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Autore: Kaeru    08/04/2004    0 recensioni
A Kanagawa arriva una ragazza che cambierà la vita a molte persone. Diciamo che ho voluto dare a tutti un momento magico in amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2° CAPITOLO

2° CAPITOLO

 

Il giorno dopo durante gli allenamenti pomeridiani i ragazzi del club di basket furono avvertiti che la settimana successiva ci sarebbe stato un ritiro di una settimana, in preparazione al campionato.

Tutti erano eccitati. Una settimana lontani da casa, e dalla scuola.

Katia era preoccupata per una cosa. Come avrebbe fatto con Briciola. Non poteva certo lasciarla sola per una settimana intera e di affidarla a qualcun altro non se ne parlava. Ne parlò con l’allenatore e chiese il permesso di poterla portare con sé in ritiro. L’allenatore controllò che l’albergo dove avrebbero soggiornato non avesse nulla in contrario e avuta la conferma acconsentì.

La domenica pomeriggio si incontrarono a scuola e partirono per il ritiro. Il ritiro si sarebbe tenuto in montagna e avrebbero soggiornato in un albergo nei pressi delle terme. Katia non c’era mai stata e promise di non lasciarsi sfuggire l’occasione di fare un bel bagno alle terme.

Arrivarono a destinazione verso ora di cena. Ebbero il tempo di sistemarsi nelle camere per poi scendere a cenare. Katia divideva la stanza con Ayako. Come entrarono liberò Briciola che era stata costretta a viaggiare nella cesta da viaggio che non sopportava.

“Non creerà problemi lasciarla qui da sola?”

Ma non intendo lasciarla qui da sola.”

“Come?”

“La mia Briciolina – disse mentre la prendeva in braccio – è una gatta molto brava. Assomiglia per certi versi ai cani. – disse ridendo – Dovunque vado lei mi trotterella vicino. Anche camminare per strada non è un problema. Non ho bisogno di guinzagli.”

Si cambiarono rapidamente poi quando erano pronte Katia chiamò Briciola che era intenta a curiosare nella stanza.

Scesero le scale e Ayako si stupì di quanto fosse mansueta la gatta. Sembrava davvero un cane che segue il padrone.

Entrarono nella sala da pranzo assegnata al loro club.

C’erano due tavoli, uno era occupato dai titolari, le manager, e Kogure, mentre l’altro era occupato dal resto delle riserve e dall’allenatore.

Ad ogni lato c’erano due persone. In senso orario c’erano seduti: Miyagi e Mitsui, Kogure e Akagi, Sakuragi e Rukawa, Katia e Ayako che chiudeva il cerchio.

Come Katia si sedette Briciola le si accucciò a fianco. Tutti la guardarono incuriositi. Katia aveva portato con sé la ciotola per il cibo di Briciola, gliela posizionò davanti e le mise dentro una bustina di cibo per gatti. Briciola iniziò a mangiare mentre Katia e gli altri la imitavano. Quando Briciola finì la sua cena i ragazzi erano ancora al primo, così si accoccolò con la testa appoggiata alle gambe di Katia.

Quando finirono tutti la cena, gli otto ragazzi di cui sopra decisero di spostarsi nella sala relax riservata a loro.

La sala era arredata con un tavolo abbastanza grande perché ci stessero comodamente 10 persone, due divani da 3 posti, due poltrone e un mobile sul quale era posta una televisione con registratore e di fianco un mini impianto Hi-fi.

Si accomodarono sui divani e le poltrone. Misero un po’ di musica, alcuni cantavano, mentre altri chiacchieravano tranquillamente.

Briciola si era intanto addormentata ai piedi di Katia.

Ad un certo punto Katia, a cui ballare piaceva un sacco e non ce la faceva più a stare ferma sentendo la musica, disse a voce alta: “Ayako, certo che siamo messe male con questi ragazzi!”

Tutti la guardarono stupiti e Ayako le chiese perché.

“Beh, c’è una bella musica in sottofondo, due ragazze molto belle e nessuno che ci invita a ballare.” Disse ridendo.

“Hai ragione sai?” le rispose Ayako che desiderava come lei ballare.

Gli altri sorrisero. Ma nessuno le invitò a ballare. Allora Katia prese Ayako per un braccio e la tirò in piedi.

“Mi sa che qui non sa ballare nessuno. Forza facciamogli vedere come si fa.”

Iniziarono così a ballare tra di loro e poco dopo furono raggiunti anche da Mitsui che trascinò Kogure, Sakuragi e Miyagi.

Gli unici che non si unirono a loro furono Akagi e Rukawa. Poco dopo però anche Akagi fu trascinato in mezzo alla stanza a ballare e tutti dovettero ammettere che non se la cavava niente male.

Katia ballava e ogni tanto (proprio raramente, giusto una volta ogni 3 secondi) si ritrovava a guardare verso Rukawa.

Rukawa guardava gli altri ballare, anche se il suo sguardo era attratto soprattutto da una ragazza in particolare. Stava cercando di capire cosa le piacesse tanto di lei. E poco dopo arrivò alla conclusione che gli piaceva praticamente tutto ciò che per ora conosceva di lei. Si accorse che Briciola intanto lo stava fissando. Si abbassò un po’ e la prese in braccio. Se la mise sulle gambe e iniziò ad accarezzarla. Briciola gli si sdraiò sopra e iniziò a rispondere a quelle carezze facendo le fusa.

Katia non si era persa la scena e disse senza accorgersi: “Come vorrei essere al suo posto in questo momento.

Un’ora dopo tutti erano tornati nella propria stanza per dormire.

Katia e Ayako si stavano dando le spalle mentre si preparavano per la notte.

“Prima ti ho sentita dire che volevi essere la tua gatta. Non sbagliavo allora a pensare che avevi una cotta per Rukawa!”

Katia si girò di scatto verso Ayako che le sorrideva maliziosa.

“Almeno quanto tu ce l’hai per Miyagi!” disse sorridendo nello stesso modo capendo che sarebbe stato inutile mentire.

“O.K. Uno pari, palla al centro.” Rispose Ayako, anche lei optando per la verità.

“Cos’è ti vuoi dare al calcio adesso?”

“Non potrei. Il basket ce l’ho nel cuore.”

“Vorrai dire che hai nel cuore un giocatore di basket. Disse maliziosamente Katia.

“Ma non so se lui ha ancora me nel cuore. Rispose l’altra con una nota di tristezza nella voce.

“Ancora? Allora c’è già stato qualcosa tra voi?”

“Non esattamente. – le rispose continuando a parlare con tono triste. – Fino ad un paio di mesi fa me lo ritrovavo sempre tra i piedi e ogni volta cercava di convincermi a mettermi con lui. Ma…” si fermò.

Ma ti stava talmente addosso che tu non riuscivi a chiarire cosa provassi?” provò a dire Katia.

Infatti.”

E poi cosa è successo?”

Si erano intanto entrambe sdraiate nei futon e avevano spento la luce. Briciola dormiva già vicino alle gambe di Katia.

“Circa due mesi fa. l’ho visto in un parco mentre abbracciava una ragazza.” Si interruppe per poi riprendere alcuni secondi dopo. “La volta successiva che lui ci ha provato ero talmente arrabbiata che lo trattai malissimo. Gli dissi che il suo comportamento mi aveva stufato e che…” si interruppe di nuovo.

Che?” la incoraggiò a continuare.

“Gli ho detto che lo odiavo e che non volevo più vederlo.

“Ci sei andata giù pesante.”

“Lo so.”

“Lui che ha fatto?”

“Mi ha guardato alcuni istanti poi si è girato e senza dire una parola se né andato. Non dimenticherò mai quello sguardo. Era… angosciato direi. Come se gli fosse caduto il mondo addosso.

“Credo che per lui, in effetti, l’effetto che gli fecero le tue parole fosse proprio quello.”

La guardò e capì di aver commesso una gaffe enorme dicendo quelle parole. Ayako aveva uno sguardo tristissimo.

“Scusa, sono stata troppo dura. Parlo sempre senza riflettere, è sempre stato uno dei miei peggiori difetti. Perdonami.”

“Non hai colpa, hai detto la verità.”

“Sì, ma sono stata crudele.”

Dopo qualche attimo di silenzio Ayako disse: “Secondo te cosa dovrei fare?”

Mmh… vediamo… potresti fare la stessa cosa che farò io!”

Cioè?”

Si guardarono negli occhi poi all’unisono dissero: “Li conquistiamo!”

Risero per il fatto di essersi capite al volo.

“Già, ma come?” chiese Ayako poco dopo.

“Un’idea ce l’avrei, ma avevo giusto bisogno di un’alleata.”

Sono tutta orecchi.”

“Allora ascolta. Il mio piano è…”

Il giorno dopo.

I ragazzi si stavano allenando nella palestra che avevano preso in affitto.

Il programma per quella settimana era:

Lunedì:               8:00 – 10:00  allenamento mattutino;

                          11:00 – 12:00           compiti assegnati dai professori;

                          14:00 – 16:00           compiti assegnati dai professori;

                          16:00 – 18:00           allenamento pomeridiano.

Martedì:             8:00 – 10:00  allenamento mattutino;

                          11:00 – 12:00           compiti assegnati dai professori;

                          14:00 – 16:00           compiti assegnati dai professori;

                          16:00 – 18:00           allenamento pomeridiano.

Mercoledì:          8:00 – 10:00  allenamento mattutino;

                          11:00 – 12:00           compiti assegnati dai professori;

                          14:00 – 15:00           compiti assegnati dai professori;

                          15:30 – a oltranza      1ª partita di allenamento contro una squadra locale.

Giovedì:              8:00 – 10:00  allenamento mattutino;

                          11:00 – 12:00           compiti assegnati dai professori;

                          14:00 – 16:00           compiti assegnati dai professori;

                          16:00 – 18:00           allenamento pomeridiano.

Venerdì:             8:00 – 10:00  allenamento mattutino;

                          11:00 – 12:00           compiti assegnati dai professori;

                          14:00 – 16:00           compiti assegnati dai professori;

                          16:00 – 18:00           allenamento pomeridiano.

Sabato:               8:00 – 10:00  allenamento mattutino;

                          11:00 – 12:00           compiti assegnati dai professori;

                          14:00 – 15:00           compiti assegnati dai professori;

                          15:30 – a oltranza      2ª partita di allenamento contro una squadra locale.

Domenica:          8:00 – 12:00  mattinata libera

                          15:00                        partenza per il ritorno a casa.

INVARIATI: Pranzo alle 12:00, cena alle 19:00 e serata libera.

Stavano facendo per allenamento una partita: matricole vs. secondo – terzo anno.

I senpai stavano vincendo per 35 a 29.

Katia era affascinata dal modo di giocare di Rukawa. Era bravissimo. L’unica critica che poteva fargli era il suo individualismo. Se avesse iniziato a condurre un gioco di squadra avrebbero potuto raggiungere un po’ più facilmente i senpai. Certo non che le altre matricole fossero al suo livello. Almeno non tutte. Aveva notato che Sakuragi non era affatto male nonostante Ayako le avesse detto che era un principiante. Ma aveva anche notato il fatto che Sakuragi e Rukawa non si sopportavano, e peggio ancora, in campo praticamente si ignoravano. Eccetto che per gli insulti. Per quello trovavano sempre il tempo. Eppure era convinta che se i due avessero iniziato a collaborare sarebbero diventati la coppia d’oro della squadra.

Mentre Katia faceva questi pensieri Rukawa che stava saltando per afferrare un rimbalzo subì un fallo involontario da Mitsui. Quest’ultimo aveva saltando anche lui per prendere il rimbalzo, ma si era sbilanciato troppo ed era caduto addosso a Rukawa. Finirono entrambi a terra. Mitsui si scusò e gli chiese se si fosse fatto male. Rukawa fece cenno di stare bene e il gioco riprese.

Ora Rukawa era in fase di attacco e stava lanciando. Canestro. Continuò a giocare normalmente, come se niente fosse, ma quando pochi secondi dopo fu decretata la fine della panchina e i ragazzi fecero una pausa per riposarsi Katia prese la cassetta del pronto soccorso e si avvicinò a Rukawa che si era seduto appoggiato alla parete.

Senza dire una parola cercò di poggiargli una mano sulla spalla destra ma lui si scostò.

Che fai?”

“Cerco di capire se è una cosa grave.”

Lui la fissò per qualche istante poi disse con il suo tono gelido: “Sto bene.

Un'altra persona si sarebbe intimorita, ma non Katia che infatti gli rispose a tono.

“Se tu stai bene io sono la regina d’Inghilterra.

Si guardarono poi lui si riavvicinò permettendole di controllare la spalla.

Tastandola capì che il problema era un lieve stiramento, un paio di giorni a riposo e sarebbe tornato come nuovo.

“Vai a farti la doccia. Così poi ti faccio la medicazione.

“Sto bene.” Ripeté Rukawa.

“Davvero?” Gli chiese con tono ironico Katia.

“Davvero!” Affermò Rukawa.

“Allora se faccio così non ti fa male?” disse schiacciandogli con un dito il punto infortunato.

Rukawa fece una impercettibile smorfia di dolore. Che però non sfuggì a Katia. Cocciuto com’era disse che non gli faceva male.

Ma anche l’allenatore Anzai aveva notato la smorfia perciò gli disse di fare come aveva detto Katia.

“Allenatore io posso giocare ancora.”

Katia, che iniziava ad innervosirsi, disse: “Mettiamola così, e credo che anche l’allenatore sia d’accordo con me: o tu vai a farti la doccia adesso, ti fai medicare e rimani a riposo per il resto della giornata e tutto domani, o tu mercoledì non giochi la partita contro il Morinomiya. Poi chiese conferma all’allenatore. Che si trovò d’accordo con lei.

“Allora?” Gli chiese Katia.

Rukawa la guardò con uno sguardo inceneritore, poi non volendo rinunciare alla partita del mercoledì si risolse ad andare negli spogliatoi e farsi la doccia.

Tornò pochi minuti dopo con i capelli ancora umidi e indossando solo i pantaloni. La maglietta gli penzolava dalla spalla sinistra.

Quando vide Rukawa a torso nudo il respiro le si mozzò in gola. Senza accorgersene rimase ferma a fissare il petto del ragazzo. Mentre lui le si avvicinava.

Lui come se non si fosse accorto di nulla le andò a sedersi vicino e senza dire una parola lei iniziò a spalmargli la pomata facendogli anche un massaggio per rilassare i muscoli che sentiva rigidi.

Il tocco ebbe un subitaneo effetto su Rukawa, solo che l’effetto fu anche troppo.

La vicinanza con Katia o incrociare il suo sguardo gli faceva sempre un certo effetto, ma di solito l’effetto era il cuore che iniziava a battere più velocemente. Ma ora che sentiva il suo tocco su di sé come tante volte aveva sognato non solo il suo cuore reagì, anche tutto il resto del suo corpo lo fece.

Poco dopo le mani di Katia smisero il massaggio e iniziarono a fasciare la spalla. Finita l’operazione, resa difficile dal fatto che le tremavano le mani, gli disse che gli avrebbe cambiato la fasciatura quella sera.

Rukawa non capì se era la voce di Katia ad essere strana o se era lui che per l’emozione provata la sentisse strana.

Il resto della mattinata trascorse senza altri problemi, se non che aveva notato il fatto che Rukawa seduto affianco a lei era agitato per il non poter entrare in campo a giocare.

Tornarono all’albergo. Come entrò in camera Briciola, che aveva passato la mattinata da sola in stanza, iniziò a strofinarsi contro le sue gambe.

Poco dopo scesero per fare la sessione di studio.

Ognuno lavorava per i fatti suoi o sul tavolo o seduti sul divano o sulle poltrone.

Al tavolo c’erano Ayako, Miyagi, Mitsui, Kogure, Akagi, Rukawa e Katia. Briciola era accoccolata su una sedia.

Katia e Rukawa erano uno di fronte all’altra.

Ma come cavolo si traduce sto pezzo?” Katia non si accorse di aver parlato ad alta voce finché non notò gli sguardi degli altri. “Scusate.” Disse imbarazzata.

Rukawa le chiese sottovoce che materia stesse facendo.

“Inglese.” Gli rispose con lo stesso volume.

“Fa vedere. Cos’è che non riesci a tradurre?”

“Questa parte.” Gli disse mostrandogli il testo.

Rukawa lesse e le spiegò come tradurre quella frase.

“Allora non è vero che dormi sempre.

“Solo durante le materie che non mi interessano.”

“E come mai l’inglese ti interessa?”

“Lui vuole andare in America per giocare in NBA.

Le rispose Sakuragi che aveva seguito il discorso mentre si sedeva al tavolo vicino a loro.

“Davvero?” chiese per conferma Katia che stranamente sentì come una morsa al cuore che durò pochi attimi.

“Davvero.” Rispose lui. Poi ognuno riprese a fare i propri compiti.

Qualche minuto Rukawa alzò gli occhi dall’esercizio di matematica che non voleva saperne di uscirgli. Distrattamente osservò quel che faceva Katia e notò che anche lei era alle prese con matematica.

“Ehi…” la chiamò.

Katia alzò lo sguardo e capì che si rivolgeva a lei.

“Non mi chiamo ehi.” Disse lei con tono falsamente offeso.

“O.K. Natti!”

“Così va meglio. Dimmi.” Disse sorridendo.

“Hai già fatto l’esercizio 21?”

“L’ho appena finito.

“Perfetto, come si fa?”

“Allora…”

Iniziò a spigargli la soluzione, poi notando che da quella posizione era un po’ complicato si alzò ed andò a sederglisi di fianco. Dopo che finì di spiegargli l’esercizio fece per alzarsi per tornare al suo posto. Ma lui senza alzare lo sguardo dal suo quaderno disse: “Tanto vale che rimani qui.

E così fece. Rimasero uno di fianco all’altra fino all'ora di pranzo.

Dopo pranzo ripresero a studiare. Quando finirono, Katia riportò in stanza Briciola.

Mentre si stavano avviando alla palestra per l’allenamento pomeridiano Katia si avvicinò all’allenatore e gli chiese cosa pensasse di fare con Rukawa quel pomeriggio.

L’allenatore le chiese il perché di quella domanda.

“Il fatto è che stavo pensando una cosa. Rukawa non può fare l’allenamento e per lui stare inerme mentre gli altri si allenano è una tortura. Perciò perché non unire l’utile al dilettevole. In altre parole: Sakuragi non sa fare i tiri liberi o comunque i tiri da una certa distanza, Rukawa al contrario è molto bravo. Potremmo far allenare Rukawa e Sakuragi insieme. Il primo insegnando al secondo a tirare.”

Se vuoi che cominci una guerra atomica…” Ironizzò Ayako che aveva sentito tutto il discorso.

E’ vero, loro non vanno d’accordo. Ma prima o poi dovranno pur mettere da parte il loro astio. E comunque si potrebbe far loro una sorta di ricatto morale.” Aggiunse sottovoce. Il coach però aveva sentito e le chiese di spiegarsi meglio.

“Potremmo appellarci albuon cuore’ di Sakuragi.”

“Buon cuore?” chiese Ayako.

“Se preferisci posso chiamarlo immenso orgoglio.

“Certo che sei proprio una ricattatrice.”

“A me piace pensare di saper stimolare le persone nel modo migliore.

“Chiamalo stimolo. Però in effetti potrebbe funzionare. Lei che ne dice allenatore?”

“Oh oh oh. Mi affido a voi ragazze.”

Quando arrivarono in palestra il coach fece fare una partita di allenamento alla squadra, ma mentre stavano per entrare in campo e decidere come dividersi, Ayako chiamò Sakuragi e Rukawa che si era seduto in panchina.

I due si avvicinarono. La ragazza disse il loro programma per quel pomeriggio e le reazioni non tardarono ad arrivare.

“COSA!!! IL GRANDE TENSAI NON DEVE IMPARARE NIENTE DALLA KITSUNE!!! CASO MAI E’ IL CONTRARIO!!!”

“Sakuragi.” Lo chiamò Katia. Quando le si avvicinò sussurrando gli disse: “Vedi, il fatto è che Rukawa non riesce a stare a guardare voialtri mentre giocate senza poter fare nulla. Perciò sapendo che in fondo tu hai un cuore immenso come la tua genialità abbiamo pensato che potessi... come dire... aiutarlo a passare il tempo. Pensaci: il grande tensai che si adopera per aiutare un suo compagno. Se lo sapesse Haruko credo che ti ammirerebbe molto.

A quelle parole nella mente di Sakuragi prende forma una scenetta.

‘Sakuragi in posa macho con scintille da tutte le parti: «Haruko, sai, durante il ritiro la kitsune non poteva giocare e io mi sono offerto di aiutarlo. Sai com’è il grande tensai non rifiuta mai di aiutare una persona più debole.»

«Oh Sakuragi! Sei così altruista.»’

“Sakuragi... Sakuragi... sei ancora tra di noi?”

“Certo e ho deciso di essere così magnanimo da aiutarlo. Disse a voce alta Sakuragi.

“Aiutare chi, do’aho?”

Prima che potessero mettersi a discutere e la situazione degenerasse, Katia si avvicinò a Rukawa e prendendolo per un braccio lo allontanò quel tanto che bastava per non farsi sentire da Sakuragi. Mentre passava davanti ad Ayako notò come l’amica stesse trattenendo a malapena le risate. E le sibilò: “Invece di ridere cerca di calmare quel forsennato.

Quando fu a debita distanza disse: “Senti Rukawa, tu sai che Sakuragi nei tiri è negato. Mentre tu non lo sei. E tieni conto che tu poi non puoi giocare per due giorni.

Rukawa la guardò con uno sguardo che diceva:piantala-di-rigirare-il-coltello-nella-piaga.’

Lei incurante continuò. “Perciò invece di stare a roderti il fegato per questa tua infermità forzata, cerca di scendere ad un compromesso aiutando Sakuragi che ne ha veramente bisogno.

“Sarebbe tutta energia sprecata.”

“Sai anche tu che non è vero.” Si fissarono negli occhi “Sentiamo cosa vuoi per farlo.

Nella mente di Rukawa si materializzarono decine di proposte alcune decenti altre un po’ meno. Ma rispose invece con un altra domanda. “E’ tanto importante per te?”

Lei non si aspettava una domanda del genere ma rispose di sì.

“O.K. lo faccio.”

“Davvero? Senza chiedere nulla in cambio. Avrei scommesso che mi avresti chiesto qualcosa tipo di farti i compiti di matematica.

Lui sembrò riflettere a quella idea poi mentre le voltava le spalle per andare da Sakuragi disse talmente sottovoce che Katia si chiese se avesse davvero parlato: “Solo perché me lo chiedi tu.”

I due ragazzi iniziarono ad allenarsi e Ayako si avvicinò a Katia. Stava per dirle che la sua era stata una buona idea quando notò il rossore sulle guance dell’amica.

“Tutto bene?”

“Eh? Cosa? Ah sì, tutto bene.” Disse riprendendosi.

“Come mai sei tutta rossa?” insistette Ayako. “E non provare a dirmi che non è nulla.

“Non lo so, ma credo di aver sentito male. Poi credendo che l’amica potesse fraintendere aggiunse: “Mi riferisco a quello che mi ha detto Rukawa.”

Cioè?”

“Ha detto che lo aiuta solo perché gliel’ho chiesto io.

“Wow! Però!”

“Te l’ho detto. Devo aver capito male.” Disse con tono che indicava che per lei la discussione era finita.

“Secondo me hai capito benissimo.” Disse Ayako ricevendo come risposta uno sguardo che la fulminò.

Le giornate passarono in fretta. La prima partita contro la squadra locale si concluse con una vittoria dello Shohoku. Rukawa, che era tornato a giocare sembrava volesse recuperare il tempo perduto.

La sera del giovedì Katia decise di andare alle terme. Chiese anche ad Ayako se volesse andare, ma rifiutò.

Le terme erano all’aperto. Il posto era molto bello e suggestivo. La vasca dove si immerse era immensa. Con al centro delle rocce che creavano un divisorio. Ben presto Katia scoprì a cosa servissero. In realtà la vasca era sia maschile che femminile. Da una parte delle rocce c’era la parte femminile e dall’altra quella maschile.

La cosa sarebbe stata già abbastanza imbarazzante, ma il fatto che dall’altra parte ci fossero proprio alcuni ragazzi dello Shohoku rendeva tutto ancora peggiore.

Non voleva rimanere lì, ma nello stesso tempo era attratta dal discorso che stavano facendo (vorrei vedere chi non sarebbe curioso sentendo altri parlare di voi).

“Rukawa, non ti ho mai visto così prolifico come da quando è arrivata Katia. Stava dicendo Miyagi.

Rukawa non gli rispose, ma arrossì leggermente.

“Non ci credo il ghiacciolo sta arrossendo!!!” quasi urlò Sakuragi.

“Non sono arrossito do’aho. E’ il vapore dell’acqua.

Ma davvero? Allora Katia non ti piace?” chiese Mitsui.

Senpai, fatti i fatti tuoi!” ribatté secco Rukawa.

“Te l’ho chiesto perché se non ti interessa ho intenzione di farmi avanti con lei.” Disse Mitsui facendo l’occhiolino a Kogure che fu l’unico a notare quel gesto.

Rukawa rimase in silenzio.

“Allora, posso? Finora non l’ho ancora fatto perché credevo piacesse a te.

“Io…”

“Tu…”

“Non vo…”

“Ehi Katia! Sorpresa! Ho cambiato idea!” La voce di Ayako risuonò per tutta la vasca raggiungendo anche i ragazzi.

“Oh merda!” disse Katia in italiano, cosicché nessuno capì cosa avesse detto.

Dall’altra parte delle rocce i ragazzi si sporsero per vedere se avevano capito esattamente.

Videro due ragazze in acqua. Erano indubbiamente Katia ed Ayako. Anche loro si erano voltate verso la parte maschile e videro i ragazzi. Ayako iniziò a urlare contro di loro dicendo che erano dei porci e che dovevano girarsi immediatamente. Nel frattempo Katia e Rukawa avevano incrociato lo sguardo. Ma subito dopo entrambi lo distolsero imbarazzati.

Come fu certa che i ragazzi non stessero più guardandole Katia si alzò e corse nello spogliatoio. Ayako intuì che c’era qualcosa che non andava e la seguì.

Nel frattempo anche i ragazzi stavano uscendo e Mitsui si stava scusando con Rukawa.

“Lascia perdere.” Fu l’unica risposta che ottenne.

“Katia. Katia. Insomma mi vuoi dire cosa è successo?”

“Lo sai Ayako? Tu hai un tempismo perfetto!” disse ironicamente poi sospirando si volse a guardarla negli occhi e le spiegò cosa era successo.

“Scusa. Se non avessi urlato ora sapresti esattamente cosa prova per te. Disse Ayako veramente pentita.

“Forse è stato meglio così.”

Che vuoi dire?”

“Se lui avesse detto di non essere interessato a me adesso starei male e non riuscirei ad essergli nemmeno amica come ora. Se invece avesse detto che gli piaccio sarei stata felice, ma poi avrebbe perso di importanza un’eventuale dichiarazione. Mi sarebbe sembrato di estorcergli una confessione contro la sua volontà. E mi sarei sentita una vigliacca. Perché so che mi sarei dichiarata, non per il fatto di aver trovato il coraggio di dirgli cosa provo per lui, ma perché sarei stata sicura che ci sarebbe stato.

“Secondo me ti complichi troppo la vita amica mia.

“Credo che tu abbia ragione.” Detto questo scoppiarono entrambe a ridere.

Nei due giorni successivi Katia e Rukawa si comportarono come al solito. Come per un tacito accordo entrambi avevano evitato di toccare l’argomento “terme”.

 

FINE 2° CAPITOLO

   
 
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