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Autore: Kisuke94    26/01/2012    3 recensioni
Ciao a tutti ^^… questo è il mio primo thriller, e spero che vi faccia rimanere con la bocca aperta :O
La storia si svolgerà nell’Inghilterra Vittoriana (spero di riuscire a riprodurre le mentalità dell’epoca in modo giusto); Essendo un thriller ci sarà un omicidio o più ;)… anche se è il mio primo, non mancherò di stupirvi statene certi.
Genere: Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Noto troppo spesso, per strada, persone che vivono nonostante la vita sia stata loro crudele. Vedere questi corpi vuoti passare il loro tempo tra feste e bordelli, mi volta lo stomaco. Per questo ho deciso di ergermi giustiziere e porre fine alla loro squallida esistenza»

Il vento ululava mentre passava tra le fronde larghe degli alberi, si faceva sentire in tutta la sua maestosità. Imperava sulla Terra, sibilava, spaventava. Pareva capace di sradicare ogni cosa e polverizzarla, trascinandola con sé. Ma il cielo, in alto, lo sovrastava addirittura, esponendo ammassi scuri e tenebrosi, grosse nuvole nere senza vita né pietà. Di giorno, accompagnate dall’azzurro brillantissimo e lucente della volta celeste, apparivano benevole e amiche; assumevano le forme più disparate, vivaci e buffe al tempo stesso. Niente a che vedere con quella notte: non erano più soffici e candide, simili a ovatta, ma più vicine a turbini, a grosse mani nere che si facevano sempre più vicine e afferravano gli ignari e li stringevano, poi, nella loro morsa letale.
Avevano oscurato anche l’unica fonte di luce in quelle tenebre, la Luna: soltanto una flebile macchia opaca ne mostrava la presenza. Avrebbe piovuto di li a poco, l’aria era intrisa dell’odore caratteristico degli acquazzoni. Lampi potenti squarciavano l’oscurità a intervalli irregolari. Inerme di fronte allo spettacolo della magnificenza della natura, si ergeva un’antica villa buia, sembrava disabitata dall’esterno. Un’enorme struttura apparentemente compatta, inespugnabile come i castelli medievali, dal portone ligneo. I vetri delle molte e lunghe finestre si innalzavano a difesa delle intemperie dell’esterno e della vita al di fuori di essa: qualcosa aveva rotto l’equilibrio di quella struttura, qualcosa avrebbe sconvolto il delicato equilibrio intorno a cui ogni cosa ruotava, lì dentro, in quella villa apparentemente disabitata. L’odore di morte si mischiò in un istante a quello della pioggia, e quando le prime gocce cominciarono a cadere, sembrò che piovesse sangue umano. Non era semplice acqua quella, non sembrava. Un fulmine illuminò la stanza dove giaceva, privo di vita, il corpo di un’ospite. Un lago di sangue non tardò a presentarsi, riflettendo come uno specchio il volto dell’artefice. Un delitto si era consumato quella notte, e non era altro che il preludio di una strage.

<5 Giorni prima>

-Quindi è sicuro? Tornerai a fine settimana! Non sai quanto sono felice. Rivederti mi riempie di gioia Arthur. Organizzerò una festa per il tuo ritorno. Stento ancora a crederci.-
Scrisse Madame Deux, nella missiva che avrebbe spedito al figlio, il quale aveva informato la stessa che sarebbe tornato nel week-end. Si, suo figlio Arthur, il ragazzo che le aveva dato le soddisfazioni che una madre cerca nel proprio figlio: si era laureato ad Oxford con il massimo dei voti, era partito per gli Stati Uniti, traguardo di molte celebri persone, con l’obbiettivo di far carriera nel nuovo mondo, suo sogno da sempre; la madre però non fu l’unica persona informata del suo ritorno.
-D’avvero?? Non posso crederci. Ti rivedrò di nuovo finalmente. Ti devo raccontare tantissime cose, e ti devo parlare della mia nuova fiamma, Marianne. Non sto nella pelle, spero che questi giorni passino in fretta!!-
Rispose il suo amico d’infanzia, quell’amico fedele, difficile da trovare ai giorni d’oggi, lo stesso che non si era mai tirato indietro e aveva sempre sostenuto il compagno in ogni decisione, colui che lo aveva difeso in ogni occasione. Cloud si chiamava, non poteva esserci nome migliore per colui che rasserenava coi suoi sorrisi, semplici e candidi come le nuvole. 

<30 ore prima>

-Mi raccomando, deve essere tutto pronto per domani, non vorrei che il signorino rimanesse deluso!- Esclamò con tono imperativo il maggiordomo di Villa Rutherford, il maggiordomo che si era occupato di Arthur da quando era in fasce, e che mostrava un volto e un’agilità che sembravano non mostrare i segni dell’età.
-Mi occupo immediatamente del giardino- rispose Kevin, giardiniere fidato della famiglia, selezionato tra i migliori, il migliore a dirla tutta.
-Vado a comprare tutto ciò che serve per una cena coi fiocchi!- gridò Lucas, cuoco di prim’ordine.
-La casa brillerà per il ritorno del signorino!- disse Serena, la cameriera della villa, ex compagna di giochi di Arthur.
-Sono contenta che vi stiate dando molto da fare!- affermò Madame Deux. –Se solo ci fossi anche tu…- sopraggiunse, chinando il capo, lasciano scorrere una lacrima lucente come un diamante.

<24 ore prima>

-Ho tanto da raccontarti, Madre! Mi siete mancata molto in questi tre mesi. Dovevate vederla l’America, vi sarebbe piaciuta sicuramente!!- disse Arthur varcando la soglia della villa, seguito dal maggiordomo che gli portava la borsa.
-Non essere sciocco, nulla è più bello della nostra Inghilterra. Qui non manca nulla, quella terra di indigeni non sarà mai ai nostri livelli- rispose la signora, che affiancava il figlio appena rientrato.
-Un giorno vi porterò, e vi rimangerete quanto appena affermato- rispose, socchiudendo gli occhi e accennando un sorriso sincero.
-BEN TONATO SIGNORINO!!!- gridarono i 3 inservienti alla vista del ragazzo. Ragazzo, aveva già 21 anni e lo chiamavano ancora Signorino.
-Certe cose non cambiano vero??- disse l’acclamato. –Quante volte ho detto che potete chiamarmi Arthur, e non con quel vezzeggiativo che non mi si addice!- continuò, sorridendo come sempre.

<4 ore prima>

Gli ospiti erano giunti, tra i tanti volti, Arthur riconobbe subito quello del compagno. Non vedeva l’ora di abbracciarlo e intraprendere un discorso lunghissimo, ma gli onori di casa lo attendevano, gli sarebbe toccato ringraziare gli invitati per la loro presenza, individualmente.

Faust:

  • 25 Anni;
  • Capelli: castani;
  • Occhi: castani;
  • Altezza: 1.73;
  • Avvocato di successo nell’alta borghesia;
  • Compagno di Arthur


Jil:

  • 20 Anni;
  • Capelli: castano-chiaro;
  • Occhi: azzurri;
  • Altezza: 1.70;
  • Attore di teatro;
  • Nipote di Madame Deux


Sofie:

  • 19 Anni;
  • Capelli: castani;
  • Occhi: ghiaccio;
  • Altezza: 1.60;
  • Nuova stella dell’opera;
  • Fidanzata di Jil


Luhi:

  • 46 Anni;
  • Capelli: neri;
  • Occhi: castano-scuro;
  • Altezza: 1.50;
  • Politico di gran spessore;
  • Mentore di Arthur


Cristina:

  • 24 Anni;
  • Capelli: rossi;
  • Occhi: castani;
  • Altezza: 1.67;
  • Nobile di Sangue;
  • Cugina di Arthur, da parte del padre


Sir. Andrew Jefferson:

  • 23 Anni;
  • Capelli: castani;
  • Occhi: castani;
  • Altezza: 1.80;
  • Nonostante la sua tenera età è un cavaliere della regina.


Michelle:

  • 27 Anni;
  • Capelli: biondi;
  • Occhi: azzurri;
  • Altezza: 1.70;
  • Dottore affermato, specializzata in medicina organica;
  • Amica di Arthur.


Cloud:

  • 20 Anni;
  • Capelli: biondi;
  • Occhi: verdi;
  • Altezza: 1.70;
  • Libero professionista, amante della filosofia e delle belle donne;
  • Miglior amico di Arthur.


Dopo i saluti, si diede il via alle danze, ignorando le orribili vicende che da li a poco sarebbero accadute…
To be Continued

   
 
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