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Autore: underaheavycloud    25/01/2012    1 recensioni
Lia è una ragazza che cerca di essere invisibile. Dai compagni, dai professori, dalla gente della sua città, un po' da tutti. Cerca di vivere come le piace senza che nessuno interferisca. E poi arriva Niall e stravolge tutto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre mesi.
Tre fottuti mesi erano passati da quando se ne era andato.
Tre mesi che spesi nell’assoluta depressione.
La mia famiglia, i professori, e persino le nuove conoscenze che avevo fatto a scuola grazie a lui mi stavano dando una mano, ma io non volevo tornare su per vedere la luce.
Sarebbe stata troppo accecante, troppo fastidiosa e letale per me, che ero così fragile.
Vivevo senza farlo realmente, non avevo più uno scopo nella mia vita, ogni giornata era la stessa.
Sopravvivevo senza anima, e mi stavo corrodendo dentro.

I miei non facevano che sgridarmi, cercando di farmi risvegliare da quella fase che stavo passando, ma semplicemente non ci riuscivo.
Non volevo sentire il suo nome, volevo solo immaginarmelo nella mia testa e rivivere ogni cosa passata.
Volevo solo aggrapparmi ai ricordi.
Stavo camminando con Chris, una compagna di classe che si era proposta di accompagnarmi a casa, e la stavo ascoltando canticchiare.
- Mi piace molto quella canzone, mi ricorda.. -
Mi fermai, mentre rivivevo il ricordo di noi due in macchina che avevo impresso nella mente.
Erano  mesi che non pronunciavo il suo nome, come se evitare di farlo rendesse meno reale la sua assenza.
Chris mi prese le per le spalle e mi guardò negli occhi severa.
-Senti Lia, ora tu fili a casa e mi aspetti li ok? Io vado a casa mia, prendo la mia roba e vengo a dormire da te. E no, non accetto scuse, mi sto autoinvitando. Dobbiamo risolvere il tuo problema. -
Mi diede un bacio affettuoso e scappò.
Ero contenta di quello che quella ragazza faceva per me, si vedeva che ci teneva, solo non riuscivo a essere riconoscente nel modo giusto.
Non riuscivo ad essere felice, perché esserlo mi avrebbe ricordato cose troppo dolorose.
Tornai a casa e dissi ai miei che Chris sarebbe restata a dormire da noi e ne furono entusiasti!
Chissà, forse credevano che avrebbe potuto aiutarmi.
Arrivò verso le 4 e passammo tutto il pomeriggio a studiare.
Dopo cena salimmo in camera mia finalmente libera dai miei genitori e Chris si posizionò davanti al pc.
Accese la musica, la canzone che avevo canticchiato in macchina con lui partì, e mi lacerò.
Lei si dedette sul letto accanto a me e mi prese le mani.
- Piangi Lia, da quanto tempo non lo fai? -
e lo feci. Mi sfogai davvero dopo 3 mesi di dolore, piansi per ore, in cui la mia nuova amica mi stette vicina e mi rassicurò.
- Grazie di cuore Chris. – erano poche parole, ma ci avevo messo tanto sentimento e lei lo capì.
Mi sorrise. – Stai tranquilla, tutto passa, starai meglio vedrai. -
E poi ci addormentammo.


Mi svegliai a notte fonda.
Guardai la sveglia, erano le 3 e 22.
Mi alzai dal letto senza svegliare Chris e guardai fuori dalla finestra scostando la tenda.
C’era qualcuno fuori, mi sembrava di aver visto un’ombra muoversi velocemente.
Aprii la finestra per controllare meglio, ma non c’era nessuno. Dovevo averlo immaginato.
Scesi in cucina per sgranocchiare qualcosa, ma quella sensazione di essere osservata che avevo provato prima mi ossessionava.
Ok, forse era tutta colpa del bio, o non so cosa.
Tornai in camera, ma non riuscii proprio a riprendere sonno.


UNA SETTIMANA DOPO

Era pomeriggio, un pomeriggio dove si sentiva quasi l’arrivo della primavera.
C’era il sole, e c’era un’atmosfera che non poteva che rendermi felice.
E invece non lo fece.
Da quando mi ero sfogata con Chris andava meglio è vero, ma la ferita era lì, ancora aperta e non intendeva proprio chiudersi.
Scacciai i soliti pensieri e uscii di casa passando davanti all’albero che si trovava proprio sotto la mia finestra.
Non so come o perché ma fui attirata dal posto dove avevo visto quell’ombra una settimana prima.
Mi avvicinai all’albero come se nascondesse qualcosa, come se avesse qualcosa di familiare che mi appartenesse.
Fu in quel momento che lo vidi.
C’era un biglietto, un  pezzetto di carta legato a uno strano laccetto all’albero.
Lo presi incuriosita e mi accorsi che lo strano laccetto non era altro che una corda rotta di una chitarra.
Questo si che era strano davvero.
Presi il biglietto e lo lessi tutto d’un fiato.

“  al torrente, sabato 22. “

Mi si gelò il sangue.
Ero stata in un torrente una sola volta nella mia vita e guarda caso con … Niall.
Solo lui sapeva della mia fissazione per i numeri, solo lui sapeva che il 22 era quello che preferivo.
Ma non poteva averlo lasciato lui, era andato no? Era sparito per sempre dalla mia vita!
Non potevo davvero crederci, era troppo.
Presi il cellulare e controllai la data di oggi. 20 marzo.
Ok, stavo per avere un attacco di cuore.
Mancavano 2 giorni ad un appuntamento, perché non sapevo in ce altro modo definirlo, con un ragazzo che mi aveva lasciata da sola in balia di me stessa affermando di essere un codardo che scappa dai problemi.
Avevo bisogno di aiuto.

- Ciao Louis! Come stai? – si, l’avevo chiamato. Me ne pentii subito.
- Tesoro! Bene e tu? E’ un sacco di tempo che non ci sentiamo! -
Cavolo ero così imbarazzata, dovevo chiedergli del fratello ma non sapevo come iniziare.
- Senti Lou, non è che per caso hai sentito Niall ultimamente? -
- No, è da quando ci siamo visti in montagna che non ho sue notizie. Mi ha scritto di essere tornato a casa ma non so per quale motivo. Va tutto bene Lia? -
Sospirai. – Si, alla grande. Beh grazie lo stesso, devo scappare, ci sentiamo presto ok? – Attaccai senza sentire la sua risposta.
Si stava nascondendo anche dalla sua famiglia? Che diavolo li stava succedendo?
Non volevo andare all’appuntamento, non volevo vederlo o ascoltarlo.
E se mi avesse chiesto di restargli lontana e di darci un taglio con questa sofferenza?
Ero così confusa, ma avevo bisogno di sapere.
Ci sarei andata.

Arrivò il fatidico momento.
Ero in macchina con Chris che mi aveva gentilmente accompagnata e sopportata durante tutto il tragitto.
- Sei sicura che non vuoi che ti accompagni? -
Annuii decisa, dovevo faro da sola.
- Stai tranquilla, me la caverò. Torna a casa, ti chiamo appena posso! -
Mi stampò un bacio sulla guancia e mi sussurrò ‘in bocca al lupo’.
Raccolsi tutto il coraggio che avevo e cominciai a camminare lungo il sentiero che avevo percorso tempo prima.
Non fu difficile trovare il cottage, la sfiga peggiore la stavo perdendo con il mio autocontrollo.
Arrivai nella distesa d’erba e collassai.
Non c’era nessuno, nemmeno una persona.
Avevo sbagliato giorno? Chissà magari aveva chiuso.
Niall però aveva detto al torrente, quindi continuai a camminare.
Lo raggiunsi, ma anche lì non c’era nessuno.
Non sarei dovuta venire fu il mio primo pensiero.
Poi due sentii due braccia avvolgermi da dietro e un profumo familiare mi inebriò.
Non volevo girarmi, volevo rimanere così per sempre.
Intanto le lacrime mi cominciarono a scendere sul viso.
Niall mi afferrò le spalle come aveva fatto quella volta, che sembrava ormai così lontana, e mi guardò negli occhi.
Era lui, era il mio Niall e non mi avrebbe più lasciata, lo vedevo.
Lo strinsi forte, e lui fece lo stesso con me.
  
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