Ciao a tutti questa è la prima fic su questa coppia quindi spero di non sforare con il carattere dei personaggi (o almeno quello di Gaara). Vi sarei eternamente grata se lasciaste una recensione! Buona Lettura!

Di Fughe e Pane alla Lavanda

Capitolo I

Nonostante da un anno ormai, il demone monocoda Shukaku, fosse stato estratto dal suo corpo, Gaara, in quelle notti di falce di luna, che fossero calanti o crescenti, non chiudeva occhio. Incubi e ricordi passati tornavano a sfilare dinanzi ai suoi occhi, ricordandogli, chi e cosa era stato.

Per questo, dopo aver finalmente assaporato le delizie del sonno, cercava di rimanere sveglio, ammirando la luna, le dune, e magari continuando la sua Odissea fatta di scartoffie, che ogni Kage era costretto a sopportare. E fu proprio in una di quelle notti, mentre passeggiava tra le lunghe pareti rocciose che conducevano alle porte del suo villaggio, avvistò qualcosa.

Lontano tra le dune sabbiose, l’esile figura di una ragazza che si muoveva verso Suna, Gaara, avvertita una sentinella notturna si avviò inquieto verso il suo inaspettato ospite. Che fosse portatore di notizie dall’alleata Konoha? Avvicinatosi la riconobbe immediatamente, Hinata Hyuuga erede di uno dei più importanti clan del Paese del Fuoco, ricordava ancora del suo combattimento agli esami chiunnin di anni addietro. Comunque,  appena riconosciuta, il Kazekage notò anche che la ragazza non era di certo nelle sue migliori condizioni, era sporca e debole, i vestiti strappati erano leggermente macchiati di sangue ed il volto era dolorante ed impaurito. Quasi stesse fuggendo da qualcosa o qualcuno.  A pochi metri da lui la ragazza si fermò improvvisamente, per poi cadere sulla soffice sabbia, svenuta.

Quando Hinata si risvegliò, notò immediatamente dove si trovava. Un’infermeria. E dal caldo afoso ed il panorama che si poteva godere dalla finestra di fianco al suo letto constatò sorridendo che era a Suna. Ma il sorriso le scomparve ben presto dal volto e l’anima appena ricordò perchè fosse lì. Ignorando le urla di dolore del suo corpo, la kunoichi si alzò di scatto dal letto dirigendosi di tutta fretta verso la porta e poi oltrepassando i vari corridoi che le si presentavano  davanti ignorando qualsiasi infermiere o dottore che cercavano di fermarla. Finalmente arrivata all’ennesimo corridoio trovò ciò che cercava “Kankuro!” chiamò dolorante a gran voce, mentre quello stupito le andava incontro per sorreggerla “Devo parlare al Kazekage!” sussurrò la Hyuuga quasi lacrimante.

 “D’accordo, ti accompagno” l’accontentò il ninja incappucciato, nonostante suo fratello avesse dato ordine di andarla a controllare proprio per non farla spostare dall’infermeria.

Quando la porta del suo ufficio si aprì all’improvviso, Gaara alzò lo sguardo irritato, per poi rimanere subito dopo interdetto. Lì davanti a lui un’agitatissima  Hinata veniva sorretta da suo fratello anche lui confuso e scioccato “Scusate l’irruenza. Potrei parlarvi onorevole Kazekage?” Articolò abbassando il capo in segno di scusa e rispetto. “Accomodati” si limitò a rispondere lui.