1. The princess of the roses – La principessa delle rose
Nel cuore dei cespugli di rose protetti dalla foresta di spine e rovi,
c’è un piccolo mondo che nessuno può raggiungere. Il nome
del mondo è Regno delle Rose.
“Principessa la primavera si è
già addormentata. E’ ora per lei di sbocciare. La prego si
svegli” disse il gran consigliere con la sua
voce calda e ferma, facendosi spazio tra le guardie, seguito da alcune donne
della servitù. Varcò la soglia dell’entrata per le stanze
della principessa del regno. L’uomo era alto,
moro, occhi blu come gli abissi più profondi, alla nuca aveva un piccolo
codino, con la mano destra sorreggeva un bastone, e dava l’impressione di
poter avere pressoché vent’anni. Lui
aveva il compito di seguire l’erede del regno in tutti i suoi passi.
Terminata la stagione primaverile, il sonno intrapreso dalla principessa ogni
anno, doveva cessare, così, come di consuetudine entrava nelle sue
stanze e faceva aprire le tende delle finestre.
Nel regno quando
“Principessa Kagome” una delle donne accorse, la più
anziana nonché balia delle fanciulla, le era accanto e sussurrava il suo
nome con gentilezza, scostando le pesanti tende che oscuravano l’antico
letto a baldacchino. Così da mostrare ai curiosi e
impertinenti raggi solari, una delle creature più belle che potessero
esistere. La luce mattutina illuminava quella pallida ed irreale figura,
tanto delicata da poter sembrare di porcellana. Tutte le
donne della servitù, compreso, il gran consigliere, trattennero il fiato
alla vista dell’immensa bellezza della principessa, che in quei mesi di
riposo era accresciuta notevolmente. L’ebano dei capelli
sparsi sul grande cuscino e sulle spalle esili,
facevano risaltare la pelle lattea e delicata della fanciulla. Le labbra appena
dischiuse erano rosse come i petali del fiore a cui ogni anno donava la vita. Lentamente le palpebre si mossero, e
cominciò ad aprire gli occhi alla nuova fioritura che l’attendeva. Le sue iridi di un castano tanto limpido e
brillante, come ormai faceva da, quando era un piccolo bocciolo, si diressero
verso le vetrate della grande finestra che aveva di
fronte.
“La finestra……” disse in un leggero sussurro, con la
sua flebile voce ancora debole dal lungo sonno.
“Ohh! La signora si è svegliata! Per
favore, avvisate tutti”. Disse una delle donne, rivolta alle altre.
“Apritele la finestra!” ordinò il gran consigliere,
inchinandosi di fronte alla principessa.
La principessa Kagome attendeva con impazienza la stagione del
risveglio…
Kagome si era tirata a sedere sul letto, coprendo la sua figura con le
pesanti coperte, i lunghi capelli corvini le ricadevano alle spalle creando un
contrasto ancora più evidente con la sua pelle bianca
come la neve e osservava la persona che fuori della finestra si stava
prodigando nella cura delle piante.
“Un umano là fuori sta annaffiando le piante proprio in questo
momento. Dev’essere per lei, mia signora”
le disse la donna più anziana. Cercando gli abiti che
la principessa avrebbe indossato.
Ma la principessa non la stava ascoltando, era intenta a perdersi in due pozze
dorate e lunghi capelli d’argento, che venivano
mossi dal leggero vento di maggio, indaffarati a chiudere la pompa con la quale
aveva rinfrescato il suo cespuglio di rose.
“Inuyasha…” pronunciò quel nome con un sentimento che
ne la sua balia, ne le altre persone nel regno sembravano conoscere a parte
lei. Forse perché loro non credevano possibile provare certi sentimenti,
per dei semplici esseri umani…eppure lei lo sapeva, anzi lo sentiva
Inuyasha era diverso.
Perché è innamorata. Innamorata di un
uomo con un'unica passione: le rose.