Nick
autore:
Only_
(Only_Me)
Titolo:
Let
it snow, let it snow, let it snow ~
Pairing:
Albus/Scorpius
Prompt:
caldo
Canzone:
Let
it snow (Michael Bublè version)
Rating:
verde
Avvertimenti:
Slash,
One-shot
Genere:
fluff
Introduzione:
The
fire is slowly dying and, my dear, we're still goodbye-ing; but as
long as you love me so, let it snow, let it snow, let it snow.
NdA:
ho
la netta impressione che questa sia ancora più sdolcinata di
quella
che ti ho mandato la volta scorsa, ma mi piace tanto lo stesso :3
alla fine non ho inserito altri personaggi, a parte la coppia che ho
scelto. Credo di aver utilizzato meglio il prompt, questa volta:
diciamo che il calore è presente più o meno in
tutta la storia, a
partire da quello del salotto, fino ad arrivare a... be', lo
scoprirai. Spero ti piaccia, buona lettura!
Let it snow, let it snow, let it snow ~
Albus
non aveva
avuto tante pretese riguardo l'arredamento della loro casa, quando
erano andati a vivere insieme in un appartamento nel cuore di Londra:
voleva solo che i muri fossero dipinti con colori tenui e caldi, sui
toni del crema e del rosa pesca, e un salotto alla Babbana, con
televisione e due ampi divani foderati di pelle intonata con le
pareti.
L'unica cosa per cui
aveva insistito tanto, fino ad esasperare Scorpius, era la presenza
dello stereo che zia Hermione gli aveva regalato tanti anni prima per
Natale: era un vecchio modello, colorato di quella che una volta era
una brillante tinta argentata, mezzo rotto e tenuto insieme da metri
di nastro isolante nero, ma nonostante tutto ancora perfettamente
funzionante.
– Oh,
the weather outside is frightful, but the fire is so delightful, and
since we've no place to go let it snow, let it snow, let it snow,
– canticchiava Albus, stonando un po' e cercando di seguire
la voce
profonda, calda ed avvolgente dell'uomo che la intonava, mentre
faceva levitare i nastri e le palline di vetro che avrebbero
addobbato l'abete sintetico che lui e Scorpius avevano comprato
qualche giorno prima per l'occasione - era il loro primo Natale da
sposati.
– Fuori
nevica, hai visto? – domandò il marito, entrando
proprio in quel
momento nel salotto, stringendo tra le mani i manici di due tazze
fumanti; la sua espressione non era delle più felici, era
risaputo
che il rampollo della famiglia Malfoy non amasse particolarmente
né
la festività natalizia né tanto meno la neve e il
freddo
dell'inverno. Si sedette su uno dei divani appoggiando una tazza sul
tavolino basso, in legno di ciliegio, che dava mostra di sé
su un
finissimo tappeto persiano; pochi attimi dopo anche Albus si
lasciò
scivolare sulla pelle tiepida e morbida, accanto a lui, agitando
appena la bacchetta per incantare i pochi addobbi che non erano
ancora al loro posto.
– No,
ma immaginavo che sarebbe successo a breve, –
commentò allungando
le dita verso la sua tazza color giallo paglierino; appoggiò
i palmi
contro la ceramica, assorbendone il calore e sospirando appena di
piacere, come un bambino. – Stamattina Hyde Park era
completamente
ricoperto di brina e le strade erano ghiacciate. Era questione di
ore.
Scorpius grugnì
qualcosa, poi bevve un lungo sorso di cioccolata calda aromatizzata
come piaceva ad Albus con un pizzico di peperoncino in polvere,
avvertendo il familiare pizzicore alla lingua e al palato e il calore
della sostanza densa che gli scivolava in gola distraendolo per
qualche attimo dal brutto tempo fuori dalla finestra.
Albus si allungò
appena, per appoggiare il mento contro la spalla del marito, e gli
sorrise con la sua solita, candida dolcezza: a volte pareva davvero
un bambino, tutto preso dall'emozione del Natale, gli occhi verdi
accesi di felicità.
– Andiamo,
Scorpius, non va bene che tieni il broncio anche sotto Natale,
– lo
prese in giro con amore, sfiorandogli la punta del naso con un dito
in un buffetto giocoso che l'altro accolse con un sospiro divertito.
– Lo
sai che non mi piacciono le feste, Al, non puoi pretendere che finga
di essere felice come te, – mormorò con un leggero
sorriso,
appoggiando le labbra contro la fronte tiepida del marito e intanto
accarezzandogli una guancia con il palmo della mano libera.
Le note a pianoforte
di un'altra canzone natalizia, intonata dalla voce calda ed
avvolgente dello stesso uomo di prima, risuonarono cristalline nel
salotto della loro abitazione; Scorpius alzò gli occhi al
cielo,
sottilmente infastidito dalla fissazione che Albus aveva per quel
genere di musica e, soprattutto, per quel cantante. James aveva
regalato il nuovo cd al fratello quasi un mese prima, senza celare in
alcun modo la smorfia disgustata che gli era affiorata in volto
quando Albus l'aveva inserito nello stereo, e Scorpius aveva provato
il desiderio impellente di strangolarlo; inutile dire che quei trenta
giorni erano trascorsi con la stessa, infinita colonna sonora, e che
la sua insulsa gelosia l'avesse consumato fino al midollo.
– Potresti
anche cambiare cd, ogni tanto, – mormorò con una
smorfia,
sentendosi incredibilmente stupido per il fastidio che provava.
– No,
non posso, – sorrise divertito Albus, dandogli un bacio
veloce e
poi riprendendo in mano la tazza di cioccolata che aveva lasciato sul
tavolino. Si era freddata un po', ma era comunque squisita; dopotutto
l'aveva preparata Scorpius, come poteva non piacergli?
Sfiorando la
bacchetta incantò lo stereo per cambiare canzone, tornando
alla
prima. Vuotò la tazza in un sorso, mentre il marito lo
osservava
sollevando un sopracciglio; gli sorrise divertito, alzandosi dal
divano e accendendo il caminetto con l'ennesimo incantesimo.
– Hai
voglia di aiutarmi? Devo ancora mettere le ghirlande sulle porte,
–
domandò guardandolo in un modo che sapeva convincere sempre
Scorpius. Indicò con un cenno del capo uno scatolone aperto,
poggiato sul pavimento sotto la finestra, e sorrise ancora con un
tocco di malizia che aveva un effetto devastante, sul suo volto.
–
Ci sono anche il vischio e delle candele; pensavo di metterne un po'
in camera da letto, sai... per creare una bella atmosfera.
Scorpius trattenne a
stento una risata, annuendo un po' controvoglia, e lanciò un
incantesimo alle tazze vuote che tornarono in cucina galleggiando
mollemente sull'aria; si alzò a sua volta dal divano,
raggiungendo
il marito davanti alla finestra e posandogli un bacio sulla tempia.
– Sei
sempre il solito, – commentò divertito, aiutandolo
a svuotare lo
scatolone.
Quella
sera,
Scorpius pensò che il loro appartamento potesse essere la
location
ideale per un sanguinoso film dell'orrore con sfondo natalizio:
palline di vetro dai caldi colori rosso e oro ornavano l'albero e le
cornici delle porte, innumerevoli ghirlande di agrifoglio erano state
appese alle pareti, rametti di vischio più o meno grossi
erano
attaccati al soffitto donando una suggestiva atmosfera da foresta
pluviale al salotto.
Albus continuava a
canticchiare, il solito cd nello stereo, osservando con occhi
entusiasti il lavoro che lui e Scorpius avevano fatto quel
pomeriggio.
– Odio
questo tempo, – borbottò quest'ultimo gettando
un'occhiata alla
strada, fuori dalla finestra, constatando che nulla era cambiato da
quel pomeriggio ad eccezione dello strato di neve, alto ormai qualche
centimetro, che imbiancava le strade e le automobili nei parcheggi.
– The
fire is slowly dying and, my dear, we're still goodbye-ing; but as
long as you love me so, let it snow, let it snow, let it snow,
– canticchiò Albus, spuntando alle sue spalle dal
nulla; si
appoggiò alla schiena del marito con il petto, baciandolo
sul collo,
mentre il fuoco nel camino cominciava effettivamente a languire. Il
suo respiro caldo si infranse sulla pelle di Scorpius mentre
allungava le mani fino a posarle sul suo ventre per stringerlo in un
abbraccio languido, e l'altro scoprì improvvisamente di non
odiare
più di tanto la neve, né la voce di quell'uomo
che continuava a
cantare mentre si voltava tra le braccia di Albus e posava le proprie
sulle sue spalle, avvicinando i loro volti per poterlo baciare.