Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Juls    07/09/2006    15 recensioni
"...Sento la presa del ragazzo farsi più forte intorno ai miei fianchi e in pochi secondi siamo completamente abbracciati. Ci muoviamo lentamente, con movimenti che suggeriscono la movenza lieve delle onde.
È un ottimo ballerino.
Ad un tratto alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi.
Azzurri.
No.
C’è qualcosa che non va".
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

“ABOUT LOVE”

 

 

 

 

È Dicembre.

Un Dicembre splendido, per dirla tutta.

Hogwarts con la neve sembra magica.

Lo so, è un paradosso, perché Hogwarts è magica, ma vestita di bianco assume un nonsochè di candido e fiabesco.

Mi piace passare del tempo seduta sul davanzale della grande finestra di fianco al mio letto, nel dormitorio, e guardare i fiocchi psicadelici cadere vellutati su una già spessa coltre sfumata di colori tenui, a seconda della luce intorno.

Mi piacerebbe esserci anche adesso. Nessuno può immaginare quanto.

E invece eccomi qui, io, Lily Evans, strizzata in un vestito piuttosto corto, azzurro, semplice, l’unico sul mercato magico che non preveda fiocchetti, nastrini e altre sciocchezze imbarazzanti. Dico “strizzata” non perché il vestito sia di quattro taglie in meno, ma semplicemente perché ho indosso una trentotto modello aderente. Non volgare, ma che di certo non nasconde il fatto che io sia magra e che abbia un fisico abbastanza bello. Sento gli occhi di alcuni presenti maschi che mi seguono mentre cerco di dileguarmi e disertare l’annuale ballo di Natale.

Avete mai dato buca al ballo natalizio?

Io sì.

Due volte.

Ma avevo dodici anni la prima volta e tredici la seconda; adesso invece ne ho sedici e temo di diventare lo zimbello della scuola se me la filo proprio mentre i “cavalieri” chiedono alle “dame” di ballare.

La vita sociale può essere dura per una sedicenne: se ogni singolo dettaglio non è approvato dal G.U.F., Giudizio Universale Femminile, si rischia l’ammutinamento. Non è uno scherzo, a me è capitato quando ho affermato pubblicamente che il Quidditch, oltre ad essere inutile, è anche piuttosto ridicolo; ho dovuto aspettare tre settimane prima che le mie compagne di Grifondoro mi rivolgessero ancora la parola, e più di un mese per riuscire a camminare nei corridoi senza essere additata.

Dirigendomi verso il ricco buffet allestito per l’occasione, incrocio due ragazze di Corvonero del mio anno che, dall’alto dei loro otto centimetri di tacco, mi salutano con la mano e con un sorriso che mostra la dentatura smagliante. Mi avvicino.

“Lily! Ma che piacere, sei un incanto!” dice la prima con un arietta compiaciuta che sa di convenevole.

“Grazie, Kay, state benissimo anche voi due!” rispondo guardando l’una e l’altra; sono entrambe davvero ben acconciate (o “conciate”, dipende dai punti di vista) e luccicano nei loro vestitini rosa e rosso. Ecco, loro sono assolutamente perfette per questo tipo di circostanza: sanno atteggiarsi, camminare con quell’andatura molle e ondeggiante che proprio a me non riesce, e sanno perfino guardarsi attorno come a dire “sono la reginetta della festa”. Se quelle parole dovessero un giorno, per chissà quale motivo, trasparire dai miei occhi, sarebbero senz’altro seguite da un sincero “e mi faccio schifo”.

Finalmente intravedo un volto che riaccende le mie speranze di sopravvivere alla serata: Sirius.

Lo vedo entrare nella Sala Grande, da solo e nello stesso tempo accompagnato da mille sguardi femminili, più o meno sognanti, più o meno innocenti.

Gentilmente mi congedo dalle due Corvonero tirate a lucido, e faccio un cenno a Sirius affinché capisca che ho un urgente bisogno di lui. Spero possa rimandare di almeno mezz’ora la concretizzazione del suo successo con le ammiratrici.

“Come siamo splendide, miss Evans” sorride, lui che condivide appieno la mia allergia per quel tipo di eventi mondani.

“Grazie, Mr.Black, lei è incredibilemente galante” rispondo stando al gioco.

Poi, sottovoce: “Sei uno spettacolo tutto impinguinato!”

Ride e mi passa una bottiglia di burrobirra analcolica. Chissà perché i migliori amici maschi hanno questa fissazione riguardo al tenerti sobria.

Io bevo un sorso e cerco con lo sguardo qualcuno tra la folla.

Ma non lo trovo. Non c’è.

Non so dire se sia un sollievo sapere che non mi veda vestita così o se preferirei che mi notasse.

Infondo, gli sguardi di gran parte della componente maschile di Hogwarts sembrano apprezzare.

Ho i capelli pettinati semplicemente, lisci, che coprono un po’ le spalle e ogni tanto si posano sulla scollatura del vestito, coprendo quella porzione di pelle lasciata libera di mostrare la mia carnagione diafana, di cui sono molto orgogliosa.

L’azzurro del mio vestito è delicato, ma abbinato al rosso dei miei capelli ribelli, mi conferisce un’aria allegra e solare. Proprio come sono io. Ok, magari proprio solare solare no, ma allegra sicuramente sì. Sono queste circostanze che mi mettono a disagio, un disagio che non si prende nemmeno la briga di motivarsi.

Io e Sirius ci sediamo ad un tavolo poco distante dal palco su cui le Sorelle Stravagarie sembrano in preda ad un furore canoro, con la conseguenza che ci ritroviamo storditi e un po’ spaesati dopo neanche dieci minuti.

Noto Remus che si avvicina a noi e così, prima che ci raggiunga, afferro il coraggio a due mani, e chiedo: “James?”.

Sirius mi guarda, ha uno strano sorriso sul volto. La mia domanda non è proprio casuale. Io so che lui lo sa. E credo che lui sappia che io lo so, ma rispetta la mia volontà, quindi non ne parla.

“James è rimasto in dormitorio, non se la sentiva di farsi aggredire dallo stuolo di adoratrici”.

“James è più furbo di tutti noi” rispondo, rincuorata da quello che avevo sentito.

Nel frattempo arriva Remus, che ci saluta e da il via ad un’assurda conversazione con Sirius riguardo un tiro mancino giocato al signor Gazza.

Il discorso-rimprovero del prefetto di Grifondoro non dura a lungo, interrotto su due piedi da una ragazza alta e bionda che ci sottrae un Sirius soddisfatto e impaziente.

Poco dopo, un ragazzo di Grifondoro del settimo anno allunga la sua mano chiedendo, con un sorriso piuttosto accattivante, la mia. Non so come, né perché, ma mi alzo dalla sedia di velluto e lo seguo sulla pista da ballo. La musica ritmata e altisonante delle Stravagarie è stata sostituita da un bellissimo lento composto da accordi di piano e note soffuse. Sento la presa del ragazzo farsi più forte intorno ai miei fianchi e in pochi secondi siamo completamente abbracciati. Ci muoviamo lentamente, con movimenti che suggeriscono la movenza lieve delle onde. È un ottimo ballerino.

Ad un tratto alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi.

Azzurri.

No.

C’è qualcosa che non va.

La pesante delusione che mi attraversa è inoffuscabile.

Non è lui che voglio, non è lui che sogno di stringere ballando.

Sto cercando un ripiego, una soluzione veloce, un accomodamento.

E non voglio.

Non è da me. Non fa per me.

Mi stacco, con gli occhi velati, mormoro un appena percettibile “scusa” e scappo via.

Mentre corro fuori dalla Sala Grande, sento tutti gli occhi puntati addosso, ma soprattutto sento il peso della consapevolezza di aver ferito una persona inutilmente.

Ma ci sono sensazioni nella vita contro le quali si è del tutto impotenti.

Continuo a correre per i corridoi, finché non scorgo una figura appena fuori dalla torre di Grifondoro.

Mi avvicino, ne distinguo i contorni.

James.

Smetto di correre.

Adesso so che è lui il ragazzo che voglio accanto, con cui voglio stare.

O almeno questo è quello che mi dice il mio cuore.

Sorrido all’idea che sia il mio cuore a parlarmi. Di lui mi posso fidare senza esitazione.

Ancora qualche passo ed eccoci qui, uno di fronte all’altro, in un istante brevissimo in cui i nostri occhi si incrociano e si rassicurano a vicenda, suggerendo due semplici parole: “Sei Tu”.

Sento una spinta attrattiva inesorabile che mi spinge prima fra le sue braccia, poi verso le sue labbra.

Prima di baciarlo, però, mi assicuro che i suoi occhi siano inequivocabilmente color nocciola.

Affermativo, capo.

Sorrido.

Lui non capisce questo mio gesto, ma non gli importa, al momento è impegnato ad avvicinare sempre di più i nostri visi.

E con quel dolce, profondo, magico tocco delle nostre labbra vedo realizzato uno dei miei desideri.

Sono particolarmente fortunata questa sera, perché questo desiderio dura a lungo.

“Ti amo”.

Lo vedo sorridere.

“Era ora, Lily”.

Sorrido anch’io. Ha ragione, ce ne ho messo di tempo, ma dopotutto, ne è valsa la pena.

Tenendomi stretta quasi avesse paura che svanissi, James mi conduce nella Sala Comune, poi nel dormitorio maschile.

Con un semplice tocco di bacchetta, una canzone dolce inizia a disperdersi nell’atmosfera.

La melodia e le parole mi arrivano al cuore. Non scorderemo mai questo momento.

Senza bisogno di nessun invito, cominciamo a ballare. La mia fronte fa conoscenza con il suo mento, e le mie labbra incontrano ancora le sue.

Questa volta non sento alcuna somiglianza con la movenza delle onde, che all’improvviso mi sembrano così piccole e insignificanti.

Forse perché questa volta siamo molti metri più in alto del mare.

Questa volta ci siamo completamente persi; persi nel lento ma inestinguibile moto della nostra stella comune, che adesso brilla nel cielo come simbolo della nostra unione.

Può darsi che non esistano le storie d’amore infinite, io non lo so.

Ma nel profondo di me vi è una consapevolezza inestirpabile.

Saremo Lily e James.

Per sempre. 

 

  
Leggi le 15 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Juls