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Autore: misslittlesun95    26/01/2012    4 recensioni
Ennesima shot deprimente a sfondo Lucanna, spero che malgrado tutto vi piaccia ^^ (sono 505 parole, è messa come flash)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Luca Benvenuto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente sei venuto a prendermi.

Trieste, 18 aprile 2034

La flebo fa scivolare il medicinale nel mio corpo goccia dopo goccia, donandomi le forze per continuare a pensarti.
Ormai ho cinquantacinque anni, e da ben ventitré vivo solo del tuo ricordo amore mio.
Quando tre mesi fa mi hanno detto della malattia e del poco tempo che mi rimaneva non sono stata triste, non del tutto, perché so che dopo tutto questo tempo potrò rivederti.
Abel entra in casa e mi bacia sulla fronte, i suoi ricci capelli rossi mi sovrastano il viso.
I miei capelli neri, quelli che sicuramente ricorderai, se ne sono andati da settimane, al loro posto solo un foulard a motivi astratti, perché il dolore rende tutto astratto.
Abel ha trentaquattro anni, e finalmente otto mesi fa ha coronato il suo sogno e si è sposato con Eva, una ragazza Spagnola conosciuta ad un corso di karate.
Eva è bellissima, se la vedessi sicuramente ti ricorderebbe Barbara, la collega che mi aveva avvisato della tua scomparsa.
Non sento più nessuno dei vecchi amici, quelli che ho lasciato a Roma.

Non sento più nessuno perché stare soli vuol dire non soffrire né far soffrire gli altri.
Eva e Abel aspettano un bambino, anche se ovviamente so che non lo conoscerò.
Il mio piccolo uomo ha deciso che lo chiamerà Anna o Luca, perché ancora non sappiamo sei sia maschio o femmina e perché vuole ricordarci sempre. È un amore, proprio come quando era piccolo.
Ti ricordi come mai vive con me, vero? Dei Russi, di Dorian e tutto il resto? Ricordi ancora i nostri baci al parco? E la tua paura di perdermi? A me basta pensare che ricordi tutto, mi basta immaginare che quando ci vedremo ricorderemo tutto insieme.
Sai Luca, ultimamente incontro sempre più spesso guardi compassionevoli che sembrano dire “povera donna, è ancora giovane e già deve abbandonare questa terra”, ma loro non sanno che il vero dolore lo si prova nel veder morire, non nel morire.
Il dolore, quello vero, l'ho provato negli anni al distretto, nella perdita di colleghi e soprattutto nella tua.
Fingo di vivere da quando te ne sei andato, e ora devo fingere anche di essere dispiaciuta perché sto morendo. Che follia.
Sai amore mio, non ho avuto figli. Il bimbo di cui ti scrissi in quella lettera che ancora mi provoca sensi di colpa non c'è mai stato, era solo troppo difficile dirti che volevo lasciarmi tutto alle spalle.
Che volevo lasciare NOI alle mie spalle, perché era complicato ammettere che non ci sarebbe mai stato un futuro per noi, che non avrei mai aggiunto il tuo cognome al mio...
Mentre ti penso mi accorgo di non riuscire a dire altro. Il mio corpo si sta facendo sempre più debole, Abel lo nota e mi aiuta a mettermi a letto.
Distesa non riesco a prendere sonno, i dolori sono forti e so che se mi addormentassi ora mi addormenterei per sempre.
Ma ecco che la tua voce mi torna in mente, e tutta la paura scompare lasciando spazio ad un'immensa felicità
Finalmente sei venuto a prendermi. 

   
 
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