Anime & Manga > No. 6
Ricorda la storia  |      
Autore: Beautiful Lie    25/01/2012    2 recensioni
«Qui non ci sono finestre. Non ti senti solo?» puntualizzò, esplorando quella stanza così piena di libri.
«Shion, io sono solo.»
«Quando abitavo nella mia vecchia casa, nonostante lo fossi anch’io, avere quelle grandi porte-finestre mi faceva sentire meglio. Se ero triste uscivo a guardare il cielo e le bellezze vicino alle quali vivevo.»
«Poi urlavi e dopo ancora sono comparso io. Il risultato? Capelli bianchi e una riga rosa intorno al tuo corpo. Non hai più nemmeno le finestre.» aggiunse, in ultimo. Quell’elenco lo demoralizzò un po’.

[NezumiXShion] E' solo una piccola One-Shot senza pretese; avevo voglia di scrivere su di loro perché ho visto l'anime e me ne sono innamorata. Grazie a tutti quelli che vorranno leggere o recensire, siete sempre molto apprezzati. Buona lettura. ♥
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: I personaggi non appartengono a me, ovviamente. Mi dicono essere di Atsuko Asano che, a quanto dice Wikipedia, ha pubblicato veramente tante opere. Mi sembra un personaggio interessante. Comunque, Shion e Nezumi non mi fanno nemmeno guadagnare soldi. 8D Vado a piangere Megavideo. *depress*

Un sotterraneo con le finestre
On the hills of lore and wonder,
There's a stormy world up there,
You can't whisper above the thunder,
But you can fly anywhere.


 

Shion stringeva la tazza calda fra le mani cercando di raggomitolarsi il più possibile nella coperta di Nezumi. Quell’anno l’inverno era particolarmente rigido e lui non era abituato a trascorrerlo senza una stufa che scaldasse la casa, il tepore pronto ad accoglierlo ogni volta che varcava la soglia dopo una giornata di lavoro e l’odore del pane di sua madre.
Aver lasciato il maglione viola a Sorcio era stata senz’altro un’ottima trovata e l’idea che lui avesse avuto un po’ più di calore anche grazie a quell’indumento lo fece sentire meglio, dimenticando del freddo e sentendo solo il suo odore.
Quando la porta cigolò distogliendolo dai suoi pensieri, la tazza che aveva il mano tremò facendo muovere in cerchi concentrici il liquido al suo interno; il vapore che ancora non smetteva di liberarsi nell’aria.
 «Nezumi! Sei stato a teatro?» chiese Shion mentre scendeva dal letto portandosi la coperta sulle spalle.
 «Ovviamente. Tu cucinerai anche, ma hai pur sempre bisogno di qualcuno che ti procuri gli ingredienti.»
Il ragazzo si accomodò sulla sedia di legno vicino al pianoforte, mentre lanciava la giacca spellata sul letto precedentemente occupato da Shion. Lui gli si avvicinò porgendogli la sua tazza semivuota, ma ancora calda.
 «Vuoi del tè?» domandò. Nezumi esitò, fissandolo curioso.
 «Shion, mi stai offrendo il tuo. Se proprio vuoi qualcosa in cambio, dovresti assicurarti di prepararmene uno.» Sembrava serio, ma il suo sguardo lo tradiva. Quando afferrò la tazza, poi, il viso dell’altro si illuminò in un sorriso.
 «Queste sono le tue solite lezioni di vita. Come se non mi fossi accorto che stai tremando.» E, per enfatizzare il concetto, lo sotterrò con la coperta. Sorcio tentò di districarsi evitando che gocce scure macchiassero la zona circostante – con risultati discutibili.
 «Nezumi annientato da un brutto tessuto tarlato! Aspetta che lo sappia la Presta-cani: non la smetterebbe più di ridere.»
 «Figurati. Non saresti mai in grado di fare una cosa del genere e con questa neve moriresti congelato prima ancora che tu possa aprire la bocca.» Sussurrò l’interpellato.
C’era qualcosa che stonava in quest’affermazione, Shion lo sapeva. Non si era minimamente accorto dei fiocchi che ballando cadevano sul terreno ghiacciato. Inclinò la testa di qualche grado a sinistra, per concentrarsi, e fu proprio quel movimento a dargli la risposta: era la parete.
 «Qui non ci sono finestre. Non ti senti solo?» puntualizzò, esplorando quella stanza così piena di libri.
 «Shion, io sono solo.»
 «Quando abitavo nella mia vecchia casa, nonostante lo fossi anch’io, avere quelle grandi porte-finestre mi faceva sentire meglio. Se ero triste uscivo a guardare il cielo e le bellezze vicino alle quali vivevo.»
 «Poi urlavi e dopo ancora sono comparso io. Il risultato? Capelli bianchi e una riga rosa intorno al tuo corpo. Non hai più nemmeno le finestre.» aggiunse, in ultimo. Quell’elenco lo demoralizzò un po’.
 «Sai che non tornerei mai indietro. Tu mi hai insegnato così tante cose…» si giustificò piano, mentre ancora più impercettibilmente borbottava che i suoi non erano urli qualsiasi e che non doveva prenderlo in giro per questo.
Era successo solo un paio di volte: apriva la finestra e il vento gli graffiava il viso, la pioggia forte da fargli chiudere gli occhi, ma Shion non voleva. Desiderava solo poter urlare tutto quello che non andava e ciò che non riusciva ad esprimere perché nessuno gli aveva mai insegnato come fare. Il canto del vento lo cullava e le sue urla di frustrazione riempivano lo spazio intorno a lui. Non appena cominciava a svuotare i polmoni, però, persino le gocce s’impaurivano. Lacrime calde colavano sulle sue guance e si mascheravano e nemmeno lui sapeva più cos’erano veramente. L’unica certezza era la finestra della sua stanza illuminata dalla luce del neon, la libertà – ciò per cui valeva la pena di continuare. Non notò il ragazzo sanguinante due piani più in basso. Quel topo che, nonostante la vista appannata, si accorse subito che quel buffo personaggio stava piangendo – il cielo con lui.
 «Non sento la mancanza di nulla, eccetto la mamma.» Aggiunse convinto.
 «Nemmeno delle finestre?»
 «Assolutamente!» Il suo viso tinto di rosso, le mani che sembravano voler scacciare un pensiero molesto. Decise di non dare spiegazione all’amico che l’avrebbe sicuramente preso in giro. Si alzò accompagnato dal rumore delle molle e portò il suo viso a pochi centimetri da quello dell’altro. Poteva sentire le sue guance scoppiare e il cuore battere forte nel petto.
 «Shio-»
Due dita posate sulle labbra di Nezumi gli impedirono di continuare: Shion stava cercando di fargli capire che un sotterraneo con le finestre sarebbe stato completamente inutile perché il suo cielo era negli occhi di Nezumi.
Lì poteva urlare, ridere, scherzare. Quel blu gli faceva più male della pioggia e causava più scompiglio del vento. Poteva aggrapparsi per impedire allo sconforto di portarlo via, ed era sicuro di riuscire a vederci delle stelle, quando l’altro sorrideva.
 




 


Angolo Autrice:

Ero molto indecisa se vedere o no quest’anime – presto leggerò anche graphic novel, manga, light novel, rotoli di carta igienica e qualsiasi cosa abbia come protagonisti questi due XD – perché tutti parlavano di un finale che lasciava con l’amaro in bocca. Io sinceramente non so cosa pensare: ho visto la serie in due giorni e me ne sono totalmente innamorata. L’ultimo episodio mi ha distrutta psicologicamente – soprattutto nella scena senza audio – ed ero già pronta ad angst e sofferenza infiniti. INVECE. Invece Shion è resuscitato. Mi va benissimo così, Nezumi caro era disperato. D: Però qualcuno, vi prego, mi spieghi perché se n’è andato. Non ce n’era motivo! Ah, gli sceneggiatori volevano il bacio. Un altro dubbio esistenziale è quello di Shion/Sion. Qual è la traslitterazione giusta?
Nonostante tutto, mi sono innamorata di No.6 e ho pure pianto come una fontana. Parlando di tè, invece, mentre scrivevo mi sono dimenticata del mio – il ché ha portato alla fusione del manico del cucchiaino. È stato interessante.
Spero di aver evitato OOC e via dicendo. Grazie a tutti quelli che hanno letto, recensito e quant’altro.
Un commento fa sempre piacere. ♥
 

  Zaijian!

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > No. 6 / Vai alla pagina dell'autore: Beautiful Lie