigia.- rispose Louis parecchio annoiato come se ripetesse questa frase ogni giorno, nonostante il suo successo e quello dei One Direction fosse dovuto per la maggior parte alle fan, rispondere ad ogni ragazza non era il suo passatempo  preferito.

- Qualsiasi cosa ti abbiano dato a Manchester non si trova con te ma a casa mia.-

- Diamine! Voi e i vostri giochetti! Cosa volete da me?-

- Da te cosa voglio? La mia valigia.- disse Alexa ironicamente.

- Ancora con questi giochi?-

- Non so di cosa stai parlando. Comunque, io ho la tua valigia, e tu hai la mia. Credo che al “ritiro bagagli” abbiamo preso la valigia sbagliata.-

- Se, certo.-

- Sono seria. Controlla, non ti costa niente.-

Dall’altra parte si sentivano alcuni rumori, ma nessuna parola, probabilmente stava controllando il contenuto della valigia.

Louis riprese la cornetta, aveva la stessa voce squillante di prima – Alexa Crowley, giusto?-

- Louis Tomlinson, giusto? E per la cronaca, non sono il tipo di persona che prende in giro la gente, ecco.- ribattè lei, sottolineando l’ultima frase - Comunque avrei bisogno della mia valigia, tu?-

- Suppongo proprio di sì, dove e quando possiamo scambiarcela?-

- Non lo so, domani alle quattordici a Buckingham Palace?-

- Ecco, è un po’ affollato. Facciamo che passo io a prenderti, dove abiti?-

- Sto al campus della University College London.-

- Va bene,allora a domani.- e chiuse la chiamata.

Alexa si lanciò sul letto su cui era disteso Eric, e lo strinse in un forte abbraccio. Oltre ai suoi fratelli, Eric era l’unico ragazzo con cui riusciva ad essere dolce ed affettuosa.

- Cosa farei senza di te?-

- Non avresti la tua valigia.- e fece un sorriso.

Rimasero ancora alcuni minuti coricati sul letto e Eric prese l’iniziativa di andare a fare un giro nel campus, non riusciva a stare fermo, era molto attivo, a differenza della ragazza. Ci mise molto a convincerla, era esausta, forse per il viaggio o forse era nella sua natura. Camminando nei corridoi incontrarono molti ragazzi e molte ragazze di etnie diverse, di tipologie diverse, che variavano da secchione, che si erano meritate il loro posto a sgualdirinelle, che stavano lì perché potevano permetterselo, Victoria era una di quelle. Victoria stava varcando la soglia per uscire dalla sala comune ed addentrarsi nel lungo corridoio che portava alle stanze, quando a intralciarle il passaggio c’era Alexa, con il suo metro e sessantatre, forse troppo in basso per essere notata dalla ragazza che guardava in alto ignorando il resto delle persone sentendosi superiore. Questo le fece urtare il proprio braccio carico di un frappè alla fragola sul petto di Alexa, che si irrigidì, sentiva tutto il freddo entrarle nelle ossa, nonostante fosse quasi la fine dell’estate faceva comunque abbastanza freddo a Londra.

-Fai attenzione! Hai fatto cadere il mio frappè. Diamine!- urlò Victoria, quasi con un tono minaccioso. Alexa rimase di stucco, non cedeva alle parole della ragazza.

- Ma ti stai sentendo!? Mi sei venuta addosso e mi hai versato il tuo frappè.-

In quel momento Eric, che si trovava pochi passi più in là, si intromise tra le due ragazze che stavano urlando l’una all’altra, prese sotto braccio l’amica e la portò via.

- Siamo appena arrivati, non mettiamoci contro nessuno.- le sussurrò all’orecchio e le diede un bacio sulla guancia.

Alexa indicò la sua maglietta nera dei Guns N’Roses piena di macchie bianche e rosa, era la sua maglietta preferita, l’aveva messa per il suo primo giorno a Londra.

- E domani come esco?-

- Credo che Mr. Tomlinson avrà qualche straccio da mettersi.-

E continuarono il loro “tour” per il campus senza altri spiacevoli incontri.

Si fece sera in un attimo, e i due ragazzi andarono a letto presto, nonostante fosse la loro prima notte a Londra il viaggio li aveva stancati. Alexa per dormire indossò una maglia di Eric, lo abbracciò e si mise a dormire.

 

Alexa era una ragazza impulsiva, non rifletteva quando era sommersa dalle emozioni, era anche scorbutica, non riusciva a fingere di non essere arrabbiata. Ma allo stesso tempo era di una dolcezza incredibile, forse erano i suoi occhi verde intenso e i suoi capelli color carota, che le illuminavano il viso, che la facevano sembrare molto più dolce di come lo era davvero. Eric, invece, era pacato e impacciato. Arrossiva all’istante per qualsiasi cosa.  Aveva un garbuglio di capelli corvini sempre disordinati, degli occhi marroni che avevano un’ incredibile profondità.

Si conoscevano dal primo anno di liceo, all’inizio provavano qualcosa l’uno per l’altro, ma nessuno fece un passo avanti e così non successe nulla. Col tempo diventarono amici, migliori amici. Stavano sempre insieme, spesso la gente fraintendeva quello che c’era tra loro. Finito il liceo decisero che era tempo di lasciare quella cittadina in mezzo al nulla e così eccoli a Londra.


Eccomi qui a rompere, ancora.

Dopo aver eliminato la mia ultima ff, ho provato a scrivere questa, spero che vi paccia.

Passo ai ringraziamenti, grazie jas_ per avermi fatto questo stupendo banner (che forse non riesco ad inserirlo AHAHAH) e di aver rivisto il mio capitolo prima della pubblicazione.

Grazie a Lara e Sabrina per il loro supporto (?)

Bhom, ora esco, ci terrei se recensiste.

con amore, dee.

  
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