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Autore: Peorth    26/01/2012    0 recensioni
Quella palla caduta aldilà del recinto di ferro.
La possibilità di mostrare di esser 'grande'.
Un incontro.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il circo della notte

"Grazie per aver sognato con me"


La palla cadde aldilà del recinto di ferro, facendo un suono tonfo.
Io e i miei amici girammo l'angolo per raggiungerla, ma i nostri occhi rimasero basiti da ciò che videro.
Un enorme struttura, formata da tendoni a righe nere e bianche, incastonati fra di loro, si ergeva, alta ed imponente davanti a noi.
- Ma questo è il circo! - disse un mio compagno.
- Il circo? - chiesi non essendo mai stato in un luogo come quello.
- Si, mia mamma dice che è un posto bellissimo! Dove la gente vola da un filo all'altro e si vedono animali mai visti prima! E poi ci sono delle persone che fanno grandi magie! -
Gente che vola...magie...
Ma quando era arrivato? Da dove sbucava? Ero sicuro che il giorno prima non ci fosse.
Lentamente ci avvicinammo alle sbarre del freddo ferro che circondava la struttura.
Le nostre bocche rimasero aperte nell'osservare come tutto in quel luogo era così tetro, imponente, così diverso dal resto del paesaggio.
Una brezza gelida sfiorò il nostro volto e ci fece rabbrividire. Rese ancora più pesante l'aria intorno a quel luogo.
La palla, spinta dal vento, rotolò verso quella che era l'entrata del tendone.
- E adesso? - chiesero.
Uno dei miei compagni si avvicinò ad un cartello appeso alla cancellata principale.
- Apre al Cre...Crepuscolo. Chiude all'Alba - lesse in modo un po' difficoltoso.
Cercammo di intravedere qualcuno all'interno del tendone, per poi urlargli di buttarci la palla.
Aspettammo per dieci minuti buoni, ma nulla.
Le uniche persone che si vedevano erano i curiosi che si fermavano ad osservare il grande orologio in cima al tendone principale, chiedendosi anche loro quando fosse arrivato il circo in città.
- Andiamo ragazzi, credo che qui ci sia poco da fare! - disse il più grande di noi che era anche il capo della nostra piccola banda.
- Ma la mia palla? - chiesi portando una mano verso i miei compari.
Lui alzò le spalle con fare meschino: - Vattela a prendere se ci tieni tanto! -
I miei occhi si posarono ancora una volta sull'entrata del tendone: era così tetro la dentro.
In fin dei conti è solo una palla, che mi importava. Anche se...
Ero il più piccolo del gruppo e quindi il meno considerato.
Forse quella poteva esser un occasione per far capire a tutti quanto valevo.
Forse sarei riuscito a far capire a tutti che avevo coraggio e le idee giuste per esser ascoltato.
Loro non sapevano che io ero il più piccolo, ma il più grande di tutti in quella banda!
Presi la mia decisione: mi tolsi i guanti e li misi in tasca.
Trovai la posizione migliore per piedi e mani ed iniziai la mia scalata.
- Ma che fa? -
- E' impazzito? -
Sentii i miei amici rumoreggiare e ne ero felice: mi stavano guardando.
Quando fui in cima feci attenzione a non farmi male nello scavalcare gli spuntoni appuntiti.
Saltai ed in un attimo mi ritrovai fra l'erba che contornava il circo.
Ce l'avevo fatta. I ragazzi da fuori mi acclamarono come fossi un eroe e io vittorioso mi voltai per raggiungere la mia palla.
Un'altra brezza gelida mosse i fili d'erba ai miei piedi.
Dov' era la palla? Non la vidi più.
- Ma come? Era la ferma davanti al tendone!-
Mi avvicinai di più e il profumo inebriante del caramello dolce mi solleticò il naso.
Non avevo mai sentito un profumo più dolce di quello. L'acquolina mi si formò in bocca.
Una musichetta di festa proveniva dall'oscurità di quell'entrata. Allora qualcuno c'era!
Cercai di avvicinarmi di più e fui attento che nessuno mi vedesse, ma fui io a vedere qualcosa che mi lasciò di stucco: una bambina dal cappotto rosso era la dentro e stava facendo saltellare la mia palla.
I suoi occhi neri come la pece mi fissarono.
Mi allarmai nel sapere di esser stato scoperto e cercai di fuggire via, ma le mie gambe non rispondevano al mio comando.
- Vieni...- mi disse lei, mentre fu inghiottita dall'oscurità.
Come ipnotizzato entrai nel tendone, ignorando le urla dei miei amici che mi dicevano di non farlo.
Fu buio, ma la musica non cessò di suonare.
All'improvviso si accese una luce su di me e io mi coprì gli occhi con le mani.
Che strane le mie mani...così grandi, così pelose.
E le mie braccia.
E le mie gambe.
- Ma che..? - sussurrai, ma notai che anche la mia voce era cambiata.
Un altra luce illuminò uno specchio.
Avvicinandomi vidi un uomo che mi fissava, impaurito e stranito.
L'avevo già visto da qualche parte. Il suo volto mi era famigliare.
Poi mi resi conto che quell'uomo ero io.
- Non è possibile! -
Mi toccai il viso e sentii la barba pungermi le mani. Eppure quelli erano i miei occhi; quello era il mio naso; quello ero io  da...
- Grande! -
Una voce femminile mi fece voltare ed una terza luce si accese.
Una bellissima donna, dai lunghi riccioli neri e da altrettanti occhi scuri, era davanti a me.
Il suo cappotto rosso era l'unica nota di colore in quella scena bicromatica.
La vidi avvicinarsi con in mano un oggetto tondo e consumato.
- La mia palla! - dissi,  ipnotizzato dal movimento che lei le stava dando.
La ragazza fece un breve sorriso e mi mise una mano sul petto: - Era questa che cercavi...o stavi cercando un modo per dimostrare che sei un uomo, nonostante la tua giovane età? -
Le sue parole mi confondevano ma allo stesso tempo mi incuriosivano.
Fece un giro attorno a me senza mai togliere la sua mano dal mio corpo.
- Bambino cattivo! Eri ansioso di vedere cosa succedeva nel "Circo dei Sogni", non è vero? -
La gola mi si seccò. La mia bocca si aprì, ma le parole non uscivano. Ero un blocco di pietra.
- Bambino cattivo! Dovrei punirti! - disse tornando davanti a me.
La sua mano prese la mia nuca e lentamente la sua bocca si appoggiò sulla mia.
Chiusi gli occhi e quando li riaprì mi trovai fuori dal cancello di ferro, con la mia palla in mano.
- Sei stato un grande sai! - disse un mio compagno battendomi una mano sulla spalla.
Io mi destai come da un sogno e mi resi conto di esser tornato bambino.
- Che è successo? - chiesi, shoccato.
- Hai recuperato la tua palla amico! E sei stai un fenomeno davvero! Io non avrei avuto tanto coraggio -
A sentire i miei compagni ero entrato, avevo preso la palla ed ero uscito.
Che avessi sognato veramente il tutto? Eppure sembra tutto così reale, così vero.
I miei amici si congratularono con me ed iniziarono a spintonarmi per tornare a giocare.
Feci per seguirli, ma mi voltai verso il tendone di quello strano circo.
Il silenzio e il buio al suo interno ne erano sovrani.
Scossi la testa ed iniziai a correre verso gli altri, ma notai, con sorpresa, una scritta sul retro della mia palla:


"E' stato un piacere sognare con te.
Celia"
  
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