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Autore: Akira_chan    25/01/2012    5 recensioni
Blaine sospirò, come se avesse troppi pensieri per la testa e potesse svuotarla solo in quel modo.
“Sebastian?”
“Mmh…?”
“Devo parlarti.”
Sebastian aprì gli occhi e si scostò lievemente dalle dita di Blaine.
Aveva gli occhi che gridavano, ma non riusciva a capire cosa.
Paura? Ansia? Sofferenza?
Ed ecco che Blaine gli offrì la sua mano, che il ragazzo prontamente strinse, facendosi guidare verso il letto.
Si sedettero e Sebastian aspettò.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Potresti farne a meno?
 
 
 
 
“Ma dove…” sussurrò, sbuffando dalle narici.
Sebastian stava rovistando da ore in quei cassettoni. Tutto per un dannato cravattino che chissà che fine aveva deciso di fare.
Forse si era auto-distrutto!
Ma magari!
Questo era il pensiero del biondino da almeno tre ore di ricerche.
Già lo odiava quel cravattino! In più, non era nemmeno suo.
Era di quel lavativo del suo uomo.
A proposito di…
“Blaine! Blaine?”  lo chiamò a gran voce.
Dal piano di sotto aveva appena sentito scattare la serratura di casa.
Guardò l’orologio che aveva al polso, estraendo una mano dalla biancheria intima di entrambi.
Le sette e mezza.
“Sebastian? Sono io. Sono a casa. Dove sei?” sentì la voce tranquilla e melodiosa del suo compagno provenire dall’ingresso.
Tsè! E figuriamoci se ‘sto coso orrendo viene fuori proprio ora che è arrivato.
Le mani continuavano a vagare esasperate nel cassettone.
“Qui,tesoro…” pronunciò l’ultima parola con un po’ di sarcasmo e  i nervi a fior di pelle.
Erano tre maledettissime ore che si era avventurato in camera da letto, secondo le istruzioni di Blaine, alla ricerca del suo cravattino blu notte.
Dovevano andare a cena dai suoi genitori e quello lì, troppo impegnato con le prove del musical a cui stava lavorando, aveva chiesto gentilmente a Sebastian se poteva già  fargli trovare il completo grigio chiaro di tweed, la camicia bianca, le scarpe nere e il dannatissimo cravattino blu (“Quello che mi ha regalato questo Natale Kurt, Seb. Non quello con le righe gialle, mi raccomando!” ) sul loro letto matrimoniale, quando avrebbe fatto ritorno.
Ora, il completo l’aveva trovato, la camicia non era stata un problema, le scarpe erano anche belle lucide, ma quel… quel… quel coso! No, quello non lo aveva trovato.
Ormai aveva visto di tutto in quei cassetti: biancheria, preservativi, lenzuola, asciugamani, camicie, sciarpe e bretelle e poi c’era una maledettissima scatoletta minuscola, che gli capitava tra le dita di continuo, attorcigliandogliele senza pietà un secondo sì e l’altro pure.
Per l’ennesima volta s’imbatté senza volerlo in quel cofanetto fastidioso, che, esasperato per non aver trovato il maledetto cravattino, lanciò con forza alle sue spalle.
“Hey! Grazie per l’accoglienza!”
Sebastian voltò solo il capo, stringendo le mani attorno al cassettone.
Trovò il suo ragazzo vicino alla porta, che si massaggiava un sopracciglio con il palmo di una mano e con l’altra raccoglieva la piccola scatolina.
L’espressione di Sebastian si addolcì un poco non appena lo vide sorridergli.
“Scusa, Blaine. Non ti avevo sentito arrivare…” disse, chiudendo il cassetto e voltandosi verso il proprio ragazzo, che nel frattempo si era seduto sul letto.
Il ragazzo moro gli puntò un indice contro, iniziando, poi, a giocherellare con la scatolina.
“Come mai hai ancora l’intimo addosso?” gli chiese, sereno.
Sebastian chiuse gli occhi per un attimo e respirando con lentezza cercò di sfoderare il suo più naturale sorriso, cosa che gli riuscì in parte, visto che gli anni che Blaine aveva passato insieme al ragazzo erano serviti almeno a conoscerlo bene.
“Mi vuoi già nudo, Blainey?”
Eccolo lì il suo ghigno strafottente.
Il capo di Blaine si abbassò un po’, celando il sorriso divertito che gli aveva sollevato gli angoli della bocca.
“Andiamo, Sebastian! Ti conosco quel tanto che mi basta per riconoscere i tuoi diversi tipi di sorriso. Cos’è successo di così grave da renderti irrequieto a questo modo?”
Il biondino sbuffò e alzò gli occhi al cielo, appoggiandosi, a braccia conserte, allo spigolo del mobile da cui era riemerso qualche momento fa’.
“Ma niente, Blaine. Cosa vuoi che sia accaduto? Me la sto solo prendendo comoda. Tanto dobbiamo andare dai miei, questa volta. Piuttosto, che ne dici di avere davvero una buona scusa per fare tardi?” chiese, con la malizia nella voce volontariamente più bassa e roca.
Blaine lo guardò avidamente per un attimo, ma poi sorrise.
Si alzò e sempre giocherellando con quel piccolo cofanetto, si avvicinò a Sebastian, il quale lo tirò a sé dai bordi del cardigan blu e fece scontrare i pettorali di entrambi, in modo che le braccia, naturalmente, si allacciassero dietro il suo collo.
Le labbra si unirono in un bacio passionale e intenso, che finì per far perdere la ragione ad entrambi.
Le dita di Sebastian accarezzarono i fianchi di Blaine, intrufolandosi tra la camicia e il cardigan, che provvide a sbottonare con una certa fretta e lanciare da qualche parte nella stanza.
“Nh… Sebastian…” mugugnò Blaine nell’orecchio del ragazzo, che intanto stava torturando con lingua e denti il suo collo, ancora stretto dalla camicia e dall’ennesimo cravattino della sua collezione.
Con una lappata dietro il lobo di Blaine, Sebastian iniziò ad avvicinare le mani al papillon blu notte, ormai d’intralcio.
“Cazzo, Blaine. Potresti farne a meno, per una volta? Questi cravattini sono solo una gran rottura. E poi…”
Sebastian si fermò di colpo e si staccò dal ragazzo, neanche avesse appena visto il collo del moro trasformarsi in un groviglio indistinto di vermi.
Aveva gli occhi puntati proprio lì, mentre Blaine iniziò a ridacchiare, cercando di soffocare ogni naturale istinto.
“Cosa c’è, tesoro?” chiese, tutto sorridente e con un tono di voce giocoso.
Le guance di Sebastian presero fuoco.
“Mi prendi in giro? Tutto il tempo che ho passato a cercare quel maledetto coso…” disse, quasi sputando la parola e puntando un dito verso il papillon blu notte, che tanto aveva agognato “…Cioè, per tutte queste ultime tre ore in cui sono letteralmente impazzito, tu, stupido coglione, ce l’avevi attorno al collo e mi hai anche raccomandato, disperato, di cercarlo qui? Ma io ti ci strozzo con quel cazzo di cravattino!”
Blaine nascose le mani dietro la schiena ed incominciò a ridacchiare.
“Oh, è per questo che eri così nervoso poco fa’!”
Sebastian si passò una mano tra i capelli e poi, spostò lo sguardo sbarrato su Blaine, respirando pesantemente.
“Nervoso? Nah, figurati! Cosa te lo fa credere?” chiese, cercando di calmarsi.
Blaine si avvicinò nuovamente, per poi accarezzargli la guancia con una mano, mentre l’altra, che stringeva ancora la scatoletta diabolica, riposava dietro la schiena.
“Immaginavo ti saresti arrabbiato, ma non credevo in questo modo! Ci tieni proprio tanto a me adesso, eh?”
“Più che altro stavo facendo tardi per colpa tua, senza portare a termine un lavoro. E tu sai quanto odio lasciare i miei progetti incompiuti. Tu stesso ne sei l’esempio.”
“Non eri costretto a farlo. Infatti, se fossero state altre persone a chiederti un favore, come ad esempio Kurt, e tu non fossi riuscito a dare una mano, non te ne saresti mai fatto un grosso cruccio. Ammettilo che ti sei preoccupato solo perché si trattava di un miocravattino.”
Sebastian chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente alla carezza di Blaine.
“Touché.” sussurrò, dolcemente.
Blaine sospirò, come se avesse troppi pensieri per la testa e potesse svuotarla solo in quel modo.
“Sebastian?”
“Mmh…?”
“Devo parlarti.”
Sebastian aprì gli occhi e si scostò lievemente dalle dita di Blaine.
Aveva gli occhi che gridavano, ma non riusciva a capire cosa.
Paura? Ansia? Sofferenza?
Ed ecco che Blaine gli offrì la sua mano, che il ragazzo prontamente strinse, facendosi guidare verso il letto.
Si sedettero e Sebastian aspettò.
Blaine non accennava ad alzare gli occhi verso di lui, ma li teneva fissi su quel piccolo cofanetto di pelle nera.
“Ti va di sperimentare qualcosa di nuovo a letto, ma non hai il coraggio di chiedermelo, per caso?” scherzò il biondino, ghignando e sporgendosi verso il suo ragazzo.
Fece per baciargli il collo, ma all’improvviso Blaine puntò gli occhi nei suoi, fermandolo senza nemmeno sforzarsi di usare la voce.
“Tesoro, non mi hanno ancora insegnato a leggere nella mente altrui.” finse di scherzare, intuendo, però, che la situazione era dannatamente seria.
Blaine odiava quando il biondino non capiva la gravità di certi argomenti.
“Sebastian…”
“Blaine…” sorrise di rimando.
“No… Senti, io… Io…”
“Tu… Tu hai un gusto osceno per i cravattini. Così come anche Faccia da Checca, che ti ha regalato una simile schifezza.” scherzò  nuovamente Sebastian, accarezzando il papillon blu notte appeso al collo di Blaine, ormai disfatto, ma mai spostando lo sguardo dalle sue iridi dorate.
“Ecco…” Blaine deglutì a fatica, strizzando per un istante gli occhi “… A proposito del cravattino. Sai perché ti ho chiesto di cercarmelo nonostante lo avessi al collo per tutto il tempo?”
Gli occhi di Blaine erano pieni di paure e aspettativa.
Aspettativa che il suo ragazzo capisse.
“A dir la verità fino a qualche istante fa’ non mi ponevo nemmeno il problema, perché ritenevo che la vecchiaia ti avesse ormai colpito…” disse, facendo spuntare un mezzo sorriso sulle labbra di Blaine “… Tuttavia, vista la tua domanda, te ne faccio una io. C’è un motivo se mi hai fatto cercare un papillon osceno, nonostante tu sapessi che non lo avrei trovato dove mi hai chiesto di sbattere la testa?”
Blaine deglutì a fatica e strinse le dita attorno al cofanetto.
Fece sbattere qualche volta le lunghe ciglia nere e poi rispose.
“Sì, c’è.”
Sebastian mosse il capo come per fargli capire che doveva andare avanti se voleva che riuscisse a fare due più due.
Blaine, allora, gli afferrò una mano, mentre nell’altra teneva stretto il cofanetto di pelle.
Poi fece qualcosa che Sebastian non si sarebbe mai aspettato: scese dal letto e s’inginocchiò davanti a lui.
Sebastian fissò con gli occhi sbarrati la scatolina nera.
Ok, questo decisamente era inaspettato, perché poteva significare solo una cosa…
“Sebastian, se ti ho fatto cercare questo papillon, sapendo benissimo di averlo addosso, è stato per farti trovare questo…” disse, mettendo sotto il naso del ragazzo il cofanetto “… E, inoltre, c’è anche un motivo se ho insistito tanto ad andare a cena dai tuoi. Voglio chiedere a tuo padre la tua mano, Sebastian.”
Blaine aprì la scatolina con uno scatto veloce e stringendo sempre di più la mano di Sebastian, lo guardò negli occhi.
“Ho passato la mia vita a cercare la canzone perfetta, l’amore perfetto, la vita perfetta, l’atteggiamento perfetto da adottare in ogni situazione. Poi sei arrivato tu, che di perfetto non avevi nulla. Non hai mai avuto quello che io cercavo. La fedeltà era un concetto che a stento conoscevi e che non hai mai rispettato se lo vedevi negli altri. Sei stato ostinato per il puro capriccio di vincere le mie attenzioni e hai fatto soffrire una persona speciale, infischiandotene. Non mi hai conquistato subito. Eri il tipo che preferivo evitare come la peste, ma che non riuscivo ad estirpare dalla mia vita. Sei sempre stato il cattivo nella tua vita e questo non l’ho capito, finchè non hai pianto davanti a me. Quel pomeriggio in cui ti ho baciato…”
A Blaine brillarono gli occhi, istantaneamente, solo rievocando quel ricordo.
“…Quel pomeriggio in cui, sotto la pioggia, ti allenavi da solo nel campo da football, mi è scattato qualcosa. Volevo dirti di sparire dalla mia vita, di tornartene alla Dalton. Mi sono avvicinato e vederti singhiozzare, piangere, mentre tiravi lontano quella palla e urlavi ‘ti odio, Anderson’, mi ha immobilizzato.”
Il sorriso di Blaine si fece più grande e nostalgico.
“Sebastian, quel pomeriggio t’inginocchiasti nel fango e stringesti i pugni. Grondavi acqua ovunque, ma fu proprio in quel momento che capii. Tu non hai mai scherzato quando mi dicevi che io ero diverso dagli altri, che avresti fatto qualsiasi cosa pur di avermi. Non hai mai scherzato o esagerato con me. Tu provavi quelle cose per davvero. In quel momento le mie barriere crollarono del tutto. Tutti i ‘no’ che continuavo a ripetermi, desiderando, invece, di assecondarti ogni volta, tutti quegli impedimenti svanirono. Finalmente potevo amarti.” disse Blaine, guardandolo con gli occhi lucidi.
“Quella notte facemmo sesso per la prima volta, se non ricordo male.”
La voce di Sebastian tremava dall’emozione. Aveva un traballante sorriso sul volto.
Due lacrime spuntarono dagli angoli dei suoi occhi, che prontamente provvide ad asciugare.
“Cazzo.”
Odiava essere sempre così vulnerabile con Blaine.
“Ti odio, Anderson.”
Disse, sorridendogli.
Quello per tutta risposta scoppiò a ridere, asciugando anche le sue lacrime di commozione.
“Il punto è che tu mi odi per quello che provi per me. E’ per questo che voglio passare il resto della mia vita con te. Tu sei quella persona speciale che mi amerà sempre e comunque. Tu sei quello che io vorrei anche quando nessuno potrà far nulla per me. Tu non sei quello giusto. Sei molto di più. Sei la persona che odio per quello che mi fa. Sei la persona che io amerò sempre e comunque. Tu sei la persona che mi prenderà sempre per mano, qualsiasi cosa accada. E io farei lo stesso, Sebastian. Noi due siamo fatti per stare insieme. Non possiamo fare diversamente. Perciò… Vuoi sposarmi, Sebastian?”
Il biondino sorrise e con gli occhi lucidi, lo fece sedere di nuovo sul letto, per, poi, posizionare la mano sul ginocchio di Blaine.
“Aspetta qui.”
Si alzò e raggiunse il suo comodino. Aprì il cassetto e scoppiò a ridacchiare.
“Tesoro, ma cosa…”
Sebastian si girò e tese una mano verso Blaine, su cui vi era appoggiato un piccolo oggetto luccicante.
“Seb, potresti avvicinar… Oh-mio-Dio…” sussurrò il moro, finalmente capendo cosa diamine avesse in mano Sebastian, che si avvicinò prontamente a Blaine e infilandogli l’anello al dito giusto.
“Ce l’avevo in tasca da qualche giorno. Volevo chiederti di sposarmi al momento opportuno, ma sai come funzionano queste cose. Non esiste il momento giusto. Te lo devi creare. Cosa in cui tu sei riuscito, a quanto pare.”
Blaine iniziò a ridere e prese ad infilare l’anello, che aveva comprato, al dito di Sebastian.
“Allora è un sì?”
Sebastian sbarrò per un attimo gli occhi e poi scoppiò in una risata.
“Oh, cazzo! E’ vero. Non ti ancora risposto…”
Blaine attese, col fiato sospeso comunque.
“Allora?”
Sebastian gli sorrise, aggrottando le sopracciglia.
“Ma che accidenti ti prende? Sì, è ovvio che ti sposo, stupido.”
E detto questo Blaine gli si gettò al collo, stringendolo forte in un abbraccio.
“Però, giuro che ti mollo sull’altare, se ti verrà in mente di indossare un cravattino il giorno delle nozze!” sussurrò, fingendo un tono burbero e serio, quando in realtà aveva un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
La risata leggera di Blaine gli rimbombò nei timpani, quando si separarono.
“A dir la verità pensavo di presentarmi proprio con questo qui blu notte…” disse, accarezzando con la mano inanellata il cravattino disfatto.
Sebastian lo fissò, infastidito.
“Potresti farne a meno?” chiese, fingendosi paziente.
Blaine sembrò pensarci su, ma quando il ragazzo gli si avvicinò e gli baciò il collo, gli rispose.
“Credo proprio di sì…” sussurrò, facendosi buttare sul letto e ricambiando le attenzioni del suo futuro marito.
 
 
 
 
 
Akira’s speaking here
 
 
Signori, salve!
Allora, questa è palesemente una fluff che è nata per soddisfare il mio bisogno psicofisico (non leggete ora Klainers) di vedere arrivare in fronte un qualsiasi oggetto al povero (mica tanto) Blaine.
Mi è venuta in mente chiacchierando con un’amica, Mirokia. Avevo proprio ben descritta nella mia “cucuzza” la scena in cui Sebastian, rovistando tra dei cassetti, lancia con forza alle sue spalle un oggetto e che finisce proprio in fronte a Blaine.
-L’oggetto incriminato doveva essere una bottiglia di lubrificante. Era più divertente. Ma poi mi è venuta questa “brillante” idea di cambiarla con un cofanetto misterioso.
-E’ veramente troppo fluff come situazione per questi due. Infatti è la prima volta che decido di affrontare una Seblaine (cosa che non so se farò in seguito). Non so quanto possa essere strana la situazione e quanto possa aver fatto diventare i protagonisti OOC, ma è un esperimento.
-Penso che alla fine sia una buona trama per una fluff e spero che risulti più essere originale con questi due che strana, ma in realtà sto solo cercando di manipolare le vostre menti. U.u XD
Perciò, se volete, lasciatemi un commentino.
Vorrei sapere cosa ne è venuto fuori.
So guys…
See ya around! xoxo
   
 
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