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Autore: Lely1441    27/01/2012    5 recensioni
«Potevamo esserci noi al loro posto, ci hai pensato?»
Quando non si sa fino a che punto ci si possa avvicinare alla verità.
Famiglia Paciock; seconda classificata al contest "HP That Night" indetto dal Writers Arena Rewind.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia non mi appartengono, ma sono di proprietà di J. K. Rowling che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Harry Potter, appartengono solo a me.
Credits: Il titolo è ripreso da una puntata di Doctor Who, precisamente la 1x09, intitolata “The empty child”. Contesto del tutto diverso, bambino morto che vuole ritrovare la madre e quindi terrorizza chiunque. Molto angosciante.

Mummy? Where’s my mummy?

                                                                                                                                                                                 bannerino


Correva, correva tra la foschia densa e appiccicosa, ormai senza fiato. Il pianto del bambino che la chiamava continuava a risuonare nella sua testa, implacabile, senza che lei potesse vederlo o capire dove si trovasse.
Uno strano stridio stonò nella confusione dell’incubo; il suo sonno era diventato leggerissimo e fu sveglia nell’arco di un secondo, in tempo per vedere il suo Frank - lui, invece, non dormiva più, non ci riusciva più - avvicinarsi alla finestra, tendere una mano al barbagianni che aveva turbato la loro quiete e prendere la missiva. Il grosso rapace scosse la testa con uno scatto nervoso prima di tornare ad innalzarsi in volo, senza attendere una risposta.
«Cosa succede, Frank?», chiese Alice, e cominciò a spaventarsi quando vide la mano del marito tremare. «Frank, Frank, ti prego, cosa succede?», balbettò, alzandosi e posando i piedi scalzi sul pavimento, rabbrividendo. Il marito le lasciò leggere la lettera e appoggiò la fronte al muro, tentando di controllare le lacrime.
Era un pezzo di pergamena corto, strappato con poca cura, e la calligrafia di Benji Fenwick era ancora più confusa e sgrammaticata del solito, tanto che a metà doveva essersene accorto, poiché era passato a scrivere in maiuscolo.
James e Lily morti, casa distrutta, il boato ha svegliato TUTTA LA VIA. IL PICCOLO HARRY SOPRAVVISSUTO.
VOI-SAPETE-CHI MORTO, SPARITO, NON SI SA. GENTE IMPAZZITA. È FINITA.

«Lily… James…», farfugliò Alice, stordita. «Frank, avevano la nostra stessa età… Neville ha la stessa età di Harry!»
Istintivamente si voltò e andò a controllare il lettino del figlio, che dormiva pacificamente con un dito in bocca e un piede spenzoloni nella stanza adiacente.
«Tu-sai-chi è morto, Alice», sussurrò Frank, che le era venuto dietro e ora le aveva passato un braccio sulle spalle, lo sguardo fisso sul loro bambino. «Neville non conoscerà mai gli orrori della guerra, avrà una vita felice, non dovrà preoccuparsi della sorte dei suoi amici come invece abbiamo dovuto fare noi».
«Neville avrà due genitori sempre accanto, Harry no. Frank, e se fosse venuto da noi? Se avesse scelto una qualsiasi altra famiglia? Lily… Avevamo promesso di vederci, quando la situazione fosse migliorata, e ora non potremo più farlo…», continuò la donna, sentendo il sapore salato delle lacrime in bocca e un’orribile sensazione di angoscia sovrastarla completamente e stringerle lo stomaco. Dovette sforzarsi per mantenere una respirazione regolare, per non farsi prendere dal panico.
«Avrebbero preferito terminare la loro vita da eroi piuttosto che essere esposti al ludibrio di quella banda di farabutti. Sono morti, ora non c’è più nulla che possa ferirli».
Alice scosse la testa, rifiutandosi di accettare la visione di Frank.
«Potevamo esserci noi al loro posto, ci hai pensato?»
Chiuse gli occhi e posò il capo sulla spalla del marito, venendo nuovamente sommersa dal ricordo della nebbia e della disperazione del sogno.
Voldemort era morto, ma a quale prezzo?

“Mamma, mamma, perché non mi senti? Perché mi hai lasciato solo? Perché mi hai abbandonato? Torna da me, mamma!”


Questa storia si è classificata seconda al contest “HP That night” organizzato dal Writers Arena Rewind. La consegna prevedeva di descrivere il 31 ottobre 1981 dal punto di vista di altri personaggi assenti nel prologo.
Tutti i miei complimenti alle altre podiste e partecipanti, e ovviamente un ringraziamento sentito alla giudicia, sia per la velocità dei risultati che per i bannerini!


Note dell’Autore: La famiglia Paciock, il più grande What if? del mondo di Harry Potter, a mio avviso. Ovviamente né Alice né Frank possono rendersi conto di quanto siano andati vicino alla stessa sorte dei Potter, e le considerazioni di Alice sono angoscianti per il loro essere profetiche senza volerlo (sono solo le solite frasi quando si viene a conoscenza della morte di qualcuno di caro e simile per età o per condizione). Frank, quando dice che Lily e James avrebbero preferito morire piuttosto che essere lasciati come giochino nelle mani dei Mangiamorte, non sa che sarà invece questa la sua fine. Così come non sa che il figlio dovrà passare esattamente ciò che hanno passato loro, al contrario di quanto pensa e di quanto pronostica.
Il sogno di Alice è una comune inquietudine da madre - sono in guerra, ha il terrore di essere strappata dal figlio, è normale - ma, alla fine, sono le parole di un Neville più grande a risuonare nel sogno eterno in cui vive e da cui non può più svegliarsi. C’è uno scarto temporale di diversi anni, insomma.
Benji Fenwick viene citato da Moody nel quinto libro, quando mostra la foto del primo Ordine della Fenice ad Harry. Di lui non si sa nulla, solo che è stato ucciso dai Mangiamorte. Ho immaginato che abitasse a Godric’s Hollow e che sia stato uno degli spettatori diretti della scena, in amicizia con i due Paciock.
La lettera è volutamente scritta “male”, di fretta.

   
 
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